da “L’amore vince sempre (e non fa prigionieri)”

di Luigi Socci

L’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio
Silvio Berlusconi

Ragazzo si innamora di una ragazza
Alfred Hitchcock

È tutta qui
questa famosa alba
e hai messo anche la sveglia per vederla.

Modesta come fonte luminosa
gelatinosa sembra una medusa.

Io più che altro
nel mio piccolo mi difendo
tu che al massimo in fondo in fondo
provi una specie di non sai che sia.

(ti piace poter dire ho fatto l’alba
quasi come se fosse opera tua)

*

Cambia il lato del disco più nascosto
in un ignoto che riconosco
cambia la musica del maestro
e il senso lato di questo testo.

(sul giradischi circola un vinile
viziosamente regolamentare
con il braccio nel solco obbligatorio
una volta che è entrato nella spirale)

*

Questo che vedi nanificato
era un essere umano inumato
questo che vedi ridotto ad un nano
(un minuscolo dotto) da giardino
era un essere omino.

*

Come mai che non parli?
Che cos’hai da non dire?

L’occhio cavato sèguita a vedere
quel che si vuole anche dopo ore
come volevasi dimostrare.

2 mezze verità
non ne fanno una intera
ma 4 metà
addirittura fa
2 verità.

Pezzettoni che anelano a ricomporsi
schegge che rinsaviscono
interrogandosi sul da farsi
cocci di socci che sono i miei
perché tu non li vuoi.

Un passo dopo l’altro
un ritorno sui propri passi
con il piede infilato nell’impronta
fresca ancora lasciata nell’andata
come in una pantofola di fango.

Questa cosa che manca
che si inventa di sana pianta
non hai vinto ritenta
di riconoscerla da un’impronta.

Ma adesso smetto perché sei stanca.

*

Una buca sbucata da chissà dove
scavata da chissà chi
per rimetterci dentro qualunque cosa
alla rinfusa e subito richiusa.

Elimina ogni parte di te.

Pensa prima di pensare.

*

Chi amor che a nullo amato non perdona
Chi amor che nella mente mi sragiona
Chi quando amor mi prese
della bulla persona
Chi quando amor mi spira
e mi trattiene dentro come un fiato
dopo che consumato poi m’espira
Chi non gli tira
Chi quando eiacula prende la mira

onanismo di bètili mammellati
corpo a corpo di corpi cavernosi
amore a prima (o prima della) vista
tra aratri a chiodo e i soldi del monopoli

orgasmi solitari
multipli o singolari

Chi fa cilecca
Chi ce l’ha stretta
Chi ancora ancora
Chi era anche ora
Chi ma come si fa a comando
Chi se non ora allora rimando

mano che mano a mano
pezzo che pezzo a pezzo
faccia che faccia a faccia
bocca che bocca a bocca
goccia che goccia a goccia

liquido seminale secernuto
anzi secesso no forse secerto
sperma di donatore ignoto
e participio incerto

Chi quanta foga
Chi quanta figa
Chi è proprio rotto non è barzotto
Chi solo un pezzo però non tutto

dalle due ante delle grandi labbra
una fila di perle un set completo
di foulards colorati un triplo dildo
una nube di bolle di sapone
due orecchie di coniglio degli anelli
di fumo inanellati una pallina
da ping pong leggermente bozzata
tre lamette da barba una colomba
non si sa come ancora immacolata

Chi siamo certi che è chiuso a chiave
Chi il giusto mezzo tra paglia e trave

la lingua che si lecca
la ferita
un po’ per conservarla
aperta e fresca
un po’ perchè è condita

le labbra che si slabbrano
i bordi che debordano oltre i margini
senza rimarginarsi
feritina che non fa crosta
denti su opposti fronti in una zip
che s’incastra

Chi i mali umori
Chi i mali ma i minori
Chi le mie cose è tardi il mal di testa
Chi esatto sì sì proprio lì
Chi vieni qui
che ti faccio la festa

all’interno di un uovo di pietra
dentro un uovo di pasqua di pietra
contenuto a sua volta in un uovo
di pietra di pasqua di nuovo
sorpresa
concentrica infinita
che evita la vita
tutta dedita allo scartare

Chi mi vuoi bene
Chi mi fai male
Chi portapene
Chi farsi fare
Chi mai con nessuno come con te
Chi siamo fatti l’uno per me

l’amore vince sempre
e non fa prigionieri
l’amore vince sui sostenitori
dell’odio perché è come e peggio di loro
l’amore vince sempre non c’è gara
l’amore vince sempre
perché bara

***

L’amore è un piatto freddo
da consumarsi come una vendetta
lo stadio terminale la sua forma
definitiva per tenersi bene
comunque insieme in una morsa stretta.

Occhio dunque per occhio
un dente per un dente
bocca per bocca lingua
per lingua spietatamente

cuore per cuore perché l’amore
vince su tutto anche sull’amore.

 

Print Friendly, PDF & Email

38 Commenti

  1. fino a ora, i migliori versi che leggo di questo poeta.
    ricordo, per esempio, che le poesie scelte da buffoni per il suo Quaderno non m’avevano convinto:
    comunque alcuni punti di caduta ci sono: e sviliscono il carattere della poesia (le ultime parole le avrei cestinate).
    ma complimenti.
    b!

    Nunzio Festa

  2. @Nunzio Festa

    Le consiglio la lettura della suite ‘Freddo da palco’ (Ed. D’If): si renderà conto del talento e della bravura.

    A Socci non manca nulla, la sua scrittura è notevole, come la sua intelligenza. L’editore arriverà.

  3. La poesia, per me, è così: deve sembrarlo poco, deve essere irriverente e quasi soddisfatta delle sue amarezze – litigiosa, sboccata quanto basta per poterlo essere di più, disimpegnata per poterlo essere senza mandato, antipoetica a tratti, per non dover rispondere neanche a se stessa.

    Non conoscevo Luigi Socci, ora cercherò cosa c’è di lui sparso per la Rete.

    Un saluto!,
    Antonio Coda

  4. Grande prova, slogatura ‘gentile’, dove lo Stil Niovo fa conti con lo Stil Post…
    Poi, lo sai, tocchi ferite aperte.
    In ogni caso un bellissimo testo che nopn vedo l’ora di ascoltare eseguito da Vossia
    baci&bracci

  5. STANDING OVATION!

    Come da manuale: *si legge BENE solo quel che è scritto meglio*. E Luigi DEVE essere letto a VOCE ALTA! Uno dei pochi/rarissimi tessuto di soni dove la rima MUSICA e non melassa!
    *Questo che vedi nanificato
    era un essere umano inumato*

    Chapeau! E CANTANTI si decidano Musicare chi Musica è!

  6. Scrivere dopo le parole di Lello Voce è un po’ difficile, poiché ha pienamente ragione nel vedere il vecchio (e tutt’altro che “dolce”, diciamolo ogni tanto) Stil Novo meta/morfologicamente fuso con lo Stil Post. C’è in questi versi una temperatura sillabica, fonica, notevole: un gioco sulla lingua senza affatto rinunciare alla funzione comunitaria e medianica della poesia.

  7. io le ho ascoltate dal vivo in una lunghissima notte decembrina di letture multiple, che non s’interruppero né quando schiantammo il tavolo con le bevute, né per lo stravolgimento fisico (alcolico o da tarda età) dei presenti e tantomeno su discreto invito del padrone di casa: confermo quindi loro funzione di coscienza lucida, ancorché ludica, della comunità

    un saluto caro
    rx

  8. voi mi commuovete (cerebralmente). eppoi il trittico femmineo degli ultimi commenti mi solleva da eventuali accuse di misoginia. alè

  9. parlare d’amore in poesia e’ difficile e doveroso, socci ci e’ riuscito.

    “la lingua che si lecca
    la ferita
    un po’ per conservarla
    aperta e fresca
    un po’ perchè è condita”

  10. Pare di sentirlo Luigi ripetere by hearth queste sue poesie belle e indovinate che ci “metti anche la sveglia” per ascoltarle, con le loro domande del tipo “Che cos’hai da non dire?”, spesso tutte rovesciate dentro le loro stesse non risposte. Ciao Adelelmo

  11. Luigi ho deciso di aprire ufficialmente un fan club a te dedicato. Faremo anche i feticci a misura naturale, con spilloni e dildo per i piú ghiotti, chi fa da se ti fa a te. A domani, pace e bene
    Luca

  12. voglio sentirtele dire luigi. ed è strano- mentre le leggevo un po’ ti sentivo, mi sentivo la tua voce in testa. bello.

  13. Bisogna tenerlo d’occhio questo Socci, Poeta rider del cuore. Quando non bastano le parole, per colpirti, usa la moto.

  14. Bisogna tenerlo d’occhio questo Socci, Poeta reader e rider del cuore. Quando non bastano le parole, per colpirti, usa la moto.

  15. Caro Socci,

    la invito pubblicamente a prendere le distanze dal suo fan club. Altrimenti Nunzio Festa potrebbe essere tentato di brandire l’arma del referendum abrogativo

I commenti a questo post sono chiusi

articoli correlati

Da “Elogio della passione”

di Carlotta Clerici
Avanzavo tranquilla nell’acqua nera e spessa che ogni mio movimento trasformava in schiuma iridescente sotto i raggi della luna piena. Dieci, quindici minuti, mezz’ora… Le forze scemavano, ma ero fiduciosa, sapevo di poterne ancora attingere dentro di me.

Kwibuka. Ricordare il genocidio dei Tutsi.

di Andrea Inglese
Ieri, 7 aprile, si è tenuta a Kigali la trentesima commemorazione dell’ultimo genocidio del XX secolo, quello perpetrato tra il 7 aprile e il 4 giugno del 1994 da parte del governo di estremisti Hutu contro la popolazione Tutsi e gli oppositori politici Hutu.

Sulla singolarità. Da “La grammatica della letteratura”

di Florent Coste
Traduzione di Michele Zaffarano. I poeti, così drasticamente minoritari, così lontani e così persi nelle periferie di questo mondo, come si collocano, i poeti? Contribuiscono con forza raddoppiata al regime della singolarità o, al contrario, operano una sottrazione basata sulla riflessione e resistono?

Benway Series

Risposte di Mariangela Guatteri e Giulio Marzaioli
... ci concedemmo la possibilità di cercare altre scritture c.d. “di ricerca” consimili, soprattutto al di là della lingua italiana, e di pubblicarle in Italia in un contesto che non era così ricettivo rispetto a tali opere.

Da “I quindici”

di Chiara Serani
Allora le Barbie cominciarono a lacrimare sangue rosso pomodoro (Pantone Red HTK 57, It's Heinz!) come una Madonnina qualsiasi.

Collana Adamàs, La vita felice editore

Risposte di Vincenzo Frungillo
Continua la nostra inchiesta sull'editoria indipendente di poesia. Si parla della collana Adamàs.
andrea inglese
andrea inglese
Andrea Inglese (1967) originario di Milano, vive nei pressi di Parigi. È uno scrittore e traduttore. È stato docente di filosofia e storia al liceo e ha insegnato per alcuni anni letteratura e lingua italiana all’Università di Paris III. Ora insegna in scuole d’architettura a Parigi e Versailles. Poesia Prove d’inconsistenza, in VI Quaderno italiano, Marcos y Marcos, 1998. Inventari, Zona 2001; finalista Premio Delfini 2001. La distrazione, Luca Sossella, 2008; premio Montano 2009. Lettere alla Reinserzione Culturale del Disoccupato, Italic Pequod, 2013. La grande anitra, Oèdipus, 2013. Un’autoantologia Poesie e prose 1998-2016, collana Autoriale, Dot.Com Press, 2017. Il rumore è il messaggio, Diaforia, 2023. Prose Prati, in Prosa in prosa, volume collettivo, Le Lettere, 2009; Tic edizioni, 2020. Quando Kubrick inventò la fantascienza. 4 capricci su 2001, Camera Verde, 2011. Commiato da Andromeda, Valigie Rosse, 2011 (Premio Ciampi, 2011). I miei pezzi, in Ex.it Materiali fuori contesto, volume collettivo, La Colornese – Tielleci, 2013. Ollivud, Prufrock spa, 2018. Stralunati, Italo Svevo, 2022. Romanzi Parigi è un desiderio, Ponte Alle Grazie, 2016; finalista Premio Napoli 2017, Premio Bridge 2017. La vita adulta, Ponte Alle Grazie, 2021. Saggistica L’eroe segreto. Il personaggio nella modernità dalla confessione al solipsismo, Dipartimento di Linguistica e Letterature comparate, Università di Cassino, 2003. La confusione è ancella della menzogna, edizione digitale, Quintadicopertina, 2012. La civiltà idiota. Saggi militanti, Valigie Rosse, 2018. Con Paolo Giovannetti ha curato il volume collettivo Teoria & poesia, Biblion, 2018. Traduzioni Jean-Jacques Viton, Il commento definitivo. Poesie 1984-2008, Metauro, 2009. È stato redattore delle riviste “Manocometa”, “Allegoria”, del sito GAMMM, della rivista e del sito “Alfabeta2”. È uno dei membri fondatori del blog Nazione Indiana e il curatore del progetto Descrizione del mondo (www.descrizionedelmondo.it), per un’installazione collettiva di testi, suoni & immagini.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: