davide orecchio

409 articoli scritti
Vivo e lavoro a Roma. Libri: Lettere a una fanciulla che non risponde (romanzo, Bompiani, 2024), Qualcosa sulla terra (racconto, Industria&Letteratura, 2022), Storia aperta (romanzo, Bompiani, 2021), L'isola di Kalief (con Mara Cerri, Orecchio Acerbo 2021), Il regno dei fossili (romanzo, il Saggiatore 2019), Mio padre la rivoluzione (racconti, minimum fax 2017. Premio Campiello-Selezione giuria dei Letterati 2018), Stati di grazia (romanzo, il Saggiatore 2014), Città distrutte. Sei biografie infedeli (racconti, Gaffi 2012. Nuova edizione: il Saggiatore 2018. Premio SuperMondello e Mondello Opera Italiana 2012).   Testi inviati per la pubblicazione su Nazione Indiana: scrivetemi a d.orecchio.nazioneindiana@gmail.com. Non sono un editor e svolgo qui un'attività, per così dire, di "volontariato culturale". Provo a leggere tutto il materiale che mi arriva, ma deve essere inedito, salvo eccezioni motivate. I testi che mi piacciono li pubblico, avvisando in anticipo l'autore. Riguardo ai testi che non pubblico: non sono in grado di rispondere per mail, mi dispiace. Mi raccomando, non offendetevi. Il mio giudizio, positivo o negativo che sia, è strettamente personale e non professionale.

Il volto del nemico

di Agostino Bimbo
Il volto del nemico è l’ossessione degli abitanti di Caffa. Il volto mai visto negli undici mesi di assedio, tracciato dai resoconti incerti degli esploratori e dalle indiscrezioni delle sentinelle. Il volto che temono di incrociare fra i cantoni silenziosi del bazar o nella piazza deserta

Elisa fa saltare i tappi

di Laura Scaramozzino
Elisa fa saltare i tappi o ci fa le spille. Prima si china e fruga tra gli sterpi. L’odore di merda pizzica il naso. Le cicale friniscono e graffiano i timpani. Il cielo è uno schiaffo azzurro sulla fiumana. C’è puzza di sudore, di gomma bruciata e di albicocche pestate

L’ultimo sogno

di Edoardo Mazzilli
Secondo Ania l’uomo ha perso la capacità di autodistruzione. Me l’ha detto la notte in cui ha smesso di esistere. Dapprincipio non ho capito cosa intendesse, per questo ha voluto mostrarmelo. Mi ha trascinato nella profondità di una grotta eterna dentro a cui viveva una monstera in stato quiescente

Andùm?

di Greta Bienati
Matricula dos Immigrantes, numero 77.314. Data di sbarco: 6 marzo 1888. Sul registro degli arrivi al porto di Santos, Brasile, il suo nome viene per ultimo. Prima c’è il capo famiglia, poi la sua mulher, il suo irmão, come là chiamano i fratelli, e quarta lei

Πόθος e altre poesie

di Maddalena Claudia Del Re
Figli, morti, funerali accanto. / Fosse comuni. No benedizioni. / No riti funebri scanditi da ritmi consolanti forgiati nei millenni. / Mariti, mogli, funerali accanto. / Padri, madri, funerali accanto. / Fosse comuni.

“Morto, è già morto”

di Elisabetta Bruni
A volte, quando in questi giorni mi è capitato di visitarla, ho iniziato a parlarle normalmente, come a una qualunque persona adulta sana, per poi scivolare in un linguaggio che detesto, quello che si usa coi bambini e coi cani e io non uso per nessuno, generalmente. Alla fine, ho smesso di parlare con lei

Personaggi oltre le righe. Rileggere Brianna Carafa nel suo centenario

di Anna Toscano
La sua è una scrittura distaccata e precisa, una penna che cerca nella storia dei suoi personaggi i tasselli dissonanti, una pervicacia nell’affondare nell’animo umano per parlare di follia, margini, voragini e scelte. Oggi, nel centenario dalla nascita di Brianna Carafa, ci teniamo a ricordare i suoi libri

La Crew

di Federica Frascogna
Love Peace Unity and Havin’ fun! Lo ripetiamo dai tempi degli allenamenti sotto alle Poste. Ci siamo sudati il rispetto di chi c’era prima di noi nella scena, ci siamo fatti il culo quadrato. Stare sul territorio concrete quando non si hanno conoscenze fa male, i vecchi ci spiegavano qualche tecnica solo quando si accorgevano che sbattevamo la testa e tornavamo il giorno dopo ancora insanguinati

Anna Maria

di Lorenzo Marchese
Anche se è venuta a stare da me pochi giorni dopo il nostro primo incontro, in completo abbandono, ha esitato parecchio a dirmi il suo nome. All’inizio non mi importava: la casa, svuotata di soprammobili e vestiti di mia moglie, aveva ancora meno senso di prima e non riuscivo a smettere di chiedermi perché sentissi la mancanza di qualcosa che negli ultimi anni mi aveva dato per lo più fastidio
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