come faccio senza te (2/3)

di Giacomo Sartori

 

 

 

 

 

 

 

come faccio senza

senza la tua eleganza

di pantera nera

la tua grazia

senza grazia

poche cose

così poche

mi dan pace

e piacere

la prima sei tu

perché privarmi

proprio ora

mica ho fatto

niente di male

(quasi niente)

mica mica

 

appena m’avvisti

sgambetti a strusciarti

contro le mie gambe

le mie gambe

o più spesso

più spesso

ti butti per terra

a pancia in su

aspetti che ti gratti

e ti carezzi

sei tanto

tanto contenta

a me s’imballa

tanto il cuore

tanto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

l’anno scorso eri tu

che dovevi partire

partire per sempre

i tuoi padroni

vendevano

(causa separazione)

mi schiattava il cuore

al solo pensiero

(non vederti più!)

poi invece il piano terra

non s’è venduto

(chiedevano troppo

stando a chi c’acchiappa)

sei restata

ora son io che parto

parto per sempre

mia moglie ha

ha il bernoccolo

il bernoccolo

degli affari

(non ci son

solo solo

le mire spirituali

e l’estroso estro

artistico

co co)

 

appena m’avvisti

ti butti per terra

m’offri la pancia

la pancia tiepida

e maliziosetta

ogni tanto mi mordi

e mi graffi

appena appena

mi piace tanto

tanto carezzarti

proprio tanto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

adesso vado

vado altrove

via dai muri

via dai ricordi

(i muri dei ricordi)

sai come s’intricano

i rapporti d’amore

l’amore prorompe

poi si corrompe

e rompe

mica si capisce

si capisce tutto

mica tutto

to to

 

 

 

 

 

 

 

 

 

mia moglie migra

verso il mare

lei adora il sole

e le onde

n’ha bisogno

l’ha sempre detto

detto e ridetto

(non l’ascolto

mai e poi mai

stando a lei)

io ho la pelle

la pelle tanto

delicatina

le mie abitudini

la terapeuta

resto in zona

la vita è così

certe volte unisce

altre volte

strappa via

strappa via

via via

 

anche nel nero

nel nero più nero

quando rientro

quando rientro

capisci al volo

che son io

io che rientro

i tuoi occhi

bucano il buio

il buio più buio

io invece appena

t’intravedo

nera nera

come sei

sei sei

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

chi l’avrebbe detto

pensavo fosse

per la vita

la vita tutta

tutta tutta

(lo dicevo a

chi chiedeva)

e invece gli oggetti

incrostati di ricordi

s’immergono nei cartoni

che van lontani

o stan vicini

(le strade dei cartoni

si separano)

o nei cassonetti

(quanti ricordi

cacciati come

come viene viene

nel verde verde

dei cassonetti!)

lei va verso il mare

blu blu

io resto tra le auto

brum brum

e i libri

sopravvissuti

(quanti libri

quanti libri

nel giallo giallo

dei cassonetti

della carta

ta ta!)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

appena mi vedi

rotoli sul cemento

voluttuosa smaliziata

aspetti che m’avvicini

ti massaggi la pancia

mi provochi

ti piace da morire

però se ci pensi

(le gatte pensano

pensano più

più dei gatti?)

la piega avrebbe

avrebbe potuto

potuto essere

assai diversa

avresti potuto

farti carezzare

restando in piedi

guardando lontano

ieratica inarrivabile

come una sfinge

una sfinge

egi egi

zia zia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

certe sere invece

te ne stai sulle tue

manco ti lasci

lasci avvicinare

manco parlarne

di sfiorarti

ci son giorni così

(che caratterino!)

fai come

come non

non ci fossi

non mi conoscessi

ma poi passa

poi passa

non c’è da

da preoccuparsi

no no

 

un giorno resisto

posso garantirlo

e pure due mesi

potrei scommetterci

sono le distanze

vuote come deserti

(dove fermarsi

dove rifocillarsi?)

quando il futuro

tremola infingardo

ch’atterriscono

e tolgono il respiro

 

 

 

 

 

 

 

 

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giacomo sartori
Sono agronomo, specializzato in scienza del suolo, e vivo a Parigi. Ho lavorato in vari paesi nell’ambito della cooperazione internazionale, e mi occupo da molti anni di suoli e paesaggi alpini, a cavallo tra ricerca e cartografie/inventari. Ho pubblicato alcune raccolte di racconti, tra le quali Autismi (Miraggi, 2018) e Altri animali (Exorma, 2019), la raccolta di poesie Mater amena (Arcipelago Itaca, 2019), e i romanzi Tritolo (il Saggiatore, 1999), Anatomia della battaglia (Sironi, 2005), Sacrificio (Pequod, 2008; Italic, 2013), Cielo nero (Gaffi, 2011), Rogo (CartaCanta, 2015), Sono Dio (NN, 2016), Baco (Exorma, 2019) e Fisica delle separazioni (Exorma, 2022). Alcuni miei romanzi e testi brevi sono tradotti in francese, inglese, tedesco e olandese. Di recente è uscito Coltivare la natura (Kellermann, 2023), una raccolta di scritti sui rapporti tra agricoltura e ambiente, con prefazione di Carlo Petrini.
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