di Vito Bonito
canto dei bambini monocellulari
gli organismi monocellulari
sono la forma di vita
di maggior splendore
un'esistenza parassitaria
che non ha bisogno alcuno
di svilupparsi ulteriormente
senza cervello senza nervi
immortali perfetti
…
solo ciò che è perfetto
non continua a svilupparsi
lo sviluppo non è altro
che un indice di imperfezione
e allora bisogna
pensare in grande
andare oltre
la striminzita misura umana
…
la morte non finisce mai
la morte finisce
me l'ha detto mia mamma
quando è morta per la sesta volta
anche il frigorifero muore spesso
di notte...
di Andrea Astolfi
c’è un passaggio
un passaggio
white
*
treno in corsa
ad un certo punto
forse vedo un vhs
*
a sapporo
o a sapporo
wonderful ball
*
silence
where are all my toys?
colui che non può scrivere
*
lo sconto
è abbastanza
le colline portano poesie
*
cantano le cicale
cercavo sollievo nella poesia.
non scrivere
*
senza sonno scrivo due righe
la ventola gira
mia madre è di là che dorme –
*
cerca nella posta
sviluppate subito
brown sugar
*
cane di taglia minuta
è tutto qui
foto
*
vista dell’altopiano in primavera
dobbiamo scendere a
a dèrgano
*
brutta tuborg
l’arte fa schifo
i need
*
albero...
di Ron Padgett
POESIA D'AMORE
Siamo pieni di fiammiferi a casa.
Li teniamo sempre a portata di mano.
Ora la nostra marca preferita è Ohio Blue Tip,
ma un tempo amavamo la marca Diamond.
Era prima di scoprire i fiammiferi Ohio Blue Tip.
Sono confezioni perfette, piccole
scatole robuste, blu scuro e chiaro e i contorni bianchi,
le parole che sembrano un megafono,
come per urlare al mondo
“Ecco il fiammifero più bello del mondo,
un pollice e mezzo di pino...
di Bianca Battilocchi
Io, ero stata cancellata
dal fuoco, sono stata invasa
dal verde strisciante
(come
è lucida la stagione)
Col tempo gli animali
sono arrivati ad abitarmi
prima uno per
uno, di nascosto
(le loro tracce abituali
bruciate); poi
marcati i nuovi territori
sono tornati, più
convinti, anno
dopo anno, due
a due…
(Margaret Atwood, Brevi scene di lupi, trad. Renata Morresi)
Sagome d’ombra
la statua che fissa
i suoi fori penetranti
bivacco dell’esploratore
(ore e ore ore ?)
mentre il filo della lampada connette
fonte - mezzo - oggetto d’attenzione
una...
di Mariasole Ariot Si apre nella stanza – la parvenza della luce che ha per occhio – una buca sul terreno della casa – le mani dolci come cialde – il delicato attendere una chiamata
L'intervista-dialogo che segue nasce da un incontro di poesia, tenuto presso la scuola Molly Bloom nel 2017.
Poesia e perdita: quando abbiamo concordato il titolo di questo incontro ho pensato ai versi di Eliot, a Fleba il fenicio che dimentica il grido dei gabbiani, il gorgo profondo del mare e il guadagno e la perdita (the profit and the loss). Qual è stato il tuo impulso?
Dovendo tornare alla Molly Bloom,...
di Marino Magliani Se mi chiedessero di far tornare Dante da qualche parte su questa terra, mi piacerebbe fosse in Liguria, il luogo preciso non importa ...
di Claudia Zironi
Francesco Tomada, poeta, insegnante di materie scientifiche nella scuola superiore, abita una terra di confine, in senso letterale, visto che la sua città Gorizia è divisa in due tra Italia e Slovenia. Tomada vive una vita di scrittura appartata dal rumore dei social media concedendo la sua presenza attiva solo al lit-blog Perigeion. Nonostante non faccia nulla per mettersi in mostra, è noto e stimato nell’ambiente poetico...
di Rosaria Lo Russo
I miei sogni erotici sono stati ammalati dal potere
nonostante il non potere
nonostante il bello del settantasette
i miei sogni erotici sono stati violenti
Dal settantasette al settantanove la violenza è bella
sono incubi erotici
dove subisco violenza
il potere ha violentato il mio sogno erotico
il mio sogno erotico violento incestuoso
In sogno sono una fedra luperca
in sogno sono una elettra che succhia odio e sputa vendetta
in sogno sono una mirra lagrimosa
che geme...
La prospettiva del libro Fly Mode di Bernardo Pacini è assai singolare - non appartiene a un essere che definiremmo vivente nel senso più classico. A rivolgersi a noi è infatti un drone, che ha il vantaggio di poter ampliare la registrazione delle immagini, e lo svantaggio apparente di una mancata comprensione empatica della materia. L'occhio del drone allarga l'orizzonte, spaziando fra luoghi lontani ed esperienze private, riprese a...
di Francesco Brancati
I nomi (da L'assedio della gioia)
1. Hanno tutti un nome, gli individui
che conosce e che incontra ogni giorno;
le persone che non conosce
con cui condivide le strade, gli occhi,
i minimi contatti tra il suo corpo
e i corpi degli altri dentro i tunnel,
le strette di mano assicurate
dai perimetri delle abitazioni
e poi fuori, nei luoghi predisposti
alla socialità, allo sport, agli acquisti.
È ragionevole accordare
per breve tratto un’invasione
della propria area di esistenza
agli sconosciuti...
di Francesca Matteoni
Ho incontrato per la prima volta le poesie di Louise Glück nell’antologia Nuovi poeti americani (Einaudi, 2006) curata da Elisa Biagini. In seguito, grazie a piccoli editori, sono apparsi in italiano due libri: L’Iris selvatico (Giano, 2003); e Averno (Libreria ed Editrice Dante & Descartes, 2019). Entrambi ci arrivano nella traduzione di Massimo Bacigalupo. Quando nell’autunno del 2020 vince il Nobel, il Saggiatore decide di riproporre i...
di Giacomo Sartori
Dite
dei tori
tutti i tori
(tutti tori!)
attorniati
da oranti
attoniti
(sui roccioni)
dite
li vedete
li temete
vi vegliano
vi vessano?
(convertiti al dio
Algoritmo
al dio Google
ora troneggiano
su banner
e carenature
di autotreni)
ditemi
sono miti
(timidi?)
temibili
fanno male
fanno il male?
(ora un toro
è un asceta
del sesso!)
datemi un toro
(anche posticcio
di polistirolo)
da adorare
le mie pratiche
(importate da oriente)
sono un po’ aride
Smettete
di posare
smettete di
sbracciarvi
(sempre gagliardi
sempre spavaldi)
non me la fate
vi soccorrono
credenze cerotto
puntelli mitici
riti analgesici
(ce ne resta
l’estetica)
ma se insomma
le saette saettano
trema la terra
(vira il virus!)
nelle trippe
vi brancica
il terrore
è normale
(non siate
smargiassi)
ebbri di...
di Lucia Amara
«E il bambino appena potrà trascinarsi, avanzerà o, se qualche cosa lo minaccia, regredirà. Il bambino è il tattico che avanza, è il tattico che indietreggia. L’avanti, il dietro? A dir il vero, non esiste l’avanti non esiste il dietro. Che cos’è l’avanti? Che cos’è il dietro? Dipende dall’estremità che prendete. Ecco perché, in battaglia si fanno talvolta movimenti aggiranti per cambiare il senso di questo avanti...
di Ghazal Mosadeq
traduzione di Andrea Raos
*
¿Dormi bene la notte?
¿Rivivi sempre le stesse situazioni?
¿Chi stai cercando?
¿Di dove sei? Voglio dire, di dov’è il tuo bell’accento?
¿Tuo padre, il padre di tuo padre, di dove sono?
¿Dov’è qui?
¿Credi che i nostri ricordi dolorosi possano svanire? Presto?
¿Hai mai pensato che se il fuoco si spegne lo possiamo riaccendere?
¿Ricordi le conversazioni con tua madre sulla bellezza e sul terrore, sulle ombre senza sostanza, sull’ostilità della...
di Anne Sexton
traduzione di Viola Di Grado
ELIZABETH, SPARITA*
1.
Stai nel tuo nido di morte vera,
oltre lo stampo delle mie dita nervose
che ti sfioravano la testa smaniosa;
la vecchia pelle corrugata, il fiato dei polmoni
bambina cresciuta rimpicciolita che guardava in alto
alla mia faccia dondolante sul letto umano.
E da qualche parte hai pianto, lasciami andare lasciami andare.
Stai nella cassa della tua ultima morte,
ma non eri tu, non eri tu alla fine.
Le hanno imbottito...
di Federica Adriani
Le Parche
Passato Presente Futuro
porcellana filata per
conchiglie
**
In posa di cosa morta
Anche i morti sentono freddo
e allora mi copro e mi copro
e mi ricopro
i morti non parlano
mangiano foglie colore d’ebano
In posa di cosa morta riesco a sognare
senza neanche chiudere gli occhi
Le mie membra tutte libere godono
Esorcizzo la mia estinzione
in assenza di me
altrove
**
Κoχλίας o della chiòcciola
perfettamente dotata
accogliente quanto basta
per uscire a incontrare il mondo
e accoglierlo dentro
Abitare è un esercizio...
Le visioni di Marilena Renda hanno un preciso contesto geografico di riferimento, eppure proprio per questo sfuggono, costantemente: la memoria non scrive più le mappe dei luoghi, che restano in attesa di svanire o divenire. Perfino l'amore è una fata morgana: fatale segno del destino, che permane in impressioni, più che nella reciproca comprensione. Nei corpi della madre, della figlia e dei bambini del mare (in senso reale, con...
«Non è qui che si esaurisce tutto?»
Reflex di Giorgia Romagnoli è il terzo titolo della nuova serie dei Cervi Volanti, la collana di scritture poetiche che curo insieme a Giuditta Chiaraluce all’interno del progetto Edizioni Volatili.
«Libri come laboratori, primi confronti, materie pensanti, montaggi e scavi attraverso la carta; libri senza profitto, in tiratura limitata, consegnati interamente agli autori e alle autrici, che ne gestiscono liberamente il transito (esoeditoria); libri evidenti nella loro invisibilità, indirizzati a...
di Mariasole Ariot
O dovremo obbedire, e cavalcare con te fra gli annegati
Dylan Thomas
Cui Cesar - Preludes - Moderato assai "
Al mattino fuoriesce un verme dalla bocca, annodato dalla notte che è di ottone, una tomba annuncia il sangue del mattino, mi sputa nella gola un meccanismo artefatto di parole, quando non sappiamo dirci e il corpo disfa per una comunicazione interna, fondersi con...
di Franco Buffoni
C’è una scena dell’Amleto di Laforgue che mi viene sempre in mente quando si tratta di definire che cosa sia per me «poesia». Amleto si rivolge a Orazio, l’amico assoluto, e lo prega di precederlo, per dire in sua vece, entrando, quelle parole «che lo uccidono».
Poesia come ancora di salvezza, dunque, in primis per chi la compone. Poesia mai stanca di ripetere quelle due o tre cose...
di Francesca Matteoni
Nel mese di agosto ho cambiato casa e vita. Le prime settimane sono state occupate dal trasloco e dall’abituare Ariel, il mio gatto, al nuovo ambiente. Dalla fine di settembre ho cominciato a sentire il peso del distacco. Un lento trauma inevitabile, che viene con la scelta. Come chi si trovasse d’improvviso nello spazio aperto, dopo essere stata rinchiusa in un micro-mondo che credeva perfetto. L’aria fresca...
la mia lotta di classe
si nasconde dietro l’attesa
di una e-mail ads
post-comportamentale,
filtrata questo con quello
su base minatoria
senza piccone né
carusi né strade
ferrate
«Questa è soltanto polvere / io lo dicevo, Olin, lo dicevo»
Marìe canta la famiglia del secolo di Ida Travi è il settimo libro dei Tolki e il decimo titolo dei Cervi Volanti, la collana di scritture poetiche che curo insieme a Giuditta Chiaraluce all’interno del progetto Edizioni Volatili.
