di Antonella Falco
Raccontare l’orrore dal punto di vista del mostro. Entrare nella sua testa, scandagliare le sue pulsioni più profonde e indicibili, ripercorrere a ritroso la sua vita, i traumi e le umiliazioni subiti, compiere un viaggio all’origine delle sue ossessioni, sforzarsi di guardare il mondo con i suoi occhi. Non per giustificare le sue efferatezze, ma perché il male riguarda tutti gli uomini, nessuno escluso, e perché il...
di Antonella Falco
N.I. La casa, intesa sia come spazio fisico che come luogo immaginario, declinata come nido in cui rifugiarsi o come carcere castrante e opprimente, come ricettacolo di affetti e ricordi familiari o come luogo congeniale allo sprigionarsi di forze psichiche irrazionali e violente, è un ambiente che ha spesso ispirato gli scrittori, in ogni epoca e a qualsiasi latitudine. Molti di questi scrittori sono tra l’altro a...
di Antonella Falco
Novanta foto equamente divise: quarantacinque nella sezione dedicata a Nasca e altrettante in quella dedicata a Milano. Novanta foto, e due case, per raccontare attraverso gli oggetti la vita di Michele Mari, uomo e scrittore (inutile chiedersi dove finisca l’uno e inizi l’altro, la linea di demarcazione netta di solito non esiste, meno che mai per un autore come lui).
È quanto si propone di fare Asterusher. Autobiografia...
di Giovanni Dozzini
Il corpo a corpo tra realtà e finzione è qualcosa che ci riguarda tutti, ossia tutti gli uomini, anche se naturalmente riguarda ancora di più gli scrittori, più in generale gli uomini d’arte ma forse soprattutto gli scrittori. Il nuovo libro di Javier Cercas ha un titolo esplicito e sfrontato che in qualche modo definisce la natura di questo corpo a corpo, o meglio la natura di...
di Davide Orecchio
– Credo ne abbia avuti a decine, e di razze diverse.
– È vero. Certosini, soriani, birmani, meticci, bastardi. Ho perso il conto. Ricordi la gatta grigia e nera che, quando lui l’accarezzava, faceva le puzze?
– Pensavo proprio a lei. Il professore avrà avuto trent’anni.
– Non più di trenta.
– Rincasava nel bilocale di Ponte Milvio.
– Acqua Acetosa.
– Sì. La prima moglie era ancora in casa editrice. Lui posava...
di Antonella Falco
Milano, estate 1792. La grande e moderna città, fulcro dell’Illuminismo italiano, viene scossa dalla notizia di alcune morti violente avvenute nelle campagne circostanti. Le vittime, uccise a pochi giorni di distanza le une dalle altre, sono tutte molto giovani, bambini o ragazzi, per lo più intenti a pascolare il bestiame o a svolgere qualche attività nei campi o nei boschi. Ad aggredirle e ucciderle per poi fare...
di Cristiano Denanni
Mia madre beveva lo Xanax alla spina. Non era tutta in riga, ti diceva vado a letto e usciva a fare la spesa, ti diceva esco e accendeva la televisione, ti telefonava alle sei di sera e ti chiedeva stai dormendo?
Mio padre invece è orgoglioso di me. Me lo dice sempre. Da quando ero un bambino. Chissà perché le donne dicono raramente la parola orgoglioso, boh.
Mia madre...
di Anna Vallerugo
Sembrano nascere da una giustificata urgenza gli splendidi Racconti Partigiani di Giacomo Verri (Biblioteca dell’Immagine): dalla necessità di ribadire importanza e attualità della Resistenza in questi nostri tempi fluidi, oscurati da perdita di lucidità di giudizio e minacciati da rigurgiti di revisionismo storico. Non venga posta una pietra sopra al periodo partigiano, pare voglia dire questo libro, né vengano appiattiti in una sequela di aridi elenchi di...
di Daniele Giglioli e Davide Orecchio
Questo dialogo via mail tra Daniele Giglioli e Davide Orecchio si è svolto fra il 20 dicembre 2014 e il 14 gennaio 2015*
D.O. – Caro Daniele, in una giornata d’inverno romano che invece sembra portegno – con l’umidità, la pioggia, quindici gradi di temperatura media, il cielo basso da fine (geografica) del mondo (finis terrae; fatta salva, io spero, l'umanità) – la mia compagna...
di Cristiano Denanni
Ad Antonella
In dialetto
Abbandonasti la tua terra vent'anni prima che io nascessi e abbandonasti questa terra fra le mie mani un pomeriggio d'estate attraverso il quale transitò la linea circolare che chiuse la storia più importante di quelle dentro la mia. T'incazzavi in dialetto, mi urlavi da finestra a cortile in dialetto, era sera e ora di mangiare in dialetto, rispondevi male al mondo in dialetto, poi parlavi...
Un gruppo di associazioni (vedi promotori e firmatari sotto) lancia un appello per fermare la strage di migranti nel Mediterraneo, e invita a una mobilitazione il prossimo 20 giugno 2015. Di seguito il testo dell'appello, che riproduciamo integralmente.
La regione del Mediterraneo è una polveriera ed il mare è oramai un cimitero a cielo aperto. Dall’inizio del 2015 nel mediterraneo sono morte più di 1700 persone. L'Europa, per storia, per...
di Giacomo Verri
È un romanzo che ha la pazienza di perdersi. Che va e viene e torna sui propri passi. L’Amalassunta di Pier Franco Brandimarte, vincitore del Premio Calvino 2014 (ora in libreria per i tipi di Giunti), racconta l’anima inquieta di un io narrante, Antonio Accurti (il nome è svelato solo a pagina 51), che tanto sa d’alter ego da assottigliare pericolosamente la linea che separa la persona...
di Gianni Montieri
Settecento diviso sette
fa cento. Sette file da cento.
No, non va bene, ritento
Settecento diviso cento
fa sette. Cento file da sette
sul lungomare, non ci stanno.
Divido settecento per dieci:
fa settanta, sono morti
dieci volte settanta, ordinati
sette volte cento, ammassati
cento volte sette paga pegno
di sale e aritmetica è il regno.
di Orso Tosco
Padre M odiava volare.
Prendere l'aereo gli era sempre sembrata un'occupazione da gente che imbocca barboncini, un gesto frivolo, indegno della tonaca preziosa con cui era solito abbigliarsi. Il passaporto diplomatico rilasciato dallo Stato Vaticano ispirava immediata soggezione nei vari addetti aeroportuali, è vero. Li spingeva a compromettere i loro abituali automatismi burocratici, è innegabile. Incrinava la loro freddezza doganale, è la verità. Per Padre M si trattava...
di Giovanni Dozzini
Enrique Vila-Matas poteva scrivere questo libro in un altro momento della sua vita, uno qualsiasi, purché fosse diverso da quello in cui l’ha scritto, e cioè un paio d’anni fa, il tempo sufficiente perché la sua casa editrice italiana, Feltrinelli, lo pubblicasse proprio adesso, proprio in questi giorni. Mi avrebbe risparmiato un bel po’ di ansia, Vila-Matas, perché la storia che racconta in Kassel non invita alla...
di Davide Orecchio
I - RICORDARE IL LAVORO
Qualche anno fa. Anzi molti anni fa. Anzi moltissimi. Insomma nel 2003. Mi trovavo in Molise. Nelle campagne di quella regione piccola. A poca distanza da Campobasso. Condotto a borghi terremotati da strade avvolte come cime. Sorvegliato da eserciti di pale eoliche. Spinto verso storie escoriate, crepe sulle mura delle chiese, campanili in frantumi, case butterate; a comunità sfollate e in lutto. Pochi...
di Davide Orecchio
Quali sono le forze che muovono l'esistenza di un individuo? Verrebbe da rispondere – in un elenco tra l’evidente e l’ovvio – il carattere, la Storia (con le sue incisioni sul vissuto) e infine la più importante di tutte: la sorte. Ma forse, ragionando sulla straordinaria biografia di Ivar Oddone (1923-2011) – dapprima partigiano, poi pioniere della moderna medicina del lavoro italiana – si dovrebbe dire, prendendo...
di Giacomo Verri
Beppe Fenoglio appuntava, su fogli recuperati dalla vita quotidiana della famiglia, i propri ricordi partigiani. Ricordi accesi, ancora attaccati alla carne. Ma con parole cercate tra tante e tante per dire un’esperienza eccezionale. Eccezionali, le esperienze, solo per chi le vive. Gli altri non le hanno esperite e non le esperiranno mai, ne sentono parlare, ne sentono i verbi fremere nell’aria, sono come il povero contadino che...
HANS CAROSSA
Kérdzi-Almàs, 25 novembre 1916
Pare che per i prossimi due giorni ancora saremo al sicuro da allarmi. Cerchiamo di sistemarci: molti tirano fuori libri e uniformi buone, qualcuno dispone sul tavolo una fotografia. Il mio alloggio è pieno d’irrequietezza; tutti i vicini entrano ed escono, poco fa è venuta qui una vecchia a mendicare acquavite. Oggi pomeriggio sono stato testimone d’una scena che, considerata in sé, non ha forse...
di Giacomo Verri
Nel Ritratto di giovane donna (2008) di Giorgio Magister, la dama ha i capelli raccolti da una fettuccia nera, il caschetto, le labbra e il naso rilevati, lo sguardo egizio, il collo lungo su spalle strette che s’aprono in un seno ampio, un libricino tra le dita. A sinistra, sulla tela, un insetto, forse una piccola libellula. La bestiola, da sola, toglie equilibrio alla figura, storna l’attenzione...
di Giacomo Verri
Stile che ammassa e punge, e che aggancia all’uno l’altro argomento come un treno in corsa, o come i fogli del ciclostile. Frasi che da un particolare quasi lì gettato, con studiata noncuranza, compongono una scena, generano un microcosmo. Quello sconnesso dell’appartamento romano di Via Ripetta 155, “in quel tratto di strada che perfino molti autisti provetti ritenevano appartenesse già a via della Scrofa”, tra pavimenti a...
(Pubblichiamo il racconto di Michele Mari «Le fonti del mondo», seguito da una nota di lettura di Antonella Falco. D.O.)
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LE FONTI DEL MONDO
di Michele Mari
William Shakespeare, Romeo e Giulietta
«No, se pinne o artigli sono queste, e non mani, se altro è il nome mio che Romeo, allora questa notte non ti ho pensata»
Giacomo Casanova de Seingalt, Storia della mia vita
«... poi, per quella notte, non la pensai più»
Marcel Proust,...
di Orso Tosco
L'uomo lungo, che alcuni chiamavano l'uomo lisca di pesce, aveva l'abitudine di intingere cotton fioc nello sciroppo d'acero, per poi lasciarli congelare nel freezer, durante la notte.
Al mattino, durante le sue lunghe passeggiate, era solito succhiarli con gusto, come certi bambini fanno con le dita.
Da tempo immemore cercava di dipingere quello che, lui ne era certo, ne era certo nonostante tutto, sarebbe stato il suo capolavoro.
Si trattava...
di Giorgio Ghiotti
La borghesia a perso
ho letto sul muro
di una sperduta stazione
cremasca. Futuro
che con occhio diverso
ci osservi, da lontano
viene l’amore, dalla mano
del ragazzo che ha mancato
un verbo, caduto in errore,
è la prova che abbiamo
tutti perso.
*
Per Amelia Rosselli
Se non è perdersi questo andare nella notte
da muro a muro di cucina, il sonno che perdesti
è un colpo a vuoto in questa casa china
su un burrone. C’è chi entra nel bosco
con la...
di Giacomo Verri
In un piccolo volume del 2006, La Letteratura dell’inesperienza, Antonio Scurati rifletteva su quanto la società di plastica in cui viviamo abbia sostituito l’esperienza diretta del mondo (com’è, per antonomasia, quella vissuta da chi ha fatto la guerra) con una sorta di cognizione del dolore indiretta, asettica, disinfettata e interrotta da assidui diaframmi che sono prima di tutto gli schermi attraverso i quali giunge a noi la...
di Areta Gambaro
Bello avere la necessità di tornare in sala per vedere il secondo atto di un lungo spettacolo. Dote questa di grandi drammaturghi. Non è tanto seguire una storia, perché una storia di fatto non c'è. Almeno in questa prima parte di “Diario del Tempo: l’epopea quotidiana” di Lucia Calamaro.
Il mondo letterario che si mescola perfettamente al mondo teatrale, dove la parola sulle spalle di bravissimi attori, Federica...
di Lorenzo Mari
Che si tratti di memoria futbologica o meno, ci si deve chiedere, a un certo punto, se “si gioca meglio in dieci contro undici”; in campo cinematografico, poi, non si tratta di evocare La grande bellezza quanto, forse, L’uomo in più; Tradimento e perdono, infine: non per fischiettare la canzone di Venditti, ma per cogliere le tensioni contrastanti, nel parlare di “fuga”, da parte di chi ha...
1) QUANDO INIZIO' A CADERE IL MURO DI BERLINO
Alessandro Leogrande, 2009
Il Muro di Berlino è caduto ufficialmente il 9 novembre 1989. Con la riunificazione di Berlino, e della Germania, si chiude la “guerra fredda” e si apre la transizione verso la democrazia di quelle che Václav Havel aveva definito sistemi post-totalitari racchiusi nell'impero sovietico. Ma quando incomincia a cadere il Muro, veramente? Quando inizia a sgretolarsi un sistema sovranazionale,...
di Andrea Caterini
Quanto potrebbe cambiare la nostra percezione dell’opera di Malcolm Lowry se solo venisse finalmente tradotto il suo epistolario? Cosa potremmo scoprire di quel privato che Lowry maschera e reinventa in tutte le pagine dei suoi libri? Mi chiedo: è davvero necessario, dico per uno scrittore tanto egocentrico quanto bugiardo (come scrive spesso di se stesso nelle sue opere), sapere qualcosa di più di quello che già ci...
di Davide Orecchio
Rare esistenze scintillano oltre la morte materiale e, mostrandosi nella chiarità di un aspetto biografico oversize, contaminano altre vite, costringono all'ascolto, al ricordo e al racconto. C'è davvero chi col morire s'incapsula in un'epica già commestibile perché uno di noi ubbidisca al piacere della testimonianza e prenda a trasmettere finché altri raccoglieranno il segnale per rilanciarlo nel mai farsi brace, né cenere, del fuoco che un tempo...