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Alcune frasi su Senza paragone di Gherardo Bortolotti, in buona parte non mie.

riou_1 di Andrea Raos

A cosa si riferisce il titolo di questo libro? Cosa, di preciso, è come, simile, affine, non diverso, diverso, non come, opposto, analogo, non proprio, distinto, dissimile, pari a, somigliante, differente, identico, paragonabile, non più di, impari a? Anche solo per stilare questa lista incompleta ho dovuto modificare più di una volta genere e caso, primo indizio dello slittamento / smottamento che di questo libro è l’unico, pericolante cardine.

Si immagini di porre di fronte alla coralità di Tecniche di basso livello (2009) un colossale, decostruente “[x è] quasi come se” – mancano, e non è un dettaglio, sia il soggetto che soprattutto la copula, il segno dell’esistenza. Allora si percepirebbe il respiro tragico di questa scrittura fittamente focalizzata sul non detto, l’inespresso, l’inafferrabile. Tutto il non concepito del mondo se ne ritrova potenziato e, al tempo stesso, recintato (non c’è niente di mistico/ineffabile in Bortolotti, per fortuna sua e di chi lo legge). “Recintato” nel senso di ricondotto alla realtà grammaticale dell’indicibilità al di fuori di ciò che in effetti si dice.

Uno degli “effetti di senso” più nefasti di tanta letteratura italiana, il parlare di un non meglio precisato “oltre” come se se ne stesse tacendo, si ritrova così messo fuori gioco, con una mossa tanto semplice quanto efficace.

In attesa dello “spazio esterno” (le astronavi che fugacemente appaiono in 11.01), al centro del mondo come Bortolotti ce lo espone si trova, presa in pieno da un fascio di luce nera, la realtà di un’assenza che non ha paragoni.

Gherardo Bortolotti, Senza paragone, Transeuropa, 2014, p. 64.

 

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1 commento

  1. Andrea,

    trovi il campo magnetico
    per incantare il lettore.
    Senza svelare troppo.
    Nella potentialità dell’aggettivo.

    Un abbraccio.

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andrea raos ha pubblicato discendere il fiume calmo, nel quinto quaderno italiano (milano, crocetti, 1996, a c. di franco buffoni), aspettami, dice. poesie 1992-2002 (roma, pieraldo, 2003), luna velata (marsiglia, cipM – les comptoirs de la nouvelle b.s., 2003), le api migratori (salerno, oèdipus – collana liquid, 2007), AAVV, prosa in prosa (firenze, le lettere, 2009), AAVV, la fisica delle cose. dieci riscritture da lucrezio (roma, giulio perrone editore, 2010), i cani dello chott el-jerid (milano, arcipelago, 2010), lettere nere (milano, effigie, 2013), le avventure dell'allegro leprotto e altre storie inospitali (osimo - an, arcipelago itaca, 2017) e o!h (pavia, blonk, 2020). è presente nel volume àkusma. forme della poesia contemporanea (metauro, 2000). ha curato le antologie chijô no utagoe – il coro temporaneo (tokyo, shichôsha, 2001) e contemporary italian poetry (freeverse editions, 2013). con andrea inglese ha curato le antologie azioni poetiche. nouveaux poètes italiens, in «action poétique», (sett. 2004) e le macchine liriche. sei poeti francesi della contemporaneità, in «nuovi argomenti» (ott.-dic. 2005). sue poesie sono apparse in traduzione francese sulle riviste «le cahier du réfuge» (2002), «if» (2003), «action poétique» (2005), «exit» (2005) e "nioques" (2015); altre, in traduzioni inglese, in "the new review of literature" (vol. 5 no. 2 / spring 2008), "aufgabe" (no. 7, 2008), poetry international, free verse e la rubrica "in translation" della rivista "brooklyn rail". in volume ha tradotto joe ross, strati (con marco giovenale, la camera verde, 2007), ryoko sekiguchi, apparizione (la camera verde, 2009), giuliano mesa (con eric suchere, action poetique, 2010), stephen rodefer, dormendo con la luce accesa (nazione indiana / murene, 2010) e charles reznikoff, olocausto (benway series, 2014). in rivista ha tradotto, tra gli altri, yoshioka minoru, gherasim luca, liliane giraudon, valere novarina, danielle collobert, nanni balestrini, kathleen fraser, robert lax, peter gizzi, bob perelman, antoine volodine, franco fortini e murasaki shikibu.
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