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Punti della situazione

di Fabio Donalisio

1.

esperire per dire, ci si riduce
a questo, specie i più sinistri
del re
la cosa – la roba – persiste
in separata sede, desiderio
di ricchezza di miseri
fai da te

noiose pratiche di forbici
sociali, immobili soggetti
alla dilatazione termica:
liberi nel sottostare
uguali nell’obbedire
uniti per vincere

(democrazia, portaci via

 

2.

provvisorio:
una famosa sedia – di legno – in mezzo
all’inferno cui abbracciarsi nel fuoco
generale; necessita un cambio di passo,
dicono, un crinale qualcosa di discriminante

eppure, si sa, le cose sono enormi,
e tante; e tutti – tutti – si dilettano
di appartenere a coloro che sanno,
ai sapienti

purché tutto resti buco resti fermo
(nell’universalmente ammesso moto
generale), puro gioco dimostrativo
tra tale e quale

noi – vuota entità pronominale – noi
ce ne vorremmo solo andare

 

3.

ci sono tante cose
e poi le porte, chiuse, ovunque;
fai a meno di chiederti cosa celano
cosa c’è dietro (ti raccomando
o forse prego): sarà comunque
meno, il segno; vivi sommesso
ma fiero attorno al sogno – lui
ti definisce, non dice come
la parola – valica (si sale)
il passo della vita che cavalca
sola; toccala, per quel che vale
e, davvero, cerca di non farle
male

**

immaginate la vita prima dello scambio
(l’età – misurata in millenni
e minuti – dell’economia) una volta
sola, se potete, prima di andare via

**

dal treno inurbato si assiste,
specie se piove, all’ostensione
del commercio umano, il miracolo
stanziale dei termitai, l’obbrobrio
delle rivoluzioni sequenziali, stese
gocciolanti sui cavi crocifisse ai pali;
si guarda, al ritmo rituale dei fischi,
sfiancati dalle voci, certi – confortati
del capolinea

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