Articolo precedente
Articolo successivo

The Vanishing Twin

di Arben Dedja

 

 

Amore e morte

Stava appoggiato al muro
vicino ai rifiuti il materasso
(buttato in così buone condizioni)
che noi lentamente trascinammo
per il suo lato lungo
la scia delle lumache rifletteva
il plenilunio ci mostrava la via
per il campus per la nostra calda stanza
dove lo mettemmo sul pavimento
ci serviva per fare all’amore
anche se ci era morto qualcuno.

 

 

Il nonno

Quando russava
dalla bocca aperta
sbirciavo
le verità inconfessabili
che a me solo
aveva raccontato.

In fondo al suo baule
ho scovato
una rivoltella
che imparai a
smontare.

 

 

Frammento di vita

Ah, questo porcaio d’esistenza, che guscio
per i sogni in questa stanza in affitto
solo letto e bidet. In proporzione
diretta con i seni che vanno giù calano i prezzi.
Ormai tosto il pane
con il phon sull’antenna
dei vicini appendo mutandine.

Fragment jete. Ah thinija e ekzistencës, ç’zhguall ǀ për ëndrrat te kjo dhomë me qira ǀ vetëm shtrat e bidè. Në përpjestim ǀ të drejtë me rënien e sisëve bien cmimet. ǀ Tani bukën thek ǀ me phon tek antenna ǀ e fqinjëve ndër breçkat.

 

 

[La casa era divisa]

La casa era divisa
con un muro
dal cimitero di notte
sentivamo fruscii
passi sospetti ululati
strozzati il giorno dopo
qualcuno se ne andò
in albergo ma a me
piaceva questa promiscuità
con i morti anzi proposi
di aprire una finestra
sul muro comune
cosa che non si avverò
per inghippi burocratici.

 

 

[La nostra idea del sesso]

 

La nostra idea del sesso
era atavica animistica
credevamo per esempio
che certe donne
dopo il dovuto allenamento
potessero schiacciare
noci con la vulva
che altre ancora
riuscissero perfino a fischiare
non ricordo bene
se con o senza dita.

 

 

Taglialegna

Masi scure
ha spaccato
il nocciolo del legno.

Siamo scomparsi
per questo
malinteso della scure.

Perché come
in amore
servono solo
mazza e cunei.

Tu lo sai, o Picchio…

 

 

Il raccoglitore di ferro

Con lo scalpello tu stacchi lo scalpo al Bunker
con il martello tu spacchi il cranio al Bunker.

Quando lo scalpello scotta, si fa incandescente
strizzi gli occhi:
i tuoi sogni – schegge di metallo nel corpo tenero.

Le tue dita sono pali
per il touch screen delle nostre signorine.

O silicio folle
o nudo ferro!

Che tu non possa mai arrugginire
ragazzo con mani da uomo:
dischiudici il teschio strappa il Bunker dentro noi.

 

 

*

 

Fiera del Libro, Torino

Domenica, 15 maggio, ore 10.30

Spazio Babel – Libreria Internazionale

La Scrittura come passaPorto: oltrepassare le porte del proprio paese, oltrepassare le porte di se stesso tramite la scrittura.

Intervengono:

Carmine Abate, scrittore italiano

Visar Zhiti, scrittore albanese

Arben Dedja, scrittore albanese

Print Friendly, PDF & Email

articoli correlati

Per I Tolki di Ida Travi

di Daniele Barbieri
La parola, quella che caratterizza i Tolki, quella che li fa essere, secondo la intrigante espressione lacaniana, dei parlêtre, non è la parola della poesia, e nemmeno quella della letteratura in genere: è scritta, ma suona come parlata; è pensata, ma suona come spontanea, presente, non meditata; sulla pagina è muta, ma ha ugualmente tono, suono, intonazione. È per questo che questi versi si possono permettere di usare parole ormai difficilissime in poesia: luna, vento, cuore, fiore…

La prima notte al mondo

di Luigi Finucci
Tutto il senso si racchiude
in una stanza di ospedale.
Il nascituro numero due
del venti aprile duemilasedici
non proviene dalla matematica.

L’unico comandamento a cui
appellarsi, è che l’uomo
assomigli ad un fiore.

instamatic

di Mia Lecomte
Cerco con angoscia la risposta sulla faccia di questi due. Un uomo e una donna, a una prima occhiata totalmente sconosciuti. Me l’avranno mandata personalmente, la fotografia? Insieme, o uno solo di loro? Il fatto di non riconoscerli subito mi inquieta. Ma il peggio sta alle loro spalle: posano davanti alla casa dove sono nata e ho trascorso parte dell’infanzia. Casa mia, la prima.

Materiali per un report (racconto di Palermo)

di Andrea Accardi
[...] Di certo l’estraneo conosce quel senso di disperazione che ti prende verso sera, quando il buio arriva da ogni lato e l’amore non può più proteggerti. Quando pensi alle case e agli appartamenti degli altri, davanti a una fotocopiatrice o ai limiti di un bosco. Eppure dobbiamo guardare senza angoscia l’incubo di cui siamo fatti

Lettera all’indirizzo degli uccelli

Carmen Naranjo è figura centrale nella storia letteraria costaricana. Scrittrice, diplomatica e attivista [...] ha affondato la penna nella realtà, con rara capacità di suscitare stupore, empatia e compassione nei confronti dell’essere umano, restituendoci la fotografia interiore di un continente così grande da sembrare inconciliabile, così piccolo da sembrare un’isola.” (dall’introduzione). Lettera all’indirizzo degli uccelli è la prima opera di Carmen Naranjo pubblicata in Italia.

Premio Tirinnanzi 2024

Indetta la quarantaduesima edizione del Premio di Poesia Città di Legnano Giuseppe Tirinnanzi. Il premio si divide in 3 sezioni: a) Lingua italiana; b) Legnano città 1924-2024 c) Premio alla carriera. Confermato un Premio speciale di 1000 euro all'opera di un/a giovane poeta.
renata morresi
renata morresi
Renata Morresi scrive poesia e saggistica, e traduce. In poesia ha pubblicato le raccolte Terzo paesaggio (Aragno, 2019), Bagnanti (Perrone 2013), La signora W. (Camera verde 2013), Cuore comune (peQuod 2010); altri testi sono apparsi su antologie e riviste, anche in traduzione inglese, francese e spagnola. Nel 2014 ha vinto il premio Marazza per la prima traduzione italiana di Rachel Blau DuPlessis (Dieci bozze, Vydia 2012) e nel 2015 il premio del Ministero dei Beni Culturali per la traduzione di poeti americani moderni e post-moderni. Cura la collana di poesia “Lacustrine” per Arcipelago Itaca Edizioni. E' ricercatrice di letteratura anglo-americana all'università di Padova.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: