Murene, il secondo volume: Ingo Schulze, “L’angelo, le arance e il polipo”

[Sta per essere spedita la seconda Murena. Ancora uno splendido testo, in una grande traduzione di Stefano Zangrando e Valentina Di Rosa, e con copertina sempre più trendy disegnata da Mattia, stavolta astutamente comprensiva (abbiamo capito come gira il mondo) di pubblicità occulta alla Fanta. È sempre possibile abbonarsi qui. E ancora una volta, grazie a tutti. a. r.]

di Stefano Zangrando

Ingo Schulze non sarà forse un «autore importante di cui nessuno in Italia si stia curando», com’era negli obiettivi di Nazione indiana nella fase ancora embrionale del progetto poi concretatosi con le Murene, ma è da molti anni un amico e un compagno di strada. Fin da quando, nel 2005, lo invitammo a proporre al blog un racconto inedito, poi confluito nella raccolta Bolero berlinese (Feltrinelli 2008), Schulze ha sempre partecipato con piacere e gratitudine a pubblicazioni più o meno vicine a NI e ai suoi membri – nel 2007 uscì un suo bell’intervento sul numero 9 di «Sud»; più tardi intervenne al Seminario Internazionale sul Romanzo di Trento, per il cui volume collettaneo ci donò un ricco saggio sulla sua poetica (apparso anche qui).
Nato a Dresda nel 1962, Schulze è cresciuto nella Germania orientale. Ha studiato lettere classiche a Jena e ha lavorato come drammaturgo al teatro di Altenburg. Qui, dopo il crollo del Muro, ha lavorato come giornalista per una testata locale, finché un viaggio a San Pietroburgo nel 1993, intrapreso allo scopo di fondare un giornale di annunci per conto altrui, gli fornì stimoli e materiali per il primo libro, scritto nei mesi successivi, dopo il trasferimento a Berlino, dove Schulze vive ancora oggi.
33 Augenblicke des Glücks [33 attimi di felicità, trad. di Margherita Carbonaro, Mondadori 2001], un volume di racconti basati sul confronto con la nuova Russia e la sua letteratura, uscì nel 1995 presso il Berlin Verlag e valse a Schulze un grande consenso di critica. Tre anni dopo, Simple Storys [Semplici storie, trad. di Claudio Groff, Mondadori 1999], un romanzo-mosaico composto da brevi racconti in stile minimalista e ambientato per lo più nella Germania orientale nei mesi successivi alla caduta del Muro, procurò a Schulze il successo internazionale – che lui, tuttavia, scelse di non cavalcare nei tempi e nei modi richiesti dall’industria letteraria. Invece si allontanò dai riflettori per diversi anni, dedicandosi alla stesura del suo romanzo finora più ambizioso, Neue Leben [Vite nuove, trad. di Fabrizio Cambi, Feltrinelli 2007], apparso nel 2005. Storia di un aspirante scrittore della Germania orientale convertitosi alla libera impresa durante gli anni chiave ’89 e ’90, l’opera si richiama in molti aspetti ai grandi classici tedeschi ed è composta da una parte epistolare – le lettere scritte dal protagonista a tre diversi destinatari nel corso del suo tentativo imprenditoriale – e una cospicua appendice con le prove narrative dello scrittore mancato.
Il passaggio da un’epoca all’altra costituisce lo sfondo storico anche del suo romanzo successivo, scritto in gran parte durante un soggiorno romano nel 2007, quando Schulze fu borsista presso Villa Massimo. Adam und Evelyn, uscito nel 2008 (trad. it. Feltrinelli 2009), si appoggia al mito biblico per narrare, in una forma narrativa dal ritmo spedito e dominata dal dialogo, il viaggio in Ungheria di una coppia (in crisi) di giovani tedeschi dell’est e la loro fuga tardiva nell’Ovest nell’estate precedente il 9 novembre.
Nel corso dell’anno romano, Schulze raccolse anche gli spunti per quello che sarebbe diventato il suo libro successivo, uscito in Germania pochi mesi fa. Orangen und Engel è una raccolta, arricchita dalle fotografie di Matthias Hoch, di racconti ambientati in Italia e accomunati dalla presenza, accanto a un narratore molto somigliante all’autore, di personaggi “marginali”: immigrati, prostitute, lavavetri, anziani eccentrici e affini, che appaiono non solo come figure distintive del mutamento sociale in atto, ma anche e soprattutto in virtù di uno sguardo esterno, libero e ospitale che, anziché rivolgersi a quanto di più noto e stereotipato l’Italia offre di sé oltreconfine, ne restituisce attori e scorci più defilati, ma tanto più vivi e reali.
Il racconto in uscita come secondo volume della collana Murene, che anticipa l’uscita dell’intero libro per Feltrinelli nel 2011, è quello che dà il titolo al volume, ma rinominato da Schulze per l’occasione. L’angelo, le arance e il polipo è la storia un po’ fittizia e un po’ veritiera di una gita a Napoli, il resoconto partecipe e meravigliato di un soggiorno partenopeo turbato da eventi e personaggi più o meno bizzarri, dal tedesco Ralf divoratore di arance al vivido mollusco che primeggia nelle ultime, indimenticabili pagine del racconto.

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18 Commenti

  1. Arriva a casa in un bellissimo pacchetto artigianale, modello anni ’70.
    Per tutti paranoici: tranquilli non è un pacchetto-bomba come abbiamo pensato io e Gigi L. communiste-dandy bresciano. Apritelo tranquillamente. Il contenuto è da guardare e passare tra le mani prima di aprire e leggere i testi. Complimenti: è proprio bello.

  2. bella la copertina, piccole soli o arancine scintillano,
    il titolo è un’apertura verso l’orizzonte,
    di angeli a Napoli sono tanti,
    qualche nascosto, qualche visibile
    in una strada ripida,
    sotto una palma,
    mai in una piazza, troppo scoperta.
    Mi piace che questa seconda parte del progetto
    sia dedicata a una città che amo,
    luogo di ispirazione per tutti.

    E’ anche molto interessante scoprire la vita di Ingo Schulze.

  3. eheh, maria luisa, anch’io ho pensato al pacchetto bomba. Un bombarolo distratto, però, perché il pacchetto era già aperto…

    (ma dunque avete invertito? Schulze secondo e il secondo finito terzo?)

  4. Volli trattare l’angelo meglio di come aveva fatto il venditore: scoprii i fiori nel drappo rosso a guisa di grembiale, ne trovai altri nella lunga veste, di un verde oliva chiaro e luccicante, infilai il chiodino con cautela – no, non entrava. Reggendo l’ala con il chiodino come un pugnale, tastai alla ricerca del foro nel quale doveva essere stata fissata prima. Feci troppa pressione, la stoffa si strappò. Srntii soltanto lo strappo, non vidi nulla. […] Ora tenevo l’angelo sollevato per l’occhiello tra le scapole, l’ala si accasciò di lato, come succede alle marionette. […]

    ce l’ho e mi piace. pochi soldi molto ben spesi.

  5. se intendi la grafia sulla busta, questa è della gentilissima persona che si sobbarca la scrittura degli indirizzi in casa editrice, mentre, come è noto, la grafica è opera di Mattia Paganelli, indiano doc e grafico d’exxellenz.

  6. Un sentito grazie agli amici di Nazione indiana, e in particolare ai curatori della collana, per avermi dato la possibilità di collaborare con questo racconto di Schulze al progetto delle Murene. È stato davvero un piacere.
    (amen)

  7. sto sfogliando lo Schulze – nelle/dopo le prime due-tre pagine mi ha ricordato – per certi versi – alcuni racconti del Montale di Farfalla di Dinard. più fluido e meno elitario. vi ringrazio della proposta, insomma, è molto interessante.

  8. “Piccoli soli o arancine”… io credevo fossero le ventose del polipo!:-)
    Se anticipa l’intero volume che sarà pubblicato nel 2011 da Feltrinelli significa che (come con il primo libro pubblicato in Murene) la collana sta facendo da “apripista” a libri/scrittori che catalizzeranno l’attenzione anche qui, in Italia (per quanto, come ricordato, Schulze non sia sconosciuto da noi) e questo significa che NI sta facendo un ottimo lavoro di diffusione culturale, ancora una volta. Scavando.
    Il grazie è anche mio.

    p.s. anche mia moglie alla vista del pacchetto pensava si trattasse di un pacco-bomba! :-)

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andrea raos ha pubblicato discendere il fiume calmo, nel quinto quaderno italiano (milano, crocetti, 1996, a c. di franco buffoni), aspettami, dice. poesie 1992-2002 (roma, pieraldo, 2003), luna velata (marsiglia, cipM – les comptoirs de la nouvelle b.s., 2003), le api migratori (salerno, oèdipus – collana liquid, 2007), AAVV, prosa in prosa (firenze, le lettere, 2009), AAVV, la fisica delle cose. dieci riscritture da lucrezio (roma, giulio perrone editore, 2010), i cani dello chott el-jerid (milano, arcipelago, 2010), lettere nere (milano, effigie, 2013), le avventure dell'allegro leprotto e altre storie inospitali (osimo - an, arcipelago itaca, 2017) e o!h (pavia, blonk, 2020). è presente nel volume àkusma. forme della poesia contemporanea (metauro, 2000). ha curato le antologie chijô no utagoe – il coro temporaneo (tokyo, shichôsha, 2001) e contemporary italian poetry (freeverse editions, 2013). con andrea inglese ha curato le antologie azioni poetiche. nouveaux poètes italiens, in «action poétique», (sett. 2004) e le macchine liriche. sei poeti francesi della contemporaneità, in «nuovi argomenti» (ott.-dic. 2005). sue poesie sono apparse in traduzione francese sulle riviste «le cahier du réfuge» (2002), «if» (2003), «action poétique» (2005), «exit» (2005) e "nioques" (2015); altre, in traduzioni inglese, in "the new review of literature" (vol. 5 no. 2 / spring 2008), "aufgabe" (no. 7, 2008), poetry international, free verse e la rubrica "in translation" della rivista "brooklyn rail". in volume ha tradotto joe ross, strati (con marco giovenale, la camera verde, 2007), ryoko sekiguchi, apparizione (la camera verde, 2009), giuliano mesa (con eric suchere, action poetique, 2010), stephen rodefer, dormendo con la luce accesa (nazione indiana / murene, 2010) e charles reznikoff, olocausto (benway series, 2014). in rivista ha tradotto, tra gli altri, yoshioka minoru, gherasim luca, liliane giraudon, valere novarina, danielle collobert, nanni balestrini, kathleen fraser, robert lax, peter gizzi, bob perelman, antoine volodine, franco fortini e murasaki shikibu.
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