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Con due deca

hanno ucciso l'uomo ragno / 883di  Giacomo Bottà

[Quest’anno è, tra le altre cose, il ventennale di Hanno ucciso l’uomo ragno degli 883. Alcuni gruppi indie italiani hanno realizzato una compilation on line su Rockit.it]

Ho abitato a Pavia dal 1993 al 1999. Levando un paio di semestri di Erasmus, la città sul Ticino è stata la mia casa ammobiliata, la mia stanza condivisa, la mia aula magna, la mia sala studio, il mio bar mal frequentato e la mia pizza al metro.

Contemporaneamente gli 883 di Pavia andavano in televisione, alla radio, al Festivalbar, su Sorrisi e Canzoni e magari qualcuno diceva di aver visto Pezzali in giro in centro, con gli occhiali ray-ban a pera e la giacca da aviatore o dentro una macchina, mentre girava rombante la rotonda di Pomodoro. Il Celebrità, il Bar Dante, il Naviglio fetido e altri riferimenti delle canzoni degli 883 erano posti reali di Pavia.

Non ho mai preso sul serio gli 883, certo ogni tanto facevano venire in mente i New Order o i Pet Shop Boys, gruppi che non mi piacevano molto ai tempi, ma che facevano sempre battere il piedino.

Ai tempi c’era la musica autogestita, suonata nei centri sociali e distribuita ai banchetti; c’era quella indipendente narrata dall’NME che compravo in stazione e c’era quella alternativa nella programmazione video di MTV. Insomma, c’era un sacco di musica da ascoltare seduti, ballando, bevendo birra, vomitando, innamorandosi, abbracciandosi, stendendosi sul letto a piangere, andando in giro in macchina alle 5:30 di mattina per cercare una panetteria, tutto senza dover ricorrere agli 883.

Con la sola eccezione del HC-punk italico, che aveva dei rappresentanti pavesi nei D.D.I., la maggior parte di quello che ascoltavamo era in inglese o americano (o tedesco) e comunque rimaneva sempre abbastanza criptico, anche per uno che passava le giornate a studiare il Paradise Lost. Ah sì, c’erano anche i Marlene Kuntz e i Subsonica, ma non sono gruppi che canterò a memoria nel 1990s revival party della casa di riposo dove andrò a morire.

Se oggi potessi parlare con lo studente fuorisede a Pavia che ero nel 1995 la cosa andrebbe più o meno così:

2012: Ciao, vengo dal futuro a dirti che è appena uscita una compilation di gruppi indie che suonano cover degli 883 ed è la cosa migliore mai uscita da un sacco di tempo a questa parte.

1995: Ma vaffanculo tu e le banalità. Gli 883 sono la morte cerebrale della nostra generazione, hanno dei testi che parlano di nulla, sono la celebrazione assoluta del nulla. Sono tutto quello che odio dell’industria musica e di tutta la società basata sul consumismo, sul culto dell’immagine, sul maschilismo, sull’apparire ad ogni costo e della televisione. Gli 883 sono la colonna sonora per quelli che si schiantano in autostrada alle 4:00 di una domenica mattina, quando decidono di andare a Rimini a fare colazione.

2012: Mi puoi spiegare allora come è possibile che nel 2012 – senza avere mai consapevolmente ascoltato gli 883 – conosco tutti i testi di tutte le canzoni della compilation?

1995: Aha, lo sapevo che da vecchio non sarei diventato come uno dei No Means No, ma mi sarei rincoglionito, lo sapevo. Allora per Filosofia della Storia abbiamo letto Dialektik der Aufklärung di Adorno. Adorno scrive che la popular music utilizza la ripetizione di schemi armonici e melodici standard per mantenere la gente passiva ed assuefatta al sistema, la popular music suona esattamente come noi ci aspettiamo che suoni, possiamo più o meno prevedere dove una melodia andrà o come una serie di accordi si risolverà. La popular music in pratica ci distrae dai nostri bisogni individuali di affermazione umana e politica attraverso cose tipo un falso e melenso romanticismo, la facilità con cui possiamo identificarci in essa e la costruzione della celebrità. Certo che ti ricordi i testi e le melodie degli 883, gli 883 ti parlavano come i Sonic Youth non sono mai riusciti a parlarti, perché gli 883 servono a tenerti tranquillo.

2012: Intendi dire che alla fin fine i Sonic Youth non ci piacciono veramente?

1995: Beh mi piace Teenage Riot, ma poi diventa un po’ peso sentirsi tutto Daydream Nation. Comunque non è questo il punto, il punto è capire che gli 883 sono tutto quello che c’è di brutto nella parola pop. Quindi i migliori gruppi dell’indie italiano che rifanno gli 883 cosa sono? Chi sono? Cosa vogliono?

2012: Ma… boh. Suonano un gran bene, hanno delle belle voci, registrano quasi tutto da soli, ma sembrano usciti da studi veri, si sbattono, vanno in tour e qualcuno pensa che magari un giorno potrà addirittura vivere di musica o magari qualcuno vive già di musica, ma deve farsi un sacco di date. Tranne qualche eccezione sono tutti gruppi abbastanza blandi, midtempos, belle melodie ariose e strumentazioni acustiche. Hai in mente Endrigo, Tenco etc.?

