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Se il destino degli olandesi dipendesse da Scilipoti

“Frau Nein” la chiamano ormai dalla Francia agli Stati Uniti, e i giornali più autorevoli si spremono le meningi sull’ostinazione con cui la Cancelliera continua a rifiutare gli eurobond o un intervento più forte della Bce, le sole risposte forse in grado di ripristinare la famosa “fiducia dei mercati”. Sarà a causa del trauma introiettato dell’inflazione della Repubblica di Weimar? Sarà per un retaggio protestante che presenta debito e colpa, “Schulden” e “Schuld”, come sinonimi? Gli analisti internazionali sembrano analisti di un altro tipo, mentre la stampa tedesca offre un appiglio con cui sottrarsi all’immersione negli sprofondi della finanza emotiva. L’arcano ha un nome, anzi una sigla: Fdp – il partito con cui i cristianodemocratici sono al governo. Il partito liberale (l’unico liberista in tutto lo spettro parlamentare tedesco) è risolutamente ostile a ogni soluzione che possa ricadere sul contribuente, al punto che la fronda di euroscettici ha già rischiato di minare la sua leadership attuale. Angela Merkel rischia, in pratica, la crisi di governo se cede alle richieste che va implorando il mondo intero. Il punto interessante è che la FDP, secondo i sondaggi più recenti, oggi varrebbe intorno al 3%. Vale a dire: la popolazione di mezz’Europa è sottoposta ai sacrifici di cui non è per nulla certo l’esito salvifico, perché un piccolo partito ha il potere di dettare la propria linea al capo del governo che, a sua volta, ha il potere di imporsi sugli altri paesi della UE. I meccanismi della finanza sono, l’abbiamo ormai capito, pericolosamente incontrollabili. Ma anche quelli della democrazia mostrano dei lati assurdi quanto oscuri. E’ un po’ come se il destino degli olandesi dovesse dipendere da Scilipoti – questo, ovviamente, estremizzando e rovesciando la prospettiva.

pubblicato suL’Unità, 20 dicembre 2012.

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7 Commenti

  1. Veramente, io non lo credo, non credo che davvero questi equilibrismi parlamentari siano quelli che determinano le scelte. Il ritardo iniziale da parte della Merkel in effetti era di natura elettorale, ma oggi, a crisi conclamata, non posso credere che si stiano ancora a baloccare su questioni così fondamentali.
    Del resto, basta leggere cosa dice Draghi o lo stesso Monti, o perfino Napolitano. Non c’è insomma soltanto una caparbietà tedesca, qui c’è piuttosto tutto un establishment europeo che si oppone strenuamente all’ipotesi di accodarsi ai comportamenti dei paesi anglosassoni, il che in sè potrebbe anche apparire meritevole.
    L’errore non sta nel rifiutarsi di considerare una cura appropriata dare crescenti dosi di eroina a un eroinomane, ma nelle modalità con cui ci si oppone.
    Se, rimanendo nella metafora, tu ti rifiuti di dare l’eroina ma permetti ad altri di somministrarla, allora davvero c’è qualcosa di incomprensibile, qualcosa evidentemente di non detto.
    In questa situazione ogni retropensiero è lecito, e quello più ovvio è che si voglia approfittare della crisi per una drastica riforma dell’euro, che nella ipotesi più estrema potrebbe coincidere con la sua stessa fine.
    Mi chiedo quanto basso sia il livello del settore informativo se nessun giornalista ha ritenuto di dovere mettere alle strette questi politicanti europei in modo che finiscano di raccontare frottole e ci dicano come pensano realmente di uscire da questa crisi.

  2. Secondo me, invece questo articolo è utile perchè ci dice che il dibattito politico interno al partito liberale tedesco, e quindi indirettamente anche quello del governo, su questi temi non è poi troppo dissimile da quello dei leghisti nostrani. E’ una cosa di cui in Italia non si parla troppo, anzi non se ne parla affatto. Piuttosto aggiungerei che le posizoni dei liberali hanno un peso perchè sono quelle della Bundesbank: non è un mistero per nessuno che la Germania è divisa, anche se gli scontri non sono plateali, fra un mondo industriale pro euro perchè ha realizzato guadagni stratosferici in questo modo e la bundesbank e il mondo della finanza che sono più legati agli anglosassoni contrari all’euro. Ne segue una politica cerchiobottista del governo tedesco che è uno dei principali fattori di rischio per l’europa.

  3. Vincenzo, in un pezzo molto breve bisogna per forza di cose semplificare. Volevo solo evidenziare questo elemento di cui, fuori della Germania, nessuno parla, mentre al suo interno è dato come uno dei fattori che determina quel che Giorgio chiama cerchiobottismo.
    Poi il problema di fondo è un altro. Stiamo vedendo come l’economia governa il mondo e stiamo capendo quali conseguenze ha l’Europa concepita come unione economica e monetaria (mercato e moneta unica ecc, parametri di stabilità ecc.)
    Se non c’è possibilità di scelte politiche democratiche a livello europeo, tra i tanti condizionamenti subiti c’è anche quello dello (o delli) stati nazionali capaci di esercitare egemonia. In pratica, al dilà della questione Fdp, la politica nazionale di un’altro paese già si ripercuote in qualche misura su stati formalmente autonomi.
    Continuo a esagerare ma questo mi ricorda il (post)colonialismo.

  4. a proposito di scilipoti: poco tempo fa è stato ospite della mia lucania, della mia basilicata in ostaggio da molto di poteri che l’ammazzano, insieme a clemente mastella.
    : chiamati a relazione sullo Sviluppo possibile del sud (pensate un po’…).
    insomma accanto a voci dissenzienti e non in vendita e non vendute come quella del giornalista Paride Leporace e quella dello scrittore Andrea Di Consoli.
    io me ne sono accorto, ma pochi altri se ne sono accorti. a parte un pezzettino dello spettacolo della massa dei medium locali – per esempio il tristissimo e immobile tg3 regionale.
    non a caso, vorrei ricordare, il persino a tratti xenofobo, leggete per farvene un’idea il secondo libro bianco sul razzismo fatto da Lunaria, Magdi C. Allam si candidò nelle terre che furono di Scotellaro e tanti altri socialisti e comunisti davvero in lotta, pensate un poco: a presidente della regione. : proprio lui, il Pinocchietto d’Egitto, come l’ha definito brillantemente Evangelisti.

    b!

    Nunzio Festa
    nunzio8@msn.com
    p.s. considerate questo mio minisfogo, al fine, quale notizia dalla necropoli.

  5. Persino a tratti razzista Magdi Allam, come dire un filino intollerante il sindaco Gentilini, Boso…

  6. “E’ un po’ come se il destino degli olandesi dovesse dipendere da Scilipoti”
    Non al 100%, ma in gran parte: i fondi pensione e le banche olandesi hanno ben settanta miliardi di euro in titoli di stato italiani. Che sono più o meno un quarto di quanto lo stato italiano mette sul mercato ogni anno.

  7. Il cerchiobottismo mi sembra un atteggiamento se non altro comprensibile, in questo momento di inconciliabili risvegli e babeliche confusioni.

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Helena Janeczek è nata na Monaco di Baviera in una famiglia ebreo-polacca, vive in Italia da trentacinque anni. Dopo aver esordito con un libro di poesie edito da Suhrkamp, ha scelto l’italiano come lingua letteraria per opere di narrativa che spesso indagano il rapporto con la memoria storica del secolo passato. È autrice di Lezioni di tenebra (Mondadori, 1997, Guanda, 2011), Cibo (Mondadori, 2002), Le rondini di Montecassino (Guanda, 2010), che hanno vinto numerosi premi come il Premio Bagutta Opera Prima e il Premio Napoli. Co-organizza il festival letterario “SI-Scrittrici Insieme” a Somma Lombardo (VA). Il suo ultimo romanzo, La ragazza con la Leica (2017, Guanda) è stato finalista al Premio Campiello e ha vinto il Premio Bagutta e il Premio Strega 2018. Sin dalla nascita del blog, fa parte di Nazione Indiana.
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