«Libri come laboratori, primi confronti, materie pensanti, montaggi e scavi attraverso la carta; libri senza profitto, in tiratura limitata, consegnati interamente agli autori e alle autrici, che ne...
di Mariasole Ariot
18 ottobre 1917. Paura della notte. Paura della non-notte
Franz Kafka
Aleksandr Nikolaevič Skrjabin - Etude Op.8 No.12 "
Crescono i corpi del giardino come piccole tempeste della notte, un fiore che appassisce alla finestra e tu non dici acqua - quando lo scherzo è cauto e doloroso, il bene che hai annunciato una miseria, di nuovo un filamento un pozzo un sogno, ancora il...
di Roberto Minardi
Tema della fine
non saremmo dovuti nascere
né avremmo dovuto lanciare
la bottiglia vacante
amarne la percussione al rotolare sul bitume
saremmo dovuti rimanere cani con le lingue lunghe
ragni o servitori di tè, tiratori di lenze
in una maniera o nell’altra, guardiani
avremmo dovuto prestare l’attenzione tutta
ai granchi che sollevano le conchiglie e s’affacciano
studiarli per lunghi e interminabili mesi
ci si aspettava l’avanguardia invece
gonfiamo il centro commerciale
nostro adultero Paese dei Balocchi
faremmo meglio a non...
di Fabio Franzin
Oh, ‘sta piovéta lidhièra,
incùo, tee piante dea mé
teràzha, intànt che son
drio rilèdherve, cari Pier-Luigi
(Cappello, Bacchini)
‘e ‘àgreme che casca, tic tic,
daa ponta de ‘sti cuciarini
verdi, zai, jozhéte che score
te l’incavo fra i nervi, ‘e se
ingrossa, in càibrio tel farse
perla, e po’ tic, tea pièra, tic
come paròe pìcoe co’ drento
‘a musica de canpanèe a ciamàr
qua i ricordi. Tic e cit, cit e tic
jozhéte, fojiéte... perline
da nient, paroìne de boce
‘sconti...
di Gian Luca Picconi
Introduzione
1 /
Definizione di opera d’arte: «Un’opera d’arte è un oggetto sociale e storico, un artefatto che incorpora una rappresentazione, sotto forma di traccia inscritta in un medium che non è trasparente» (Andina 2012: 198). In che cosa consiste allora un’opera letteraria, ossia qual è la sua specificità rispetto all’oggetto artistico? Un’opera letteraria risulterà dall’inscrizione di un testo che incorpora una rappresentazione, avente carattere di compiutezza (clôture), all’interno...
di Franca Mancinelli
ogni giorno per il taglio utile
ricominciare, e mai giungere
a se stessi –spezzata la custodia
della nascita, niente
altro che filamenti buoni al fuoco.
***
ho visto gli occhi degli alberi
nel folto una scossa
di chiarore rimasto –a vegliarci
come fitta pioggia che aspetta.
***
era inerte l’aria, percorsa da tremori e scosse. Bisognava ritrarsi, mettere in serbo la vita, sospingerla verso zone dove si aprivano sacche di quiete. Così sono cresciuto in questa forma amputata....
di Renata Morresi
Tra le poesie di Margaret Atwood che più mi sono divertita a tradurre ci sono i monologhi degli animali. Non si pensi tanto alla tradizione letteraria che li accoglie come simboli e allegorie: non sono le personificazioni della brava gente di campagna di Beatrix Potter, o i correlativi oggettivi dei modernisti, come il pesce dalle molte vite di Elizabeth Bishop o il pangolino di Marianne Moore con...