Azulejos e altre poesie #1. Adília Lopes

pessoa
Tre giovedì in portoghese per tre poetesse contemporanee: Adília Lopes (Lisbona, 1960), Ana Martins Marques (Belo Horizonte, 1977) e Golgona Anghel (Alexandria, Romania, 1979). Una selezione di poesie – ancora inedite in italiano o già introvabili – presentate e tradotte da Serena Cacchioli e Nunzia De Palma.

Smartphoto di Nunzia De Palma.
[ot]

a cura di Serena Cacchioli

Ancora prima dell’opera di Adília Lopes, bisognerebbe studiare il lettore di Adília Lopes. Ne esistono varie tipologie. Lopes ha lettori appassionati di poesia, lettori che in genere non amano la poesia ma adorano la sua, lettori legati in maniera ombelicale alla propria infanzia e a quella degli altri, lettori poeti e lettori bambini. Ha anche lettori che sono famosi critici letterari: c’è chi la ama con alcune riserve e chi incondizionatamente. Certi critici la ignorano di proposito, altri la osannano. Lei continua sulla sua strada, apparentemente incurante, va in televisione, si affaccia sul pubblico con quel suo sguardo acceso, senza mai lasciare intendere quanto di lei sia personaggio e quanto invece è reale.
Il mondo immaginario di Lopes è spesso grottesco e primitivo, fatto di proverbi, detti popolari, di lessico legato all’infanzia e agli oggetti domestici. A volte, però, d’improvviso l’autrice lascia cadere tra le sue parole riferimenti letterari inaspettati e pieni di grazia. La sua forza espressiva sta esattamente in questo, nel saper mescolare con sapienza il colto con il popolare, il triviale con l’elegante, lasciando il lettore spiazzato e privo di riferimenti o punti cardinali su cui poter contare per costruire un’opinione sensata. Con Lopes il giudizio critico si sospende, i rimandi a una tradizione poetica portoghese o internazionale si fanno confusi e ingarbugliati, non resta che abbandonarsi al suono, alle immagini e al riso amaro della sua ironia.
Le poesie che propongo in italiano sono tratte dalla raccolta Obra (Opere) pubblicata dalle edizioni Mariposa Azual (Lisbona) nel 2000; per ogni poesia indicherò la data di composizione. In Italia finora è stato pubblicato un solo suo libro, Il poeta di Pondichéry, uscito nel 1988 per Empiria, a cura di Carlo Vittorio Cattaneo.

 

***

Elisabeth se ne è andata
(con alcune cose di Anne Sexton)

Io che sono già andata dalla colazione alla follia
io che mi sono già stufata di studiare il codice morse
e di bere il caffelatte
non posso stare senza Elisabeth
dottoressa, perché l’ha licenziata?
che male mi faceva Elisabeth?
a me piace che sia solo Elisabeth
a lavarmi i capelli
non sopporto che lei dottoressa mi tocchi la testa
io vengo qui dottoressa solo
per farmi lavare i capelli da Elisabeth
solo lei sa i colori gli odori la viscosità
che amo nello shampoo
solo lei sa come mi piace l’acqua quasi fredda
che mi scorre su tutto il capo
e non posso stare senza Elisabeth
non mi venga a dire che il tempo cura tutto
contavo su di lei per il resto della vita
Elisabeth era la principessa delle volpi
avrei bisogno delle sue mani nella mia testa
ah e se solo avessi un coltello per tagliarle la
gola dottoressa io non torno
al suo tunnel antisettico
sono già stata bella una volta ora sono io
non voglio essere chiassosa e sola
di nuovo nel tunnel che ha fatto a Elisabeth?
Elisabeth se ne è andata
ed è tutto quel che ha da dirmi dottoressa
con una frase così in testa
non voglio tornare alla mia vita

 

A Elisabeth foi-se embora
(com algumas coisas de Anne Sexton)

Eu que já fui do pequeno-almoço à loucura
eu que já adoeci a estudar morse
e a beber café com leite
não posso passar sem a Elisabeth
porque é que a despediu senhora doutora?
que mal me fazia a Elisabeth?
eu só gosto que seja a Elisabeth
a lavar-me a cabeça
não suporto que a senhora doutora me toque na cabeça
eu só venho cá senhora doutora
para a Elisabeth me lavar a cabeça
só ela sabe as cores os cheiros a viscosidade
de que eu gosto nos shampoos
só ela sabe como eu gosto da água quase fria
a escorrer-me pela cabeça abaixo
eu não posso passar sem a Elisabeth
não me venha dizer que o tempo cura tudo
contava com ela para o resto da vida
a Elisabeth era a princesa das raposas
precisava das mãos dela na minha cabeça
ah não haver facas que lhe cortem o
pescoço senhora doutora eu não volto
ao seu anti-séptico túnel
já fui bela uma vez agora sou eu
não quero ser barulhenta e sozinha
outra vez no túnel o que fez à Elisabeth?
a Elisabeth foi-se embora
é só o que tem para me dizer senhora doutora
com uma frase dessas na cabeça
eu não quero voltar à minha vida