1995: Certo, ci sono le cassette negli autogrill, abbastanza deprimenti, la ‘musica leggera’ costruita negli studi di registrazione che funzionavano come catene di montaggio: il paroliere, l’arrangiatore, il direttore d’orchestra, i turnisti…

2012: Beh un sacco di gruppi suonano così adesso, è diventato più facile riuscire a suonare così grandi anche con pochi mezzi. E… hai in mente i Joy Division?

1995: Ah ah, roba per gotiche tedesche, lo scorso autunno avevo una cassetta con Three Imaginary Boys da una parte e Unknown Pleasure dall’altra e l’ascoltavo sempre quando c’era la nebbia.

2012: Three Imaginary Boys è dei Cure. Comunque un sacco di gruppi, ma non solo in Italia, anche all’estero, suonano come i Joy Division: il basso col chorus, la chitarrina a sega elettrica, la voce col riverbero e i sedicesimi sul charleston.

1995: Chissà che depressione che avete nel 2012.

2012: No, è un suono che adesso comunica più eleganza che depressione.

1995: Incredibile ‘sto indie del XXI secolo, mi fa venire voglia di fumare crack. Ma quanti anni hanno quelli che suonano nei gruppi indie italiani del XXI secolo?

2012: Ma avranno dai venti ai quarant’anni…

1995: E che senso ha fare una compilation di canzoni degli 883 nel 2012?

2012: Mah, sai la musica è diventata un affare abbastanza complicato. Come ti ho già spiegato ci sono un sacco di rimandi al passato che vanno da Tenco ai Joy Division passando per i Kraftwerk e Battiato e poi si tende a trovare tutto divertente, quindi ‘sdoganare gli 883’ come si direbbe negli anni novanta, quando le dogane c’erano ancora, è qualcosa che passa per assolutamente geniale, è un altro tassello di passato che viene riadattato per i giovani d’oggi.
Pensa che oggi il telefono, la macchina fotografica e il computer per andare in internet sono diventati un oggetto solo. Immagina di poter fare delle foto digitali, passarle in un programma al computer per farle sembrare scattate con una vecchia macchina fotografica, di quelle che trovi a o bei o bei a cinquemila lire e poi poterle spedire a tutti via e-mail.

1995: Non ti seguo più.

2012: Beh, è una cosa semplice. Hai in mente quando guardi le diapositive delle vacanze a Rimini degli anni settanta o del viaggio a Budapest nel 1983?

1995: Certo.

2012: Hai in mente l’effetto che ti fanno mentre le guardi?

1995: Intedi il rapporto tra i colori bizzarri dello sviluppo, l’illuminazione, l’obiettivo, l’invecchiamento del negativo, la moda del tempo, la polvere del proiettore, le imperfezioni del muro e le sensazioni che provo nel guardarle? Mi pare che si può parlare di ‘atmosfera’ no? Ho passato estetica la settimana scorsa (26/30) e l’assistente mi ha fatto una domanda sul concetto di atmosfera in Böhme – quella cosa che si irradia superando la distinzione tra soggetto e oggetto e provoca l’estasi delle cose.

2012: Ma tu studi a memoria? Parli come se avessi imparato a memoria gli appunti del prof.

1995:

2012: Comunque oggi si vive per l’atmosfera e l’atmosfera è diventata talmente facile da creare dal punto di vista tecnico, che il passato è l’unica cosa che rimane per fondarla e donarle autenticità. E questo passa anche dagli 883.

1995: Quindi un tributo agli 883 è come un tributo alle diapositive fatto con il tuo telefono con macchina fotografica e computer che va in internet?

2012: In un certo senso sì, insomma non è che non si ha più niente da dire, anzi, di cose da dire ce ne sono parecchie, ma sembra che l’unico modo per dirle sia attraverso qualcosa del passato. Hai in mente L’invasione degli ultracorpi?

1995: Certo l’hanno dato su Raitre alle quattro e mezzo del mattino proprio l’altro ieri, Ghezzi l’ha introdotto fuori sincrono per mezz’ora, quindi il film è cominciato tecnicamente alle cinque.

2012: Ecco fare una compilation tributo agli 883 è come utilizzare i corpi di qualcun altro per invadere la terra.

1995: Senti ma per cambiare discorso nel 2012 li ascolto ancora gli Hüsker Dü?

2012:

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6 Commenti

  1. Bello.
    Avrei da dire un po’ di cose sugli 883, ma mi manca il tempo. (Penso che dormirete lo stesso stanotte).

  2. Gran bel pezzo, complimenti. E, a proposito, erano così scemi che io sul linguaggio degli 883 da Pavia ho scritto la tesi di laurea. Era il 2006 e fu anche una costrizione, è vero, ma rileggendola ho trovato un buon primo capitolo con delle considerazioni che, in parte, rivaluterebbero Pezzali e Repetto (perché il meglio, o il peggio, l’ha prodotto l’accoppiata).
    Giusto così, per dire.

  3. Bellissimo pezzo. Io non ascoltavo né Joy Division né Pet Shop Boys e con i Cure sono andato poco oltre Close to me, ma me lo sono letto con gran piacere: bravo!

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