La frase nazi

di Andrea Inglese

La frase della consigliera leghista Dolores Velandro non è semplicemente una frase razzista. Non si limita a rendere corresponsabile una cittadina italiana di origine africana di un presunto crimine realizzato da un immigrato africano. Di che dovrebbe, infatti, vergognarsi il ministro dell’integrazione Kyenge? Del fatto di avere origini africane come la persona che avrebbe tentato di commettere uno stupro? Ogni europeo dovrebbe quindi vergognarsi quando un altro europeo commette un crimine? Sì, a patto che sia un suo complice. In che modo il ministro Kyenge sarebbe complice di un africano che avrebbe cercato realizzare un crimine? Forse perché propone una legge per estendere il diritto di cittadinanza ai figli di immigrati nati nel nostro paese? Si può essere o meno d’accordo con una tale proposta di legge, ma non si capisce quale rapporto intercorra tra una legge sulla cittadinanza e uno stupro. L’unico rapporto che si può stabilire si basa su un presupposto propriamente razzista: poiché tutti gli immigrati sono degli stupratori e ugualmente lo sono i loro figli, è vergognoso conferire degli ulteriori diritti a dei criminali, dal momento che è invece responsabilità dello Stato limitare i diritti dei criminali. Come sappiamo l’idiozia governa il ragionamento razzista, le sue false e assurde inferenze. Ma la frase della consigliera leghista non si limita ad esprimere la tortuosità e l’idiozia del razzismo ordinario. In essa emerge una ben percepibile nota nazista. Secondo quale logica si può desiderare che il ministro Kyenge, che è una donna, venga stuprata? A quale donna si può augurare di subire uno stupro? Chi parla è forse il parente di una vittima accecata dalla rabbia nei confronti del carnefice? Si sta riesumando la crudele giustizia biblica dell’occhio per occhio? No. Il ministro Kyenge non ha commesso nessuno stupro, nemmeno ha sottratto alla giustizia alcuno stupratore. Ma appartenendo il ministro Kyenge a una presunta razza inferiore, di criminali cronici, nei suoi confronti non è consentito non solo nessun rispetto, ma neppure l’elementare pietà per l’innocente. Desiderare lo stupro di un innocente, in virtù di una semplice appartenenza “razziale”, è un pensiero nazista. Non si tratta di xenofobia, non si tratta di razzismo. Vi è un passaggio ulteriore, di cultura politica, che emerge in una frase del genere. “Io abbaio ma non mordo”, ha detto Dolores Velandro in un’intervista. Ricordiamolo ancora una volta: un sacco di convinti nazisti in Germania non avevano torto un capello ad un ebreo. Lo stesso Eichmann lo ripeté più volte durante il suo processo. Non è necessario che tutti mordano. C’è sempre una più o meno ampia minoranza che si incarica di farlo. Ma Dolores Velandro ha già varcato la soglia, è già dentro una visuale nazista, anche se non tiene ritratti di Hitler alle pareti o bandiere con croci uncinate. Quella frase nazista non è nata per caso, ma è stata nutrita da un contesto preciso, che utilizza la xenofobia e il razzismo ordinario per far passare qualcosa di peggiore e micidiale: il delirio nazi-fascista, e il suo culto dell’odio e della violenza nei confronti di quei fantomatici gruppi sociali (razze, culture) che minacciano una presunta identità nazionale e razziale. Sono deliri condivisi da piccoli gruppi di persone, si dirà. Il problema è che il caso Dolores Velandro ci mostra come non esistano frontiere stagne tra tali deliri e il razzismo ordinario di coloro che pretendono di abbaiare senza mordere.

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19 Commenti

  1. Lei mi fa sorridere! Esaminiamo più di 20 anni di leghismo con chi in 20 anni si è macchiato di reati gravi, dallo stupro all’omicidio? Lei mi verrà a dire che ne sono accaduti “e di brutto” anche al nord, ma mai che nessuno si sia degnato di riuscire a distiguere l’origine, il cognome e probabilmente anche l’appartenenza o la simpatia politica del delinquente!
    Ora, che me li faranno diventare tutti italiani, quei delinquenti di cui si legge ogni giorno sui giornali, saranno delinquenti italiani doc ah ah ah ah!
    Per darmi torto dovrebbe riuscire a cancellare ogni santo giorno di cronaca nera, dove a fronte di qualcuno del nord e da verificare se “leghista”, corrispondono una quarantina di persone che si dividono fra meridionali ed extracomunitari.
    Per darmi torto dovrebbe fare un censimento con origine e cognomi della popolazione carceraria degli ultimi 20 anni, compresi quelli a piede libero, quelli usciti per decorrenza dei termini, quelli comnfinati in soggiorno obbligato.
    Se si scandalizza dell’affermazione della leghista si legga questo: http://www.focus.it/community/cs/forums/post/503197.aspx

