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inediti

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Miti Moderni/14: esposizione

di Francesca Fiorletta La devastazione che si posa, con calma, davanti. Prendi sotto braccio gli idranti e sguinzaglia i cani da alleggerimento, sono già scattate le manette, mentre fervono gli ultimi preparativi per la festa, restano blindati gli ingressi, la regressione è stupefacente, che sia chiara la nostra determinazione, nel cuore degli scontri si scambiano di fretta i vestiti, abbandonano il campo di battaglia, i giovanili concorrenti, ma la...

Storie (quattro inediti)

di Damiano Sinfonico     Mi telefona nei momenti sbagliati. Sempre, chiunque. Non rispondo più. Lo faccio apposta. Appare il numero sul display, e mi secca. Lascio correre gli squilli, me ne infischio. Richiamerà più tardi, nel pomeriggio, o alla sera. Chiamerà quando ci sarà qualcuno in casa, non io. La casa diventa una conchiglia. Squilla, squilla, come fosse disabitata. Io mi avvolgo nelle sue pareti bianche, e resto in ascolto. A volte ho la tentazione di staccare la corrente. * Ci tocca questa...

Autostrada: confine Campania/Puglia

di Umberto di Donato È la linea del confine nell’idea maligna che divide in due la terra, il suo fantasma, spirito di paglia ed erba spada. Di qua inciampo in una storia, di là cambia la regione, la ragione dei fatti, la montagna in due squarciata da pensieri divergenti, da altre burocrazie, da una balza oppure da una rupe, da cespugli double-face. Rumina l’idea sull’assetto divisorio, sul non vissuto, sul non taciuto fantasticare su bigamo e bifronte, sul me due volte molle, su...

Miti Moderni/12: c’è tempo…

di Francesca Fiorletta «Che ore sono?» disse Michèle sbadigliando. «Insisti, dopo tutto quello che ti ho detto?» rispose Adam. «Sì, che ore sono?». «È l’ora in cui, chiara nella notte, vaga intorno alla terra errante con la sua luce altèra…» Il tempo non c’è, non avanza mai, s’è perduto, piano piano, il tempo.  Il tempo non insiste, per fare tutte le cose che vuoi fare, e nemmeno una piccola parte, la zona minima, che resta...

Miti Moderni/11: violini

di Francesca Fiorletta La violinista ha un vestito azzurro, con le balze, sale sul palcoscenico, il teatro è pieno ma nessuno batte le mani, è prima mattina e nessuno batte le mani, si aspetta soltanto, in silenzio, si sbadiglia e si aspetta, l’inizio del concerto. Anche gli altri musicisti restano immobili, nessuno parla, nessuno incomincia a suonare, è prima mattina, il teatro è pieno, e il vestito, con le...

L’arrampicata

di: Federico Pevere E' una tragedia, zingara, da lacrime, da dividerci il mondo. Due attori da periferia. Entrambi sono all'ultima possibilità. Il Primo storto come una malattia, un ultimo stadio, una voce che ripete le rimangono una decina di giorni al massimo. Di marmo come la sua terra, i Balcani o il fegato d’Europa, immondezzaio ostinato: all’occorrenza cimitero, all’occorrenza occorrenza.  Invincibile come la sconfitta, Il Primo. L’Altro, fatto di bolle...

EREDITÀ ED ESTINZIONE (sette poesie)

di Giovanna Frene   I. Tecnica di sopravvivenza per l’Occidente che affonda   la sostanza è dentro l’occhio ma l’occhio è di vetro   I. si sovrappongono, sembrano a tratti coincidere, si proiettano a poco a poco, in tutta la perfezione si curvano mattoni di fumo, o colpe riversate per non essere proprie, crollate perché alte, e gonfie. piove nero, ad arco. ma non è così.         II. inimmaginabile il pericolo del fango, non se ne parli. esige, una mappa, il secco materiale, seguire l’avanzata se è rapida,...

Esperimento di fuoriuscita

di: Alessandra Sarchi Una mano mi ha aperto la testa. Ero appoggiata con l’orecchio sinistro sul piano di acciaio del tavolo e la mano ha sezionato il mio cranio in due calotte. Rumori viscidi di materiali organici molli, uva matura schiacciata tra i polpastrelli, ma non cola sangue. I capelli si dividono in due parti e cadono sul metallo, come parrucca. I rumori sono cinematografici, scollati da quel che sento,...

Essendo il dentro un fuori infinito #2

di Mariasole Ariot Il pazzo, questo gran pesce scrollato, cui si fa spalancare la bocca a forma di sì. F. Leuret   Faheem nuota nel corridoio da millenni. Alle tre di notte mi sveglia, rovista tra i capelli, danza con le mani appese al collo, prende le mie, le stupisce di una notte scavata nella notte : è maggio. Alle quattro ridiamo sulle parti superiori del viso : abbiamo dieci occhi per sopravvivere agli eventi, ci avventiamo...

i morti – una compilation

di manuel micaletto il rumore degli autocicli in manovra, quando nella sequenza di un parcheggio a più fiate si soffermano, dedicano il peso a un’area circoscritta e sotto sfrigolano, oppressi, i coriandoli dell’asfalto, che squama. a suo modo, riferisce. congratulazioni stampanti. ok anche telefoni SIP in guisa di saponetta, con la scocca lucida. ma certo la particolare grammatura, nonchédimeno porosità, delle plastiche in dote alla maggiorpiù delle stampanti, le favorisce e...

Poesie e prose

di Gianluca Garrapa da Poevisioni , inedito. 3 crismi e tele angolari, sì. linee e triangoli babelici, sì. babilonie di generi diversi e caos, sì. purezza di spirito senza il pandemonio, sì. cerchi e perfezione, no. cenacoli di diffrazioni acustiche, sì. foglie poche e curve obnubilanti da un vento finto_proletario senza armi, forse. sottofondo adiabatico non_reciproco, sì. gatti e gufi intrecciati di canti e santi, sì. proiezioni ancastiche precisione d’immagine apparenze sguaiate,...

Dieci poesie

di Luciano Neri   da Figure mancanti, inedito.   (…) (infanzia delle figure) Il becchino e il giardiniere nella perdita ad occhio delle loro immagini (dalle fosse comuni al giardino botanico). Intenti a trafugare a espiantare le voci mancanti nel foro scoperto che li unisce nel comune lavoro di scavo: il campo vocale, uno, delle ellissi, due. - (…) (visite all’Evangelico) A D. Nessuno ci chiedeva più il nome e restavamo al palo di obici piantati (al Tacheles) e come intrusi nella corsia degli incurabili… Ognuno cambiando ago nel sangue –...

Dieci poesie

di Giovanni Turra   Da Con fatica dire fame, inedito.   Mandare a memoria la tua vita Mandare a memoria la tua vita, mandarla indietro, com’è dell’orologio a parete al cambio dell’ora. Con tatto d’entomologo ne sposti indietro l’elitre delle lancette: un volo di lancette sul quadrante, tutta la tua vita in un botto. E s’accampano di getto, come usciti dall’armadio, i tuoi morti tutti e due. A mezzo busto dentro una cornice, in un giorno di sole. * Riflettere quel poco com’è dei sottoposti. Darsi da fare invece, darci dentro. Ne...

5 poesie

di Andrea Inglese . In questa poesia c’è un lago ghiacciato alcuni metri campione una forma di vaselina solida cibo da specialisti i resti di un’operazione finanziaria manca la musica dei rami mancano le orbite dei dodecaedri manca la forza gravitazionale all’interno delle catapulte siamo in un museo dell’infamia una giovanna d’arco viene con la camera oscura io la vedo mentre avanza decisa renderà giustizia a questo villaggio per metà estinto per metà bloccato nei suoi meccanismi per metà privo di minerali sostegni renderà giustizia come se...

Bagnanti#3

di Renata Morresi «...spiccava fra i corpi quello di una donna avvolta da una tunica di un fucsia sgargiante...non dimenticheremo mai quel luccichio fucsia diventato per noi un punto-nave per potere dare indicazioni alle motovedette e ripetere dei giri concentrici nella speranza di trovare qualcosa in movimento.» (Intervista agli elicotteristi Raffaele Signorelli e Daniele Bissanti, Corriere della Sera, 8 Aprile 2011)   caduta nell'acqua sbocciata aperta d'un tratto rotonda come una medusa rosa gola plena di camelia caduta...

Bagnanti #2

di Renata Morresi   le vite dicembre sulle isole Pelagie   furono dei pirati dei Tomasi   feste lente lingue di lava   pause lunghe un Pleistocene     ciascun erede della casata sparso alla sua longitudine   se allarga le braccia, se abbraccia è una cala   entrata naturale   ma come, cosa, chi altri che l'aria         è che a forza di pensare all'Italia siamo diventati un po' Italia anche noi mugola da scorza vecchissima mugola mucosa ulcerata dalla plastica     c'hanno visti con le altre nelle vasche a Linosa all'ospedale cinquanta chili o dieci o due di carapace (le...

Bagnanti #1

di Renata Morresi     ci sono dappertutto bagnanti felici (A. Porta)     essere molti e saline vive e più mobili del mare, abitanti confusi a risalire all'indietro, ad uno stile nobile, le antiche genealogie anfibie       dalle rocce dai picchi sulle acque gli iddii vedrebbero popoli morbidi lentissimi fondersi agli anemoni polipi i tanti piedi avvinghiati agli scogli staccarsi, larve sbocciare in azzurri dagli astri, gli stessi continuamente fossili         mischiati rettili, bivalvi, i vicini d'ombrellone o crostacei, dèi alieni, relitti d'astronavi in una scorza che è già pelle abbiamo sciolto insieme i sangui...
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