di Stefano Solventi Uno spettro si aggira nell’editoria: il rock come eredità culturale e ricettacolo di storie oltre la manifestazione sonora. Sono tra coloro che al rock negli anni novanta ci credeva. Ci credevo tanto.
di Antonio Potenza
Da due mesi, ogni sera, la mia caviglia sinistra inizia a gonfiarsi come se qualcuno ci soffiasse dentro aria fresca. A guardarla dall’alto mi è subito parsa una zampa di elefante con quelle grinze orizzontali piuttosto scavate al livello del calcagno.
di Carlo Giacobbi
La morte, dunque. E la si pronunci questa parola, se ne indaghi anzitutto il significato letterale-biologico, se ne prenda atto: questo pare essere l’invito del dettato poetico dell’autrice, il motivo della sua ars scribendi.
di Alberto Brodesco
Entrare in un cinema, salire in cabina di proiezione, far partire Woodstock, sedersi in poltrona e guardare il film da unico spettatore in sala.
di Christian d Furia Bisogna ripetere tre volte il desiderio; aprire gli occhi e camminare; raggiungere il primo angolo del campo e baciare il palo di ferro;
di Mariasole Ariot
Cara L.
Seduta sulle ginocchia dell’alba ho il volto rivolto ad est, ho sempre capito i segni cardinali, li sento nell’esofago, ti scrivo mentre la casa è un temporale.
di Mariasole Ariot Si apre nella stanza – la parvenza della luce che ha per occhio – una buca sul terreno della casa – le mani dolci come cialde – il delicato attendere una chiamata
di Mario Bramè Il flusso è piuttosto semplice: il giornalista cerca, insieme, di seguire e continuare ad alimentare l’interesse improvviso su un determinato argomento, il più delle volte circoscritto nel tempo.
Mi crogiolo all’idea del bus che percorrerà la Prenestina, bagnata dall’arancio dei lampioni, per restituirmi al nero della mia camera, che è fumoso e nerastro, appena disturbato dalle finestre del condominio troppo vicino al ballatoio.
Un giorno, un giovane falco- dalle sue alture inaccessibili- scorse una tartaruga in contemplazione del mondo. Passò due anni a scrutarla, a studiarla… Poi le si accostò e stette ad ascoltare i sogni e le utopie.
di Mariasole Ariot
O dovremo obbedire, e cavalcare con te fra gli annegati
Dylan Thomas
Cui Cesar - Preludes - Moderato assai "
Al mattino fuoriesce un verme dalla bocca, annodato dalla notte che è di ottone, una tomba annuncia il sangue del mattino, mi sputa nella gola un meccanismo artefatto di parole, quando non sappiamo dirci e il corpo disfa per una comunicazione interna, fondersi con...
di Michele Neri
Sono tornata di corsa, per strada non c'era nessuno e non vedevo il tempo che accelerava di fianco a me. Sono quasi le nove: è tardi.
Il mio vicino di casa ogni mattina bussa alla porta. Insiste, dice che un giorno sarà impossibile ascoltare quei suoni che rimandano la nostra fine.
Io sono la donna più popolare e senza aver fatto niente di speciale; hanno detto la salvatrice del...
di Mariasole Ariot
18 ottobre 1917. Paura della notte. Paura della non-notte
Franz Kafka
Aleksandr Nikolaevič Skrjabin - Etude Op.8 No.12 "
Crescono i corpi del giardino come piccole tempeste della notte, un fiore che appassisce alla finestra e tu non dici acqua - quando lo scherzo è cauto e doloroso, il bene che hai annunciato una miseria, di nuovo un filamento un pozzo un sogno, ancora il...
di Isidora Tesic
Avere un corpo e non sapere come portarlo. Averlo appena, usarlo come mantice. Come gregario, per rompere l’aria. Per il beneficio di chi lo segue – fosse anche l’anima. Il ragazzo ha pensato spesso di avere un’anima esterna, che lo segue arrancando.
È sdraiato nella sua stanza e il corpo, in questo istante, è qualcosa di simile a un rudimento di esistenza. Non dorme. La stanza...
di Mariasole Ariot
Ricordo la prima volta che ci siamo parlati: ero appena rientrata a Vicenza dopo gli anni trentini, abitavo in una casa buia. Ho una memoria vivida per i dialoghi, debole per le immagini, ma ricordo sempre i luoghi precisi e la posizione dei corpi quando si parlano. Me ne stavo seduta sul divano con un gatto, la luce accesa e troppo forte, e ti immaginavo da...
Sharon Vanoli
Quale intuizione mi aspetto, per liberare che cosa?
