di Massimo Bonifazio
che mi arrivi con crepitii di radio a galena: la sua voce,
dal fondo di depositi calcarei, tufi, che giustifica a fatica
il suo ritorno qui; come se fosse più facile,
esaurita la spinta dell’ossigeno, trasformato
quel poco di carbonio e scissa ogni sua cellula
in elementi estranei, corpi; come se fosse più facile,
così: esplorare, prendere visione.
........................................................la sua voce,
che mi arriva a fiotti: col calore di sorgive termali,
acqua poggiata sulle argille, che...
di Davide Racca
Stessa faccia stessa razza - dice il greco.
La scimmia dello zoo - con la mano
al mento, si concentra, si gratta,
si spaventa ...
ZOO
Arm Macht Reich
Dal nido alla cella - un uovo morto.
Disabitata - la voliera
sotterra
la testa del condor.
*
Il sonno - più forte
del leone -
spalanca
- lisergiche
- le fauci.
*
Nel deserto - estinto -
sotto grasse piogge di mani
- dietro rumori attutiti - e
nessuna uscita - il pitone
- scorsoio - si fa...
di Marina Pizzi
1.
la giacca della rupe l'ho messa
accanto alla culla. così si capirà
che non è nascita essere bambini
i ragazzini con le caviglie esangui
le lunghe nuche senza fidanza.
in palio non c'è niente se non vedetta
di vendetta guardarci dritti negli occhi.
un compagno di asilo è stato ammesso
a fischiettare con le rondini. questo il
buono che si staglia tutto fecondo e dotto.
una minaccia di pioggia fa da tara
all'abaco che non conta che sfila
il...
di Marco Ceriani
.
...Chi crede che la morte non ha odore
costui sappia che costei puzza d'angoscia
più dell'ignara Giocasta s'ha mai cuore
di stridere nel coito sotto coscia
...all'invertito Edipo! E che la morte inveschi
più della puzza che più dell'ascellare sebo
di quel greco dirime forse in Eschilo
il gran tema che dà inizio ai Sette a Tebe?
...Forse chi crede che la morte va alla morìa
come dall'ascella di colui che forbici pianta nella gola
dei galli...
di Domenico Pinto
Ottavio Fatica, nato a Perugia, vive e lavora a Roma. È fra gli interpreti più profondi della letteratura in lingua inglese. Ha lavorato a lungo per Theoria, Einaudi e da diversi anni per Adelphi. Ha vinto il Mondello per la traduzione di Limericks di Edward Lear e nel 2007 il Monselice per la traduzione di La città della tremenda notte di Kipling. Ora è al suo esordio...
di Davide Racca
.
NEUKÖLLN
.
.
Nella vetrina di lapidi il barboncino –
crepuscolare – dorme ...
Si vende
con la morte – ci metti pure
l'insegna lunare ...
La donna – in bianco di crisantemi
– la vita tarlata, vende – banane
nere – latte
e telefonate – senza articoli
da consegnare
alla grammatica tedesca –
Dal suo imbiss
un turco sta
– davanti al bolo di manzo
in forma di sidro
...
Dove corpi arrancano – fino
ad una lingua elementare, un taglio
di carne cade – e per...
bisogna così acchiappare il tempo e rivoltarlo nell’eternità, scamosciarlo e inciderlo, sguainarlo, e lasciarne così la polpa assurda all’aria e il suo afrore marcio alla luce, alle parole
io misuro il mare con le linee, e i fili elettrici correndo avanti al mare entrano asciutti in mare, trasportano i mini-animali pullulanti e non sfrigolano nell’acqua e nell’umor vitreo, e tutta la cosa che è il mondo sembra un cruciverba...
di
Viola Amarelli
( necessità)
Sarà polvere, e brezza, e cerchio in goccia
o in ombra,
e cenere, e fumo di spirali e afa
pioggia e verde, e odore di muschio
e gran silenzio,
e fiamme e rombi e razzi cadenti di scie striate arcobaleni
argenti, fissi, immoti tristi
allegri sfingi
sarà l’acqua e l’aria e il fuoco con la terra
fino a una supernova
pura materia e spirito
iustum in perpetuum vivet, basta e avanza
al cuore.
Poesia
di
Franco Arminio
il nodo
l'unghia di vetro
il cane nero
la melma fossile
insomma la cosa
che di noi è più dentro
più nascosta
inarrivata
inarrivabile
la cosa che neppure dio vede
come la parete del cuore
che sfugge ai medici
come la neve che non cade
e non si scioglie
come se in tutto l'essere di ognuno
ci fosse sempre e solo
questa bufera invisibile
questo dolore immobile
caldaia
pozzo
labirinto di tubature
incendio che se vuole
può bruciare in un attimo
la paglia
della mente e del mondo
la paglia delle parole.
di
Mia Mare
Starsene all'interno di un abbraccio
che per intero fosse solo abbraccio,
non un semplice prologo a un rituale
quanto più fantasioso più scontato,
per non dire del lato anche grottesco,
di sesso: questo era stato
il desiderio suo, il più vero
ai tempi che qualcuno la chiamava
cara, e gioia mia, mio amore.
Ma solo in sogno questo era accaduto.
E anche in sogno di rado con l' amante,
più spesso con uno sconosciuto.
postato da: nonsonoqui alle...
di Andrea Inglese
Cara Reinserzione Culturale del Disoccupato,
a volte mi basta passeggiare, o trovarmi seduto da qualche parte,
con la sensazione che sto tirando le fila, anche se,
dentro di me ho l’aria distratta, e fuori sembro uno
che fissa un angolo di porta, con un quadro in mente, la mente spenta,
non è vero niente, c’è una lieve, ma precisa continuazione,
un fluire di particelle, forse sono gli atomi della fisica,
qualcosa...
di Andrea Inglese
Cara Reinserzione Culturale del Disoccupato
un giorno, dopo averti scritto, mi è capitato di vedere una croce.
Erano frasi stampate su di un manifesto,
proprio contro una porta,
una scritta orizzontale lunga, noiosa,
e una serie di segni verticali, di un altro colore,
insensati
«Ecco la croce» mi sono detto.
«Proprio contro una porta.»
(E come per scherzo, mi sono ricordato
la mia perfetta nudità: anche in strada,
in mezzo al mio prossimo,...
di Andrea Inglese
Cara Reinserzione Culturale del Disoccupato,
se tu mi abbandonassi ora,
non saprei calcolarne il danno,
e non succederebbe nulla.
Se io invece
mi abbandonassi,
nessuno di noi si accorgerebbe
di cosa è cambiato, di come crescano
fertili i miei ragionamenti,
del perché io ancora ti scriva,
come a mendicare,
prigioniero delle mie guarigioni.
Sono guarito troppo, non faccio
che continuare, sotto i tuoi occhi, a guarire:
è per via di questa comprensione crescente
data dal rimbalzo
dei mie ragionamenti
contro il...
Di recente la redazione de L'ospite ingrato, nella sua versione on-line, ha diffuso tra i poeti un questionario riguardante la "funzione Fortini" nella poesia contemporanea. Nella homepage del sito si legge: "Il progetto della rivista on-line nasce dalla volontà di creare uno spazio che, partendo dall’esperienza dell’«Ospite ingrato», proponga discussioni ed interventi su temi fortiniani". Ma quali sono questi temi "fortiniani"? Sono fondamentalmente temi d'intreccio, che richiedono di pensare...
di Alessandro De Santis
Tutto il giorno aveva camminato sul ciglio della strada
contava i passi e li classificava
e poi passava agli organi, alle carni
la lingua lastricata e le sue selci
intrise del sudore del non dire.
Aveva infilato le mani chiuse a pugno nelle tasche
ed era risalito sin dentro alla campagna
Fatto inventario dei pali dei filari
piantati come croci, sporcato la...
di Marina Pizzi
246.
in un gioco di penombre la breccia della leccornia (la tavola imbandita) per convincere il sole a farsi dominante così da poter sbattere le coperte in piena pace dal balcone.
247.
le rivalità dell'ombra giochicchiano imbattute
248.
con il limite degli occhi ci guardiamo in cagnesco
249.
con una biglia so giocare come fosse un anfiteatro
250.
col mento nella fossa sento piangere
251.
la culla è in un angolo, ora serve da fioriera,...
di Marina Pizzi
152.
E’ qui che mi si dà il soqquadro dell'amarezza al tasto che tutto può nei tasti gemelli di genesi con esito diverso. Si formano le parole e le guardo nel leggerle con la fratellanza del mito, con il polso gonfio di evocarle musiche al calendario da stracciare a poco a poco.
153.
Alla bocciofila c'è un'unica donna campionessa di lancio e di stecca quando gioca al biliardo. E’ molto...
di Rossano Astremo
Divento di giorno in giorno, di ora
in ora, da un battito di ciglia all’altro,
sempre più astratto, sfocato, illeggibile.
Come una foto della Woodman
spingo il mio corpo oltre la soglia
che divide l’impresso dall’assente.
Richiedo sparizione con forza finale,
un modo per non guardare il risvolto
della giacca che sono diventato:
pellicola graffiata con unghie dorate,
proiettata al contrario in dono corporeo.
Ti sogno da notti che non so numerare,
c’è sempre l’immagine di te al...