di Vincenzo Reale Si abbandonò sul letto a braccia aperte, si tolse le scarpe. Era inquieta, era stanca. Fece un lungo sospiro, sollevò le sopracciglia, ma invece di sorridere sentì il volto contrarsi in una smorfia di disgusto, e fu solo in quel momento che accettò di piangere
di Edoardo Balacchi Quando ci accorgemmo che il capo era morto ci venne naturale chiuderlo nello sgabuzzino. Lo lasciammo sulla poltrona presidenziale che si era comprato da solo per i dolori alla schiena e ci limitammo a spingerlo nel ripostiglio in cui tenevamo i toner per la stampante, le lampadine di ricambio e le risme di carta
di Marcello Ranieri
Anna conobbe Marta durante uno sciopero. Si erano notate, poi qualcuno le presentò. Er Matassa? Al bar passarono il tempo a cantare. Anna diceva "La conosci? Bombe, tombe, ombre. Solo in tanta polvere". Marta continuava "Avanzo a duro muso. Cielo aperto e ora chiuso". E così. Poi Marta la invitò a casa, al Nomentano
di Nathan Wolf Qualche giorno fa sonnecchiavo sul divano mentre in TV passava un documentario sui salmoni. Niente di nuovo, la loro odissea riproduttiva la conoscono tutti: migliaia di chilometri...
di Lorenzo De Rose
Le voleva gialle. Gialle con la scritta a pennarello blu. Era stato piuttosto chiaro e glielo aveva specificato più d’una volta, onde evitare che le comprasse di altri colori. I fogli che si trovava in mano erano con le etichette adesive bianche
di Agostino Bimbo
Il volto del nemico è l’ossessione degli abitanti di Caffa. Il volto mai visto negli undici mesi di assedio, tracciato dai resoconti incerti degli esploratori e dalle indiscrezioni delle sentinelle. Il volto che temono di incrociare fra i cantoni silenziosi del bazar o nella piazza deserta
di Silvia Belcastro Dal mio corpo escono tubi da mungitura perché devo allattare la notte, devo mettere al mondo le sue creature: su un nastro trasportatore sfilano, a distanza regolare, i miei fantasmi contornati di luce.
di Laura Scaramozzino
Elisa fa saltare i tappi o ci fa le spille. Prima si china e fruga tra gli sterpi. L’odore di merda pizzica il naso. Le cicale friniscono e graffiano i timpani. Il cielo è uno schiaffo azzurro sulla fiumana. C’è puzza di sudore, di gomma bruciata e di albicocche pestate
di Edoardo Mazzilli
Secondo Ania l’uomo ha perso la capacità di autodistruzione. Me l’ha detto la notte in cui ha smesso di esistere. Dapprincipio non ho capito cosa intendesse, per questo ha voluto mostrarmelo. Mi ha trascinato nella profondità di una grotta eterna dentro a cui viveva una monstera in stato quiescente
di Greta Bienati
Matricula dos Immigrantes, numero 77.314. Data di sbarco: 6 marzo 1888. Sul registro degli arrivi al porto di Santos, Brasile, il suo nome viene per ultimo. Prima c’è il capo famiglia, poi la sua mulher, il suo irmão, come là chiamano i fratelli, e quarta lei
di Elisabetta Bruni A volte, quando in questi giorni mi è capitato di visitarla, ho iniziato a parlarle normalmente, come a una qualunque persona adulta sana, per poi scivolare in un linguaggio che detesto, quello che si usa coi bambini e coi cani e io non uso per nessuno, generalmente. Alla fine, ho smesso di parlare con lei
di Federica Frascogna Love Peace Unity and Havin’ fun! Lo ripetiamo dai tempi degli allenamenti sotto alle Poste. Ci siamo sudati il rispetto di chi c’era prima di noi nella scena, ci siamo fatti il culo quadrato. Stare sul territorio concrete quando non si hanno conoscenze fa male, i vecchi ci spiegavano qualche tecnica solo quando si accorgevano che sbattevamo la testa e tornavamo il giorno dopo ancora insanguinati
di Lisa Ginzburg
Anch'io mi sono guastato, sicuro: anzi, secondo la gran parte di quelli che ci conoscono, io molto più di lei. Ma anche se loro non lo sanno né lo sapranno mai, almeno io non ne godo.
di Lorenzo Marchese Anche se è venuta a stare da me pochi giorni dopo il nostro primo incontro, in completo abbandono, ha esitato parecchio a dirmi il suo nome. All’inizio non mi importava: la casa, svuotata di soprammobili e vestiti di mia moglie, aveva ancora meno senso di prima e non riuscivo a smettere di chiedermi perché sentissi la mancanza di qualcosa che negli ultimi anni mi aveva dato per lo più fastidio
di Francesca Ranza
Quell’estate una mantide decapitata cadde giù dal cielo. Eravamo in piscina e parlavamo della coscienza, perché parlare della coscienza andava molto di moda. Non eravamo andati da nessuna parte in vacanza. Lui diceva che Milano in agosto era bellissima e io, anche se a Milano in agosto non ci ero mai stata prima, gli avevo creduto.
di Giacomo Sartori È sempre un compito penoso ricordare chi se ne è appena andato. Diciamo la verità, quando muore qualcuno ci si dice che sarebbe potuto benissimo capitare a noi, o insomma che i prossimi della lista forse siamo noi, senza che lo subodoriamo.
di Silvano Panella Uscii sul ponte di prua della nave, il mare agitato e spumoso. Credevo che nessuno dei passeggeri volesse scoprire la causa dei bicchieri caduti, che nessuno fosse disposto a farsi investire dalle folate di vento, che osasse seguirmi o precedermi di fuori
di Marco Marra La bambina spalanca gli occhi e singhiozza e pronuncia la sua prima parola. La nonna ode la prima parola della bambina e serra le labbra e le si avvicina. La nonna dice: Tu e io abbiamo un segreto. Dev’essere tua madre a udire la tua prima parola. La tua prima parola non può essere questa
di Laura Mancini
Non so quando fu che iniziai a pensare ai branchi di cani. Branchi, di, cani, sarei tentata di scandire per ricordare come singoli elementi possano compattarsi in un simbolo monolitico e depositarsi nella mente fino a produrre calcare e ruggine, fino al totale squagliamento in un immondo pantano.
di Valeria Micale br>Ogni barriera del corpo ne mantiene l’integrità, impedendo la perdita di sostanza vitale. Anche le cicatrici servono a questo scopo.
di Giovanni di Benedetto Santa Maria del Mare dormiva nel mezzo del giorno. Dalle persiane socchiuse la luce filtrava a intermittenza, ricomponendosi sulle pareti nelle forme astratte delle prime pitture rupestri. Si voltò dall’altro lato del letto e tornò a dormire. Al risveglio i dinosauri erano ancora lì
di Mauro Baldrati Il suo era un romanzo che avrebbe scosso la letteratura dalle fondamenta. Una scrittura spontanea e al tempo stesso perfettamente controllata. Una lingua scavata dall'interno, spezzata, risorta.
di Matteo Quaglia Marina si innamorò di Cortazar fino al punto di chiedermi in maniera a dire il vero fin troppo esasperante di lasciarmi crescere barba e capelli, e se possibile, di crescere io stesso di una decina di centimetri
di Francesco Segoni
Qualche anno più tardi, al momento di spingere la lama nella coscia, Ursula ripensa a quel venerdì di fine marzo in cui avrebbe dovuto morire e invece era morto suo padre. Aveva dodici anni e se lo ricorda come un pomeriggio di sole: una cosa buona, perché aveva scelto un posto all’aria aperta per suicidarsi. Intorno al faro di Alnes c’erano solo mare e cielo.
di Giacomo Verri
Pubblichiamo un estratto da Storie di coscienti imperfetti, la nuova raccolta di racconti di Giacomo Verri, pubblicata da Wojtek, 2024
di Marta Barattia Cade senza un grido, trascinata in un abisso di vortice scuro che confluisce in un tubo più grande e poi in un altro e un altro ancora. E poi – si suppone – nel mare.
di Giorgio Kralkowski
Le urla si sono quasi dissolte sopra le tegole del casale e al fumo dei camini, si sono infilate tra l’erba alta e hanno forse raggiunto gli uomini nei campi più lontani, appena prima delle acque del fiume, che inghiottono le voci di chi vi parla appena accanto. Adesso al loro posto i fruscii del lavoro, i rumori umidi delle mani e della carne, il tremare del metallo dei coltelli
di Lorenzo Tomasoni Mentre fotografava una prugna spiaccicata sul pavimento di linoleum di casa sua, durante una sessione di fotografia nei primi giorni di aprile, Colin McRooe fu colto dalla feroce intuizione che non ci sarebbero mai stati criteri oggettivi o inquadrature luminose artificiali che avrebbero potuto inchiodarla per sempre alla realtà
di Ilaria Palomba Embolizzazioni. Trasfusioni. Dimentico. Cosa ci fai qui? Meriti questa seconda possibilità? A quali condizioni? Non pensare. Ora cammina. Non pensare. Non devi pensare.