Juke-box / Apuamater Sottosopra
m.r.
Ora che danno fervidi l’anima ai malfattori
dei padri miei lo sangue trasformo in lacrime e immergo d’ori
ma io rimembro un tempo in cui furon di noi custodi
già sgretolava il mento calcareo vento che il petto erode
Spacca la roccia bianca che sul tuo capo pende
manda un saluto all’inferno in cava si sale
in miniera si scende
urla di morte bianca
che quattro soldi vale
mastica il paradiso in miniera si scende
in cava si sale
Candido refrattario cieco destino di bianca altura
quando lo dio del marmo dell’orizzonte darà premura
alle creature in grembo di madri avvolte nella tormenta
del canto del demonio che inesorabile il cuor violenta
Il cuor violenta la roccia bianca
che sul tuo capo pende
manda un saluto all’inferno in cava si sale
in miniera si urla di morte bianca
che quattro soldi vale
mastica il paradiso in miniera si scende
in cava si sale
“Spacca la roccia bianca che sul tuo capo pende”
potrebbe essere un motto…
Marco, salutami Ivan della Mea.
Marco, grazie, è lo stesso linguaggio solenne e commovente delle vecchie canzoni anarchiche “dei padri miei lo sangue trasformo in lacrime”, niente è ridicolo, fa solo tremare ancora le vene ai polsi. a.
Ho ascoltato gli Apuamater, che non conoscevo, qualche tempo fa in un mini live su Radio Popolare: una rivelazione, una potenza. Mi piacerebbe tanto assistere al concerto.
ascoltare, sì
grande arte anche questa…..
Fratelli, grande serata, abbiamo cantato insieme questo sottosopra, e finalmente il maschio di volterra si è completato, con ovidio presente, libero.