di Helena Janeczek
Cosa c’è oltre? Lo stesso cielo che si finge
fodera sintetica esposta all’aria sporca,
il cielo d’acqua cagliata per l’autunno in arrivo,
persone sparse nell’ora di pranzo che finisce,
persone sotto, sparse, accompagnate dai telefonini,
oltre a Milano c’è Milano Oltre, oltre ai palazzi
i palazzi senza nuvole né sole negli specchi
che sono specchi per specchiare nulla
oltre ai palazzi, magazzini, macchine,container,
nulla di quello che contengono che resta sparso, sotto,
già molto scarso nell’ora di...
di Helena Janeczek
Emancipate yourselves from mental slavery, no one but yourself can free our minds (Bob Marley, Redemption Song)
In Alta e forse Bassa Lombardia viene giù un nubifragio che andrebbe classificato come tempesta, in una città che grazie a un precedente governo fondamentalista indù occorre chiamare Mumbai si contano i cadaveri dei pendolari dilaniati che nessuno ha la bontà di rivendicare, la striscia di Gaza e i confini...
Un'iniziativa di Nazione Indiana
Editori, scrittori, critici e librai a confronto
Coordina Benedetta Centovalli
Intervengono: Carla Benedetti, Italo Cossavella, Sergio Fanucci, Loredana Lipperini, Antonio Moresco, Antonio Scurati
Saranno presenti: Silvia Ballestra, Gianni Biondillo, Mauro Covacich, Helena Janeczek, Nicola Lagioia, Massimiliano Parente, Tiziano Scarpa e altri indiani
Torino, Fiera del Libro
Sala Rossa
Lunedì 9 maggio ore 16.30
La Restaurazione a Torino è un incontro che pone al centro della discussione la denuncia di un’epoca, la nostra, segnata...
Questo manifesto si trova affisso ai muri delle città lombarde. L’immagine che ne è al centro rivela - letteralmente- una verità che non avrebbe bisogno di commenti: doppio liberticidio. Vien solo voglia di ripeterlo in maniera ancora più ottocentesca. Da opposte direzioni (Oriente e Occidente, par che si dica) stanno attentando alla Libertà. Non quella femminile, di culto, dei costumi ecc., ma la mia, la tua, quella dei nostri...
di Helena Janeczek
Questo saggio più la traduzione sottostante sono stati pubblicati sull"Almanacco 2003". Li ripropongo per ampliare la prospettiva sull'avanzata dei turchi di Germania e col solito dipiacere di poter solo segnalare l'esistenza di libri forti e importanti scritti negli altri paesi europei. E' così poco quel che viene "importato" che nessuno se ne accorge. E visto che nessuno se ne accorge, si continua a pubblicare quasi niente. Credo...
di Feridun Zaimoglu
traduzione di Helena Janeczek
La sorca d’arte non sfugge allo sguardo: una tediosa ragazza con i porri, di statura media e di qualità mediocre, in questo istante completamente nuda salvo una parrucca rosa pallido e quindi una delizia per i signori di una certa età presenti fra il pubblico. E’ la sua serata e il suo spettacolo, ella spalanca il suo stupido musetto per tenere un discorso davanti...
di Helena Janeczek
Era l’inizio di Dicembre, sabato pomeriggio, a Milano cominciava la corsa agli acquisti di Natale. Bisognava trovarsi al cinema circa mezz’ora prima, ma il treno arrivava in Centrale con i soliti dieci minuti di ritardo. Corro al metrò, scendo alla fermata “Montenapoleone”, faccio via Montenapoleone su e giù dal marciapiede, percorso ad ostacoli che coincide con le vetrine di Versace, Gucci, Cartier, abiti da sera, sandali farciti...
di Helena Janeczek
Forse sto contravvenendo agli statuti della tribù (non ci si loda e imbroda gli uni con gli altri), ma il pezzo di Roberto Saviano in memoria della madre di Peppino Impastato mi ha commosso. Commosso letteralmente, mossa dentro: con i suoi refusi, la sua foto di una vecchia secca occhialuta di nome Felicia, con la sua retorica frettolosa da prosa a servizio della testimonianza, cioè di approssimazione...
di Helena Janeczek
Perché la violenza di Abu Ghraib e la violenza delle decapitazioni sembra coincidere come mai prima con la pornografia? Perché è fotografata e filmata. Questa è la prima risposta, quella che infatti hanno dato tutti.
