Articolo precedente
Articolo successivo

The Wonderful Widow of Eighteen Springs [James Joyce&John Cage]

Max Ernst [1891 – 1976]

La puberté proche n’a pas encore enlevé la grâce à nos Pléiades/
Le regard de nos yeux pleins d’ombre est dirigé sur le pavé qui va tomber/
La gravitation des ondulation n’existe pas encore
[1921]
1

 

[ collage: frammenti di fotografie ritoccate, acquerello
e olio su carta, montato su cartone, 24.5 x 16.6 cm. ]

 

     James Joyce&John Cage  

 

The Wonderful Widow of Eighteen Springs
La Meravigliosa Vedova di Diciotto Primavere
per Voce e Pianoforte Chiuso Delicatamente Tamburellato [1942]


 da FINNEGANS WAKE [ 556.1 – 556.22 ] 

Spartito originale autografo: 123456

night by silentsailing night…
Isobel. . .
wildwoods’ eyes and primarose hair,
quietly,
all the woods so wild, in mauves of
moss and daphnedews,
how all so still she lay neath of the
whitethorn, child of tree,
like some losthappy leaf,
like blowing flower stilled,
as fain would she anon,
for soon again ‘twil be,
win me, woo me, wed me,
ah weary me!
deeply,
Now evencalm lay sleeping; night
Isobel
Sister Isobel
Saintette Isobel
madame Isa
Veuve La belle

notte dopo notte navigando nel silenzio…
Isobel…
occhi di boschi selvaggi e capelli di primula,
nella quiete,
tutti i boschi così selvaggi, in malva di muschio e rugiada di lauri
come giace ancora così vicina al biancospino, bambina d’albero,
come certe foglie dalla felicità perduta,
come i fiori soffiati via ammutolita,
così volentieri direbbe a presto,
per subito ancora ritornare,
vincimi, corteggiami, sposami
ah sfiancami!
profondamente,
ora semprecalma giaci dormendo; notte
Isobel
Sorella Isobel
Senzatette Isobel
madame Isa
Veuve la Belle

 
 

 
 


 

Sofonisba Anguissola (1534 – 1625)
L’Infanta Isabella Clara Eugenia e la sorellina Catalina Micaela, 1570

FW 556.1 – 556.22
night by silentsailing night while infantina Isobel (who will be blushing all day to be, when she growed up one Sunday, Saint Holy and Saint Ivory, when she took the veil, the beautiful presentation nun, so barely twenty, in her pure coif, sister Isobel, and next Sunday, Mistlemas, when she looked a peach, the beautiful Samaritan, still as beautiful and still in her teens, nurse Saintette Isabelle, with stiffstarched cuffs but on Holiday, Christmas, Easter mornings when she wore a wreath, the wonderful widow of eighteen springs, Madame Isa Veuve la Belle, so sad but lucksome in her boyblue’s long black with orange blossoming weeper’s veil) for she was the only girl they loved, as she is the queenly pearl you prize, because of the way the night that first we met she is bound to be, methinks, and not in vain, the darling of my heart, sleeping in her april cot, within her singachamber, with her greengageflavoured candywhistle duetted to the crazyquilt, Isobel, she is so pretty, truth to tell, wildwood’s eyes and primarose hair, quietly, all the woods so wild, in mauves of moss and daphnedews, how all so still she lay, neath of the whitethorn, child of tree, like some losthappy leaf, like blowingflower stilled, as fain would she anon, for soon again ‘twill be, win me, woo me, wed me, ah weary me! deeply, now, evencalm lay sleeping;
FW 556.1 – 556.22
notte dopo notte navigando nel silenzio mentre la piccola Infanta Isobel (che arrossirà tutti i giorni che verranno, quando divenne grande una domenica, San Santo e Sant’Avorio, quando prese il velo, la bellissima presentazione della suora, così a malapena ventenne, nella sua pura cuffia, sorella Isobel, e la domenica dopo, Natalvischio, quando sembrava una pesca, la bella Samaritana, ancora così bella e ancora nei suoi vent’anni, la nutrice Senzatette Isobel, con i polsini inamidati rigidi ma in una mattina di Vacanza, di Natale, di Pasqua quando indossava una ghirlanda, la meravigliosa vedova di diciotto primavere, Madame Isa Veuve La Belle, cosi triste ma fortunata nel suo lungo velo ragazzoblu da prefica che fiorisce d’arancio) perché era l’unica fanciulla che amarono, perché è la regale perla di grande valore, perché nel corso della notte che la prima volta ci incontrammo ella si limitò ad essere, forse, e non in vano, la dolcezza del mio cuore, dormendo nella sua culla d’aprile, nella sua cameretta, duettando con il suo dolcetto a fischietto dal gusto prugna verde insieme alla trapunta patchwork, Isobel, è così graziosa a dire il vero, occhi di foreste selvagge e capelli color di primula, nella quiete, tutti i boschi così selvaggi, color malva di muschio e rugiada d’alloro, come tutta così ancora giace vicino al biancospino, bambina d’albero, come certe foglie dalla felicità perduta, come fiori soffiati via ammutolita, come volentieri direbbe a presto, per presto ancora ritornare, vincimi, corteggiami, sposami, ah sfiancami! profondamente, ora, semprecalma giace dormendo;

[ traduzioni&traslazioni di Orsola Puecher ]

,\\’

Syntax, like government, can only be obeyed. It is therefore of no use except when you have something particular to command such as: Go buy me a bunch of carrots. 2
 
J. Cage M: Writings ’67–’72 pag. 215
Print Friendly, PDF & Email
NOTE
  1. Il sopraggiungere della pubertà non ha ancora rapito la grazia alle nostre Pleiadi/ Lo sguardo dei nostri occhi pieni d’ombra è diretto verso il selciato che sta sprofondando/ La gravità delle ondulazioni non esiste ancora
  2. Alla sintassi, come al governo, si può solo obbedire. Quindi non c’è bisogno di usarla, tranne che quando si ha qualcosa di particolare da ordinare come: Vai a comprarmi un mazzo di carote.

2 Commenti

I commenti a questo post sono chiusi

articoli correlati

“Vittime senza giustizia, almeno la memoria” di Anna Paola Moretti

di Orsola Puecher
Anna Paola Moretti, storica della memoria e della deportazione femminile, in questa nuova indagine ricostruisce con la consueta accuratezza, fra documenti, archivi e ricerca di testimonianze sul campo, la vicenda di due giovani donne martiri del nazifascismo nel pesarese...

Colfiorito

di Nadia Agustoni

Colfiorito
(qualcosa di bianco)
Sera a Colfiorito
nel garrire di rondini
in un’amnesia di cielo
e penombra
sull’ascia dei temporali
portammo radici di voci
e alveari.

V. Ė. Mejerchol’d UN BALLO IN MASCHERA

di Anna Tellini
«A noi, compagni, sia a me, che a Šostakovič, che a S. Ejzenštejn, è data la pie­na possibilità di continuare il nostro lavoro e solo nel lavoro correggere i nostri errori. (Applausi). Compagni, dite: dove, in quale altro paese dell’or­be terraqueo è possibile un simile fenomeno?» Queste parole precedono solo di poche ore la firma dell’ordine di arresto di Mejerchol’d.

Manuela Ormea IL BARONE RAMPANTE

di Manuela Ormea
Razionalità ed invenzione fantastica costituiscono il nucleo del romanzo. In quest’opera è richiesta la capacità di guardare la realtà contemporanea ponendosi ad una giusta distanza.

Ricominciamo dalle rose

di Nadia Agustoni
mastica duro il cane della ricchezza
le ossa bianche del paese
le nostre ossa
spolpate

in memoria – per Cristina Annino per dopo

di Nadia Agustoni
è un minuto l’universo sulla città dei vivi
ma cresce a ogni uomo la terra
l’osso si fa parola
non si abbassa la grandezza
della morte.
orsola puecher
orsola puecherhttps://www.nazioneindiana.com/author/orsola-puecher/
,\\' Nasce [ in un giorno di rose e bandiere ] Scrive. [ con molta calma ] Nulla ha maggior fascino dei documenti antichi sepolti per centinaia d’anni negli archivi. Nella corrispondenza epistolare, negli scritti vergati tanto tempo addietro, forse, sono le sole voci che da evi lontani possono tornare a farsi vive, a parlare, più di ogni altra cosa, più di ogni racconto. Perché ciò ch’era in loro, la sostanza segreta e cristallina dell’umano è anche e ancora profondamente sepolta in noi nell’oggi. E nulla più della verità agogna alla finzione dell’immaginazione, all’intuizione, che ne estragga frammenti di visioni. Il pensiero cammina a ritroso lungo le parole scritte nel momento in cui i fatti avvenivano, accendendosi di supposizioni, di scene probabilmente accadute. Le immagini traboccano di suggestioni sempre diverse, di particolari inquieti che accendono percorsi non lineari, come se nel passato ci fossero scordati sprazzi di futuro anteriore ancora da decodificare, ansiosi di essere narrati. Cosa avrà provato… che cosa avrà detto… avrà sofferto… pensato. Si affollano fatti ancora in cerca di un palcoscenico, di dialoghi, luoghi e personaggi che tornano in rilievo dalla carta muta, miracolosamente, per piccoli indizi e molliche di Pollicino nel bosco.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: