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racconto

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Il maiale Kras

di Giorgio Kralkowski
Le urla si sono quasi dissolte sopra le tegole del casale e al fumo dei camini, si sono infilate tra l’erba alta e hanno forse raggiunto gli uomini nei campi più lontani, appena prima delle acque del fiume, che inghiottono le voci di chi vi parla appena accanto. Adesso al loro posto i fruscii del lavoro, i rumori umidi delle mani e della carne, il tremare del metallo dei coltelli

Riesci a vedere la luce in questa immagine

di Lorenzo Tomasoni
Mentre fotografava una prugna spiaccicata sul pavimento di linoleum di casa sua, durante una sessione di fotografia nei primi giorni di aprile, Colin McRooe fu colto dalla feroce intuizione che non ci sarebbero mai stati criteri oggettivi o inquadrature luminose artificiali che avrebbero potuto inchiodarla per sempre alla realtà

Pietà

di Ilaria Palomba
Embolizzazioni. Trasfusioni. Dimentico. Cosa ci fai qui? Meriti questa seconda possibilità? A quali condizioni? Non pensare. Ora cammina. Non pensare. Non devi pensare.

Il mio primo maestro era svedese

di Paolo Morelli
È stato il mio primo maestro. Di sicuro è stato lui a convincermi di giocare tutte le mie fortune all’ala destra. Avevo sei o sette anni quando è arrivato alla Fiorentina, di cui già ero tifoso.

Chiamate notturne

di Fausto Paolo Filograna
Marito si è messo alla guida. È ancora luce in quella zona del mondo, e mancano molti mesi alla nascita e alla morte della loro bambina. Ogni tanto, al culmine di qualche salita, se le curve della strada non sono costeggiate da troppi alberi, riesce a vedere una striscia di mare perdersi lontano verso Ovest

In fondo al tunnel

di Roberta Spagnoli
Nessuno lo riconosce. Forse dovrebbe presentarsi: sono il figlio di Pietro, nome di battaglia Walter; oppure sono Jonny di Margherita, la farmacista. Forse nessuno saprebbe identificarlo nemmeno come Giovanni Rossi, il compagno, il brigatista, il dissociato, il detenuto

L’infinita

di Emanuele Muscolino
Magari, quando sarà il momento, dirò a Chang di lanciare un dado e di decidere per me: che il caos faccia ancora la sua parte.

La perfezione dell’acqua

di Barbara Guazzini
F. ha dei baffetti sparati sulle labbra secche per la tramontana di passeggiate uguali, fatte apposta per stancarla in vista della notte. Mentre ci parlo li osservo e immagino di poterla far tornare quella di qualche anno fa con un passata di cera e uno strappo veloce

Gli elefanti della colonia

di Mario Temporale
Un giorno qualcuno decise che si sarebbero trasferiti. Il bambino aveva ormai cinque anni, ma non sapeva chi avesse deciso di lasciare l’osteria e spostarsi in un altro villaggio, in una nuova casa, senza l’osteria. L’avevano deciso i grandi, e questo bastava

I tetti a mantella

        I tetti a mantella di Patrizia Fistesmaire “La prossima volta che riòmprà i mmirtilli glielo ficco ner culo!” “Oh Kevin, mah che ti viene in mente stamani?” C’era la nebbia a mantella sui tetti della Via Amendola. Ganzo, se ti giravi di scatto, a seconda del punto; se stavi più basso o più alto con le gambe, l’incrocio con la Via Alcide, proprio in quel punto, dove quelle due case a ics erano attaccate...

Il libro islandese

di Enrico Dotti
I libri da tradurre glieli portavano dalla terraferma ogni tre mesi. Traduceva dall’inglese – e questa era la sopravvivenza – e dall’islandese, ma questa è una lingua rara e inumana, esercitata da qualche tecnico stravagante o dai poeti nazionalisti

Parlare col culo

di Daniela Besozzi
Daniela ironizzava spesso sull’ipotesi che io fossi affetta dalla sindrome di Tourette, ma io vi giuro che la mia mente è sana. La ricerca scientifica congettura che la coprolalia sia un indizio di sincerità.

Due casi di claudicazione

di Sergio Oricci
In una città dell’Europa dell’Est, una delle tante città di media grandezza che possono essere percepite come grandissime e piene di opportunità da chi ha sempre vissuto in provincia, due uomini camminano in direzioni opposte

Jeannette

di Bea Orlandi
Mi avevano detto che se ne sarebbero andati all’inizio dell’estate. L’ultima volta che ero scesa per prendermi cura dei loro figli, mi avevano chiesto, allora te ne torni a casa per le vacanze, Jeannette? Avevo annuito senza pensarci su

Ninna Mamma

di Federica Rigliani
In casa siamo sempre stati noi due. Una camera ciascuno e la cucina, che odorava di legna e affacciava sull’aia. Lì, quattro galline ovaiole razzolavano tra il basilico e i gerani, compressi nelle latte di pomodoro e addossati tutt’intorno al muro

Alcuni metri

di Fabrizio Pelli
Con un tintinnio si rompe il moschettone e lei precipita al chiodo di sotto. La gamba, assediata, rimane fra la parete e il suo corpicino — corpicino che schiaccia l’osso. Si rompe senza un rumore. L’urlo cade, pietra, lungo la parete e rimbalza nella valle

INFORME (una proiezione non mercatoriana)

di Igor Antonio Lipari
Tutte queste crepe; e quanto vaste e ramificate stanno divenendo - ma non lo preoccupano più di tanto, nonostante sembrino allargarsi a vista d'occhio

Qualche infedeltà

di Walter Nardon
A volte, tutto sta nel trovare un buon pretesto. Non che debba per forza essere inattaccabile, anzi è meglio se lascia trasparire una sua distesa anonimità...

Cronache del mondo sommerso

di Giovanni di Benedetto
Lo sentimmo arrivare da lontano, il mare. Nel giro di pochi minuti l’intera parte nord-occidentale fu ricoperta dalle acque. Fu così che ebbe inizio la nostra vita nel mondo sommerso

Margherita

di Dora Annarumma
C’era quella scena, in un film che aveva il nome di un crostaceo. Era la scena finale, il protagonista voleva accecarsi per amore, Sandra non ricordava bene per quale motivo vi fosse costretto, ma lui prendeva un ago gigantesco, uno spillone, lo appoggiava alla parete e per diversi minuti restava lì con l’occhio vicinissimo alla punta, cercando il coraggio di.

Tulipani

di Martino Pinna
Questo lavoro mi piace, è vero, ma col passare del tempo vedo sempre di più gli aspetti negativi. Le strade sono sempre più affollate e i tempi di consegna sono a volte impossibili, e poi ti controllano costantemente: le società di consegne, i clienti che si incazzano con te anche se non è colpa tua, la polizia, insomma siamo sempre controllati da tutti.

Bateaux Ivres Anonymes

di Igor Antonio Lipari
Sia detto a mezza voce: di recente in certi ambienti ben informati si sta facendo un gran parlare di una neonata start-up, i cui soci fondatori si nascondono dietro l'astruso nickname collettivo di "astemi"

Tappan Zee

di Patrizia Tenda
Quando iniziai le famose “90 riunioni in 90 giorni”, dovetti girare tutti i paesi vicini che ospitavano gruppi di alcolisti. Mio padre mi portò al suo gruppo. Lo chiamavano il gruppo “Guardie e Ladri”, perché si teneva vicino alla prigione di Ossining.

Granchio reale

di Matteo Crescenti
Era figlio unico. Sin dai diciott’anni, aveva seguito gli affari dell'azienda e, data l’età avanzata dei suoi, si preparava all’imminente cambio di testimone. Ora arriva questo granchio blu e spazza via tutto

Monnezza

di Monica Pace
Raccogliamo anche davanti a casa mia, ma al Rosso non l’ho mai detto dove abito. Di solito iniziamo qualche strada più giù, dal vialone con gli alberi nel mezzo. All’alba ci stanno ancora le ultime puttane che battono, o che fanno colazione

Nascita e morte del neo horror all’italiana

di Matteo Quaglia
Quello che posso aggiungere sul “filone cinema” è che di una tempesta di sabbia si può dire solo quello che ci è concesso quando il vento smette di vorticare e di sollevare i granelli, cioè che non ci si è capito un cazzo

La scorza

di Maria Teresa Rovitto
Riuscivamo a vedere l’abbondanza che ci circondava senza prendere sul serio nessuna delle teorie sulla povertà relativa. Era bastato nascere da madri che consumavano pasti nutrienti, dormivano supine e ci leggevano le favole proposte dai libri che afferravano dalle vetrine del corso.

Lazzaro

di Alberto Bartolo Varsalona
Fuoco era la statale, che amici e parenti s’erano portati botti e contro-botti da mezza Palermo: bombe, tuoni che facevano tremare le celle, sbarre e catene al Pagliarelli. Era da poco iniziato lo spettacolo d’artifici, di sbummichiate in su per il buio cielo, fuoco su fuochi, e lampi, e tagli come di tempesta, di malotempo verticale sull’immondo fiume Oreto, ove scorre non acqua, ma melma

Margini (parte 2)

di Alberto Comparini
Quando mi ascoltava il dottor S era una figura ambigua singolare di genere maschile come il φαρμακός che prescriveva sistematicamente ai suoi pazienti più stretti. In questo testo è lui l’uomo destinato a morire prima di essere la vittima dei suoi pazienti

Margini (parte 1)

di Alberto Comparini
Sono un tossicodipendente: un novenario venuto male, soggetto e oggetto di veleni che provengono da ambienti interni ed esterni, un dipendente statale; sono nudo proprio come tutti gli altri di fronte a una porta scorrevole di ultima generazione (una Dura-Glide™ full-energy automated sliding door, the number one selling automatic sliding door in North America). È ora di entrare
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