Quando l'amico Zachary Bos mi ha inoltrato il messaggio accorato del figlio primogenito di Keith Botsford, Aubrey che annunciava, lo scorso 19 agosto, la fine di un'esistenza - per molti di noi Keith era l'essenza stessa del fare letterario come ricordava Massimo Rizzante qualche tempo fa proprio qui su Nazione Indiana - ho provato una grande tristezza e insieme l'ingiustizia di tale sentimento. Perché incontrare Keith a Torino era sempre...