Micro-mondi /Paolo Mastroianni

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Foto: Miles Davis

NOIA
di
Paolo Mastroianni

Seduto nell’assoluto silenzio dell’oscurità della stanza, si manteneva la testa martellata da dolore fittissimo. Lucide e nere, le mani tiravano al lato la pelle del volto formando decine di striature: piccole fasce dilatate e ammassate, favorite dalle rughe nascenti. E poi sentiva un’infinita stanchezza! Non dormiva da giorni.

Con estrema lentezza, le palpebre chiuse, ruotò la testa, e nel giro, rivolse verso l’alto la fronte: come senza speranza testasse di allontanare il capo dal corpo, svincolandolo almeno da quel mal di collo tremendo. Invece, lungo il percorso, si scontrò con un nervo. Un impulso lancinante inchiodò i suoi centri nervosi. Senza riaprire gli occhi dischiuse le labbra, spalancò la bocca in una smorfia di acuto dolore… con la stessa lentezza, con lo stesso ritmo plastico del giro. Ma riuscì a non urlare: ne aveva avuto l’istinto, ma non aveva ceduto. E poi soffrire quel giorno era un fatto normale.

Conquistata un’ulteriore sacca di resistenza al dolore, poté incominciare a pensare: quella stessa sera avrebbe usato il coltello; silenzioso gliel’avrebbe fatto scivolare lungo la gola: quel bianco avrebbe capito che alcune regole non andavano infrante. Non una questione di orgoglio, di territorio piuttosto! Ma il pensiero non lo convinse del tutto: anche morendo un bianco non sarebbe riuscito a capire.

Adesso era ora di configurarsi la scena, di stabilire le mosse, ma una fitta fortissima gli scosse la testa. Sobbalzò, strinse i denti, indurì le mascelle. Senza gridare, di nuovo, premette le dita ossute contro le tempie ancora più forte. E la pelle del volto affilato scivolò ancora più a lato, ridisegnando le fasce scure di pelle: alcune si irrobustirono, altre si assottigliarono o addirittura scomparvero. Quindi il dolore migrò.

Coi polpastrelli di entrambe le mani tirò verso il basso la chiusura inferiore degli occhi: centinaia di venuzze rossastre di sangue emersero su uno sfondo giallognolo. Reclinò il capo, arricciò il naso e aprì leggermente la bocca in un’espressione di noia. Finché, con un movimento felino improvviso, la testa si liberò dalle mani… come fosse stato qualcun altro a tenerla. Si alzò in piedi ondeggiando le spalle. Stancamente ma con imponenza si incamminò: era tardi, era ora di andare.

3 Commenti

  1. la faccia vera dell’uomo dietro il trucco
    vedo
    mi piacerebbe assistere a tutta la preparazione,
    come a un rito
    prima che la belva esca….

  2. E’ la fase preparatoria di uno che si prepara a mordere, che non esibisce i denti onanisticamente. I morsi alla vita si trovano nel primo racconto di Altrove, il libro di Paolo Mastroianni. Asciutto, verosimile, vero, senza esibizione fasulla di denti digrignati.

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francesco forlani
francesco forlani
Vivo e lavoro a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman . Attualmente direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Spettacoli teatrali: Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet, Miss Take. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Métromorphoses, Autoreverse, Blu di Prussia, Manifesto del Comunista Dandy, Le Chat Noir, Manhattan Experiment, 1997 Fuga da New York, edizioni La Camera Verde, Chiunque cerca chiunque, Il peso del Ciao, Parigi, senza passare dal via, Il manifesto del comunista dandy, Peli, Penultimi, Par-delà la forêt. , L'estate corsa   Traduttore dal francese, L'insegnamento dell'ignoranza di Jean-Claude Michéa, Immediatamente di Dominique De Roux
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