di Giorgio Moio
Che Napoli sia stato il centro di un lungo dibattito di cultura sperimentale, già a partire dagli anni ’60 – più marcato, se vogliamo, nelle arti figurative (grazie al lavoro del pittore Mario Colucci), e certamente non secondario a quello del resto del mondo occidentale, nonostante uno stagnante e asfittico oscurantismo culturale post-bellico imperante, confuso e a-critico –, è argomento fin troppo noto. Forme sempre più nuove...
di Mario Fresa
Testi inediti tratti dalla raccolta in lavorazione "Il mantello di Goya".
*
Salta la corda; a volte ha il corpo
fulminato da un sottile
colpo di grazia.
E si accontenta anche di meno:
alle spalle ha un orario che spinge lontanissimo;
anzi apre le unghie, quasi a farla finita, quando stanno a guardarlo
dritto in fronte. Né digerisce il suo cervello né
questa sorda faccenda di verità.
*
Vivendo, ci si rovescia per terra. Angiola
sta legata per...
«Semplicemente dei versi, ossessivi e mi auguro inattuali, sulla malattia e la morte di una madre. Che si tratti di Letizia Gianformaggio, figura non secondaria della filosofia giuridica e della cultura femminista, è accidente decisivo; ma pur sempre un accidente. Devo scusarmi con gli amici che ne cercassero qui un ritratto. La distanza necessaria a tratteggiarlo è tutt'ora inaccessibile alla mia sensibilità di bambino viziato: viziato, beninteso, dal privilegio...
di Luca Baldoni
Mi prendesti da parte una sera per propormi
un’avventura. I ragazzi di sopra avevano quell’acido che
ci avrebbero fraternamente regalato. Io non l’avevo ancora
mai provato, ma me lo chiedesti con timore soprattutto
perché volevi farne un rituale, un’impresa comune di coscienza che
sconfinasse nell’umano. Accettai e iniziarono i preparativi.
Perché decidemmo di lasciar perdere i locali e di allestire
un’epifania in casa ad uso del sesso e dell’amore, inventando
insieme l’attesa per l’apertura di...
di Mariasole Ariot
Caro J,
qui il cielo è una sommossa, l’uovo del mondo si è strappato : nascono gli oggetti che mi hai lasciato.
Ti scrivo ed è ancora buio, filtrano lampi di pulviscolo dalla finestra, la grana del mondo si frammenta e io distendo le righe di una lettera che non arriverà mai.
Abbiamo montato una tenda, raccolto le bacche e i ramoscelli per fuggire nella piena del bosco, hai radunato...
di Pierluigi Cappello
Ama le biciclette e la polvere degli sterrati, la Repubblica. Magari una solida Bianchi con i freni a bacchetta. D’estate, quando si accendono interminabili veglie, si racconta sotto i bersò, davanti ad un bicchiere di rosso, pane croccante, salame ben stagionato.
La Repubblica preferisce le dozzine più che le unità, le voci a una singola voce, ma, del coro, distingue una voce dall’altra. La si è vista sedere...
di Leonardo Manigrasso
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Libretto di transito, edito da Amos Edizioni, è il terzo libro di Franca Mancinelli, dopo le esperienze di Mala kruna (Manni, 2007) e Pasta madre (Nino Aragno, 2013), di recente riedite insieme in A un’ora di sonno da qui (italic pequod 2018). Composto di trentatré brevi prose, distingue tipograficamente due piani del discorso saldamente intrecciati. L’uno, in corsivo, dà conto dell’esile spunto narrativo che soggiace al libro,...
di Mariasole Ariot
Una copertura: dietro la maschera del sonno il cervello piange. Il mutismo dei lineamenti, l'inflessione straniera, appena piegata sul bordo: non dicono niente.
Questa apparente nuova cera è un frutto chimico, composizione di elementi. La lingua non batte, e voi cosa vedete? Quando uno sguardo perfora e si acceca trafitto da se stesso, e vede il retro senza aver mai notato la fronte.
E cosa vedete voi - di...
La copertina di Nostalgia della mano sinistra (racconto in due tempi per una voce)
di Giorgiomaria Cornelio
Le parole di Giovanni Prosperi hanno un’umida vivacità, o almeno così pare vedendo aprirsi, sulla pagina, la botanica filamentosa degli steli. Dove uno penserebbe di trovare i becchi del fiore si srotola invece una fiamma che la febbre policroma ha bollito sino a farne nuova ortografia: una virgola che partecipa alla stessa natura della cometa, oppure...
di Jean-Jacques Viton
traduzione di Andrea Raos
contro un muro disegno della lucertola verticale
violino Chagall fuori portata dei capelli
su una scala di giardino questa rosa che persiste
identica a una sciarpa ala di rosa trasparente
l’aria invade il tutto schiocca ai bordi
disfa ogni zolla di natura morta
*
a volte si sente dire
“è una festa” intraducibile
senza bracieri senza clarinetti
uno scoraggiamento incidenti microscopici
indistinguibili nella narrazione
brusii dei cambiamenti a vista d’occhio
spedizione nel trompe-l’œil
niente allarmi né lucine rosse
dentro la...
di Francesca Matteoni
C’è un rifugio, c’è un monte lì vicino. C’è un campo, qui vivono confusi i solitari. Ogni tanto gli esseri salgono sul monte per guardare dall’alto la terra di Zard all’orizzonte.
Così inizia il nuovo libro di Ida Travi, quinto e ultimo capitolo di una vera e propria saga poetica che ha per protagonisti i Tolki, i parlanti (dall’inglese talk), coloro che hanno un corpo di parola. Abitano...
di Mariasole Ariot
Cara J.,
la coltre di nebbia che ha piegato il cielo mi scava le ossa, sono mature per la semina, come quando ci siamo incontrate, e tu danzavi sopra le mie corde. Un canto muto, una sirena.
Abbiamo camminato lungo la scia delle lumache, e tu disegnavi cerchi nell'aria, gettavi i drappi colorati facendoli roteare appena più in alto del collo: ricordi la scena della pista da ballo?
Oggi è...
di Franca Mancinelli
Viaggio senza sapere cosa mi porta a te. So che stai andando oltre i confini del foglio, dei campi coltivati. È il tuo modo di venirmi incontro: come un’acqua in cammino, diramando. Guardando dal finestrino, ti ho letto nel viso finché c’era luce.
*
Le cose che hai scordato di portare con te. Lasciate negli scompartimenti dei treni, scivolate dai sedili degli autobus. A un tratto ti raggiungono premendo...
Pubblico alcune poesie inedite tratte dalla raccolta Voci della presenza di Rossana Abis, accompagnate dalla nota introduttiva di Franca Mancinelli, uscita per la rivista Poesia, maggio 2017.
Non è facile sintonizzarsi sulle frequenze della poesia di Rossana Abis, così alte da creare attorno uno spazio di attesa perché la parola sprigioni tutta la potenza da cui è stata generata. Per questo ogni verso sorge sulla pagina come dilatato nel bianco,...
di Gian Piero Fiorillo
Se sono giovani e stanno bene ti danno fastidio perché li vedi palestrati
Se chiedono l’elemosina li disprezzi perché sono mendicanti
Se protestano per vedere riconosciuti i diritti sul lavoro ti indignano perché loro almeno un ...
di Federico Federici
(dintorni: topografie, corsivo)
Rimandata la partenza.
Senza indizi. Senza inizio
i dirupi, l'abitato, il campo.
Per segnarlo o cancellarlo
sulla carta ogni luogo è
un altro, ogni casa tronco.
Siamo già nel bosco?
***
(la casa cantoniera)
Pochi passi al muro
ben piantato in terra.
Ha pulito la radura l'ascia,
corre a filo d'erba il vento.
Non si penetra nell'ombra.
Entra in noi l'ombra del bosco.
***
(presso una casella sul pendio)
La radice sotto i piedi
penetra nel mondo.
Sembra quasi che sia
lì tra i sassi...
di Guido Caserza
LA TRAGEDIA DEL PONTE MORANDI
Dio Basko sta lassù meraviglioso,
a pochi passi dalla morte immoto:
il buon dio delle merci conosceva
l’istante e il luogo,
con la pioggia e il tuono:
allora Basko chiamò a sé i suoi buri
e “Spalancate le bocche” a noi disse,
“quest’oggi è il gran saldo di ferragosto”,
coi teschi e i meloni
l’Italia arrosto.
Per un istante sopra il vuoto sotto
il nulla Basko mostrò merci morte
alla fine del viaggio: fu l’orrore
dell’uomo...
George Oppen
Astrolabi e glossari
Un tempo nelle magioni –
Un povero pescatore di aragoste
Incontrato per caso
Sull’isola di Swan
Dov’era nato
Vedemmo la vecchia fattoria
Stagliarsi sulla cima della collina
Su quell’isola
Dove passa il traghetto
Un povero pescatore di aragoste
I denti anneriti
Ci portò per l’isola
Su di una vecchia macchina
Un uomo forbito
Quasi irreale
Conoscendo tra quei campi incolti
Le nasse per le aragoste e gli attrezzi
Che sanno di sale
Le rocce sopravvissute ai classicisti,
Le rocce e le rimesse dei pescatori di...
di Daniele Barbieri
Non è vero che i cosiddetti contenuti non hanno alcun valore in poesia. Ma l’errore opposto a questo è peggiore e molto più diffuso. Nelle nostre scuole si studia il Pessimismo Leopardiano e pure quello di Eugenio Montale. Nei testi critici i poeti vengono presentati come filosofi (minori) che si esprimono in versi. Tutto il discorso critico si concentra su quello che nei loro versi viene detto.
Come...
di Mariasole Ariot
Arriva il vuoto del mattino, dove si scioglie il tempo e si dilatano gli oggetti : una sfera al centro del volto, che smussa angoli e scompone, che ride allo specchio nei lobi oscuri, quando arrivano madri e padri a bussare alla porta rossa del risveglio – e quante mani addosso, quanta presa, quanto rumore.
Passeggiando nelle strade della testa fuggono i ricordi del futuro, si approssimano al...
di Andrea Raos
Non doveva essere male fare il poeta a San Francisco tra la fine degli anni 50 e i primi 60.
A farmelo pensare è Jack Spicer (1925-1965) perché è uscita la prima traduzione italiana integrale del suo primo libro, del 1957: After Lorca. Con un'introduzione di Federico García Lorca, a cura di Andrea Franzoni e Fabio Orecchini, traduzione e note di Andrea Franzoni, postfazione di Peter Gizzi, edizioni...
di Andrea Piccinelli
Ciò che assurge a nozione comune
come interazione di interferenze
divergenti, scoordinate nel tempo
e nello spazio. I modelli validi
perché pensati, elaborati,
confrontati, sussunti,
veicolati, introiettati. Fino a
divenire (moriture, ineffabili)
idee prevalenti.
Gli esiti collettivi irrazionali
determinati da moventi
individuali razionali
conformati a pretesto
per ridurre l’impronta dello Stato.
Se le mire egemoniche degli uni
collidono con le aspirazioni altrui
le garanzie da conseguire e
i propositi di cooperazione
saranno ineluttabilmente vani.
Sul delegare a uffici indipendenti
il progetto velleitario e
le risoluzioni da attuare
per solcare...
L’IMPORTANZA DI ESSERE PICCOLI è un festival di poesia e musica nei piccoli borghi dell’Appennino tosco-emiliano che si svolge dal 2012 e organizzato dall'associazione SassiScritti. L’ottava edizione del festival, dal 2 al 5 agosto è dedicata alla memoria di Pierluigi Cappello, poeta che abitando un margine ha stabilito un nuovo centro. Di seguito riportiamo il programma e tutti i dettagli per potervi partecipare.
Programma di incontri e concerti acustici
(ingresso gratuito)
giovedì...
di Marina Massenz
( i due testi qui presentati sono tratti da Nè acqua per le voci, Dot Com Press, 2018, ultima raccolta poetica di Marina Massenz,g.m.)
Siamo usciti dalla scatola proprio stamattina
Siamo usciti dalla scatola proprio
stamattina giunture e riflessi crac
crac arrugginiti messa in moto
lenta ma efficace infine attivi
ora con il grande lenzuolo
si raccolgono detriti, demolizioni
effettuate nel tempo ex-casa
si legano i quattro capi e si stringe
come nel fazzoletto i quattro
soldi nella tascoccia...
di Antonio Merola
Ho provato a portarti lontano,
ma il mostro ci ha seguito ovunque
come a spaziare l’alberata in una grillaia:
sentiva l’odore del sole, tu piangevi
dietro a ogni angolo. Una lubricità
non bastava a nascondere la sfogliatura,
a scivolare altrove: avevamo paura
delle grandezze
come l’acqua dentro una fontana.
***
l’unicità si dipanava lungo la steppa
come soli freddi o rovine
nella pioggia: la notte durava una volta
sola come di fronte a un nemico
che voleva mutilare l’origine comune
prima della...
Caro Lorca,
Vorrei poter fare poesie di oggetti reali. Che il limone fosse un limone che il lettore possa aprire o spremere o assaggiare – un limone reale, come un giornale in un collage è un giornale reale. Vorrei che la luna nelle mie poesie fosse una luna reale, che all’improvviso possa essere coperta da una nuvola che non ha niente a che fare con la poesia – una luna...
di Gianluca D'Andrea
Lo sguardo è lenta costruzione
la mente rumina le cose
le afferma per sottrazione
L’indifferenza naturale
L’ultimo libro di Italo Testa sembra attraversato da una carica metafisica che fa leva sulla sospensione. La parola si fa basilare, tocca il basso e l’umido di una terra di passaggio che solo in lontananza sembra fare risuonare paesaggi realmente attraversati dall’autore.
Sicuramente balugina una necessità di rinascita ma essenziale, appunto, o “naturale” come l’in-differenza...
Potete trovare la raccolta Punu di Silvia Tripodi qui.
Per spiegare meglio questo concetto
in modo che se ne faccia rappresentazione
si può utilizzare l’esempio del tè
la sequenza di azioni di preparazione
la bollitura dell’acqua
raggiunta la temperatura conforme all’infusione
del preparato
il tempo di infusione delle piante sminuzzate
il dopo che si filtra è filtrato pronto
per essere bevuto dentro il corpo.
***
Per spiegare meglio questo concetto
per farne una rappresentazione
si può immaginare una bellissima pianta
rigogliosa di un verde...
di Benny Nonasky
In fin dei conti un mondo senza di noi rappresenterebbe l’ideale. Sarebbe un finale sconvolgente, forse lieto per qualcuno o qualcosa, ma è un’infondata conclusione. Se ci soffermiamo sulle singole azioni o su determinate situazioni, effettivamente siamo degli esseri sgradevoli: noi uccidiamo, noi deprediamo, noi costruiamo delle dinamiche che comportano ecocidi e dolore, sia per il genere umano sia per tutto quello che intorno ci abita e...
di Giorgio Mascitelli
La progressiva sparizione delle istituzioni della società letteraria, il trionfo del mercato e la proliferazione delle forme di autopubblicazione in rete hanno messo in crisi il prestigio simbolico dello scrittore ingenerando talvolta una nostalgia per un’epoca in cui gli scrittori avevano un mandato sociale. Tale nostalgia rischia però di essere molto pericolosa non solo perché ogni nostalgia lo è, quando cessa di essere dato privato e diventa...