di Francesca Fiorletta
La devastazione che si posa, con calma, davanti. Prendi sotto braccio gli idranti e sguinzaglia i cani da alleggerimento, sono già scattate le manette, mentre fervono gli ultimi preparativi per la festa, restano blindati gli ingressi, la regressione è stupefacente, che sia chiara la nostra determinazione, nel cuore degli scontri si scambiano di fretta i vestiti, abbandonano il campo di battaglia, i giovanili concorrenti, ma la...
di Damiano Sinfonico
Mi telefona nei momenti sbagliati.
Sempre, chiunque.
Non rispondo più. Lo faccio apposta.
Appare il numero sul display, e mi secca.
Lascio correre gli squilli, me ne infischio.
Richiamerà più tardi, nel pomeriggio, o alla sera.
Chiamerà quando ci sarà qualcuno in casa, non io.
La casa diventa una conchiglia.
Squilla, squilla, come fosse disabitata.
Io mi avvolgo nelle sue pareti bianche, e resto in ascolto.
A volte ho la tentazione di staccare la corrente.
*
Ci tocca questa...
di Umberto di Donato
È la linea del confine nell’idea
maligna che divide in due
la terra, il suo fantasma, spirito
di paglia ed erba spada.
Di qua inciampo in una storia, di là cambia
la regione, la ragione dei fatti,
la montagna in due squarciata
da pensieri divergenti, da altre burocrazie,
da una balza oppure da una rupe,
da cespugli double-face.
Rumina l’idea sull’assetto divisorio,
sul non vissuto, sul non taciuto
fantasticare su bigamo e bifronte,
sul me due volte molle, su...
di Francesca Fiorletta
«Che ore sono?» disse Michèle sbadigliando.
«Insisti, dopo tutto quello che ti ho detto?» rispose Adam.
«Sì, che ore sono?».
«È l’ora in cui, chiara nella notte, vaga intorno alla terra errante con la sua luce altèra…»
Il tempo non c’è, non avanza mai, s’è perduto, piano piano, il tempo.
Il tempo non insiste, per fare tutte le cose che vuoi fare, e nemmeno una piccola parte, la zona minima, che resta...
di Francesca Fiorletta
La violinista ha un vestito azzurro, con le balze, sale sul palcoscenico, il teatro è pieno ma nessuno batte le mani, è prima mattina e nessuno batte le mani, si aspetta soltanto, in silenzio, si sbadiglia e si aspetta, l’inizio del concerto. Anche gli altri musicisti restano immobili, nessuno parla, nessuno incomincia a suonare, è prima mattina, il teatro è pieno, e il vestito, con le...
di: Federico Pevere
E' una tragedia, zingara, da lacrime, da dividerci il mondo. Due attori da periferia. Entrambi sono all'ultima possibilità. Il Primo storto come una malattia, un ultimo stadio, una voce che ripete le rimangono una decina di giorni al massimo. Di marmo come la sua terra, i Balcani o il fegato d’Europa, immondezzaio ostinato: all’occorrenza cimitero, all’occorrenza occorrenza.
Invincibile come la sconfitta, Il Primo. L’Altro, fatto di bolle...
di Giovanna Frene
I. Tecnica di sopravvivenza per l’Occidente che affonda
la sostanza è dentro l’occhio
ma l’occhio è di vetro
I.
si sovrappongono, sembrano a tratti coincidere, si proiettano
a poco a poco, in tutta la perfezione si curvano
mattoni di fumo, o colpe riversate
per non essere proprie, crollate
perché alte, e gonfie. piove nero, ad arco.
ma non è così.
II.
inimmaginabile il pericolo del fango, non se ne parli.
esige, una mappa, il secco materiale, seguire
l’avanzata se è rapida,...
di: Alessandra Sarchi
Una mano mi ha aperto la testa. Ero appoggiata con l’orecchio sinistro sul piano di acciaio del tavolo e la mano ha sezionato il mio cranio in due calotte. Rumori viscidi di materiali organici molli, uva matura schiacciata tra i polpastrelli, ma non cola sangue. I capelli si dividono in due parti e cadono sul metallo, come parrucca. I rumori sono cinematografici, scollati da quel che sento,...
di Mariasole Ariot
Il pazzo, questo gran pesce scrollato,
cui si fa spalancare la bocca a forma di sì.
F. Leuret
Faheem nuota nel corridoio da millenni.
Alle tre di notte mi sveglia, rovista tra i capelli, danza con le mani appese al collo, prende le mie,
le stupisce di una notte scavata nella notte : è maggio.
Alle quattro ridiamo sulle parti superiori del viso : abbiamo dieci occhi per sopravvivere agli eventi,
ci avventiamo...
di manuel micaletto
il rumore degli autocicli in manovra, quando nella sequenza di un parcheggio a più fiate si soffermano, dedicano il peso a un’area circoscritta e sotto sfrigolano, oppressi, i coriandoli dell’asfalto, che squama. a suo modo, riferisce.
congratulazioni stampanti. ok anche telefoni SIP in guisa di saponetta, con la scocca lucida. ma certo la particolare grammatura, nonchédimeno porosità, delle plastiche in dote alla maggiorpiù delle stampanti, le favorisce e...
di Gianluca Garrapa
da Poevisioni , inedito.
3
crismi e tele angolari, sì. linee e triangoli babelici, sì. babilonie di generi diversi e caos, sì. purezza di spirito senza il pandemonio, sì. cerchi e perfezione, no. cenacoli di diffrazioni acustiche, sì. foglie poche e curve obnubilanti da un vento finto_proletario senza armi, forse. sottofondo adiabatico non_reciproco, sì. gatti e gufi intrecciati di canti e santi, sì. proiezioni ancastiche precisione d’immagine apparenze sguaiate,...
di Luciano Neri
da Figure mancanti, inedito.
(…)
(infanzia delle figure)
Il becchino e il giardiniere
nella perdita ad occhio delle loro immagini
(dalle fosse comuni al giardino botanico).
Intenti a trafugare a espiantare
le voci mancanti nel foro scoperto
che li unisce nel comune lavoro di scavo:
il campo vocale, uno, delle ellissi, due.
-
(…)
(visite all’Evangelico)
A D.
Nessuno ci chiedeva più il nome
e restavamo al palo di obici
piantati (al Tacheles) e come intrusi
nella corsia degli incurabili…
Ognuno cambiando ago
nel sangue –...
di Giovanni Turra
Da Con fatica dire fame, inedito.
Mandare a memoria la tua vita
Mandare a memoria la tua vita,
mandarla indietro,
com’è dell’orologio a parete
al cambio dell’ora.
Con tatto d’entomologo
ne sposti indietro l’elitre
delle lancette:
un volo di lancette sul quadrante,
tutta la tua vita in un botto.
E s’accampano di getto,
come usciti dall’armadio,
i tuoi morti tutti e due.
A mezzo busto dentro una cornice,
in un giorno di sole.
*
Riflettere quel poco
com’è dei sottoposti.
Darsi da fare invece, darci
dentro. Ne...
di Andrea Inglese
.
In questa poesia
c’è un lago ghiacciato
alcuni metri campione
una forma di vaselina solida
cibo da specialisti
i resti di un’operazione finanziaria
manca la musica dei rami
mancano le orbite dei dodecaedri
manca la forza gravitazionale all’interno delle catapulte
siamo in un museo dell’infamia
una giovanna d’arco viene con la camera oscura
io la vedo mentre avanza decisa
renderà giustizia a questo villaggio
per metà estinto
per metà bloccato nei suoi meccanismi
per metà privo di minerali sostegni
renderà giustizia come se...
di Renata Morresi
«...spiccava fra i corpi quello di una donna avvolta da una tunica di un fucsia sgargiante...non dimenticheremo mai quel luccichio fucsia diventato per noi un punto-nave per potere dare indicazioni alle motovedette e ripetere dei giri concentrici nella speranza di trovare qualcosa in movimento.»
(Intervista agli elicotteristi Raffaele Signorelli e Daniele Bissanti,
Corriere della Sera, 8 Aprile 2011)
caduta nell'acqua sbocciata
aperta d'un tratto rotonda
come una medusa rosa
gola plena di camelia
caduta...
di Renata Morresi
le vite dicembre
sulle isole Pelagie
furono dei pirati
dei Tomasi
feste lente
lingue di lava
pause lunghe un Pleistocene
ciascun erede della casata
sparso alla sua longitudine
se allarga le braccia, se abbraccia
è una cala
entrata naturale
ma come, cosa, chi altri
che l'aria
è che a forza di pensare all'Italia
siamo diventati un po' Italia anche noi
mugola da scorza vecchissima
mugola mucosa
ulcerata dalla plastica
c'hanno visti con le altre nelle vasche
a Linosa all'ospedale
cinquanta chili o dieci o due di carapace
(le...
di Renata Morresi
ci sono dappertutto bagnanti felici
(A. Porta)
essere molti e saline
vive e più mobili
del mare, abitanti
confusi a risalire
all'indietro, ad uno
stile nobile, le antiche
genealogie anfibie
dalle rocce dai picchi sulle acque gli iddii
vedrebbero popoli morbidi lentissimi
fondersi agli anemoni polipi i tanti
piedi avvinghiati agli scogli
staccarsi, larve sbocciare
in azzurri
dagli astri, gli stessi
continuamente fossili
mischiati rettili, bivalvi, i vicini
d'ombrellone o crostacei,
dèi alieni, relitti d'astronavi
in una scorza che è già pelle
abbiamo sciolto insieme
i sangui...