di Lello Voce
Piccola cucina cannibale
a J.
ho bisogno di una scorciatoia lenta e di una vita che mi menta
dove si senta il suono spento d´ogni sentimento io ho bisogno
di un sogno lasciato indietro di trovare un metro alla menzogna
di sfuggire alla gogna bisogno di silenzio di assenzio e mugugno
ho bisogno di tatto d´olfatto di dare di matto sfuggire allo scacco
bisogno di occhi e polpastrelli di lingua di narici di mitragliatrici
di...
di Massimo Rizzante
L'amicizia come forma del narrare
«Oggi abbiamo imparato a sottomettere l’amicizia a ciò che chiamiamo le nostre convinzioni. E lo facciamo addirittura andando fieri della nostra rettitudine morale. Ci vuole in effetti una grande maturità per comprendere che l’opinione che difendiamo non è che un’ipotesi privilegiata, necessariamente imperfetta, probabilmente transitoria, che soltanto i veri ottusi possono far passare per certezza o verità. Al contrario della puerile fedeltà a...
di Emmanuela Carbé
Ipotesi: sul perché non vorrei sposarmi.
Le mie note preferite sono il do e il sol.
Ho anche una chitarra che si chiamava gipippa prima che i comitati leninisti dopo un'irruzione a casa mia mi hanno fatto notare che la walt disney è una società capitalista e che non potevo chiamare un oggetto con il nome della macchina di indiana pipps. La mia chitarra era normale prima che un...
di Marco Rovelli
Ho letto, uno dopo l'altro, due libri di Clarice Lispector, senza saperne niente. Trovati in libreria, sfogliando. Uno è "Legami familiari", una raccolta di racconti. L'altro è "Vicino al cuore selvaggio", che la Lispector scrisse a 19 anni – e mentre lo leggi ogni tanto ti meravigli di come qualcuno possa scrivere così a 19 anni. Ho scoperto, poi, che è considerata la più grande scrittrice brasiliana del dopoguerra...
di Andrea Pazienza
Son pieno d’amore
per
gli altri,
son pieno
d’amore
e il mio amore
è un fluido
magnetico
passato al setaccio.
Il mio
amore per gli
altri è vero.
E nel mio
amore vero
c’è tutto
c’è l’odio.
Un pizzico d’odio
non guasta
l’amore
perfetto.
E il mio amore
perfetto è un mare
con un po’
d’odio dentro,
granelli
di sabbia.
E il mio amore
è un fluido
magnetico passato
al
setaccio.
(Immagine: Andrea Pazienza - Autoritratto)
di Francesca Genti
I.
Sono a Milano. In via Farini. In bicicletta.
Davanti a me un cielo soprannaturale:
gommoso, grigio, gioiarespingente.
La Settanta che cerca di bucarlo,
che arranca verso un sole inesistente.
Sale il cavalcavia, sprofonda,
svolta in direzione Porta Volta,
porta le persone a lavorare.
È una visione molto futurista.
Sono in bicicletta e, come loro,
sto dirigendomi sul posto di lavoro.
II.
Da qualche mese lavoro in un call center,
faccio la cartomante telefonica,
sono una Grande Veggente d'Italia.
Bislacca attività ...
di Massimo Rizzante
Dirò subito che ho incontrato una sola volta il grande “Jaufrè”, come lo chiamava Montale. Ricordate:
Jaufrè passa le notti incapsulato
in una botte. Alla primalba s’alza
un fischione e lo sbaglia. Poco dopo
c’è troppa luce e lui si riaddormenta
Quando un incontro importante resta unico, ogni gesto, ogni parola, ogni dettaglio della scena prende un’aria poetica.
Era l’estate del 1982. Credo luglio o agosto. Non avevo ancora diciannove anni. Ero seduto...
di Sergio Soda Star
a gucci
sono preda delle particelle
che sono belle
vedo le luci colorate
l’intermittenza ci fa qualcosa
nel sogno (pure) è innamorata
cadono le comete e tutti gli astri
quando mi ricordi
capita di rado
sono venuto a dirti che me ne vado
***
me lo hai detto nelle luci colorate
di rimini in una specie di natale
senza nemmeno conoscere il riflesso
dei basoli bagnati
quando prendevamo tutte quelle droghe
– per amore
per le vie geometriche dove paralleli
correvano i nostri...
di Franz Krauspenhaar
La prima volta che vidi un quadro di Bacon dal vivo fu a Palazzo Reale, in una grande mostra sul ritratto curata da Flavio Caroli. Stavo nella sala guardando un bellissimo ritratto di Alberto Donghi, un pittore che trovo affascinante e soprattutto inquietante per induzione, come sono affascinanti in tale modo certe belle donne che però non vogliono particolarmente colpirti col loro charme. Conoscono il valore della...
di Fabio Franzin
(Innocenza e realtà) Nel dialetto Veneto-Trevigiano dell’Opitergino-Mottense
(a mio figlio Jacopo)
‘A paròea “mort”
E cussì, cussìta, fra noàntri
dó te ‘à tocà pròpio de dirla
par primo a tì chea paròea
chea paròea che senpre fa paura,
che ne paréa de ‘vértea sconta
par ben, pa’l tó ben. Senpi sol
a pensar che bastésse no’ usarla
drento casa pa’ riussìr a seràrla
davero fòra, fòra da tì par sempre
magari, pa’ tègnerte tel bonbàso
el pì possìbie, drento a...
Franz Krauspenhaar intervista Cristina Annino
Cristina Annino è una bionda bellezza matura che ricorda le eroine hitchcockiane, è una toscana che dice quello che pensa non per vezzo ma per imposizione del benigno demone del suo carattere, soprattutto è una poetessa importante. E se dico importante non voglio dire che ha il petto colmo di medaglie al valore e onorificenze al merito, ma perché il suo lavoro letterario, pur poco...
di Francesco Forlani e Marco Rovelli
Furia barricadera degli amori
Il tempo en rouge et noir confonde voci
e l'alba con la sera en bandolieres
I canti comunardi
scavano miniere erigono palazzi
sui boulevard della collina
E coi ragazzi in cima ad alzare un drappo nero
sul passato espirato con Lecomte
Si fermino all'ora gli orologi
oggi inizia un tempo nuovo in questa festa
e viva ciò che resta!
Abracadabrantesque, scrive il poeta
sul selciato in fiamme di Parigi
in questa evidente primavera!
Baciami Juliette se...
di Christian Raimo
Da quando mi sono sposato, nel 1992, mi è successo di dormire con altre donne, di starci, di tradire mia moglie insomma, soltanto un paio di volte: la prima risale a una decina di anni fa, durante un periodo oscuro e avulso dal tempo che nella mia testa e forse anche nella realtà coincide con la presunta, o anche vera, malattia di nostro figlio Edoardo, che per...
di
Francesco Forlani
Deve esserci un modo (un mondo)
per non tacere di nuovo il grido
di una mancata paternità
di una normalità agognata
e assassina.
Una chiave di volta ci sarà
(un risvolto) che non sia parola
que des mots que des morts
e alla ferita faccia da medicamento
dia sollievo.
Sicuramente c'é un piano (un pianto)
per non ridursi all'elemosina
di uno spazio e un tempo
e spingere i mobili da un capo all'altro
della stanza.
Esiste un qualcosa come lama
alla gomma rigata dell'ideologia...