Sylvia Plath – Diari
Hai detto che avresti provato di nuovo. Non serve aspettare la notte. Guarda, l’infermiera ha abbandonato il Signor Vito un’altra volta in mezzo al corridoio. Puoi vedere la punta dei suoi piedi, da qui. L’alluce che spunta da un lato del lenzuolo, ricoperto di peluria candida. Le mani – ah, le mani –...
di Maria Grazia Calandrone
Il libro Non superare le dosi consigliate di Costanza Rizzacasa d’Orsogna parla a ciascun lettore, instaura e intrattiene un dialogo privato con chi legge. Quando il libro si chiude, ci pare di conoscere Matilde (la persona che nel libro dice «io»), ci pare di avere conquistato una nuova amica, della quale vorremmo continuare a seguire le vicende. Non la vicenda della sua obesità, benché l’argomento in...
di Alberto Brodesco
Ipotesi: si è prodotta una biforcazione tra una comunicazione impersonale (verso tutti) curata, e una comunicazione personale (verso qualcuno di preciso) sciatta. La prima è lo stile Instagram, la seconda lo stile Zoom.
Ho presenziato a un meeting di gruppo su Zoom dove una partecipante aveva alle spalle lo stendibiancheria. Al di là di un fastidio estetico, idiosincrasico, per quell'oggetto, lo stendino ha svolto una funzione rivelatrice....
di Mariasole Ariot
Caro G.,
oggi il cielo è plumbeo, ho scartavetrato la casa per cercare un corpo che non fosse inquinato, ho preso le parti e introdotto un nervo nello stipite. La paura è questa sacca di placenta che spinge la mia testa, nascono figli e figlie dentro la nuca, mi chiedo sempre come tu stia, da quando la montagna ci ha soccorso.
Ho camminato a lungo, ho percorso un...
di Mia Lecomte
La frontiera spaesata. Un viaggio alle porte dei Balcani di Giuseppe A. Samonà
In uno dei pochi accenni autobiografici di questo libro meravigliosamente “estro-verso” – sempre oltre l’autore, altrove, all’ascolto della comune umanità nel tempo – Giuseppe Samonà-bambino chiede al padre: “Come mai gli uomini si spostano?”. Ormai adulto, forte dei molti spostamenti geografici e linguistici con cui ha costruito il proprio percorso di studioso e scrittore, prova...
di Mariasole Ariot
Cade un mondo dalla testa, amplifica la velocità del tremendo, quando si china e non mi chiama, un capo abbassato conficcato nella terra, quando resta la parte clandestina che non apre, quanto preme, quanto muore e se non muore: vedere il bosco uscire dalle labbra, una pelle scorticata per le attese, il silenzio che muove, il vento di aprile, il frutto acerbo delle età immobili, e...
di Cristian di Furia
Un padre
Quando otto anni fa mio padre è deceduto credevo mai più l'avrei rivisto: ieri invece mi ha telefonato per dirmi che era appena risuscitato.
Poi ha chiuso, e io sono rimasto col telefono in mano.
Poi ha richiamato e mi ha detto, ci vediamo?
Quando, ho chiesto io.
Ora, ha detto lui.
Dove, ho chiesto io.
Sotto casa, ha detto lui.
Quale, ho chiesto io.
Ma aveva già chiuso. E io sono...
di Orazio Labbate
Nevicava da due notti. Il gelo aveva sommerso i pali della luce interrompendo la corrente in tutto il quartiere. La gente rimaneva in casa come in attesa di un mistero. Il mio vicino di tanto in tanto mostrava un occhio attraverso la tenda, come a spiare un omicidio. La neve aveva sommerso la mia auto, riuscivo a vederne, dalla finestra della cucina, solo alcune parti. Nel cofano...
di Hilary Tiscione
La figlia piccola è matta da legare. L’altra è viziata e altezzosa. Ho imparato l’arte della calma. Verso brandy e firmo assegni, conosco ogni nuance del generale Sternwood. Se non ci fossi io qui dentro andrebbero tutti a gambe all’aria. Il capo ha chiamato un detective perché Carmen, la piccola, è finita nella merda un’altra volta. Ma li ho sentiti parlare anche di Regan. Regan è sparito....
di Francesco Borrasso
La depressione è una terra continuamente esposta, è un luogo bagnato, umido, è portare una croce senza un gesto che possa farti capire che prima o poi ci sarà la quiete; la depressione è stata come una colata di cemento dentro i muscoli, sopra le ossa, è stata guardarmi allo specchio e vedere una faccia estranea, osservarmi nel riflesso e non riuscire a riconoscermi e piangere e...
di Sharon Vanoli
Realtà – le orche
L’incubo è che esistono due mondi.
L’incubo è che esiste un solo mondo,
questo.
Susan Sontag – La coscienza imbrigliata al corpo.
Stamattina ho fatto un disegno ad acquerello. Mi interessava sperimentare l’acqua, allora ho dipinto una palude. Sul punto di finire, ho fermato la mano per controllare l’effetto. Il verde-azzurro della superficie era così placido, nella rarefazione, che non ho resistito al piacere di sbiadirlo ancora un...