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CIELO NERO (11 gennaio 1944)

di Giacomo Sartori

[19 dicembre 1943]

[buio; l’Anziana accende la lampada, lo schermo del computer e il videoproiettore: fa partire un video con delle immagini a colori della Germania attuale: passanti in una via di una città con caseggiati recenti …; per qualche istante lo guarda sullo schermo, ma poi si mette a scrivere delle note sul palmare: lentamente, e con molte pause, come se avesse difficoltà a trovare le idee; la Ragazza è seduta sul letto, con le gambe incrociate, in posizione yoga]

Ragazza [parla piano, guardando in basso]

Vedo solo il suo orecchio

la curva dell’orecchio:

l’anca sensuale di un violino

Le mie labbra premono

contro i suoi capelli fini e non puliti

respiro l’odore di uomo

e di alghe appiattite sugli scogli

durante la marea bassa

 

Anziana

È molto smaliziata

la piccola spia crucca

sussurra lui

stringendomi la vita

con molta delicatezza

come si toccano le cose fragili

 

Ragazza

[rivolta adesso verso il pubblico]

Non si muove:

sembra anche lui in ascolto

dei rumori del corridoio

anche lui aspetta

non può fare altro che aspettare

Mi aggrappo al suo collo [mima con le braccia il proprio gesto]

badando a non muovere il bacino

so che al minimo sussulto

non potrei più dominare l’energia

trattenuta nelle mie braccia ad angolo retto [mima]

nelle caviglie tese nello sforzo

morderei la cartilagine

che le mie labbra sfiorano

affonderei le unghie

nella pelle molle delle sue spalle

E soprattutto urlerei

All’inizio mi voltavo ogni due secondi

temevo di trovare nello spiraglio della porta

gli occhi di uno dei due olandesi

adesso non mi importa più nulla

sto seduta a cavalcioni

sulle sue cosce

veglio che niente rovini il nostro piacere

succederà quello che deve succedere

 

Anziana

Se continui così mi strozzi

mi dice lui

con una voce liquida:

[dando qualche occhiata allo schermo: adesso sfilano immagini di ragazzi in un parco, con coppie che si baciano …]

 

Ragazza

sembra salirgli dalle viscere

Preme però ancora di più la gola

nell’incavo del mio braccio [mima premendosi la mano sul collo]

come per essere strangolato

Sempre restando in ascolto del suo corpo

immobile

Vorrei piantarmelo ancora più in profondità

il suo membro caldo e vellutato

e invece centellino questa dilazione

quasi dolorosa

del piacere

questo comunicare

attraverso i guizzi ineffabili

degli organi più intimi

I nostri corpi si parlano

senza bisogno dell’aiuto di nessuno

i nostri corpi fanno all’amore

mentre noi due stiamo a guardare

 

Anziana

Non può durare

sospira

È un lamento quasi animale

suoni impregnati di umori

la lingua della carne

 

Ragazza

[guarda di nuovo in basso]

Durerà mille anni

dico io

accorgendomi

che dicendolo

è ancora più velleitario

 

Anziana

Dal corridoio giunge un gemito metallico:

una porta

[da qui in poi smette di scrivere: sembra ascoltare il racconto della Ragazza]

 

Ragazza

Lui gira la testa

verso il sottile squarcio di luce

io inarco il bacino [mima il movimento, ma accennandolo appena]

come colpita da una frustata:

tenta di trattenermi

affondandomi i pugni nei fianchi

ma io mi lascio cadere su di lui

con tutto il peso [mima ancora]

Cerca di sottrarsi scivolando all’indietro

io però non posso impedire al mio corpo

di fare quello che ha voglia di fare:

spingo in avanti le anche

come lanciando un lasso

il più lontano possibile

poi le richiamo indietro [mima i propri movimenti]

scalzandolo quasi dalla sedia

e poi ancora in avanti

aggrappandomi allo schienale

Quando lui geme

dentro di me sale una marea tiepida

una schiuma che diventa voce

senza passare per il cervello

Lui mi tappa la bocca:

io mordo con tutte le forze

il palmo di quella mano

che vorrebbe imbrigliarmi

Grida per il dolore

o forse per il piacere

perché il suo sesso ha un sussulto

e poi dei fremiti [li mima facendo tremare la mano aperta]

I movimenti non hanno più effetto

ma non posso fermarmi

qualcosa in me pretende

che quell’istante si protragga

che mi dimeni ancora

Ciano emette dei ragli avidi

come i cani l’estate:

io inghiotto il suo alito

con una concentrazione smaniosa

come bevono gli assetati:

l’aria che mi accarezza il palato

è calda e salata

simile al vento del mare

Dalla sedia crolliamo sul pavimento

senza quasi cambiare posizione

i nostri sguardi evitano la lama accecante

che irrompe da fuori

Lui mi accarezza

con molta delicatezza

non mi vergogno più dei miei seni

non mi sento più una ragazzina pubere

per la prima volta

ho la sensazione

che siamo davvero assieme

Ti amo

dico

 

Anziana

[sfilano adesso immagini della redazione di un giornale]

Anch’io

ribatte lui con una voce chiara e serena

come constatando una cosa ovvia

Sento che il mio cuore si imballa

ho l’impressione che potrebbe scoppiarmi

siamo assieme

e nessuna avversità può sfiorarci

 

Ragazza

La stufa non fa più alcun rumore

lui però non si alza

mi stringe ancora più forte

Il pavimento è gelido e lui è pesante

molto pesante

ma non voglio che vada

ho bisogno della sua pelle

vorrei che questo attimo di grazia

non finisse mai

 

Anziana

[interrompe il video, e fa partire un altro filmato dove si vede Edda in varie situazioni ufficiali, molto elegante; lei le guarda sullo schermo del computer]

Edda e Pucci vogliono

che io organizzi lo scambio del tuo diario

finisco poi per dire

riscossa dai rintocchi delle campane

dei carmelitani

 

Ragazza

Non cominciare pure tu a tormentarmi

con il mio diario

ribatte lui

con una voce lenta e impastata

[si volta a guardare sullo sfondo le immagini di Edda, come ipnotizzata]

 

Anziana

In cambio potresti chiedere

di essere liberato

non è poi così impossibile come sembra

insisto io

 

Ragazza

[sembra disturbata dalle immagini che vede: Edda con Ciano]

So che spezzerò la magia di questo momento

ma non posso sopportare l’idea

di non fare nulla

tra poco verranno con la cena

e non potremo più discutere:

mi svincolo dalla sua stretta

accendo la luce

 

Anziana

Quello che li interessa

è mettere le grinfie sul mio diario

prima che io sia morto

borbotta

riparandosi gli occhi con il braccio

 

Ragazza

[sempre con la testa girata all’indietro, osserva le immagini di Edda, ora con  il marchese Pucci]

Basta organizzare le cose per bene

ribatto

mentre con il fazzoletto

tampono la bava calda

che mi cola sulla coscia

[distoglie lo sguardo dal video]

 

Anziana

Diranno che intendono liberarmi

e invece mi fucileranno

dice

 

Ragazza

controllando che sui pantaloni

non siano restate macchie

come però lo farebbe un bambino

non sembra davvero preoccupato

[l’Anziana si alza, e spegne proiettore, computer e lampada]

 

Questo testo è tratto dall’adattamento per il teatro dell’omonimo romanzo scritto dal sottoscritto [Gaffi, 2011], premio portale Sipario.it 2013, e visibile qui: http://www.sipario.it/images/biblioteca_testi/cielo%20nero_sipario.pdf].
PERSONAGGI:
 – Ragazza: una giovane donna tedesca di ventitré anni, con un abbigliamento che richiama gli anni quaranta del secolo scorso
 – Anziana: una donna, la stessa donna, molto anziana e apparentemente in uno stato di salute precario, con degli spessi occhiali, e un abbigliamento attuale
 RICHIAMI STORICI:
 nell’ottobre del 1943, instauratasi la Repubblica di Salò, Galeazzo Ciano, genero e ex Ministro degli Esteri di Mussolini, viene imprigionato nel carcere degli Scalzi di Verona, in attesa del processo per il suo coinvolgimento negli avvenimenti che hanno portato al 25 luglio e alla destituzione del suocero. Nonostante il carattere per certi versi lasso del loro matrimonio, la moglie Edda, alla quale è quasi subito negato il permesso di rendergli visita, fa di tutto, anche recandosi più volte dal padre a Salò, e aiutata dall’amante Emilio Pucci, per salvarlo. La giovane agente-spia Hildegard Beetz, o “Felicitas”, incaricata dalle alte gerarchie naziste di sorvegliare Ciano, e che passa le giornate accanto a lui, finisce per essere sedotta dal fascinoso quarantenne imprigionato: nel tentativo di sottrarlo alla morte fa il doppio gioco, esponendosi a gravissimi pericoli. D’accordo con Edda, propone lo scambio dei diari tenuti da Ciano quando era ministro, ai quali i nazisti tengono, contro la liberazione del prigioniero. Poche ore prima all’attuazione del piano Hitler però lo blocca, e Ciano viene processato e condannato a morte: viene fucilato l’11 gennaio 1944 al Poligono di tiro di Porta Catena. Dopo la guerra la donna lavorerà come giornalista in Germania, dove morirà nel 2010

 

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4 Commenti

    • no, e chissà se un giorno, con questo tema … (mi sembra che vadano per la maggiore, nel nostro teatro – e forse giustamente, per carità – “le buone cause”);
      la cosa incredibile è che in 70 anni (domani precisi) questa tragediona (lo è di per sé, senza aggiungere nulla) sia finita a teatro una sola volta, con la pièce di Siciliano;

  1. ho letto il romanzo una anno fa, più o meno, e mi l’ho molto apprezzato; bene che esista un adattamento teatrale, la storia ben si presta. grazie

I commenti a questo post sono chiusi

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giacomo sartori
Sono agronomo, specializzato in scienza del suolo, e vivo a Parigi. Ho lavorato in vari paesi nell’ambito della cooperazione internazionale, e mi occupo da molti anni di suoli e paesaggi alpini, a cavallo tra ricerca e cartografie/inventari. Ho pubblicato alcune raccolte di racconti, tra le quali Autismi (Miraggi, 2018) e Altri animali (Exorma, 2019), la raccolta di poesie Mater amena (Arcipelago Itaca, 2019), e i romanzi Tritolo (il Saggiatore, 1999), Anatomia della battaglia (Sironi, 2005), Sacrificio (Pequod, 2008; Italic, 2013), Cielo nero (Gaffi, 2011), Rogo (CartaCanta, 2015), Sono Dio (NN, 2016), Baco (Exorma, 2019) e Fisica delle separazioni (Exorma, 2022). Alcuni miei romanzi e testi brevi sono tradotti in francese, inglese, tedesco e olandese. Di recente è uscito Coltivare la natura (Kellermann, 2023), una raccolta di scritti sui rapporti tra agricoltura e ambiente, con prefazione di Carlo Petrini.
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