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Παίγνιον ε’ Ἄγιος Μαρτῖνος

Νέφος λόφους ἐπ’αἰπεῖς
ἀνέρχεται μὲν ὗον
βρέμουσά γ’ἡ θάλασσα
Bορρᾶς ὕπο στενάζει.

Ἀλλ’ἐν πόλεως ὁδοῖσι
ληνῶν ἐπιζεόντων
οἶνος πικρῶς ἀπόζων
τέρψιν φρεσὶν δίδωσι.

Πεμπώβολον δ’ἐλίσσει
ψοφοῦν ξύλοις καίουσιν
ὁ δ’ἐν θυραῖς θηρευτὴς
ἐκστὰς βλέπει συρίζων

ὄρνεων κελαινῶν στίφη
ἐν ἐσπέρ’ἐκδημούντων
νέφεσσιν ἔν γ’ἐρύθροις
φυγαῖς λόγοις ὁμοίων.

Originale:

S. Martino

La nebbia agl’irti colli
piovigginando sale
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar.

Ma per le vie del borgo
dal ribollire de’ tini
va l’aspro odor de’ vini
l’anime a rallegrar.

Gira su’ ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando
sta il cacciator fischiando
su l’uscio a rimirar

fra le rossastre nubi
stormi d’uccelli neri
com’esuli pensieri
nel vespero migrar.

G. Carducci.

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Daniele Ventre (Napoli, 19 maggio 1974) insegna lingue classiche nei licei ed è autore di una traduzione isometra dell'Iliade, pubblicata nel 2010 per i tipi della casa editrice Mesogea (Messina).
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