Assenza

> è uscito, per Carteggi Letterari, le edizioni,  Assenza di Carlo Bordini; qui la postfazione di Viola Amarelli, e alcuni testi <

Un libro febbrile questo di Carlo Bordini, dove si affollano aporìe che si rivelano complementarità, pacate allucinazioni, rêverie, in un flusso semionirico che procede a cerchi, a ripetizioni, ma nello stesso tempo – che tempo, poi, non è – a scarti e squarci via va più increduli per la dimensione grottesca eppure assurdamente autentica della realtà che si delinea, sempre a sorpresa, in una scrittura liminale, tra sonnambulismo e trance esperienziale.

La componente parasurreale della poetica di Bordini si ostina esemplarmente in “Assenza”, il quasi poemetto eponimo che apre la prima delle tre sezioni che strutturano il libro. Qui la dualità assenza-presenza si gioca sul topos classico del ricordo eternante, salvo ribaltarsi, nell’indagine, sul logos del tempo, nella mirabile fuga, e sogno, del maratoneta che non vuole brioches non vuole la gloria ma continua la gara solo per non tornare all’assenza del presente. Questo tempo che non è tempo ma sogno, affine alle corde del taoismo (il tema della farfalla già bruco appare, lieve, in uno dei testi), si ripresenta anche nelle successive sezioni sia in una tensione di capovolgimento creativo (cfr Autunno), sia in un clinamen da teatro surreale (cfr Festa).

Il possibile parallelismo di tale ricerca con una poetica della rêverie alla Bachelard sembrerebbe confermata dall’apparizione, del resto frequente in tutto il lavoro di Bordini, di figure ed elementi femminili indizi di “Anima” junghiana, ma la torsione espressionista, le tonalità ironiche e l’affondo politico della scrittura dell’autore, anche nell’affrontare temi apparentemente privati, arricchiscono di corde mirabilmente diversificate e complesse la sua opera. Si vedano, ad esempio, i due testi incentrati su Roma e New York, non a caso centri “imperiali”, o Poesia che ha avuto successo e Arti marziali, questi ultimi giocati in senso antifrastico, nonché l’elenco, con palesi echi borgesiani, di rimedi omeopatici che virano al nero di una sottesa e puntuale tassonomia degli “umori” umani.

La capacità di cogliere chirurgicamente vizi e virtù, tipica di ogni autentico “moralista”, si avvale anche in questa breve raccolta di un’ormai consolidata strumentazione, fondata tra l’altro sul ricorso a una prosa che utilizza, parrebbe quasi senza soluzione di continuità, la stessa precisione scientifica dei versi nello scavare e dar nitido risalto a situazioni paradossali, a cavallo tra convenzioni sociali stantie (ma di “longue durée”, tanto per ricordare l’imprinting storico dell’autore) e incerte quanto mobili identità.

Assenza conferma la piena originalità del lavoro di Bordini nella poesia italiana contemporanea, con il suo intreccio lucidamente onirico, la tensione etica e l’indagine a scandaglio della “realtà”, rivoltata e amata, sezionata e ricomposta con un’autenticità di pensiero, oltre che di sguardo, che arriva limpida al lettore.

 

*

 

 

Provavo per te come una specie di nostalgia
come se tu non ci fossi
e questa mancanza era più dolce della presenza
un ricordo può darsi,
una presenza che è assenza e che per questo sembra presente
come se la presenza fosse infinita e non possa convertirsi in assenza
ciò che è stato può non ripetersi ma è come se si ripetesse
o non è necessario che si ripeta per ripetersi non ancora ma sempre
il presente è ghiacciato
il ricordo non è più necessario
ma incombe
esso è presente infinito e quindi continua assenza
presenza non necessaria ma comunque presente
presenza
presenza nell’assenza che è dolce come la presenza
esperienza presente ma ormai non più ripetibile
presenza immobile e dunque come fosse eterna
senza la necessità di una conferma il tempo dunque non esiste più
l’amore eterno è un amore senza tempo senza ripetizione
è come l’assenza
il cristallo divino del presente non può essere contaminato dalla presenza
è ricordo infinito e quindi assenza
non ha nostalgia e non può avere rimpianto
non può non essere e quindi è
prego che tu non ritorni per farmi finire queste righe
quando tornerai si fermerà
morirà la magia della presenza e assenza
il presente non sarà più assente e quindi morto
il foglio finito
il ricordo diventerà trance
avverrà una rivelazione improvvisa
la ragnatela del tempo si lacererà
tutto sarà movimento millimetrico
mistero o oblio
non ricorderò più nulla di ciò che ho ricordato
il presente banale sarà morte e il nulla
il ricordo dormirà sopra il cuscino
cristallo infinito che può muoversi senza essere presente e avere presenza alcuna]
assenza che è cristallizzazione dell’essenza
e morte.

