Da “La visione a distanza”

di Alessandro De Francesco

I 12 testi che presentiamo sono tratti da diverse sezioni del libro La visione a distanza (Arcipelago Itaca, 2018). Segue una nota dell’autore.

*

*

 

*

*

***

Nota dell’autore
Coloro che conoscono il mio lavoro sanno che esso è decisamente orientato verso l’internazionale. La vita, e il mio lavoro di poeta, mi hanno portato molto presto a concepirmi non tanto come un poeta italiano, ma come come poeta italofono multilingue apolide o forse multi-polide. I miei testi sono spesso pubblicati prima in Francia e in USA che in Italia, vivo e lavoro attualmente in Svizzera e in Belgio, sto preparando un libro trilingue italiano-inglese-francese, e soprattutto il mio lavoro poetico può essere la base per una serie di azioni – mostre, performances, commissioni, workshops – che si svolgono più spesso nel mondo dell’arte contemporanea che in quello della letteratura, in Italia come all’estero. In questi ultimi anni è nato e si è sviluppato in me il concetto di “poesia come pratica artistica”, che utilizzo per descrivere l’insieme di queste azioni molteplici e talora multimediali dove il testo poetico resta ciononostante la base. Questo concetto non indica un trasferimento o una trasfigurazione della poesia nell’arte, ma permette di vedere la poesia come pratica artistica (come una pratica artistica tra le altre) piuttosto che come genere – o post-genere – letterario. Non è che la mia poesia sia definita dal mio lavoro artistico, ma è resa essa stessa lavoro artistico, come gesto, se si vuole, “concettuale”. Per questo quanto scrivo non è inizialmente concepito per esistere nelle mie performances o installazioni, come ad esempio negli ambienti testuali in realtà virtuale che ho sviluppato ultimamente, ma queste forme sono concepite a posteriori come spazi di lettura e di “aumento” dell’esperienza del testo poetico in quanto tale. Quindi per me c’è una continuità assoluta, e non un’opposizione, tra il libro e gli altri contesti di esistenza della mia poesia più riconoscibili come “artistici”, anche perché già il libro è per me un oggetto, una scultura, un’installazione, e soprattutto un gesto concettuale abitato dal linguaggio. Finché continuerò a fare poesia ci sarà sempre il libro, così come tutto il resto.

La visione a distanza pubblicato presso Arcipelago Itaca costituisce in questo senso per me un momento importante in due sensi: è un libro di poesia, che riunisce buona parte della mia produzione fino ad oggi e di cui ho realizzato io stesso, con estrema cura, il design tipografico; ed è un libro di poesia italiana. Se è vero che il mio lavoro è spesso presente in altri Paesi nelle sue forme libresche o altre, e se è vero che le distinzioni di confine o di lingua mi sembrano ormai da superare, è anche vero che nella maggioranza dei casi il mio lavoro poetico nasce in italiano, ed è vero che c’è una scena italiana, ma anche una situazione italiana, culturale e politica, alla quale desidero continuare a contribuire. La visione a distanza è per me una preziosa occasione per essere presente in Italia e per condividere un linguaggio in cui credo con una comunità possibile. Un modo di tornare con un lavoro compiuto e articolato che riunisce sotto altra forma e a distanza di anni i miei primi due libri pubblicati in Italia, Lo spostamento degli oggetti (2008) e Ridefinizione (2011), più molti altri testi precedentemente usciti solo in riviste od antologie e/o solo all’estero. Con le sue quasi duecento pagine scritte in un arco di tempo di più di dieci anni, e con testi che spaziano dalla poesia in versi alla prosa poetica alla scrittura concettuale e al cut-up, La visione a distanza è un libro complesso, ma non eclettico. Alcune tematiche-chiave, e talora la ripetizione da un testo all’altro di espressioni e momenti significativi, lo rendono non tanto un’autoantologia, ma un’architettura organica benché stratificata. Ringrazio Danilo Mandolini e Renata Morresi per aver dato spazio a questa ricerca complessa ed esigente ma in fondo anche semplice e sincera, semplice e complessa perché sincera. Ringrazio Andrea Inglese per avermi invitato a condividere una selezione di testi da La visione a distanza su “Nazione Indiana”.

Print Friendly, PDF & Email

articoli correlati

Da “Elogio della passione”

di Carlotta Clerici
Avanzavo tranquilla nell’acqua nera e spessa che ogni mio movimento trasformava in schiuma iridescente sotto i raggi della luna piena. Dieci, quindici minuti, mezz’ora… Le forze scemavano, ma ero fiduciosa, sapevo di poterne ancora attingere dentro di me.

Kwibuka. Ricordare il genocidio dei Tutsi.

di Andrea Inglese
Ieri, 7 aprile, si è tenuta a Kigali la trentesima commemorazione dell’ultimo genocidio del XX secolo, quello perpetrato tra il 7 aprile e il 4 giugno del 1994 da parte del governo di estremisti Hutu contro la popolazione Tutsi e gli oppositori politici Hutu.

Sulla singolarità. Da “La grammatica della letteratura”

di Florent Coste
Traduzione di Michele Zaffarano. I poeti, così drasticamente minoritari, così lontani e così persi nelle periferie di questo mondo, come si collocano, i poeti? Contribuiscono con forza raddoppiata al regime della singolarità o, al contrario, operano una sottrazione basata sulla riflessione e resistono?

Benway Series

Risposte di Mariangela Guatteri e Giulio Marzaioli
... ci concedemmo la possibilità di cercare altre scritture c.d. “di ricerca” consimili, soprattutto al di là della lingua italiana, e di pubblicarle in Italia in un contesto che non era così ricettivo rispetto a tali opere.

Da “I quindici”

di Chiara Serani
Allora le Barbie cominciarono a lacrimare sangue rosso pomodoro (Pantone Red HTK 57, It's Heinz!) come una Madonnina qualsiasi.

Collana Adamàs, La vita felice editore

Risposte di Vincenzo Frungillo
Continua la nostra inchiesta sull'editoria indipendente di poesia. Si parla della collana Adamàs.
andrea inglese
andrea inglese
Andrea Inglese (1967) originario di Milano, vive nei pressi di Parigi. È uno scrittore e traduttore. È stato docente di filosofia e storia al liceo e ha insegnato per alcuni anni letteratura e lingua italiana all’Università di Paris III. Ora insegna in scuole d’architettura a Parigi e Versailles. Poesia Prove d’inconsistenza, in VI Quaderno italiano, Marcos y Marcos, 1998. Inventari, Zona 2001; finalista Premio Delfini 2001. La distrazione, Luca Sossella, 2008; premio Montano 2009. Lettere alla Reinserzione Culturale del Disoccupato, Italic Pequod, 2013. La grande anitra, Oèdipus, 2013. Un’autoantologia Poesie e prose 1998-2016, collana Autoriale, Dot.Com Press, 2017. Il rumore è il messaggio, Diaforia, 2023. Prose Prati, in Prosa in prosa, volume collettivo, Le Lettere, 2009; Tic edizioni, 2020. Quando Kubrick inventò la fantascienza. 4 capricci su 2001, Camera Verde, 2011. Commiato da Andromeda, Valigie Rosse, 2011 (Premio Ciampi, 2011). I miei pezzi, in Ex.it Materiali fuori contesto, volume collettivo, La Colornese – Tielleci, 2013. Ollivud, Prufrock spa, 2018. Stralunati, Italo Svevo, 2022. Romanzi Parigi è un desiderio, Ponte Alle Grazie, 2016; finalista Premio Napoli 2017, Premio Bridge 2017. La vita adulta, Ponte Alle Grazie, 2021. Saggistica L’eroe segreto. Il personaggio nella modernità dalla confessione al solipsismo, Dipartimento di Linguistica e Letterature comparate, Università di Cassino, 2003. La confusione è ancella della menzogna, edizione digitale, Quintadicopertina, 2012. La civiltà idiota. Saggi militanti, Valigie Rosse, 2018. Con Paolo Giovannetti ha curato il volume collettivo Teoria & poesia, Biblion, 2018. Traduzioni Jean-Jacques Viton, Il commento definitivo. Poesie 1984-2008, Metauro, 2009. È stato redattore delle riviste “Manocometa”, “Allegoria”, del sito GAMMM, della rivista e del sito “Alfabeta2”. È uno dei membri fondatori del blog Nazione Indiana e il curatore del progetto Descrizione del mondo (www.descrizionedelmondo.it), per un’installazione collettiva di testi, suoni & immagini.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: