Il gusto pieno della vita

di Helena Janeczek

Domenica novembrina da queste parti. Una piccola risata cattiva non può far male

Due bambini belli e biondi, un cane di razza, una grande automobile, un tailleur con camicetta. Solo un dettaglio rivela che lo spot è molto vintage. Un cellulare preistorico pende dal collo della Donna Perfetta cui, estatico, l’intervistatore chiede di raccontare una giornata tipo.
“Ma è così semplice: io mi sveglio alle 7 e porto giù il cane, poi preparo la colazione per i miei bambini, croissant e frittelle, mi butto nel traffico e li porto a scuola verso le 8.30, alle 9 sono in ufficio e faccio un paio di riunioni. Alle 12.30 scendo per un po’ di jogging, alle 13 torno a casa perché mio marito detesta i panini e io gli preparo un pranzo ipocalorico, alle 14.30 sono di nuovo in ufficio e faccio un altro paio di riunioni, alle 16.30 ho il corso per manager rampanti, alle 17.30 vado a prendere i bambini e li porto a canto danza nuoto e catechismo. Alle 18.45 vado in un supermercato in periferia perché lì costa meno: e lì faccio la spesa. Poi torno a casa, preparo la cena per i bambini e per il cane e – via – una bella favola e li metto a letto. Preparo quindi la cena per mio marito che arriva sicuramente con cinque colleghi. Mi vesto da sera, dopo aver fatto una bella doccia, alle 21 accendo le candele e ricevo tutti. Alle 24 l’ultimo whisky prima di andare a letto – evidentemente ho sparecchiato e preparato per la colazione del giorno dopo. Verso l’una faccio una chiacchierata con mio marito, parliamo, chessò, dell’ultima puntata di Beautiful, poi gli faccio un bellissimo massaggio per la cervicale e via, ci addormentiamo.”

Poi arriva la domanda finale che precorre di oltre un decennio il successo di Ma come fa a far tutto?; libro, film e consacrazione di un modello che non riguarda più solo superstar e top-manager. La donna autoironica anziché esaurita sotto il peso dei troppi obblighi che nessuno allevia più di tanto.

La satira della “Tv delle ragazze” ci aveva già pensato alla fine degli anni ’80, valorizzando la grazia stralunata di Angela Finocchiaro nelle finte pubblicità per detersivi, assorbenti intimi, biscotti del Mulino Bianco. Tra quei filmati ora ritrovabili su You Tube, spicca, opposta e speculare, la casalinga che, dopo una giornata lava cucina e rassetta, infila la testa nel forno all’inno di “Che donna sei!”, mentre il marito si gode “il gusto pieno della vita”, ossia l’amaro.

Al confronto con quelle parodie ancora così graffianti e a volte anticipatrici, impressiona l’immutabilità dei veri spot rivolti al target femminile, come se in Italia nulla fosse cambiato in 25 anni.
“Signora, lei è moglie madre amante manager: ma come fa!?”
D’elite quanto il telefonino-mostro, oggi anche la risposta di Finocchiaro lo è di meno.
“Io sniffo!” Bocciato.

pubblicato suLa Repubblica il 24 agosto 2013

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4 Commenti

  1. Cara Helena,

    Le donne sono equilibriste del tempo. Non so come fanno. Non avrei potuto vivere con questa tensione: aggiustare lavoro, famiglia, lettura, sogni, sport.

    “Scrivere, leggere, quando la casa dorme.” Prendere sul sonno:ammiro chi è in grado di tenere il ritmo.

    Ogni donna dovrebbe avere uno spazio di creatività nella giornata.
    Un momento dedicato al gusto della vita.
    Imparare da non essere indispensabile.

    Ma è difficile. Una donna ha sovente il senso della responsabilità.
    Poco cambiamento in 25 anni, lo penso. E forse un mondo più aggressivo per le ragazze.

    Sono divenuta femminista all’età di sei anni.

  2. Lo primo spot mi ha fatto pensare a Silvia Plath. Poetessa che fa parte dei miei scrittori preferiti.
    Morta di non avere spazio, camera da sé. Morta per avere dato tutto la sua energia, il suo dono per la bellezza a un uomo. Per non avere stata riconosciuta nel suo pieno talento.

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Helena Janeczek è nata na Monaco di Baviera in una famiglia ebreo-polacca, vive in Italia da trentacinque anni. Dopo aver esordito con un libro di poesie edito da Suhrkamp, ha scelto l’italiano come lingua letteraria per opere di narrativa che spesso indagano il rapporto con la memoria storica del secolo passato. È autrice di Lezioni di tenebra (Mondadori, 1997, Guanda, 2011), Cibo (Mondadori, 2002), Le rondini di Montecassino (Guanda, 2010), che hanno vinto numerosi premi come il Premio Bagutta Opera Prima e il Premio Napoli. Co-organizza il festival letterario “SI-Scrittrici Insieme” a Somma Lombardo (VA). Il suo ultimo romanzo, La ragazza con la Leica (2017, Guanda) è stato finalista al Premio Campiello e ha vinto il Premio Bagutta e il Premio Strega 2018. Sin dalla nascita del blog, fa parte di Nazione Indiana.
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