Ne derivano varie letture, concentrate su uno o l’altro aspetto. Susan Sonntag, ad esempio, ampliava il suo libro “Regarding the pain of others” (Davanti al dolore degli altri) con una riflessione intitolata “Regarding...
di Helena Janeczek
Il 15 febbraio 2003 l’Europa sembrava qualcosa che stava per nascere, per nascere letteralmente, un fiume sgorgato da tutte gambe che si univano in manifestazione, una fioritura che si schiudeva nelle bandiere arcobaleno che comparivano persino alle finestre dei palazzi patrizi, delle villette isolate, dei casermoni periferici.
Rivendicavano presenza e partecipazione dove mai si sarebbe soffermato lo sguardo, rendevano belle le parti più brutte delle città, belle...
di Helena Janeczek
Si è suicidato uno della Parmalat. Non un manager, neanche un dirigente. Un uomo di quarant’anni con un figlio di quattro. Il mio quotidiano lo definisce “quadro alto”. Stipendio, scrive, di 2000-2500 euro al mese. E che andasse in ufficio anche nei weekend.
Nella foto tessera riprodotta sul giornale porta un cravattino che sottolinea un’aria mite e provinciale. Si è buttato giù da un ponte. Guidava una Fiat...
di Helena Janeczek, Jacopo Guerriero e Dario Voltolini
Abbiamo fatto pervenire tre domande a Gore Vidal, che gentilmente e tempestivamente ci ha risposto.
Ringraziamo Gore Vidal e la casa editrice Fazi che ci ha messi in contatto con lui.
Ecco qui di seguito il breve scambio epistolare.
Caro Gore Vidal,
vorremmo farle una brevissima intervista (tre punti) da pubblicare sul nostro sito www.nazioneindiana.com. I tre punti sono i seguenti:
1) come giudica la decisione del...
di Helena Janeczek
Tre mesi
Nascono insieme dalla stessa gola
l’urlo e il pianto
e dilatano in un mantice a due canne,
l’esofago e la trachea. Gonfiano,
premono in alto e in basso
le tue viscere nere dalla nascita,
ma ora coperte pietosamente di bianco,
dove si consuma il profumo di latte
dolce perché ti dimentichi ogni volta,
e non ricordarci più che fa tremare.
Epitaffio per un orsacchiotto
Aveva perso un pezzo di sé,
che era un peluche.
Gli aveva dato un nome,
lo...
Una poesia e qualche appunto
di Helena Janeczek
Torneremo, diceva
di semiprofilo, in primo piano
per dare risalto alle croste,
alle escoriazioni o come cristo chiamare
quelle tracce di sangue rappreso in faccia.
Diceva torneremo, torneremo laggiù,
e gli sparivano le ferite,
sparivano perché lui ripeteva torneremo.
Non l’avrebbero fatto tornare. Non sarebbe
ritornato laggiù, o dentro alla terra, o a casa sua,
dicevano i suoi occhi neri comuni
collocati nel cranio pallido da cui era uscito.
Vedo pochi telegiornali. Non è una...
di Helena Janeczek
La "malinconia dei molti" di cui vorrei parlare è, innanzitutto, malinconia nell'accezione più debole, ma anche più diffusa del termine come può testimoniare un qualsiasi dizionario di lingua italiana. Tale "vaga e intima mestizia" figura infatti come voce chiaramente distinta dallo "stato patologico di tristezza, pessimismo, sfiducia o avvilimento, senza una causa apparente adeguata, che rappresenta una della fasi della psicosi maniacale" (1). Non tratterò dunque della...
di Helena Janeczek
Home is where the heart is
home is so remote,
home is just the emotion
sticking in my throat:
let’s go to your place
Lene Lovich
*
L’Italia non è la mia patria. L’italiano non è la mia lingua madre. Vaterland, Muttersprache, ripeto in tedesco, perché suona meglio in tedesco, perché un tempo lo conoscevo meglio, il tedesco, perché sono nata e cresciuta su suolo tedesco. Ma il tedesco non è la lingua...
di Helena Janeczek
Mentre leggevo il romanzo dell’estate di Nazione Indiana che si è sviluppato prima in coda al pezzo di Raul Montanari per poi passare alle lettere di Moresco, ho avuto la sensazione che non solo i testi si sono persi di vista quasi subito, ma che nelle varie derive tematiche l’unico tratto continuativo fosse la trasformazione dei due autori in personaggi. Niente di strano, così come non...
di Helena Janeczek
Scusate il ritardo. Ho avuto solo oggi il tempo di leggere un po’ di commenti arretrati che mi hanno fatto tornare l’urgenza di aggiungere al mio pezzo di qualche settimana fa un paio di precisazioni.
In effetti, quella frase ripresa da Tiziano Scarpa sugli autori solo un po’ più giovani di Pontiggia era così breve da poter essere fraintesa. Anzi: intesa in tutti i possibili sensi. Un sasso...
Tentativo di risposta all’“ayatollah” Tiziano Scarpa
di Helena Janeczek
Robert Kagan è quel signore grassoccio che vive a Bruxelles, ma fa parte dei consiglieri di Bush, noto per una vulgata del suo libro Paradiso e Potere che sembra quasi una barzelletta: gli americani vengono da Marte, gli europei da Venere. Noi abitanti delle varie nazioni europee avremmo tratto dalle devastazioni dell’ultima guerra la conclusione che è meglio coltivare il proprio...
di Tiziano Scarpa
Vorrei commentare questa frase di Helena Janeczek pubblicata in Per Pontiggia II:
“Quelli che vengono dopo per anagrafe – Tabucchi, De Luca, Vassalli ecc. – non sembrano includere nei compiti di uno scrittore qualcosa che vada oltre allo scrivere.”
Be’, a me pare che Sebastiano Vassalli abbia fatto eccome le sue battaglie, sui giornali e fuori, per esempio il reportage in Alto Adige, il repertorio dei neologismi degli anni...
di Helena Janeczek
La testimonianza che mi ha mandato Diego de Silva – pezzo pubblicato sul “Mattino”, ma Diego ci teneva che avesse vita più lunga e meno ufficiale - mi ha acuito una sensazione che avevo da giorni.
Qualcosa di sorprendente è emerso con la morte di Giuseppe Pontiggia, qualcosa che va oltre allo shock per una scomparsa improvvisa e che non coincide con il compianto universale che si...
di Helena Janeczek
Questa guerra palesa una cosa che non avevo mai visto prima. Non l’avevo mai vista così.In tutte le occasioni precedenti in cui mi era capitato di interpretare le notizie e le immagini pervenute da una guerra, di rifletterci o di riflettere su guerre passate, di cercare informazioni su una delle molte guerre invisibili che si trascinano in ogni parte del mondo senza arrivare nei mezzi di comunicazione...
Dopo l'attentato dell'11 settembre che ha colpito le "Torri Gemelle" a New York e il Pentagono a Washington, scrittori e uomini di cultura italiani si sono confrontati in un convegno a Milano, il 24 novembre 2001, discutendo su che cosa significa scrivere e operare "in tempo di guerra".Da quel convegno deriva questo libro, curato da Antonio Moresco e Dario Voltolini, che raccoglie riflessioni, interrogativi, testimonianze presentate a Milano, ma...