Articolo precedente
Articolo successivo

Il Nobel per la letteratura di quest’anno

un accorato appello di Gianni Biondillo

In attesa del responso dell’Accademia di Svezia voglio dirlo, ad alta voce, senza peli sulla lingua: ma quale Nobel per la letteratura a Bob Dylan! Insomma, basta con queste frescacce. Possibile che dobbiamo sistematicamente sottostare alla logica dello star system?

Mai come quest’anno s’è fatto avanti nel nostro afflitto paese un nome che ci rappresenta al meglio, che ci rende orgogliosi e convinti della oculata candidatura (vorrei tanto conoscere il misterioso proponente, l’insigne professore, l’istituzione lungimirante).

Il nome di un autore, di un compositore, che ha saputo frantumare i muri dei generi artistici. Uno scrittore riservato, discreto, artefice di versi scolpiti nella memoria di tutti, capace di fare della poesia qualcosa che interessa tutti, non solo il piccolo, miope, circolino dell’intelligecjia nostrana. Qualcuno che ha da insegnare al mondo, Dylan compreso.

L’autore di rime alte, nobili, etiche. Roberto Vecchioni. Il mio candidato per Stoccolma.

In alternativa propongo Franco Arminio.

 

http://www.youtube.com/watch?v=DkpaI_2VtYQ

 

;-)

Print Friendly, PDF & Email

16 Commenti

  1. A mia modesta opinione, quest’anno non lo attribuirei a nessuno lasciando a bocca asciutta i pescecani editoriali che pensano già a come spartirsi i diritti. Sarebbe un modo come un altro per ridare il giusto valore al premio: il Nobel per la Letteratura non è lo Strega o il Campiello, non lo si consegna tutti gli anni ma solo quando effettivamente c’è un candidato di prestigio. E al momento, né Italia né all’estero, ce ne sono.

  2. Io non ricordo un solo “verso” di Vecchioni. Il testo della canzonetta proposta in video (Voglio una donna) è semplicemente orribile, sicuramente da Nobel… Non siamo ridicoli, per favore. Non vantiamo il letame, lo “stall system”, in luogo dell’altrettanto ignobile “star system”! La Letteratura è un’altra cosa. Non facciamo come chi sostiene che Jovanotti è più grande di Beethoven… Finiamola con la mitizzazione del “pop”.

      • invece a napoli non si scherza affatto: il 21 ottobre nino d’angelo sarà sul palcoscenico del san carlo con un “omaggio” a sergio bruni sotto gli auspici del m.ro de simone

  3. Per carità, i gusti sono vari e vanno rispettati. Quindi si può anche ritenere che Vecchioni abbia più meriti letterari di ricevere il Nobel che Bob Dylan. Mi sa però che il primo a ritenere giudizio un tantino esagerato è proprio il bravissimo prof.milanese!

  4. La polemica sulle scelte dei Nobel è sempre aperta. Ma apprezzo abbastanza questa della Munro: donna, fuori dalle mode letterarie, autrice di racconti (come me (!), si parva licet eccetera). Che poi sia più o meno “brava” di X,Y,Z…: discussione inutile.

  5. Nobel sì, o Nobel no, Alice Munro è una grande scrittrice.
    Sono contenta per questo riconoscimento a chi fa del racconto un’opera d’arte.
    Sarebbe bello se questo premio aiutasse a far capire ai numerosi piccoi lettori d’Italia che il racconto non è un sottogenere del romanzo, non è lo scarto di qualcosa di più grande che non si è riusciti a scrivere. Il racconto è molto più simile ad una poesia (quante volte mi trovo a spiegarlo, a suggerire nomi e letture!).
    E sarebbe ora che gli editori italiani avessero coraggio e proponessero (buoni) racconti per quel che sono davvero.

I commenti a questo post sono chiusi

articoli correlati

Soldi soldi soldi

di Romano A. Fiocchi
Poema sinfonico, inteso quale intreccio di liriche di varie misure dove le parole si ripetono come motivi musicali, ogni volta modellati diversamente e sempre più vicini al perfezionamento dell’immagine.

L’orgoglio della modestia

di Gianni Biondillo
Per i razionalisti il tema era, a parità di risorse a disposizione, progettare una casa decorosa per tutti. Indipendentemente dal censo o dalla classe sociale. Era una questione etica non estetica.

Lo spettro della solitudine

di Romano A. Fiocchi
Qual è il tema portante di questo romanzo psicologico? Credo sia la nevrosi di colui che è poi il protagonista assoluto, Paolo. Nevrosi causata dall’episodio terribile a cui ha assistito da bambino.

Le ripetizioni

Gianni Biondillo intervista Giulio Mozzi
Ne "Le ripetizioni" c’è un episodio di reviviscenza della memoria che si dimostra fallace. Mario, il protagonista, ricorda perfettamente una cosa falsa: è una metafora della letteratura? Vero e falso non hanno significato, sono solo scrittura?

Ci vogliono poveri, Momar

di Romano A. Fiocchi
La scelta della forma ‘romanzo’ e la collaborazione di due autori dalle origini culturali differenti è la formula ideale per coniugare caratteristiche altrimenti in contrasto tra loro, come ad esempio il rigore della ricostruzione storica degli anni Settanta – periodo in cui si svolge la vicenda – con la semplicità quasi primordiale del linguaggio.

Ciao ciao Clarissa

di Francesca Ranza
A Clarissa non importa di uscire bene in foto e la giornalista è preoccupata, molto preoccupata: con questo atteggiamento menefreghista non andrà da nessuna parte.
gianni biondillo
gianni biondillo
GIANNI BIONDILLO (Milano, 1966), camminatore, scrittore e architetto pubblica per Guanda dal 2004. Come autore e saggista s’è occupato di narrativa di genere, psicogeografia, architettura, viaggi, eros, fiabe. Ha vinto il Premio Scerbanenco (2011), il Premio Bergamo (2018) e il Premio Bagutta (2024). Scrive per il cinema, il teatro e la televisione. È tradotto in varie lingue europee.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: