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Miti moderni/18: Visite di cortesia

di Francesca Fiorletta Separa i fiori dall’armadio, la vita scorre come un filtro d’immagini. Leggi le stelle, parla alle nuvole: segui i consigli del buon vicinato. Ogni notte è una tappa, una scalinata bolognese, su cui baciarsi piano, toccarsi bene sotto i vestiti, e poi sparire piano, sopra un giubbotto di pelle sciupata. “Guardami negli occhi”, le ripeteva. Guardami dentro, la testa.  La telefonata dei sicari, quando arriva, ha un dialetto improvvisato; squillano...

I passeggeri invisibili

di Jacopo La Forgia I sogni esagerano sempre. La notte prima ho sognato la capitale di uno stato molto povero, e la guerra civile. I combattenti arrivavano a mangiarsi a vicenda, per quanto si odiavano, o per altre motivazioni che non conosco. I palazzi erano ammantati da una polvere ocra e le donne si vendevano per un dollaro. Io ero intrappolato in un bus. Era invisibile, ma i guerriglieri lo vedevano...

Phyla – invertebrati

di Mariasole Ariot   Sono nata da un'assenza. I volti appesi alle pareti grondano sulle cose, spargono dolore sui movimenti, zittiscono. Di questo silenzio non ci diciamo che millenni, piccoli rimasugli di terra nelle bocche che occludono il passaggio : chinàti a raccoglierci non facciamo ombra, siamo come mantidi dello stesso sesso che sputano i resti nello spazio. Eppure a volte, nella congiuntura immobile delle gambe, responsabilizziamo un futuro per accogliere il...

Altre notizie su Nuvola

di Damiano Sinfonico Una volta Nuvola andò a Cuneo a cercare dei poeti. Gli dissero che non ce n’erano, si erano trasferiti a Milano. Però in provincia ne era rimasto uno, un mezzo poeta, perché scriveva prose. Allora andò in cerca di lui e lo trovò. Aveva la testa rasata e con accento piemontese gli disse: “Io scrivo prose brevi”. E Nuvola gli disse: “Io ho bisogno di alcuni versi,...

La prima tenebra – un dialogo notturno

di Orazio Labbate e Mariasole Ariot La notte della pianura - di Orazio Labbate Vedo i cani accogliere in gola le stelle, mentre quegli animali mantengono le fauci aperte verso l'alto, come se fossero porte trascinate dal vento che però mai si richiuderanno. La notte, infatti, non cessa di sprigionare i suoi membri. Qui ci sono bestie, ombre ingobbite di fantasmi morti di freddo, macchine assai spedite che accelerano tra le strade...

Tra l’agave e le cengi

di Daniele Barresi avvedersi del bagliore di lucciole stinto seduti cavalcioni sui bordi di cengi calcaree e isolare puntuti apici d’agave infestanti dintorno. * Quest’odore che senti, quello che tu chiamavi primavera, altro non è che i fumi d’asfalto che salgono per il caldo su insieme ai pollini novizi, non visibili. Si posano sulle latebre sfuggono alle trappole delle mani, vuote esultanze dei pupi al parco. Non afferrano le ore del riso, altro tempo non appartiene loro: muoiono solo di mostrare le cose nascoste nelle tasche delle tute. * non...

aforismi e dintorni/2

Modesti tentativi per tramandare un ricordo di Nuvola scrittore di Damiano Sinfonico (inediti) Attese una lettera tutta la vita; quando arrivò, diceva soltanto: “Qui piove”. Ossequiava i suoi interlocutori con un silenzio fragoroso. In giro chiedeva se qualcuno fosse stato in Nepal, per caso o per errore. La sua ombra era più corta delle altre. Nell’unica lettera d’amore che scrisse, si limitò a un laconico: “Il tuo cuore è troppo grande per la felicità”; e fu...

della vostra mistica inerzia

di vito m. bonito (inediti) 1 loro parlano sulla mia testa io seguivo le scarpe entrare uscire dal muro... 2 sono in grado di applaudire divorare il sole la mente dei neonati tutte le unghie 3 hanno fatto volare la neve ma l'istituto delle resurrezioni umane ha cambiato la luce si dice l'inquilino essere stato un'ombra nel muro sfuggita al creato - no - viene sollecitamente rilevato - solo il primo sospettato - 4 l'inquilino ha cambiato casa ha lasciato un'impronta di resa sui vetri sui muri dopo anni pare un respiro debole tiepido ancora 5 muro apre muro non sanno...

Essendo il dentro un fuori infinito #9

di Mariasole Ariot Alessia cammina al rallentatore, ha un buco sulla schiena, tutto l'indicibile sofferto nella rotellina che l'accompagna. Gira a destra, si velocizza, gira a sinistra, si rallenta, la rotellina non gira mai, Alessia non cammina, muove piccoli passi come una tartaruga senza guscio. Madre : della tartaruga che hanno mangiato i cani hai sepolto solo la corazza. Ci ritroviamo nella zona scura del corridoio, Alessia mastica lentamente il pasto minore,...

Miti Moderni/17 : di pietra

di Francesca Fiorletta Non esiste il ricordo. Le passioni tutte uguali. Ridere per dimenticare, nella tazzina del caffè. Sperare di incontrarsi, dimenticare il futuro, una caduta libera. Fino alla sazietà. Pensi di essere libero, il pericolo scampato; sono ancora tutte armi di pietra. Il monte di pietà spalma un gran foro nell’ignoto. Appendi il badge alle pareti, gli angoli di vimini, stropicciati. Sai arredare la notte con grandi favole erotiche, apri gli occhi nel buio, senza voce nella gola. La paura. La paura ti fa restare immobile. Il vetro non ti preme abbastanza, le nocche. La notte, poi passa. I...

Cinque poesie inedite

di Damiano Sinfonico Ho percorso tante case. Una diversa dall’altra. E una uguale all’altra. Non saprei dire che cos’è una casa. È più grande di poche stanze. E più piccola di un’idea. Ci è noto ogni particolare. Le casse da cui soffia la musica. Il colore della spugna per i piatti. Da dove salgono i rumori del mattino. Casa è dove abbiamo le ciabatte. * “Il mio regno per una tazza di tè”. Annego in un racconto di Cechov. Supero i capitoletti uno dopo...

.agone agonia.

di Gianluca Garrapa Lingue 2 no preoccupa tu gentile e bravo uomo va solo con donna io amo te come amico no come donna                (scusa) (adesso sei arrabbiato) in mio paese queste cose taglia gola no arrabbiato io no capisci non vuole così                                dio. * Trauma 2 è musica lo sguardo ripida la maglia stretta al corpo lascia aperto un...

Aforismi e dintorni

di Damiano Sinfonico La cosa più snob è vivere a Parigi per poter dire “io non ci vivrei”. Una casa è più grande di poche stanze e più piccola di un’idea. Una tesi è un’opera di finzione ben documentata. I poeti hanno un bel ritratto. Le sensazioni più minute (la tazzina che tocca le labbra, il tappo che si stacca dalla penna, il fruscio del giornale) allietano la giornata. Tutti gli ieri è sbagliato, che...

Sodali

di Giovanni Bitetto Sento gridare dentro di me, ma non conosco più il cammino della mia volontà fino alla mia gola. Il marinaio, Fernando Pessoa Reinhard non aveva previsto la pioggia. Heinrich non aveva previsto la pioggia. Sorseggiava rumorosamente il brodo per coprire il brontolio dei tuoni. I lampi inondavano la sala da pranzo, trascinavano la luce dell’unica candela. S’illuminava il tavolaccio di legno, il vecchio curvo: rimestava nel piatto adoperando il cucchiaio....

Il tuffatore

di Jacopo La Forgia Procul recedant somnia, Et noctium phantasmata Cara Alice,   oggi è il 7 ottobre e sono seduto in un bar di Venezia. Davanti a me ho il ponte dell’Accademia. L’ultima ora l’ho trascorsa a pensare al prisma che hai tatuato sull’avambraccio. Ricordo molto bene quanto fosse spesso l’inchiostro nero dei contorni. La forma del disegno, invece, non la riesco più a evocare. Ho sforzato la memoria a lungo perché ne...

di fantasmi e stasi. transizioni.

di Gianluca Garrapa su questa mano stretta attorno all’aria della mattina. non c’è la compatita morte di chi avete ucciso. i morti uccidono i vivi e poi li chiamano suicidi. sboccia nella loro mente come un vaso di ceramica la cattiveria alimentata dalla cultura dei libri. e non sanno altro che vincere e leccare i piedi al cielo di turno che li renda meno anonimi. non ho amici che nei...

Biopolitica, orsù!

di Vito M. Bonito   Biopolitica, orsù! (how can you mend a broken heart) Il poeta è un parassita sacro Michel Houellebecq o miei pupazzetti nell'ordine sacro vi giro e rigiro ora tu ora là nessuno lo sa maraviglia non faccia il vortice in ch'io scompaio ed appaio da sì tanto rumore sdegnata da sì acuto terrore che di me sia svelata la mia di me parte oscurata ogni mio falso aldilà la mano non tocchi giammai io perdono chi vive chi sopravvive nel mio stesso aldiquà seguìtemi dunque ìtemi assai al mio caldo...

Essendo il dentro un fuori infinito #7

di Mariasole Ariot "La diffusa credenza che kangaroo significasse "non capisco", risposta nella lingua aborigena a una domanda posta in inglese, è soltanto una leggenda" Roberto grande piede è un canguro. Macropodidae. La testa inclinata a est, la sacca marsupiale per i nuovi ospiti, i passi falcati, lenti se necessario, un salto dalla finestra quando è troppo. In ordine sparso appaiono tre rivelazioni notturne, le bussa al campo della mia porta,...

Ieri & Oggi. 1992.

di Michele Fianco  forse quell'angolo maledetto tra la parete che rientra le tue intensità dove la sco pa non passa, non passa proprio o una misurazione altra al tre orologerie la lampa da spenta che spegne anche me la lampada accesa che accende anche me o sugli autobus che mi vanno verso di te poi tor nano indietro poi di nuovo intanto che provo la profondi tà di un pensiero almeno set te/otto centimetri sotto il livello del mare a isola re a spostare la...

Da “L’OSPEDALE”

di Maddalena Vaglio Tanet 1. L'accettazione Sedute con le mani in grembo le ginocchia strette, i capelli raccolti nel vestibolo di un ospedale americano, noi insieme diffidenti l'una verso le altre e loro di più ancora: Niente paura signore ossa, I is on your side. Nel giardino di Saint John due uccelli, gazze a giudicare dalla coda, si contendono qualcosa, la nebbia gonfia il cielo tra i margini dei tetti, violagrigia, macchiata di rosa in certi punti (ossidi forse, polveri). Amsterdam Avenue tira una...

Arte della fuga. Contrapunctus I

di Fabio Donalisio fuga, gente in fuga nel mondo moribondo; quasi quasi fuggire e mi nascondo ** pianificare la fuga, dettagliarla; conoscerne i segreti e poi non farla ** primo non restare, non guardare non subire; resistere tenace al tentativo di capire ** non spendere parola, né tantomeno l'arte, che di fuggire non s'impara mai si viene messi a parte ** infinite controllate variazioni dello stesso, semplice angolo convesso del mondo che conosci e che non sai; più di questo non è dato, mai; abbastanza da perderci la vita: soggetti di una fuga di portata...

Punti della situazione

di Fabio Donalisio 1. esperire per dire, ci si riduce a questo, specie i più sinistri del re la cosa – la roba – persiste in separata sede, desiderio di ricchezza di miseri fai da te noiose pratiche di forbici sociali, immobili soggetti alla dilatazione termica: liberi nel sottostare uguali nell'obbedire uniti per vincere (democrazia, portaci via   2. provvisorio: una famosa sedia – di legno – in mezzo all'inferno cui abbracciarsi nel fuoco generale; necessita un cambio di passo, dicono, un crinale qualcosa di discriminante eppure, si sa, le cose sono...

Madre Roccia

di Corrado Aiello E se diventassi cattivo! (cattivo?) Sì – cattivo come un macigno e la sua mole d'arenaria – tutte le rocce sono tristi ma risultano così utili che alla fine stanno là esposte alla nostra rispettosa indifferenza; si dice che le pietre siano mute, quando in realtà ci ammutiscono: Sono pesanti p e s a n t i p  e  s  a  n  t  i (et cetera, fino a pensanti) e tendono a resistere anche al tempo.   Una roccia leggera è quasi buffa   Una roccia che si sgretola è...

I processi di ingrandimento delle immagini – 14 inediti di Lili Hofer

di Mariasole Ariot Un passaggio interno : occhio ad occhio in sequenza successiva Lili Hofer (Bolzano 26.2.1984 – Bastia 2.6.2015) ha lasciato questi testi a Flavio : un resto di ciò che resta, la presenza viva di un'assenza.  E Flavio,  attraverso una finestrella che si apre e ci apre al mondo , li passa a noi con un appunto : Per un’antologia di poeti scomparsi. Possiedo un campo in provincia di Parma, poso le lapidi. Dunque...

Essendo il dentro un fuori infinito #6

The morning comes to consciousness Of faint stale smells of beer From the sawdust-trampled street With all its muddy feet that press To early coffee-stands T. S. Eliot Amel canta gli orologi della casa, chiude le porte nei ritorni, si affaccia all'ora di preghiera : rivolto al sole, o forse l'opposto, Amel grida pianto, tace un piano, pianifica gli eventi. Nella casa delle quattro porte vivono otto maledetti : un incendiario, un collezionista, un portatore...

da “album”, da “taccuino”

  di Claudio Salvi mi raccontate di quella notte che un cervo vi è saltato davanti. l'avete abbattuto ma quando siete scesi—lei si era aggrappata al sedile—il cervo era andato via. per fortuna, avete detto, non ci siamo fatti niente. ma quell'animale è morto, hai aggiunto. come ogni volta avete affrontato la salita e siete saltati giù tremanti al cancello. una lampadina illuminava le begonie. da allora, passando sulla strada...

da “La storia, i ricordi”

di Gianluca D'Andrea Trasposizione (o l'identità del poeta)  Il fatto di essere non sussiste esiste l’essere come un fatto del sentire. Allora io sarà il nucleo per cui posso essere me stesso, non il triciclo abbandonato in strada accanto ai bidoni ustionati. Mia figlia pedala. Io è le mutande del ragazzo al semaforo che vende accendini. Dopo un giorno di lavoro brucio i fazzoletti abusivi e raccolgo parole da uno schermo, ustionato da tutti i contatti.     L'identità (o trasposizione del poeta)  Sentiva di spostarsi e...

Miti Moderni/15: tempo massimo

di Francesca Fiorletta Sei sempre fuori tempo massimo, mangi un panino, non hai voglia di spostarti dall’oblò, fumi una sigaretta, ti dovrai arrangiare, ti consigliano severi, infila al collo la cordicella, penzola al vento il cartellino, sei un impiegato, sei una massaia, bisogna accontentarsi, ti ripetono, troppo seri, che a questo mondo siamo sempre soli, in mezzo a tutti, non si riesce a stare da soli mai.  E prendi svelto una...

La costruzione del due

di Ivan Campesi zero – Ai margini di una stretta di mano, celati dai vetri appannati di un bar, costruiamo con fatica reti di relazioni sociali, in cui ci avvolgiamo in cerca di conforto. Ritroviamo ogni volta, nella velocità di un messaggio istantaneo o nella chiarezza con cui facebook riassume i punti salienti delle nostre vite, nuovi bisogni di solitudine da esacerbare: in quei momenti, siamo sempre abbandonati su un...

Di pietre, di ulivi

di Andrea Donaera Parla a pietre una sull’altra. I Prima di noi i padri, i nonni, le madri tra le dita il giallo vago dei muri e stamattina anche la guida che mostra la pietra porosa, la tocca, è farinosa, la mano sporcata, il turista fa foto ma non alle pareti: alle dita impolverate – a com'è che il tempo passa qui: un secolare e fine sgretolarsi, ...
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