Corrosioni

di Arben Dedja 

 

Lo stuzzicadenti

 

Ah sì lo stuzzicadenti

me lo ricordo

eravamo in quel tal ristorante

i telegiornali tuonavano

i giornali con titoli in prima pagina

sul piano quinquennale

realizzato con eccedenza

e tu chiedesti

uno stuzzicadenti “ma per favore”

hai detto al cameriere “per favore

che non sia usato”.

 

 

Derrate alimentari

 

Il pane c’era quello sì

ma il resto…

 

Il lattaio lavorava dalle cinque

alle cinque e cinque

poi

si dava al solitario

nel negozio di alimentari

si riusciva a cavare un ragno dal buco.

 

Forse per dare un’idea di abbondanza

cambiarono anche qualche insegna

così da “Macellaio” divenne “Carne”.

Diceva la gente

una volta c’era scritto “Macellaio” ma dentro trovavi carne

adesso c’è scritto “Carne” ma dentro trovi il macellaio.

 

La razione mensile di olio d’oliva

se ne andava per pulire la pistola.

 

 

La vecchiaia

 

Dopo cena

sorseggiammo grappa di gelso

con noci dure come sassi.

 

Ero il più onorato degli ospiti

e così per la notte mi diedero

il letto matrimoniale

addobbato

da mani invisibili.

 

Non so dove dormirono

i padroni di casa

ma ci fu un effetto domino

e la vecchia madre

cieca si sdraiò sull’uscio

con il cane.

 

 

Il falco

 

Il falco è quell’uccello rapace

affezionato agli uomini

che si lascia accarezzare.

 

Chissà quante volte

sulla spalla del padrone

l’ho visto masticare

il suo chewing gum di carne.

 

È furbo

non è finito

in nessun stemma o bandiera

perché sa ragionare

con la sua unica

testa.

 

 

Specializzazione

 

Prima dell’intervento

il paziente pagava

sull’unghia il primario.

 

Ci consolavamo

con l’ampia scelta di amari

del bar

e con i prigionieri

che inghiottivano posate.

 

 

Lost in translation

 

I napoletani subito

lo chiamarono

“mal francese” e questi

con la stessa moneta

maladie italienne” anzi

più cinici: “mal de Naples”.

Scienziati

di ogni dove cercavano

di descriverlo prescriverlo

dargli un nome

intanto

gli olandesi dicevano

“mal spagnolo”

i russi “mal polacco”

chiamati in causa

i polacchi

“mal dei tedeschi”

i turchi invece

furono più generici

– o più drastici – è

la stessa cosa:

“mal cristiano”.

Si andava avanti

in una specie di gioco dell’oca

perché facevano fatica

a tradurre l’opera

che completava la ricerca

e lo nominava

una volta per tutte:

quel trattato

di medicina

in latino

in forma di poema epico

migliaia

di esametri eroici.

 

 

Lacrimatoio

 

Delle lacrime

raccolgo

solo quelle amare.

 

C’è una soluzione

chirurgica

disse l’Oculista.

 

Anche le cosiddette

lacrime di coccodrillo

nell’uomo

sono semplicemente rigenerazione

disordinata di fibre

che innervano la ghiandola

salivare insieme alla lacrimale

che risponde così

a stimoli gustativi.

 

Non gli diedi retta.

 

Grazie

preferisco inzupparmi.

 

 

Karlo Godoladze

 

Fu mentre cercavo una locandina

scientifica in bacheca che notai

il tuo nome fratello Karlo

Godoladze. La tua assenza imbrinava

lo stanco cammino della folla

invano spiai per la città

stipata di volpi e corvi.

 

Il tuo sguardo nell’infanzia mi sovvenne

lucido e geloso come un addio.

Avevi delle ali minute

tra le scapole

nascoste dal paltò trequarti

avevi il pallore che la vita offre ai viandanti.

 

*

Arben Dedja (Tirana, 1964) è un chirurgo albanese, ricercatore del Dipartimento di Scienze Cardio-Toraco-Vascolari e Sanità Pubblica dell’Università degli Studi di Padova. In Italia ha pubblicato due libri di poesie e due di racconti. L’ultimo titolo è Trattato di Medicina in 19 racconti e ½ (Vague Edizioni, 2020).

Per vari periodici albanesi ha tradotto i più importanti poeti italiani e, degli otto libri di traduzioni pubblicati in Albania, metà sono dall’italiano: Poesie scelte di Umberto Saba, Poesie scelte di Attilio Bertolucci, Tutte le poesie di Guido Cavalcanti e La sinagoga degli iconoclasti di J. Rodolfo Wilcock.

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