Sono solo pochi spiccioli

di Fabio Franzin

A mesodì, parchejà ‘a machina,
me invie verso casa, pochi passi
drento el vìcoeo strent a lastre
de marmo ciaro. Davanti de mì
tre tosiòe che torna daa scuòea,
seconda terza media, i zainéti
‘carezhàdhi dae code bionde.
Tut un trato a una ghe casca
‘na scasseàdha de monédha
che ‘a se sparpàgna par tèra.

Le ciame, ‘lora, pensando che
no’e s’in èpie nianca incòrt
– i ‘à senpre ‘e cufiète fracàdhe
tee rece ,’sti tosàti! -: “ragazze,
hei, avete perso dei soldi”,
senza voltarse, continuando
a ‘ndar verso ‘a piazha, ‘e code
bèe che ghe bàea tee spàe,
“sono solo pochi spiccioli”.
‘A ‘na ociàdha sguelta i par
inmanco do, tre euro, e ‘lora
le ‘torne ciamàr, me par un vero
disprèzho. Senpre quea pì alta,
gins e Converse rosa, ‘a sbufa,
“li raccolga lei allora”.

Cussì me son caeà mì, co’a mé schena
rota da quaranta àni de fabrica; vintìn
dopo zhinquantìn, ‘ò contà squasi tre
euro. Lore za sparìe, voltra ‘e coeòne.

Varàe vussù dirghe che mì bisogna
che sgòbe mèdha ora pa’ ciapàr chii
schèi. Che da altre bande del mondo,
par tose come lore, costrete a lavoràr
o dar via ‘a só fresca beézha, l’é ‘a paga
de un dì da sfrutàdhe o vioentàdhe.

Ma ‘e ièra za sparìe, drio ‘e coeòne
de ‘sta era senpia, persa. Oh poesia!

***

“Sono solo pochi spiccioli”

A mezzogiorno, parcheggiata l’auto, mi avvio verso casa, pochi passi / entro il vicolo angusto lastricato in marmo chiaro. Davanti a me / tre ragazzine che tornano da scuola, / seconda terza media, gli zainetti / accarezzati dalle code bionde. / All’improvviso a una di esse cade dalle tasche / una manciata di monetine / che si spargono in terra. // Le richiamo, allora, pensando che non se ne siano neanche accorte / – hanno sempre gli auricolari schiacciati dentro / le orecchie questi giovani! -: “ragazze, / hei, avete perso dei soldi”, / senza voltarsi, continuando / a proseguire verso la piazza, le code / belle che le danzano sulle spalle, / “sono solo pochi spiccioli”. / A una rapida occhiata mi paiono / almeno due tre euro, allora / le chiamo di nuovo, mi sembra un vero / disprezzo. Sempre quella più slanciata, / jeans e Converse rosa, sbuffa, / “li raccolga lei allora”. // Così mi sono accucciato io, con la mia schiena usurata / da quarant’anni di fabbrica; ventino / dopo cinquantino ho contato quasi tre / euro. Loro ormai scomparse oltre il colonnato. // Avrei voluto dirle che io devo / sgobbare mezz’ora per guadagnare quei / soldi. Che da altre parti del mondo, per ragazze della stessa età, costrette a lavorare / o svendere la loro acerba bellezza, è la paga / di un giorno da sfruttate o violentate. // Ma erano ormai scomparse oltre il colonnato / di quest’era empia, persa. Oh poesia.

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3 Commenti

  1. scena indimenticabile che il contrasto fra dialetto e italiano rende ancora più significativa in questo dialogo surreale con ragazze che non si voltano in marcia veloce verso chissà cosa

  2. siamo tutti in marcia veloce verso chissacosa che poi é la marcia veloce di quella vecchia dama (Proust) verso….la morte…e piú veloce la marcia…
    peccato sia scontata la morale del pur bravo poeta….

    • eppure la morale scontata in fondo non mi pare guasti l’insieme
      è l’uso del dialetto qui credo che rende meno avvertibile la possibile caduta

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francesca matteoni
francesca matteonihttp://orso-polare.blogspot.com
Sono nata nel 1975. Curo laboratori di tarocchi intuitivi e poesia e racconto fiabe. Fra i miei libri di poesia: Artico (Crocetti 2005), Tam Lin e altre poesie (Transeuropa 2010), Acquabuia (Aragno 2014). Ho pubblicato un romanzo, Tutti gli altri (Tunué, 2014). Come ricercatrice in storia ho pubblicato questi libri: Il famiglio della strega. Sangue e stregoneria nell’Inghilterra moderna (Aras 2014) e, con il professor Owen Davies, Executing Magic in the Modern Era: Criminal Bodies and the Gallows in Popular Medicine (Palgrave, 2017). I miei ultimi libri sono il saggio Dal Matto al Mondo. Viaggio poetico nei tarocchi (effequ, 2019), il testo di poesia Libro di Hor con immagini di Ginevra Ballati (Vydia, 2019), e un mio saggio nel libro La scommessa psichedelica (Quodlibet 2020) a cura di Federico di Vita. Il mio ripostiglio si trova qui: http://orso-polare.blogspot.com/
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