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prosa

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Il buon vicinato

di Simone Delos Traslocare è un po’ morire. L’ho fatto sei volte. Ovunque andassimo, mia madre rimaneva stanziale per un massimo di due anni, poi via. Con Sabrina è la prima volta. In affitto per il tempo necessario, ora siamo in una casa dove poter abbattere i muri. Negli anni la mia asocialità è scesa a patti con la sua, più sana, estroversione. Ora siamo una coppia di categoria riservata ma...

Il dottor Willi

di Michele Neri Sono il padre dell'uomo con il mare dentro e, sebbene abbia fatto di tutto per evitarlo, sto per morire. Non sono spaventato, la stanchezza, la disillusione quotidiana l'ha reso accettabile: è per lui, nato dalla mia carne e che di questa ha preso solo il manto sottile necessario a rivestirlo e impedire che l'acqua fuoriesca, uno strato che non posso chiamare pelle, tanto è trasparente come la...

Il trattamento della marea – terzo movimento

di Chiara De Caprio Movimento di uscita III         (a). 5.   pure, qualcosa la trattiene. Riconnette la fonicità del suo nome ad una comprensibile sintassi. L’aria calda è smossa dal vento di un treno che attraversa la stazione lungo il suo binario; ma è solo un attimo: ora è già un punto in fondo al nero. Abbandona la panchina e il tabellone luminoso senza destinazione; richiude la porta e risale la scala risale....

Il trattamento della marea – secondo movimento

  di Chiara De Caprio   Un passo al centro II     (a). 3.   Le file la costringono a fermarsi; distinguono fra nazioni e provenienze: le identità respinte, gli stanchi intorno a lei, Madame, please, the passport in your hands. Sa di dover oltrepassare l’uomo-che-siede. Considera se restare in piedi o attendere, anche lei, seduta; o se quella posizione più bassa non sia una limitazione dello sguardo e debba, dunque, preferirsi centrale. Eppure, al centro...

La staticità dell’assenza

di Mariasole Ariot   John Cage In a Landscape   La distanza che separa il voler essere dall’essere, questa sacca nera stomacale, quando la notte buca il ventre ed esce il buio dalla bocca: si affianca il nero al nero, gli oggetti ricoperti da pelli animali, l’animale che si muove ridendo rannicchiato alla finestra. E’ questo dolore immobile, la staticità dell’assenza, le presenze che gridano la stanza.   Una bocca non è una parola Si...

Il trattamento della marea – primo movimento

di Chiara De Caprio Alla fine di ogni giorno fortunato ricorda che il fuoco e il ghiaccio sono a un passo soltanto dalla città temperata . Ma se tu fallissi , ringrazia l’aspro trattamento della marea per la dissoluzione del tuo orgoglio poiché la tromba d’aria può assoggettare il tuo volere e il diluvio rilasciarlo per trovare la primavera nel deserto, l’isola fruttifera nel mare, dove il corpo e la mente vengono liberati dalla sfiducia. (W.H. Auden)     0.  In fisica quantistica...

Presto ultralontano

di Gregorio Tenti "Sarà finito il chiasso, domattina, ma io sarò a letto e mi moltiplicherò per non morire." B. Brecht, Tamburi nella notte * Fumavano e formavano lì davanti a tutti, prendevano gli uomini squagliati dai rombi della luce e gli uomini incastrati. Anche il loro gruppo cominciava a spalancarsi dal dolore. Altre figure lavoravano a saldare i ranghi, ma alla fine c’erano sempre loro, che uscivano rapidi e fedeli dall’edificio, che...

Mistica cannibale/ ॐ – una sillaba per mondo scritto e mondo non scritto Intervista ad Aldo Nove

di Marco Zonch Questa intervista si colloca all’interno di un più ampio progetto di ricerca che ha lo scopo di indagare la produzione letteraria italiana, in prosa, del periodo che va dalla metà degli anni Novanta del secolo scorso a oggi. Il tentativo è quello di affrontare i problemi connessi al cosiddetto “ritorno alla realtà” e, più in generale, le trasformazioni avvenute in questi vent’anni da una prospettiva ontologica. In questo...

Oasi

di Maddalena Fingerle   Stacco immagine colazione: colazione, immagini liquefatte. Fatte. Rosso, freddo, brusio. Io. Fa caldo. Do. Mangio colazione. Azione. Solito tizio, luce potente, accecante. Ante. Odore di farina. Rina. Luce forte e falsa. Sa. Odore di zucchero. Ero. Ti è piaciuta la festa di carnevale, Giuliano?, chiede Nora, muschio bianco. Anco. Quando sarò grande avrò la ragazza. Gazza. Avrò la ragazza. Gazza. La prenderò nel palmo della mano....

Due pub tre poeti e un desiderio: Omosessualità e spionaggio

di Franco Buffoni   L’associazione era stata fondata nel 1820 a Cambridge come Conversation Society presso il Trinity College, ma subito venne ribattezzata The Apostles perché dodici erano i “brothers” che la componevano. E quando qualcuno era assente veniva definito “angel”. Nata come confraternita anticlericale, contro le ingerenze della chiesa anglicana nella vita universitaria, nel corso dei decenni annoverò tra i suoi membri Tennyson e Lytton Strachey, Bertrand Russell, Keynes e...

Lettere dall’assenza #3

di Mariasole Ariot Caro J, qui il cielo è una sommossa, l’uovo del mondo si è strappato : nascono gli oggetti che mi hai lasciato. Ti scrivo ed è ancora buio, filtrano lampi di pulviscolo dalla finestra, la grana del mondo si frammenta e io distendo le righe di una lettera che non arriverà mai. Abbiamo montato una tenda, raccolto le bacche e i ramoscelli per fuggire nella piena del bosco, hai radunato...

Vedovanza

di Mirfet Piccolo Alla fine – perché di questo si trattava, della fine che non lascia dubbi – avrebbe voluto baciarlo ancora o almeno poter stringere la bara che d’ora in poi avrebbe accolto il suo corpo per sempre. Sul volto di Lisa, che era un volto identico a tutti volti delle persone che piangono la morte della persona amata, e cioè corroso dal dolore, si disegnò un sorriso breve...

Abbiamo fatto una gran perdita

di Alberto Cellotto Hotel La Selce, Monselice Sabato 27 settembre sera Cara Sara, se vorrai rispondere, non chiedermi perché scrivo da un hotel poco distante da casa. A pensarci, tu non hai mai risposto in questi anni, hai solo scritto, parlandomi, e ti cerco ancora proprio per questa ragione. Mi sono messo in viaggio oggi, sono solo e rimarrò via qualche settimana. Ti avevo in mente poco fa, guidando, appena uscito dall’autostrada e...

Lettere dall’assenza #2

di Mariasole Ariot   Cara J., la coltre di nebbia che ha piegato il cielo mi scava le ossa, sono mature per la semina, come quando ci siamo incontrate, e tu danzavi sopra le mie corde. Un canto muto, una sirena. Abbiamo camminato lungo la scia delle lumache, e tu disegnavi cerchi nell'aria, gettavi i drappi colorati facendoli roteare appena più in alto del collo: ricordi la scena della pista da ballo? Oggi è...

Il gioco

di Mirfet Piccolo L’asciugamani elettrico era così rumoroso da risucchiare ogni suono vivente oltre la porta del bagno. A Corrado piaceva resistere alla pressione del getto d’aria calda, comporre movimenti rotanti come di astronave, quasi fosse anche quello un gioco con possibili bug da cacciare. Era, quello, un anfratto di tempo durante il quale poteva allentare il controllo che esercitava su se stesso quando era in compagnia di persone nuove,...

Cereali al Neon

di Gabriele Merlini «Il futuro che ci aspetta è diventare bidimensionali?» Ci penso un po'. La speranza, naturalmente, sarebbe evitare una simile opzione: rimango affezionato alle mie curve e questa blanda idea di tridimensionalità che abbiamo. Tuttavia qualche dubbio è lecito tenerselo, così proseguo nella lettura. Contrarsi. Vibrare. Espandersi: ecco le tre sezioni cui è organizzato Cereali al neon, secondo romanzo di Sergio Oricci (Effequ 2018) che ha per sottotitolo «cronaca di...

Nato due volte

o la storia di come Bartolo e Terzita si toccarono di Andrea Cafarella Era stato, perciò, dopo che le Isole erano scomparse alla sua vista dietro Capo Milazzo, e Stromboli, Vulcano, Lipari, che intravvedeva per la prima volta distanti e da terra, dopo averle viste sempre dalla palamitara, salendo per il Golfo dell’Aria, sembravano vaporare nel sole come carcasse di balene cadute in bonaccia. S. D’Arrigo, Horcynus Orca, p. 7 Lo sfregarsi del...

Vivisezione di un sentimento – estratto da un romanzo in divenire

di Francesco Borrasso Mi cadono queste ore di attesa sulla schiena, sulla lingua la scia della sigaretta e del suo fumo, i lividi sotto gli occhi che mi fanno da penitenza, e tutto questo momento sembra una fotografia scattata distrattamente, da qualcuno che stava pensando ad altro. Brucia come una ferita aperta, quella giornata in cui appena sveglio vidi mia sorella piangere quasi fino a strozzarsi nello schermo di un computer;...

M.

di Hilary Tiscione Dentro una gigantesca casa, ce n’era una molto più piccola. Al piano zero, sotto ad altri quattro piani enormi, che quasi la schiacciavano. In quella casa, viveva un uomo nero di nome M. Aveva quarant’anni e la pelle ancor più nera intorno agli occhi, tanto che M. sembrava un vecchio africano; il servo ammattito di una famiglia ammalata. M., la sera, assumeva l’aspetto di quelle mele lasciate fuori dal frigo...

Civitavecchia non è solo un porto di mare

Tutto quel che siamo si racchiude qui, in un sasso muto, una pietra di montagna calpestata da millenni, erosa dall'acqua piovana. Adesso, dove tutto è ricordo, ci risvegliamo alla periferia di un enorme città fotografata in negativo: le pareti nere, nero il pulviscolo della polvere accecato dai raggi che filtrano dalle pareti, bianca nitida l'ombra delle cose. Siamo stanchi, il mondo  caduto in cui non ci ritroviamo continua a sanguinare,...

Mutandine

di Mirfet Piccolo Era mattina, e lui dal comò afferrò un paio di mutandine della moglie: un tanga di colore nero con pizzo, davanti; dietro, il filo sottile aveva come scopo la nudità delle natiche e, al contempo, lo sfregamento dell’orifizio. Le mise nella borsa in pelle, tra l’agenda e l’ultimo numero della rivista Anesthesiology. Nel fondo della borsa, Sergio intravide una caramella al lampone, residuo della sua più recente...

Essendo il dentro un fuori infinito #14

di Mariasole Ariot Gaia si muove respirando faticosamente, il dolore lancinante come punte di spillo sotto i piedi, l'asfalto rimasto da quando si è gettata, l'orribile dentro le scarpe, l'orribile nelle caviglie, al posto dei tutori. La carrozzina si sposta voltandosi come un corpo muto, una protesi di acciaio sotto il suo, prima così delicato, ora in piena. Gaia ride, si è dipinta gli occhi di azzurro, Gaia parla a...

La fine dell’acqua

di Vincenzo Corraro Verso la fine di agosto, quando già l’estate precipitava in un vortice di luce avanzata, Miro Brunetti pensò bene che era venuto il tempo di ratificare il passato. Tenne la cosa in gran segreto ancora per alcuni giorni, e invece che stare lì a vagare per i boschi fissando con gli occhi ormai saputi l’algoritmo degli uccelli in volo o a fiutare nell’aria l’odore asprigno di rosa...

Due fratelli

di Monica Pezzella La perrera è un cunicolo scuro. Come la gola umida e tortuosa di una grotta, a un certo punto si snoda in due corridoi perpendicolari a un’anticamera quadrata e vuota. Questa stanza ha i muri lisci e lucenti simili a scaglie di metallo e, negli angoli in alto, grate lunghe e strette, spesso intasate da polveri vecchie e ragnatele. Ai tempi in cui la perrera fu costruita,...

Anni luce

di Francesca Fiorletta Ecco, con buona approssimazione ho allora compreso cos’è il tiro completo della vita, l’accumulo, il grano messo via nel corso delle stagioni. “Venticinque anni e sembra ieri”, come dicono i malati di nostalgia, e come ovviamente non dirò io. "Anni luce", di Andrea Pomella, esce in questi giorni per Add editore, nella collana Incendi, curata da Fabio Geda. E t’incendia sul serio. Quell’avverbio, ovviamente, è scritto in corsivo, sembrerebbe...

Entro a volte nel tuo sonno

di Francesca Fiorletta “È solo una questione di distanza, di messa a fuoco, se mi allontano un po’ il disegno lo vedo anche nel caos”. Così scrive Sergio Claudio Perroni nel suo ultimo libro, Entro a volte nel tuo sonno, in uscita oggi, 25 gennaio, per La nave di Teseo. E in effetti, questa frase potrebbe raccogliere l’intera scrittura di Perroni, e sicuramente l’intera stesura di questo testo particolarissimo. Un testo...

Paoletta

di Emanuele Kraushaar Paoletta me la ricordo bene. Era mora e piccola. Era più bella delle altre di molte volte. Anche era più silenziosa delle altre. Era un giro avanti a tutte e io nel bosco col fazzoletto al collo mi ero innamorato di lei, e lei mi aveva chiamato con il nome di un altro e allora io nel bosco le avevo risposto che non ero lui, perché avevo paura che...

Opus Lunae (L’abero delle madri in quaternio)

di Valeria Bianchi Mian La cicatrice ora duole, se con l’indice ne premo i lembi tracciati in rosa antico. È la linea frastagliata di una battaglia che non avrà mai fine. È la nostra comune ferita, la feritoia del differenziarsi nel Tu e nell’Io tra le grandi labbra. Dalla vagina emerge a tratti una nuova risposta: se solo non avessi dimenticato la domanda di partenza, come novella Parsifal dai seni...

Nel bosco degli Apus Apus #3

di Mariasole Ariot Apus apus: “Una sua peculiarità è quella di avere il femore direttamente collegato alla zampa, tanto che il nome scientifico deriva dalla locuzione greca “senza piedi”. Questa sua caratteristica fa sì che non tocchi mai il suolo in tutta la sua vita; infatti se disgraziatamente si posasse a terra, la ridotta funzionalità delle zampe non gli consentirebbe di riprendere il volo”. Quindi dorme in volo. ______ Nel tempio dello...

Previsioni meteo – da “Storia dei miei fantasmi” di Francesco Borrasso

di Francesco Borrasso Dicono che domani piova, e io non so perché, nella pioggia ho perennemente trovato conforto. Sarà che nell’abbandono ho sempre riconosciuto una terra bagnata. Domani te ne sarai andata, e qui sul tavolo restano le cose che hai usato tu; una penna, un elastico per i capelli, un cuoricino rosa su un foglio di carta, il rossetto, il tappo della penna con la forma dei tuoi denti. Chissà se...
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