di Marco Peluso
Fa caldo, è estate, eccovi un lungo racconto di Marco Peluso da leggersi sotto l'ombrellone, che parla di scuola, Tacito, professori, studenti, frustrazioni, solitudine e tanto altro.
di Giacomo Sartori [dall'archivio di NI: pezzo pubblicato il 13 giugno 2012] I buchi che faccio per lavoro si dividono in due tipi, quelli piccoli e quelli grandi.
di Dario D’Amato
Un giorno d’estate, ad agosto a Roma, ho fatto questa cosa morettiana. Ho preso lo scooter e ho cominciato a documentare con foto e riprese video tutti i cinema chiusi
di Valeria Merante Il freddo mi punge la faccia mentre lei dice tu non puoi stare qui. Suo marito rimane muto di fianco a lei, mi guardano entrambi dall’alto mentre io resto seduta, inchiodata al muretto come in attesa dell’ultima sentenza
di Claudio Kulesko I. Non vi è modo di collocare certi avvenimenti in un sistema ordinato e razionale. Benché meno i loro nebulosi precursori: scariche di intuizione brucianti o, all’inverso, algide...
di Antonio Potenza
Da due mesi, ogni sera, la mia caviglia sinistra inizia a gonfiarsi come se qualcuno ci soffiasse dentro aria fresca. A guardarla dall’alto mi è subito parsa una zampa di elefante con quelle grinze orizzontali piuttosto scavate al livello del calcagno.
di Antonia Santopietro
Conoscere se stessi e gli altri
è il modo più intenso di essere responsabili.
Ma la vita è, insieme, proiezione di speranza: obbligandoci a valutare le conseguenze di parole, sguardi o silenzi che la fanno nascere o morire.
Eugenio Borgna
Iris, tieni la testa dritta e sostieni lo sguardo.
Hai ragione. Non me ne accorgo.
Ha valore oggi ogni sua parola, anche quelle mai dette, sono intollerabili le immagini in bianco e...
di Elisabetta Foresti Il contenitore, questo lo ricordo. E prima, il lavoro, i viaggi per il lavoro, l’inglese per il lavoro. Come lo so. Loris, no. Loris dice due parole. How much is it. Nemmeno. How much for this. Neppure.
di Mario Temporale Per gran parte del ventesimo secolo la Wittgesund ha prodotto soldatini di latta, soldatini di piombo, bambole, cavallucci, e automobiline per il mercato europeo
di Christian d Furia Bisogna ripetere tre volte il desiderio; aprire gli occhi e camminare; raggiungere il primo angolo del campo e baciare il palo di ferro;
di Claudio Conti
«Da una parte l’Impero ottomano, dall’altra la Valacchia. In mezzo il Danubio, nero e immenso».
Lara è sul fianco e ruota la testa all’indietro, verso Adrian. Rimane così per un po’, con la reminiscenza del suo profilo a sfumare sul cuscino.
di Valeria Ranieri
Si aggirava nel supermercato come se il carrello contenesse macigni, non scatole e barattoli. Nonostante l’aria prostrata, le orecchie erano sintonizzate sui discorsi degli altri. Faceva collezione mentale dei vari: “Che dici, stasera ci facciamo due spaghetti con le vongole surgelate?”, “Amore, non riempire il carrello di schifezze che ti fanno male”, “Le hai prese le merendine per Alessio?”. Desiderava immedesimarsi in chiunque sembrasse meno infelice, fosse...
di Francesca Rossi Brunori
Illustrazione di Marco Filicio Marinangeli
FRANTELLANIMELLO
un racconto di un altro alfabetamondo
C’era un ramoscello che si perdeva nel lungo correre del ruscello
e insieme
nel loro andierivieni, quello del ramo insieme a quello del ruscello
raccoglievano tutto quello che c’era - intorno -
così da trasformare, quel ramoscello, da piccolo e magro che era
a una cosa senza nome
un animale forse, che voleva non solo nuotare ma
volare anche, volare
e allora questa creatura
prese a raccolta tutte...
di Cristiano Musella
Ci siamo, ancora. Apro gli occhi, disserro gli occhi, sgrano gli occhi. La prima luce che entra dalla finestra mi riempie lo sguardo di ambiguità. Che giorno ho davanti che giorno è che giorno era ieri, mi chiedo. Dovrebbe essere giovedì, ieri sera ho cenato con Miki, no, ieri l’altro, no, sì, è proprio giovedì. Non c’è dubbio. Mi alzo, mi isso, sono in piedi. È giovedì,...
di Maria Gaia Belli
Seduta sul pavimento della sala d’attesa, ripensi a quella volta che hai visto morire una bambina per la puntura di un’ape. Il dito intorno al pungiglione le era diventato rigido e rosso, il bianco degli occhi aveva iniziato a riempirsi di puntini scuri. Quando avete smesso di giocare, la lingua ormai le imbottiva la gola e muco giallo le colava dal naso. L’ambulanza l’aveva portata via...
Mi crogiolo all’idea del bus che percorrerà la Prenestina, bagnata dall’arancio dei lampioni, per restituirmi al nero della mia camera, che è fumoso e nerastro, appena disturbato dalle finestre del condominio troppo vicino al ballatoio.
Sono passati due giorni dalla morte di papà e tu stai già iniziando a cedere. Sei in ritardo, ti grido muoviti. Vorrei essere più gentile con te ma non riesco. Non mi escono le parole gentili, solo parole oneste
di Giulia Felderer
“For bonny sweet Robin is all my joy”
Mi piaci fin dal Paradiso Terrestre senza dubbio ti ricordi di: ma anche di: quella volta in cui: siamo stati benissimo abbiamo corso a perdifiato sotto la Luna ne abbiamo le foto e tutti se ne ricordano tutti non possono averle dimenticate in quanto: le abbiamo postate su Instagram. Oppure si trattava di una pubblicità di biscotti fin dal Paradiso...
di Elisabetta Costanzo
musiche di Martina Betti aka Shedir
1. Paesaggio
SHEDIR · 1. Paesaggio
Eravamo in macchina; avanzavamo veloci mentre i ciottoli sull’asfalto crepitavano al nostro passaggio. Mi sembrava di volare; istantanee della campagna si susseguivano dietro il finestrino, albero dopo albero, chilometro dopo chilometro. Il sole si nascondeva tra le chiome per poi riapparire in una striscia di luce calda. Era un bel momento; non si capisce mai fino a che...
Nei trent’anni trascorsi dal suo primo prestito – così chiama la sua magia – Micol non ha mai più sentito un odore che non sia ammoniaca: ogni cosa s’è impregnata dell’odore di un cesso pubblico, costringendola a inventarsi i sapori del cibo
di Michele Neri
Sono tornata di corsa, per strada non c'era nessuno e non vedevo il tempo che accelerava di fianco a me. Sono quasi le nove: è tardi.
Il mio vicino di casa ogni mattina bussa alla porta. Insiste, dice che un giorno sarà impossibile ascoltare quei suoni che rimandano la nostra fine.
Io sono la donna più popolare e senza aver fatto niente di speciale; hanno detto la salvatrice del...