Tre poesie dal fare spietato

di Pasquale Vitagliano

Vedo il mare
Sempre dal solito punto
Ogni anno da questo angolo sempre
Dalla stessa posizione
Ho visto addirittura che si scarnifica
Sugli scogli che perdono il muschio marino
Le alghe scompaiono intossicate
E la sabbia lentamente avanza da sotto
Per la gioia dei ragazzi che ho visto neonati
Distesi sotto il sole all’ombra del disagio
Ed io sempre con gli stessi pensieri
Ed io sempre da quella distanza
E lui che alla stessa ora passa e mi saluta
E’ lui il solito ragazzo che ho visto bambino
E’ lui che passa e saluta me che sono lui

 

 

 

 

Come la metti con la poesia
Qui al gate 10 in attesa
Imprevisto irrompe in mezzo a tutto

Aah sei secondi Aah di nuovo
Aah Aah ripetutamente
E non puoi fare a meno di voltarti

Come la metti con la poesia a questo punto
Non riesci più a pensarci Aah Aah Aah
Ti è entrato nella testa questo rantolo

Handicap o cavallino è scomparso
Cancellato per compassione per
Eugenetica linguistica direi invece

Che senso ha una vita così dici
Irrompe invece viva vita Aah Aah Aah
Aah ogni sei secondi Aah

Pensa se la poesia
Rendesse subito santa questa vita
Finché vivo finché vivi finché vive.

 

 

 

 

In quest’angolo di un condominio di Vigevano
Vicino alla stazione e di sguincio
Con ritrosia quasi rivolto di spalle
Alla nostra vita più la tua che la mia
Ti sei aggiunto tu a metterti di spalle a me a te
A qualcun altro accanto a tutto il resto
Che è andato perduto nella realtà ed ora
Nella memoria insanabile è divenuto ogni squarcio
Luce d’uovo che illumina e invece scolora
Sono certo che quel condominio esiste ancora
Ma noi non esistiamo più sei sicuro che esista ancora?
Noi sfochiamo e soprassediamo a questo raccapriccio.

 

*

 

Testi tratti da Pasquale Vitagliano, Del fare spietato (Arcipelago Itaca, 2019)

Immagini ©Nadav Kander

 

Print Friendly, PDF & Email

articoli correlati

Per I Tolki di Ida Travi

di Daniele Barbieri
La parola, quella che caratterizza i Tolki, quella che li fa essere, secondo la intrigante espressione lacaniana, dei parlêtre, non è la parola della poesia, e nemmeno quella della letteratura in genere: è scritta, ma suona come parlata; è pensata, ma suona come spontanea, presente, non meditata; sulla pagina è muta, ma ha ugualmente tono, suono, intonazione. È per questo che questi versi si possono permettere di usare parole ormai difficilissime in poesia: luna, vento, cuore, fiore…

La prima notte al mondo

di Luigi Finucci
Tutto il senso si racchiude
in una stanza di ospedale.
Il nascituro numero due
del venti aprile duemilasedici
non proviene dalla matematica.

L’unico comandamento a cui
appellarsi, è che l’uomo
assomigli ad un fiore.

instamatic

di Mia Lecomte
Cerco con angoscia la risposta sulla faccia di questi due. Un uomo e una donna, a una prima occhiata totalmente sconosciuti. Me l’avranno mandata personalmente, la fotografia? Insieme, o uno solo di loro? Il fatto di non riconoscerli subito mi inquieta. Ma il peggio sta alle loro spalle: posano davanti alla casa dove sono nata e ho trascorso parte dell’infanzia. Casa mia, la prima.

Materiali per un report (racconto di Palermo)

di Andrea Accardi
[...] Di certo l’estraneo conosce quel senso di disperazione che ti prende verso sera, quando il buio arriva da ogni lato e l’amore non può più proteggerti. Quando pensi alle case e agli appartamenti degli altri, davanti a una fotocopiatrice o ai limiti di un bosco. Eppure dobbiamo guardare senza angoscia l’incubo di cui siamo fatti

Lettera all’indirizzo degli uccelli

Carmen Naranjo è figura centrale nella storia letteraria costaricana. Scrittrice, diplomatica e attivista [...] ha affondato la penna nella realtà, con rara capacità di suscitare stupore, empatia e compassione nei confronti dell’essere umano, restituendoci la fotografia interiore di un continente così grande da sembrare inconciliabile, così piccolo da sembrare un’isola.” (dall’introduzione). Lettera all’indirizzo degli uccelli è la prima opera di Carmen Naranjo pubblicata in Italia.

Premio Tirinnanzi 2024

Indetta la quarantaduesima edizione del Premio di Poesia Città di Legnano Giuseppe Tirinnanzi. Il premio si divide in 3 sezioni: a) Lingua italiana; b) Legnano città 1924-2024 c) Premio alla carriera. Confermato un Premio speciale di 1000 euro all'opera di un/a giovane poeta.
renata morresi
renata morresi
Renata Morresi scrive poesia e saggistica, e traduce. In poesia ha pubblicato le raccolte Terzo paesaggio (Aragno, 2019), Bagnanti (Perrone 2013), La signora W. (Camera verde 2013), Cuore comune (peQuod 2010); altri testi sono apparsi su antologie e riviste, anche in traduzione inglese, francese e spagnola. Nel 2014 ha vinto il premio Marazza per la prima traduzione italiana di Rachel Blau DuPlessis (Dieci bozze, Vydia 2012) e nel 2015 il premio del Ministero dei Beni Culturali per la traduzione di poeti americani moderni e post-moderni. Cura la collana di poesia “Lacustrine” per Arcipelago Itaca Edizioni. E' ricercatrice di letteratura anglo-americana all'università di Padova.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: