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Sistema #1

di Antonio Sparzani

Sistema, che straordinaria parola nella lingua italiana e nelle altre lingue vicine alla nostra: la sua etimologia è certamente semplice, viene dal greco, e significa un insieme di cose che stanno assieme, sì, ma come stanno assieme? La parola sembra suggerire che stiano assieme con qualche criterio e anche sembra suggerire qualche analogia tra queste cose che stanno assieme; si dice sistema nervoso ma si dice invece apparato digerente, dato che quest’ultimo è formato da tanti oggetti differenti l’uno dall’altro. Si dice poi anche sistema solare, che è costituito da tanti oggetti che hanno in comune il muoversi in una certa regione di spazio; tra tutti questi oggetti esiste una qualche relazione, un qualche modo di stare assieme, che la nostra mente ha costruito in secoli di analisi, sempre un po’ meglio approssimata, e alla quale abbiamo dato il nome di interazione gravitazionale, e anche interazione elettromagnetica, parole inventate dagli uomini che di ciò si sono in vari modi occupati e che più comunemente vanno sotto il nome di attrazione e di scambio di luce e calore.
Esaminando questi e i moltissimi altri esempi che si possono facilmente trovare nella lingua, comincia a farsi strada un’idea che sembra comune a tutti, e cioè quella che un sistema è qualcosa a sé stante, in qualche misura isolato da tutto il resto, o per lo meno che può venir considerato indipendente da tutto quanto lo circonda, vicino o lontano.
E qui entra allora un tipo di scelta che dipende fortemente da quello che noi riteniamo importante per le nostre esigenze di descrizione del mondo, esigenze ben s’intende spesso squisitamente materiali e non tanto astratte quanto si potrebbe pensare. Più le esigenze dell’analisi sono fini e più è difficile considerare sistemi isolati. Prendiamo ad esempio il cosiddetto sistema solare, anzi, cominciamo a prendere la Terra da sola: è forse un sistema isolato? La risposta dipende dalle esigenze di descrizione che si hanno: la Terra è molto distante da tutti quanti gli altri corpi che le stanno intorno, rispetto alle distanze che siamo abituati a considerare su di essa, ma, come tutti sappiamo, è difficile dal nostro punto di vista di uomini che vivono respirando ed esigendo una certa temperatura, negare che la presenza del Sole risulta indispensabile. Sembrerebbe allora di poter considerare il sistema Terra-Sole; tuttavia un’analisi appena più fine mostra che ad esempio le maree, fenomeno certamente non trascurabile in molte regioni della Terra, dipendono in qualche modo dalla Luna, che ci gira intorno lontana (382000 km circa) e che tuttavia sembra proprio essere la causa di esse.
Allora, per dire, prendiamo il sistema Terra-Luna-Sole, è un sistema che possiamo considerare in qualche misura isolato? Certo lo è più del precedente, ma ecco che di nuovo un’analisi sempre più fine mostra che la presenza di altri corpi vaganti grosso modo in zona provoca piccoli, ma avvertibili cambiamenti anche in questo sistema fatto di tre corpi. Ci sono tanti altri corpi, piccoli e grandi che si muovono in qualche modo “in zona”, cui abbiamo imparato a dare il nome di pianeti, satelliti, asteroidi, comete e via dicendo. Visto ciò che sappiamo dell’attrazione gravitazionale è difficile pensare che essi non abbiano alcuna influenza sul nostro limitato sistema Terra-Sole-Luna e infatti, se si fanno misure abbastanza raffinate, si scopre che ce l’hanno e come. Allora tocca proprio considerare tutto il “sistema solare”, con dei confini su cui tra l’altro ancora si sta lavorando: Plutone non è più l’ultimo pianeta (anzi, siccome non è abbastanza grande è stato declassato e non è più un pianeta) c’è dell’altro un po più “fuori”. Però se si considera tutto il sistema solare, contando tutti gli oggetti che appunto occupano la zona, si arriva a un insieme di corpi dai quali tutti gli altri del cielo sono lontanissimi: la stella più vicina, Proxima Centauri, costellazione del Centauro, dista da noi poco più di 4 anni-luce, una distanza enorme se paragonata alle distanze usuali all’interno del nostro sistema: la luce, per andare da qui a Plutone ci mette qualche ora; ma in un anno ci sono circa 24×365 ore, ovvero 8760 ore, dunque, come ordini di grandezza, la distanza da Proxima Centauri è dell’ordine di 10000 volte il diametro del sistema solare. Possibile che ancora sia necessario tenere conto di tutto il resto dell’universo per quanto ci riguarda? Ebbene, come sempre tutto dipende da quello che si vuole sapere e con quale approssimazione lo si vuole sapere.
Il sistema solare, a quanto a tutt’oggi ne sappiamo è parte di una “sistema” molto più grande, noto dall’antichità come Via Lattea, e tutta questa enorme quantità di stelle, ognuna eventualmente con il suo corredo di pianeti, asteroidi e altro, ruota intorno a un centro, mettendoci 200000 anni terrestri a compiere l’intero giro, dunque il nostro sistema solare gira in tondo anche lui, non è al centro della Via Lattea, anzi è piuttosto sul bordo, e dunque ben si guarda dal filare dritto come farebbe un corpo non soggetto all’influenza di altri corpi.
E di sistemi come questo, detti galassie (l’etimologia risale sempre al latte, in greco gala) ce ne sono una quantità sterminata in giro per l’universo che riusciamo ormai a osservare con gli strumenti sempre più potenti che la tecnologia ci fornisce. E allora? Non si finisce più, anche le galassie si “ammassano”, ci sono gli “ammassi di galassie” e la luce di tutti questi oggetti sparsi in giro per il mondo arriva prima o poi dovunque, e dove arriva, cioè se arriva ad urtare qualche altra cosa, con essa interagisce. E allora, dove sta il vero sistema? Verrebbe da concludere naturalmente che l’unico vero “sistema isolato” è l’intero universo.
Ma a questo punto la nozione diventa inutile, non serve più a niente per la nostra indagine del mondo. Come si esce da questo lo vedremo la prossima volta.

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3 Commenti

  1. Si….per quanto riguarda ….il cielo. Ma il lemma sistema si puó riferire a molteplici situazioni…E dunque appare lievemente distorsivo confinare in definitiva all’universo (senso lato) quanto in realtá sopporta o supporta molteplici referenti. O sbaglio?

  2. ha certamente ragione, caro Carlucci, ma la prego di aspettare un attimo: ha visto che alla fine del titolo c’è #1? Vuol dire che ci sarà un seguito. Grazie.

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Antonio Sparzani, vicentino di nascita, nato durante la guerra, dopo un ottimo liceo classico, una laurea in fisica a Pavia e successivo diploma di perfezionamento in fisica teorica, ha insegnato fisica per decenni all’Università di Milano. Negli ultimi anni il suo corso si chiamava Fondamenti della fisica e gli piaceva molto propinarlo agli studenti. Convintosi definitivamente che i saperi dell’uomo non vadano divisi, cerca da anni di riunire alcuni dei numerosi pezzetti nei quali tali saperi sono stati negli ultimi secoli orribilmente divisi. Soprattutto fisica e letteratura. Con questo fine in testa ha scritto Relatività, quante storie – un percorso scientifico-letterario tra relativo e assoluto (Bollati Boringhieri 2003) e ha poi curato, raggiunta l’età della pensione, con Giuliano Boccali, il volume Le virtù dell’inerzia (Bollati Boringhieri 2006). Ha curato due volumi del fisico Wolfgang Pauli, sempre per Bollati Boringhieri e ha poi tradotto e curato un saggio di Paul K. Feyerabend, Contro l’autonomia (Mimesis 2012). Ha quindi curato il voluminoso carteggio tra Wolfgang Pauli e Carl Gustav Jung (Moretti & Vitali 2016). È anche redattore del blog La poesia e lo spirito. Scrive poesie e raccontini quando non ne può fare a meno.
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