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sillabario indiano

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GIGI GIGI GIGI (strascichi di fascismi domestici)

di Giacomo Sartori Gigi Gigi Gigi quando l’estate spuntavi erano selvagge abbuffate con i tuoi fratelli (le consorti guardinghe noi figli incantonati in un opaco presente) girandole di bottiglie e sghignazzamenti feroci rievocazioni politicamente scorrette poi verso il dolce fioccavano le tue granate sui bersagli più fragili impudiche provocazioni offese precise e ben tese (un’arte che non si impara) seguivano memorabili incazzature delle mogli una contro l’altra o una contro...

I muri di K. (2/2)

di Giacomo Sartori   Qui a K. si contano più di cento sintagmi per onorare le pietre esili o massicce ialine o grigie di sole bislunghe o cubiche o aguzze o forate cuneiformi (gli etnologi gioirebbero)                   I nomi sopravvivono al cosiddetto progresso (ma come chiamare ciò che non si è mai visto? come dribblare le lingue degradanti delle religioni?)                     11 Cari muri di K. laccati dal sole leccati da piogge convulse carezzati dai serpenti (sempre meglio che niente) sotto la scorza di pietrisco e erbe inaridite nascondete terra sfarzosa antica e scarlatta distillata nei millenni dal gruviera carsico e poi...

I muri di K.

di Giacomo Sartori     Cari muri di K. siete divenuti superflui nei vostri marsupi di terra prodiga e rossa (importa a qualcuno?) squatterano pini possenti e lucenti corbezzoli Cari muri di K. ora foraggiate solo le pubblicità turistiche e gli olivi di qualche anziano (lasciamo stare per piacere i giardini dei villini balneari)                   L’agricoltura industriale vi ha epurato: siete rozzi e duri di comprendonio non collaborate alla soluzione finale Voi però non demordete non crollate manifestate anzi in cortei impettiti il vostro arcaico dissenso                     2 Cari muri di K. dovete scusarmi se vi violo lo sapete bene per tante estati vi...

Sillabario indiano: P

di Giacomo Sartori (fotografie di Giorgia Fiorio) caro papà al dibattito delle diciassette ho parlato bene insomma non malaccio visti gli intimi annessi e connessi (il costrutto autoassolutorio: vengo da molto lontano) non mi sono incrodato ho riesumato nella testa cava architravi e capitelli e perfino una statua intatta ma eccoti il critico acuminato con passetti felpati e ancheggiamenti sinoidali (felini anch’essi) del fraseggiare di testa (le nevrotiche vibrisse tese pur sempre alle insidie) beninteso ha stravinto scimmiottando perfino l'incresciosa rozzezza teoretica dell'imperito sottoscritto seppure con tatto appena qualche istante la stoccata virtuosa del...

Sillabario indiano: A come amicizia

di Giacomo Sartori (fotografie di Giorgia Fiorio) Andrea mi chiede della Corsica sta cercando un posto bello e alla mano per quest’estate nella veste di padre si prende per tempo e anche il piglio è più maschio io sciorino il poco che so nel nuovissimo cordless sforzandomi di presagire dove potrebbero essere felici lui e la meticcia dai fianchi larghi e la sfingettina dell’ospedale (a guardare bene qualche grinza restava) Mentre parla Andrea fa strane pause anche in mezzo alle frasi anche molto brevi pozzi nei quali collasso sempre...
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