Ballata a due voci

Di Maria Concetta Petrollo (C) e Daniele Ventre (D)

 

A Carla Pinto

C. Nasconditi tacendo a mosca cieca
che dalle mie non ti potrai sbrogliare
parole che si fermano in trovare
deliziami scappando a mosca cieca

D. E forse la delizia del tacere,
non fosse la delizia della voce
avrebbe senso, si potesse avere
qualche spugna d’aceto a pel di croce,
o se non altro ci restasse cieca
la fiducia nel tu che sulla via
ti chiama con un fischio e poi ti avvia
di corsa al bivio d’una strada cieca.

C. Che se non parli io ti corrispondo
con piana lingua che di te si impingua
rabdomante di te per suono sondo
segno che sogno o verità distingua
al fischio che mi spinge in danza cieca
per senso e per odore che mi guida
per ritmo che mi preme e che mi affida
a morra a taglio a sasso in acqua cieca

D. E se non fosse poi altro che un gioco,
questo che qui per verso ti rimando,
questo che adesso in verso ti rigioco,
questo che verso, questo che qui spando
come la forma della forma cieca
in cui torno misura per misura
con l’ovvia eco del tempo che si oscura
oltre la strada della fuga cieca…

C. Ma se il silenzio ha il suono del respiro
e il passo quello del mio fiato muto
l’ansito del cercare è ciò che aspiro
e il tuo tacere è specchio a un grido acuto
e se ti mostri è in una morte cieca
né risorgi se non in passo breve
il vapore del fiato è seme e neve
che feconda il mio ventre in terra cieca.

D. Il suono del respiro nel silenzio
ritorna nel rimosso del sussurro,
se il buono del calore e dell’assenzio
è l’assenso del buio in cui sussurro
la mia preghiera nell’attesa cieca
adesso che non so che piega il tempo,
adesso che la notte nel frattempo
chiude al sonno la sua ragione cieca.

C. Sussurrami dei tuoi silenzi esperti
che esperienza di vuoto batte forte
e il pieno di mia vita è ciò che avverti
così ch’io tasti a un sapore di morte
il tuo smarrirti nella psiche cieca
e se mi chiedi dove il tempo pieghi
ti dirò che rincorre ciò che neghi
che per amor di te fui fatta cieca.

Print Friendly, PDF & Email

6 Commenti

  1. grazie Francesca. A Diamonds rispondo: Carla Pinto e’una libera, lucida, intelligenza che si e’tentato di sopprimere costringendola a chiudere il suo account fb. Ma la scrittura ora nuovamente la libera.

I commenti a questo post sono chiusi

articoli correlati

Renée Vivien – “Saffo ‘900”

L’ardente agonia delle rose. Antologia poetica – nella traduzione di Raffaela Fazio (Marco Saya Edizioni, 2023) Dalla nota introduttiva della traduttrice: La...

La circolarità del tempo in Eos di Bruno di Pietro

di Daniele Ventre Un immagine degna del Virgilio delle Georgiche, evocatore dell’ossessivo canto delle cicale, apre il quadro meridiano di...

Ovidio – Metamorfosi – Libro I

traduzione isometra di Daniele Ventre LIBRO I L’animo spinge a narrare di forme che in corpi diversi mutano; questa mia impresa,...

Esiodo – Erga – Le età dell’uomo (vv. 109-201)

trad. di Daniele Ventre Aurea prima una stirpe di uomini nati a morire fecero i numi immortali che hanno dimore in...

Teognide – Elegie – Libro I, vv. 1-52

trad. di Daniele Ventre
Figlio di Leto, signore, rampollo di Zeus, di te mai,/sia che cominci o finisca, io mi dimenticherò,/ma di continuo, al principio e da ultimo e anche nel mezzo/ti canterò: però ascolta, offrimi prosperità.

“L’Arbulu nostru” di Giuseppe Cinà

di Daniele Ventre
L’àrbulu nostru (La Vita Felice ed., gennaio 2022) non è la prima prova poetica di Giuseppe Cinà, che per i tipi di Manni aveva dato alla luce,...
daniele ventre
daniele ventre
Daniele Ventre (Napoli, 19 maggio 1974) insegna lingue classiche nei licei ed è autore di una traduzione isometra dell'Iliade, pubblicata nel 2010 per i tipi della casa editrice Mesogea (Messina).
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: