di Enrico Donaggio
Un champion entre seul dans la Casse Déserte (Detto diffuso in Francia tra chi prova un curioso piacere a pedalare in salita)
La mattina di Ferragosto tutto era come doveva. L’aria, la luce, i colori, pure il sorriso inatteso con cui ti dedica il primo raggio di sole la ragazza del bar di Arvieux, paesino delle fate alla base della salita del Colle dell’Izoard, Queyras, Francia. Per chi...
Di Andrea Inglese e Simone Morgagni
L’ossessione per la sicurezza in Francia non data certo della presidenza Sarkozy e nemmeno della sua zelante attività di ministro degli Interni all’epoca della presidenza Chirac, ma è senz’altro durante il decennio appena trascorso che il paese è diventato un vero e proprio laboratorio “sicuritario”. Sul piano della propaganda politica, l’enfasi sul tema della sicurezza ha permesso a Sarkozy non solo di strappare voti...
di Giacomo Sartori
Se c’è un vincitore defilato ma incontestabile delle elezioni presidenziali francesi, questo mi sembra essere, all’ombra dell’acclamato successo del neopresidente Hollande, la politica stessa. E nella fattispecie, ma ci tornerò sopra, la politica altamente tecnica e performante, quasi scientifica, di questa campagna elettorale. Uno dei dati salienti è infatti il grande e crescente seguito che ha avuto la lunghissima battaglia elettorale: il lento crescendo, invece di stancare...
Andrea Inglese
Dizionario dei luoghi comuni: Emmanuel Todd, quello che aveva previsto lo sfaldamento dell’Unione Sovietica. Il crollo finale. Saggio sulla decomposizione della sfera sovietica, pubblicato in Francia nel 1976 e scritto all’età di 25 anni, è divenuto il titolo onorario di Todd. L’autore, nella prefazione dell’edizione del 1990, ricorda che lo guidarono nella decifrazione della crisi i solidi e bruti dati demografici, in particolare l’innalzamento del tasso di morti...
di Andrea Inglese
Cari indiani,
vi scrivo una cartolina da Parigi, perché da qui la visuale sulla Tunisia è un pochino più comica.
Non che una rivoluzione sia comica. In genere le rivoluzioni sono sanguinose, spesso tragiche, quella dei tunisini non so neppure se sia una rivoluzione, ma se i prudentissimi giornalisti francesi hanno deciso di chiamarla così, forse avranno ragione. E come ogni rivoluzione, anche questa comincia a contare i propri...
di Giacomo Sartori
Tra un lavaggio di piatti e l’altro tornavo da quello che era stato per quattro giorni mio suocero. Quel mio suocero che non avevo frequentato da vivo, e che adesso aveva pensato bene di morire. Che era morto e faceva il morto rispettabile tra quella gente preoccupata di mostrarsi rispettabile. Gruppetti di parenti e di conoscenti stavano un tempo più o meno lungo in silenzio al...
di Giacomo Sartori
Quando l’ho conosciuto mio suocero non mi ha fatto l’effetto di un terrorista. Aveva un completo blu scuro che gli stava molto bene, e un’elegante cravatta. Era molto tranquillo. Più che un terrorista, sembrava un signore molto distinto e sicuro della propria posizione sociale, un grosso dignitario di un paese socialista con gli zigomi alti e le guance sode. Facevo fatica a immaginarmi che avesse pianificato degli...
di Esther Grotti
Piccole donne crescono. Dentro una Panda. Senza conoscersi simili. Quando il dolore arriva camminiamo. Partiamo da Genova come colombe. Verso nuove terre in cui arare il destino. Qui le prostitute si offrono alle finestre. Hanno le carni chiare e aperte come le pagine mistiche del mattino. In fronte a Palazzo San Giorgio vorrei qualcuno cui dettare la mia vita. Prima che mi scivoli via sconosciuta....
di Gianni Biondillo
1.
La prima volta che leggiamo il nome di John Ruskin citato nella corrispondenza proustiana è in una lettera indirizzata alla madre intorno al 25 (o 26) settembre del 1899. Dallo scenario alpino di Evian-les-Bains Proust chiede alla madre di spedirgli oltre che delle sigarette "le livre de La Sizeranne sur Ruskin"(1). La richiesta si ripete insistente pochi giorni dopo (il 2 ottobre) in una lettera...