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canti di un luogo abbandonato

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Da “Canti di un luogo abbandonato”

di Azzurra D'Agostino Chi era qui, chi zappava e mungeva chi insomma c'era non l'avrebbe voluto il crollo del fienile e neanche, inutile dire, questo scrostarsi di pareti, la gramigna tra le fessure del selciato e tutto sommato il mondo l'intero mondo spopolato. Il mondo quello lì, che c'era e pensava alla primavera come a una promessa, la terra del campo spessa come una preghiera. *   Tutto questo verde, le foglie piccole, i gambi, i fili d'erba e poi pistilli...
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