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Giorgio Vasta

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Trilogia delle consapevolezze e dei sorrisi #1

di Giorgio Vasta Circa un anno fa, ai primi di novembre del 2003, si è tenuto a Torino, presso la Scuola Holden, una giornata seminariale promossa da Enrico Palandri. All’incontro di Torino ne sono seguiti altri tre, a Bologna, Milano e Venezia. Ogni volta l’obiettivo è stato quello di far convergere la riflessione su un aspetto specifico del narrare. A Torino si è parlato di consapevolezza. A me era stato...

Rapato a zero. Un ricordo di Carlo Coccioli

di Giorgio Vasta Poco meno di un anno fa, il 5 agosto del 2003, moriva a Città del Messico Carlo Coccioli, scrittore multilingue (scriveva e pubblicava in italiano, spagnolo e francese), intensissimo, silenziosissimo e silenziato ("il silenzio era tanto che lo si sentiva alitare"). Qualche notizia in breve sui giornali, qualche nota su internet, poi più niente. Coccioli, oltre a essere quasi del tutto ignoto in Italia (era nato a...

Il regalo della frase. A proposito di parentesi (e di virgolette)

di Giorgio Vasta Una brevissima riflessione per ricollegarmi alla disputa in corso sul blog di Giulio Mozzi a proposito della libertà – e dell'opportunità – di far ricorso alle parentesi nella scrittura. Riporto poi, a seguire, tre frammenti – da J. D. Salinger, da Antonio Porta e da Renato Rascel – che nella loro evidente eterogeneità possono venire letti come orgogliosa rivendicazione del diritto alla libertà di parentesi, ovvero alla libertà...

Ancora domenica. La papera del tempo

di Giorgio Vasta Il pomeriggio della domenica è poroso e assorbe tutto. Il pomeriggio della domenica è un sentimento oleoso. Non c’è modo di resistere. Non è un tempo dal quale è possibile restare fuori (ce ne sono alcuni che ti permettono di scorrergli attraverso senza che prendano possesso di te, senza farti sentire il loro tallone sulla testa). Il pomeriggio della domenica è un tempo di detenzione quieta (anche i...

Will, Grace, Franco Tritto e la Br # 2

di Giorgio Vasta A questo punto diamo un’occhiata a un dialogo che si colloca sul versante opposto a quello di Will & Grace (non “migliore”: semplicemente opposto). Tanto la sit-com americana è luminosa e siderale, tanto questo dialogo appare brutalmente basso, disorganizzato, involuto, mancante. È un dialogo nel quale le battute – fugaci o prolisse – producono avanzamenti minimi per immediatamente arrestarsi e retrocedere, dove ogni frase è vacillamento e immobilità...

Will, Grace, Franco Tritto e la Br # 1

di Giorgio Vasta Quella che segue è la risposta a una domanda sul dialogo. Questa risposta (esattamente la domanda è: Quali regole seguire per scrivere un dialogo?), in una forma leggermente tagliata, verrà pubblicata insieme a molte altre in un volume dal titolo FAQ. Domande e risposte sulla narrazione (Holden Maps/Bur), in uscita nei primi giorni di maggio 2004. Il libro – che nel titolo si rifà alle ...

Defecatio Post Mortem (problemi di narrazione viscerale)

di Giorgio Vasta Il nostro sistema digerente è una trama. Una vera e propria trama narrativa. Un cosiddetto plot, organizzato classicamente in una struttura in tre atti. Primo-secondo-terzo atto, esposizione-conflitto-scioglimento. O, secondo altre formalizzazioni, nel caso specifico quella di Joseph Campbell e del suo monomito, separazione-iniziazione-ritorno (ma la sostanza è la stessa). Un plot con la sua normale evoluzione: il primo turning point, poco prima della fine del primo atto (primo...

La cosa ossea

Il cranio e la spina dorsale di Giorgio Vasta 10. Io non conosco Vitaliano Trevisan. Conosco i suoi libri, e mi piacciono, ma non conosco la sua storia e le sue rabbie, se ha rabbie. Ho parlato con lui una volta sola, lo scorso novembre, a Macerata. Ero lì, a Macerata, per lavoro, e una sera sono stato coinvolto in un incontro con l’autore organizzato da una biblioteca locale. Avendo letto...

Nevermore

di Giorgio Vasta questa mattina domenica 16 novembre 2003 ho visto un film histoire de marie et julien di jacques rivette sintetizzando il film racconta una storia d’amore tra un uomo e una donna (non esattamente una grossa novità) solo che l’uomo è vivo e la donna è morta lo spettatore questo non lo sa lo scoprirà soltanto alla fine non è un film di suspence non è il sesto senso o the others si ragiona sul grado di esistenza dei morti nella...

Gli alfabeti dello spazio

di Giorgio Vasta Falso inizio Dal treno, rallentando, oltre il finestrino rigato del mio scompartimento, entrando nella stazione di Zugo, attraverso la parete di vetro di una palazzina moderna (ricorderebbe – ed è probabile che sia una sua diretta discendente, nella concezione vetro-cemento-metallo – la Heidi Weber Haus di Le Corbusier, che sta poco più in là, a Zurigo), vedo, frammentati, scomposti dalle lame strette orizzontali delle tapparelle, ognuno vestito di...

Marc Vivien Foe e la narrazione che non torna (ma poi torna)

di Giorgio Vasta Domenica 29 giugno, allo Stade de France di Saint Denis si è giocata la finale della Confederations Cup, Francia-Camerun. Il giovedì precedente, il 26, al settantaduesimo minuto della semifinale Colombia-Camerun (conclusasi con la vittoria per uno a zero del Camerun), il calciatore africano Marc Vivien Foe, ventotto anni, si è accasciato sul prato, nel cerchio di centrocampo, ed è morto. Domenica 29 il Camerun giocava con il lutto...
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