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Giovanni Turra

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Esce L’Ulisse n.18. Poetiche per il XXI secolo.

L'ULISSE n. 18. Poetiche per il XXI secolo.   INDICE   Editoriale, di Stefano Salvi   IL DIBATTITO IDEE DI POETICA Fabiano Alborghetti Gian Maria Annovi Vincenzo Bagnoli Corrado Benigni Vito Bonito e  Marilena Renda Gherardo Bortolotti Alessandro Broggi Maria Grazia Calandrone Gabriel Del Sarto Giovanna Frene Vincenzo Frungillo Florinda Fusco Francesca Genti Massimo Gezzi Marco Giovenale Mariangela Guatteri Andrea Inglese Giulio Marzaioli Guido Mazzoni Renata Morresi Vincenzo Ostuni Gilda Policastro Laura Pugno Stefano Raimondi Andrea Raos Stefano Salvi Luigi Socci Italo Testa Mary Barbara Tolusso Giovanni Turra Michele Zaffarano   NUOVI CRITICI SUL NOVECENTO Vittorio Sereni di Mattia Coppo Attilio Bertolucci di Giacomo Morbiato Franco Fortini di Filippo Grendene Corrado Costa di Riccardo Donati Anni Novanta. Individui e...

Dieci poesie

di Giovanni Turra   Da Con fatica dire fame, inedito.   Mandare a memoria la tua vita Mandare a memoria la tua vita, mandarla indietro, com’è dell’orologio a parete al cambio dell’ora. Con tatto d’entomologo ne sposti indietro l’elitre delle lancette: un volo di lancette sul quadrante, tutta la tua vita in un botto. E s’accampano di getto, come usciti dall’armadio, i tuoi morti tutti e due. A mezzo busto dentro una cornice, in un giorno di sole. * Riflettere quel poco com’è dei sottoposti. Darsi da fare invece, darci dentro. Ne...

Animali da soma

(da Con Fatica Dire Fame) di Giovanni Turra Giunto più che a mezzo del cammino bramisci con gli alci a lode del Signore: solo, sei sempre stato solo e matto una metà. . . . . . . . . . . . . . . . . Alpenstock: s’abbatte in terra la mia verga e trema se turbo spira. . un tempo unisoni . Ci guardano di lato gli animali – un guizzo, e vanno oltre. Ciecamente guardano...

da “peepshow”

di Giovanni Turra Superfici Non c’è sguardo che fissi la mia nuca ma un’altra nuca ancora, seduti come siamo, lo sconosciuto e io, dentro il gazebo che fa vela a Treviso, in Piazza Pola. Impareremo a decifrare, immobili entrambi e premurosi, l’orografia dei corpi, le superfici vaste, le nostre schiene come tabulae incisae. Insetti ermafroditi a pelo d’acqua che si toccano da dietro. * Quattro a.m. Càlati in un sasso, dormi. Inoltrati in un sonno senza sogni. Fresco dev’esserci lì dentro, e una penombra d’acquario. Sono le quattro, dormi. Ti attraversano correnti contrarie,...
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