[1988]

***

A proposito di stelle

Non so se mi sono interessata al ragazzo
perché lui si interessava di stelle
se mi sono interessata alle stelle perché mi interessava
il ragazzo oggi quando penso al ragazzo
penso alle stelle e quando penso alle stelle
penso al ragazzo siccome mi sembra
che mi occuperò di stelle
fino alla fine dei miei giorni mi sembra che
non smetterò d’interessarmi al ragazzo
fino alla fine dei miei giorni
non saprò mai se mi interessano le stelle
se mi interessa il ragazzo che si interessa
di stelle non mi ricordo più
se ho visto prima le stelle
se ho visto prima il ragazzo
se quando ho visto il ragazzo ho visto le stelle

 

A propósito de estrelas

Não sei se me interessei pelo rapaz
por ele se interessar por estrelas
se me interessei por estrelas por me interessar
pelo rapaz hoje quando penso no rapaz
penso em estrelas e quando penso em estrelas
penso no rapaz como me parece
que me vou ocupar com as estrelas
até ao fim dos meus dias parece-me que
não vou deixar de me interessar pelo rapaz
até ao fim dos meus dias
nunca saberei se me interesso por estrelas
se me interesso por um rapaz que se interessa
por estrelas já não me lembro
se vi primeiro as estrelas
se vi primeiro o rapaz
se quando vi o rapaz vi as estrelas

[1985]

***

L’insalata con la salsa rosa

1.
Conobbi Magda in spiaggia
in spiaggia è una metafora oscena
che come le altre metafore oscene
può essere usata sia come eufemismo
sia come insulto
conosco per esperienza personale
entrambi gli usi dell’espressione
in spiaggia

2.
A me piace farmi passare
per una ragazza ordinaria
Magda era proprio ordinaria
all’inizio era questo ciò che più
mi attraeva in lei poi fu questo
ciò che più di tutto mi disgustò in lei

3.
I miei rapporti con Magda
da deliziosi diventarono promiscui
mi successe
ciò che mi era successo
quando mangiai l’insalata con la salsa rosa
all’inizio
l’insalata era deliziosa per via della salsa
poi iniziai a capire
che era mille volte meglio
mangiare la verdura
senza la salsa piuttosto che con la salsa
la salsa m’impediva di mangiare la verdura
con gusto
mi faceva schifare la vita

4.
Vivevo con Magda
in una stanza con due letti
quando arrivavo nella stanza
Magda stava sdraiata nel mio letto
in una posizione da Maya desnuda
ma vestita
che era anche peggio
altre volte la trovavo
seduta sulla mia sedia
a sfogliare i miei libri
e a leccarsi le dita

5.
Magda era un’intrusa
dopo essere stata un essere envoûtant
sia come intrusa
sia come essere envoûtant
lei era per me
una fonte di turbamento

6.
Io non ero casta
non perché mi dessi
con Magda
(che anzi era una praticante professionista del saffismo)
a un piacere che alcuni dicono vizioso
(la toccai una volta soltanto
senza volere
e le chiesi automaticamente scusa)
ma perché con Magda
non provavo nessun piacere

7.
(Penso che il piacere sia casto
ciò che non è casto
è il simulacro del piacere
o la rinuncia al piacere
tanto il simulacro
come la rinuncia)

8.
Un giorno tornai nella stanza
e Magda era sparita
senza lasciare tracce
mi fece male non trovare
il porcilaio tipico della Magda
le mie sigarette fumate
il mio posacenere pieno di mozziconi
sporchi di rossetto
(che mi ricordavano dei
denti sputati dopo un litigio)
il Las Moradas
prima di Calculus I
sulla mia mensola
quando mi abituai
a mettere quei libri nell’ordine inverso

9.
Quel che mi fece male
fu che tutto era finito
com’era cominciato
come se nulla fosse successo
nel frattempo
ora quello che successe nel frattempo
ancora oggi mi disturba
e quindi dev’essere successo

 

A salada com molho cor-de-rosa

1.
Conheci a Magda na praia
na praia é uma metáfora obscena
que como as outras metáforas obscenas
pode ser usada quer como eufemismo
quer como insulto
conheço por experiência própria
os dois usos da expressão
na praia

2.
Eu gosto de me fazer passar
por uma rapariga ordinária
a Magda era mesmo ordinária
a princípio era isto o que mais
me atraía nela depois foi isto
o que sobretudo me desgostou nela

3.
As minhas relações com a Magda
de deliciosas passaram a promíscuas
aconteceu-me
o que me tinha acontecido
quando comi salada com molho cor-de-rosa
ao princípio
a salada era deliciosa por causa do molho
depois comecei a perceber
que era mil vezes melhor
estar a comer os vegetais
sem molho do que com molho
o molho impedia-me de comer os vegetais
com gosto
desgostava-me da vida