    • Lei invece non mi fa sorridere. E non mi fa sorridere perché nonostante non abbia un vero ragionamento da proporre, dalle sue fantasie conseguono ogni giorno azioni che producono ulteriore e ingiustificata sofferenza in altri esseri umani. Lei ha una favola in testa: che il crimine dipenda dal cognome, dall’origine regionale o razziale, o addirittura dalle simpatie politiche. Per trasformare la sua favola in realtà dovrebbe fornire dei dati, che non sono qualche titolo di giornale, ma appunto quei censimenti di cui tanto parla. Se dunque esistono e le danno ragione, me li presenti lei questi censimenti. Se la sua non è una favola, ma una visione ragionata della realtà, mi indichi i dati che dovrebbero dare ragione a lei.
      Quello che le propongo è un po’ più articolato e lungo da leggere rispetto a un titolo di giornale. Lì dentro ci troverà dei ragionamenti sulla criminalità e sull’immigrazione, che si basano su alcuni dati. Non c’entrano però con la sua favola.
      https://www.nazioneindiana.com/2007/12/04/quelli-che-vengono-dallaltro-mondo-antagonisti-o-donatori-2/

      • Io non ho nessuna favola in testa e il mio ragionamento è un dato di fatto documentato non da qualche articolo di giornale, ma da ogni singolo giornale pubblicato nel corso di un anno.
        Riesco pure a notare quanto un giornalista di sinistra (nei miei quotidiani locali), nello scrivere un articolo di cronaca nera, identifichi l’assassino, l’aggressore, lo stupratore come mantovano: solo leggendo tutto l’articolo scopro l’origine o il nome e il cognome, che al 98% dei casi non coincide con un mantovano vero.
        Se Lei fosse il direttore di un mio quotidiano locale, ci si potrebbe sbizzarrire insieme nel ricercare gli eventi di cronaca nera (omicidi, stupri, aggressioni, rapine a mano armata ….) che esistevano prima e dopo la grossa migrazione meridionale e anche prima e dopo l’arrivo di questa nuova risorsa extracomunitaria.
        E’ da 25 anni che leggo quotidianamente più di un mio quotidiano locale e non ho mai letto che in interi quartieri di Mantova ci si debba chiudere in casa dopo una certa ora perchè fuori comandano bande di albanesi e magrebini! Dalle mie parti ho potuto vedre per la prima volta tre stronzi stecchiti sotto i portici grazie all’arrivo di certi calabresi.
        Ma anche a Diusburg i tedeshi hanno potuto ammirare le stesse cose, e in moltissime parti del mondo, non certo grazie all’arrivo di rozzi, razzisti, ignoranti celtico padani.
        E’ così che voi di sinistra ci chiamate, vero?
        Distinti saluti.

        • celtico padani, no, perché è un’idiozia; non ha senso storico la definizione di celtico o di padano, riferita a un Mantovano (doc?)

          quanto al resto delle affermazioni, insomma, mi astengo dal replicare, come meridionale e come donna.

          • Non ne dubitavo, è difficile che un meridionale o una meridionale possa replicare su frasi o fatti in stile nazista.
            Proprio i meridionali sono l’esempio moderno dello schiavismo alla faccia di qualunque controllo da parte delle istituzioni, sindacati e forze dell’ordine!
            Nel Gennaio 2010, a Rosarno in Calabria, nonostante un tasso di disoccupazione locale del 20%, nonostante per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia abbiano appeso il Tricolore ai balconi alla faccia di noi padani, 10.000 immigrati irregolari portavano benessere a chi li aveva resi schiavi, con tutte le istituzioni e tutta Rosarno informati dei fatti.
            Qualcuno saprebbe dirmi il perché le arance non se le sono raccolte i disoccupati di Rosarno e chi le avrà raccolte dopo aver spedito a casa i giornalisti e le TV?
            Rosarno, percentuale rozzi, razzisti padani = zero
            Distinti saluti.

    • Quando un uomo stupra una donna titolano: stuprata una donna in zona bla bla bla, quando un extracomunitario o un meridionale stupra una donna, si titola: marocchino (oppure “uomo di origine calabrese, siciliana, pugliese…”) stupra una donna. Ovviamente la definizione salta all’occhio quando espressa, determinando volutamente una predisposizione all’odio verso la medesima definizione che – appunto – definisce un’appartenenza, una razza, un “nemico”, facendo scientemente scattare nell’inconscio l’associazione con l’infantile e stupida paura dell’ “uomo nero”; ma se si va a leggere le statistiche sul femminicidio e sui crimini sulle donne, scoprirà con suo grande rammarico, che non hanno colore, sono trasversali e nella maggior parte dei casi si consumano all’interno delle famiglie bianche da nord a sud, anzi, non vorrei essere presuntuosa, ma forse un po’ più al nord che al sud.
      quanto alla popolazione carceraria, ahimé, i veri ladroni bianchi e farabutti sono tutti a piede libero, non so se anche di questo si può fare una statistica e magari tentare di analizzarne le ragioni.
      quanto al diritto di cittadinanza, mi sembra così indegno dover ancora parlare di un diritto così naturale come quello di considerare italiano un bambino nato sul nostro suolo, che non starò a farlo e mi limito a provare grande pietà per le sue svilenti battute e risate: se lo lasci dire, si diverte con molto, molto, troppo poco.

  2. Io propongo: espelliamo i leghisti dall’Italia! Non li sopporto più! Detesto i leghisti da bossi a maroni a salvini a questa cretina, basta!

  3. Ieri a Firenze, un rifugiato di 31 anni si getta dalla finestra del palazzo occupato nel cortile dove lavoro. La causa è presto detta, si chiuda il caso:”non gli era stato riconosciuto la status di rifugiato” ed era senza permesso di soggiorno. Poi mannaggia, ti dicono che non è vero e se mi cadono queste certezze legali allora come è mai possibile che un ragazzo di 31 anni che da quasi un anno dorme su lercio materasso senza lavoro, senza alcun riconoscimento sociale si sia suicidato? Forse perchè in quella mente bacata da giornalista, c’è latente quell’inespresso nazi-pensierino che suona circa così: nella capanna stava peggio…

  4. Fa bene Andrea a definire il fatto come istigazione a delinquere ed all’odio.

    Non è questione di critica dei media, di acceptable use policy su Facebook: Facebook si occupa di sorvegliare il più a lungo possibile i suoi utenti sul proprio sito e considera la policy un costo, cui dedicare il mnimo delle risorse. Anzi, più maretta c’è, più la gente ci sguazza, più sorveglianza dei comportamenti. Una cosa del genere poteva dirla al bar, per strada, via sms, su un ciclostile (!), l’ha detta sul web.

    Non è questione femminile, per quanto forte. Donna contro donna, gli stereotipi della violenza maschile usati dalle donne per colpirne altre.

    Non è questione di immigrazione. Non si tratta di semplificare il discorso attorno a due poli, mandiamoli a casa loro contro aggiungi un posto a tavola. Perché di questi tempi, con tanta gente che sta peggio di prima e molti che stanno male, molti risponderanno razionalmente che magari lo stupro no, ma se devono scegliere tra due alternative allora qui non ce n’é per tutti e che tornassero a casa loro. Come se bastasse enunciare due posizioni opposte e semplificate per essere a posto con la coscienza. Come se fosse così facile anzitutto vederev e inquadrare il fenomeno dell’immigrazione in questo modo.

    Il punto è che c’è un disagio fortissimo, calo o distruzione dei redditi, incertezza materiale per il futuro, assenza di prospettive (nemmeno l’emigrazione, chi aveva qualifiche interessanti per i paesi avanzati l’ha fatto), nessuna fiducia negli strumenti della politica (vedi astensionismo recente). Questo disagio si manifesta in una forte aggressività, per strada, alle poste, intolleranza per il diverso, bisogno di sfogarsi. E l’aggressività si sfoga sempre sul più debole, quello a portata di mano da menare facendola franca.

  5. Vedo che anche qui la scolorina … pardon, un certo tipo di moderazione funziona!
    Non appena non si sa cosa rispondere, che fanno gli ipocriti?

    • Vedi MN tu che non hai neppure il coraggio di mettere nome e cognome, vieni a dare degli ipocriti a chi nome e cognome ce lo mette. Quelli che amano prendersela con i più deboli hanno in genere queste attitudini. O come la tua eroina leghista, abbaiano per far mordere gli altri, oppure vanno a mordere in dieci contro uno, oppure con le spranghe contro gente a mani nude.

      Quanto alle risposte, io ti chiesi di fornirmi questo censimento che dovrebbe convincerci del fatto che esiste un nesso tra cognome meridionale o straniero e crimine. Ma fino ad ora non hai fornito alcuna fonte. Ma chi ama le favole forse non sa neppure precisamente che cos’è una fonte.
      Però io so che tu se non altro ti fidi dei titoli dei giornali. Allora clicca su google il binomio lega ed ndrangheta. Magari ti è sfuggito qualcosa in questi ultimi anni. Puoi cominciare a caso da qui:
      http://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/scandalo_lega_fondi_neri_e_ndrangheta_ecco_le_accuse_nei_verbali/notizie/189669.shtml

      • ma se la peggiore lega non ha fatto altro che foraggiare camorra e ‘ndrangheta e farci affari e appalti, sotterrando rifiuti tossici che dal Veneto finivano sotto i terreni agricoli dell’angritano.
        ma non scherziamo, Mantovano DOP.

  6. In tutta questa faccenda non ho capito però perché Kyenge non ha sporto denuncia. Esiste una legge che punisce l’incitamento all’odio razziale. In questi casi secondo me non bisogna farne passare una.

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Andrea Inglese (1967) originario di Milano, vive nei pressi di Parigi. È uno scrittore e traduttore. È stato docente di filosofia e storia al liceo e ha insegnato per alcuni anni letteratura e lingua italiana all’Università di Paris III. Ora insegna in scuole d’architettura a Parigi e Versailles. Poesia Prove d’inconsistenza, in VI Quaderno italiano, Marcos y Marcos, 1998. Inventari, Zona 2001; finalista Premio Delfini 2001. La distrazione, Luca Sossella, 2008; premio Montano 2009. Lettere alla Reinserzione Culturale del Disoccupato, Italic Pequod, 2013. La grande anitra, Oèdipus, 2013. Un’autoantologia Poesie e prose 1998-2016, collana Autoriale, Dot.Com Press, 2017. Il rumore è il messaggio, Diaforia, 2023. Prose Prati, in Prosa in prosa, volume collettivo, Le Lettere, 2009; Tic edizioni, 2020. Quando Kubrick inventò la fantascienza. 4 capricci su 2001, Camera Verde, 2011. Commiato da Andromeda, Valigie Rosse, 2011 (Premio Ciampi, 2011). I miei pezzi, in Ex.it Materiali fuori contesto, volume collettivo, La Colornese – Tielleci, 2013. Ollivud, Prufrock spa, 2018. Stralunati, Italo Svevo, 2022. Romanzi Parigi è un desiderio, Ponte Alle Grazie, 2016; finalista Premio Napoli 2017, Premio Bridge 2017. La vita adulta, Ponte Alle Grazie, 2021. Saggistica L’eroe segreto. Il personaggio nella modernità dalla confessione al solipsismo, Dipartimento di Linguistica e Letterature comparate, Università di Cassino, 2003. La confusione è ancella della menzogna, edizione digitale, Quintadicopertina, 2012. La civiltà idiota. Saggi militanti, Valigie Rosse, 2018. Con Paolo Giovannetti ha curato il volume collettivo Teoria & poesia, Biblion, 2018. Traduzioni Jean-Jacques Viton, Il commento definitivo. Poesie 1984-2008, Metauro, 2009. È stato redattore delle riviste “Manocometa”, “Allegoria”, del sito GAMMM, della rivista e del sito “Alfabeta2”. È uno dei membri fondatori del blog Nazione Indiana e il curatore del progetto Descrizione del mondo (www.descrizionedelmondo.it), per un’installazione collettiva di testi, suoni & immagini.
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