morte divina che non ha bisogno di presenza
foglio che si stacca come se fosse l’ultimo
il quattro è il simbolo della morte secondo i greci
perché dopo il tre tutto è compiuto
e questo è il foglio numero quattro e quindi morte
una morte che non può morire perché morendo diverrebbe punto d’arrivo
punto d’arrivo che non può non deve esserci perché il ricordo è eterno
tutto è finito ma tutto non è finito e il presente è ghiaccio ghiacciato
come l’insetto nell’ambra
e l’immobilità del presente richiama il bisogno del sogno dell’assente
il vuoto è sogno è assente
è presenza vera e unica unica presenza vuota
spogliata del punto d’arrivo
il maratoneta corre in eterno per non esser morto quando si fermerà arriverà il punto di arrivo]
e tutto diverrà vuoto
presente vuoto casuale non eterno assolutamente
e l’insetto imprigionato nell’ambra si sveglierà e desidererà nuovamente dormire]
il maratoneta sa che vive in un sogno e che non deve assolutamente giungere al traguardo]
delle brioches tutto è divino tranne l’orrendo banale striscione di arrivo banale]
la sua corsa è continua assenza fuga egli fugge non corre non gareggia non partecipa alla gara]
lo striscione di arrivo le fanfare le odia, egli
vorrebbe non arrivare.
e sa che il suo arrivare è la sua condanna la fine del sogno la fine dell’assenza il ritorno al banale]
egli odia i discorsi del sindaco l’arrivo le fanfare dell’arrivo
egli non vuole assolutamente essere intervistato
non vuole assolutamente che qualcuno frughi il suo sogno
e lo deturpi con le sue parole
vuole essere solo l’assenza è una presenza continua
come il maratoneta che corre e vorrebbe che questa corsa fosse eterna
per non tornare all’assenza del presente
per poter ricordare
per non dover ripetere
per non dover sfidare il presente paragonandolo al suo ricordo
non vuole brioches non vuole la gloria
per favore lasciatelo correre
lasciatelo pensare al momento magico che non si ripeterà perché è magico
nel ricordo è magico nel ricordo non era magico è magico solo nel momento che lo sogno correndo]
il presente è assente quando arriverà si distruggerà perché non è ricordo
il maratoneta odia il presente l’orologio con cui controlla il tempo
è finito

 

 

 

 

Una ragazza abita in casa mia e dice di essere mia moglie

si comporta come una moglie mi abbraccia /dice che mi ama/

e assomiglia a una moglie.

assomiglia a quelle mogli carine che si vedono nella pubblicità in televisione

e che camminano sulle passerelle coi vestiti

e anche lei sorride sempre

e dice che siamo sposati

mi bacia

[è molto gentile].

in effetti io mi ricordo che una volta ci eravamo sposati.

ma non sapevo che era una cosa che durava tutti i giorni

ogni tanto penso un giorno o l’altro ci sposiamo poi scopro che lo siamo già

mi ricordo che è vero quello che dice che ci conosciamo da circa due anni.

lei dice che è innamorata e che siamo innamorati.

ed è vero

 

 

 

 

Questo amore fuori.
Questo amore senza.

Questo amore fuori del tempo
e quindi eterno
così difforme

o forse simbiotico
io, la mia prossima morte
tu i tuoi impulsi suicidi.

Questo amore assurdo, irrealistico e quindi
in qualche modo sublime

 

 

 

 

Poesia per Medellin

In una foto degli scampati a un’inondazione
un uomo cammina nell’acqua che gli arriva al petto
un cane gli nuota accanto, ma si vede che l’uomo lo tiene accanto a sé con una mano]
sulle spalle l’uomo ha una bambina
che tiene in una mano le scarpe dell’uomo
la bambina tiene una mano sui capelli dell’uomo
e guarda verso il piccolo cane con un’aria un po’ assorta
mi ricorda altre figure femminili
conosciute in Colombia
come se la vita fosse un gioco
da affrontare con leggerezza

 

 

 

*

 

 

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Renata Morresi scrive poesia e saggistica, e traduce. In poesia ha pubblicato le raccolte Terzo paesaggio (Aragno, 2019), Bagnanti (Perrone 2013), La signora W. (Camera verde 2013), Cuore comune (peQuod 2010); altri testi sono apparsi su antologie e riviste, anche in traduzione inglese, francese e spagnola. Nel 2014 ha vinto il premio Marazza per la prima traduzione italiana di Rachel Blau DuPlessis (Dieci bozze, Vydia 2012) e nel 2015 il premio del Ministero dei Beni Culturali per la traduzione di poeti americani moderni e post-moderni. Cura la collana di poesia “Lacustrine” per Arcipelago Itaca Edizioni. E' ricercatrice di letteratura anglo-americana all'università di Padova.
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