4.
Vivia com a Magda
num quarto de duas camas
quando eu chegava ao quarto
a Magda estava deitada na minha cama
numa posição de Maja desnuda
mas vestida
o que ainda era pior
outras vezes encontrava-a
sentada na minha cadeira
a folhear os meus livros
e a chupar os dedos

5.
A Magda era uma intrusa
depois de ter sido um ser envoûtant
quer como intrusa
quer como ser envoûtant
ela era para mim
uma fonte de perturbação

6.
Eu não era casta
não porque me entregasse
com a Magda
(que era aliás uma praticante profissional do safismo)
a um prazer que alguns dizem vicioso
(só lhe toquei uma vez
sem querer
e pedi-lhe automaticamente desculpa)
mas porque com a Magda
não tinha prazer nenhum

7.
(Acho que o prazer é casto
o que não é casto
é o simulacro do prazer
ou a renúncia ao prazer
tanto o simulacro
como a renúncia)

8.
Um dia voltei ao quarto
e a Magda tinha desaparecido
sem deixar marcas
custou-me não encontrar
o chiqueiro próprio da Magda
os meus cigarros fumados
o meu cinzeiro cheio de beatas
sujas de bâton
(que me faziam lembrar
dentes cuspidos após uma briga)
o Las Moradas
antes do Calculus I
na minha estante
quando eu me habituei
a pôr esses livros por ordem inversa

9.
O que me custou
foi tudo ter acabado
como tinha começado
como se nada se tivesse passado
durante
ora o que se passou durante
ainda hoje me incomoda
e portanto deve ter acontecido

[1985]

Print Friendly, PDF & Email

2 Commenti

  1. “sono già stata bella una volta ora sono io
    non voglio essere chiassosa e sola”

    che bella questa selezione, grazie Ornella!

I commenti a questo post sono chiusi

articoli correlati

Cartoline dal Sud: scrivere l’abbandono

di Valeria Nicoletti
Spira il vento in queste pagine, quello che trasforma, che allontana, ma anche quello che riporta con sé profumi, suoni e memorie di quanto ci si lascia alle spalle

“Una fitta rete d’intrecci”: su “Agatino il guaritore” di Massimiliano Città

di Daniele Ruini
“Agatino il guaritore” è l’esito felice di un narratore ispirato che descrive parabole umane disperate – parabole che conducono a un venditore di speranza il cui business si basa su un postulato difficile da contestare: «Pensiamo d’esserci evoluti per il fatto di conoscere causa ed effetto dei fulmini e dei tuoni che dall’orizzonte s’avvicinano alle nostre case, ma una paura ancestrale c’è rimasta dentro le ossa»

È morto un poeta

di Igor Esposito
Terremoto, bradisismo, peste o fiume che esonda e tutto travolge è inequivocabilmente, da quarant’anni, la babelica drammaturgia di Enzo Moscato; ecco perché anche ai finti sordi che hanno avuto la sorte di inciampare in una pièce di Moscato è apparsa la poesia del teatro e della vita

Su “Guerre culturali e neoliberismo” di Mimmo Cangiano

di Antonio Del Castello
Cangiano non mette mai in discussione il fatto che sia giusto politicizzare (o ripoliticizzare) sfere private (come l’identità di genere o l’orientamento sessuale) a lungo escluse dalla lotta politica, ma segnala i limiti di un’operazione di questo tipo quando sia attuata sullo sfondo di una de-politicizzazione dell’economia e dei rapporti di produzione

Frontiere, innesti, migrazioni. Alterità e riconoscimento nella letteratura

di Tiziana de Rogatis
Le migrazioni e le convivenze multiculturali e multietniche sono assediate oggi da semplificazioni, retoriche, manipolazioni e menzogne mediatiche di diverso orientamento. In un simile contesto storico, la pratica del commento permette di restituire alla parola sullo straniero un fondamento condiviso

“Culo di tua mamma: Autobestiario 2013 – 2022”. Intervista ad Alberto Bertoni

a cura di Andrea Carloni
Leggere davvero una poesia implica sempre un atto di riformulazione interiore e dunque di rilettura: e sollecita l’affinamento di una dote specifica
ornella tajani
ornella tajani
Ornella Tajani insegna Lingua e traduzione francese all'Università per Stranieri di Siena. Si occupa prevalentemente di studi di traduzione e di letteratura francese del XX secolo. È autrice dei libri Tradurre il pastiche (Mucchi, 2018) e Après Berman. Des études de cas pour une critique des traductions littéraires (ETS, 2021). Ha tradotto, fra vari autori, le Opere di Rimbaud per Marsilio (2019), e curato i volumi: Il battello ebbro (Mucchi, 2019); L'aquila a due teste di Jean Cocteau (Marchese 2011 - premio di traduzione Monselice "Leone Traverso" 2012); Tiresia di Marcel Jouhandeau (Marchese 2013). Oltre alle pubblicazioni abituali, per Nazione Indiana cura la rubrica Mots-clés, aperta ai contributi di lettori e lettrici.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: