Ida Magli, ma ci faccia il piacere

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di Marco Rovelli
Nel vedere quei volti e sentire quelle voci che riempivano le strade di Roma, ho ripensato alle parole che l’antropologa Ida Magli ha scritto sul Giornale, e che un giorno forse verranno ricordate come uno dei manifesti del nuovo razzismo italiano. Conviene rileggerne qualche brano, perché è impossibile restituirne il grado di aberrazione con altre parole: “Stiamo male perché siamo costretti a vivere nello stesso territorio con popoli diversi da noi, e diversi prima di tutto fisicamente. […] L’estraneità fisica è la caratteristica maggiore che impedisce agli uomini di potersi «identificare» l’uno nell’altro, sentirsi psicologicamente «simili». […E’] impossibile per un «bianco» identificarsi in un «nero»: comprendere i sentimenti, le percezioni, i gusti, intuire il tipo di intelligenza, le reazioni, gli interessi. Se si aggiunge a questo dato di partenza, la differenza di lingua, di religione, di storia culturale, ci si rende conto che vivere sullo stesso territorio non significa vivere «insieme».” Ecco, vedendo ieri quei colori mischiati in piazza, mi veniva da sorridere di compassione per la signora Magli e per la sua “brutale” culturalizzazione di un dato naturale. E penso alla mia amicizia con Jessy, nigeriano, che dopo traversie letteralmente incredibili, ha sposato Gloria,  slovacca e biondissima, per mettere al mondo una splendida creatura. Jessy e Gloria, come tante altre coppie miste, e come ancora le sempre più numerose relazioni e legami di qualsiasi tipo indifferenti al colore della pelle, sono la prova vivente di come le parole della Magli siano puro e densissimo razzismo. E per quanto mi riguarda, c’è l’empatia che ho sperimentato e la memoria vivida di tutti i volti che incontrato nei viaggi che ho fatto in quest’Italia già multiculturale, a Ida Magli piacendo.

(pubblicato su l’Unità, 18/10/2009)

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29 Commenti

  1. Quindi milioni di americani bianchi avrebbero votato un leader con il quale non si identificano e del quale fanno fatica a cogliere sentimenti e percezioni.
    Io chiederei piuttost a Ida Magli quali sono “i sentimenti, le percezioni, i gusti, […] il tipo di intelligenza, le reazioni, gli interessi” che ritiene abbia un nero.
    Che ci siano sentimenti neri e sentimenti bianchi, è la prima volta che lo sento dire. Che ci sia un’intelligenza bianca e una nera, invece, l’ho sentito dire molte volte, ma mai da gente per la quale abbia una qualche stima.

  2. L’articolo mi sembra, oltretutto, sommamente sconclusionato.
    Parte con un discorso sulle differenze fisiche (quindi sembra ce l’abbia con i negri, sostanzialmente), poi passa ai musulmani, poi fa uno strampalato confronto con la Chiesa che ha distrutto i monumenti romani, e finisce con un fantomatico “progetto di Governo Mondiale” che, a quanto si capisce, sarebbe da ascrivere agli americani.
    Mah…

  3. Già, sconclusionato (e ci si chiede, ma questa che ha studiato nella vita?). Eppure questo vera e propria deliranza fa presa, basta leggere il forum del Giornale con i vari commenti…

    la fuuuuuuu :-) baci a te e fanculi alle magliare

  4. Un articolo sconclusionato e delirante, però è questa nostra (intendo di noi che non la pensiamo e non sentiamo così) illusione che il sentimento dell’uguaglianza sia naturale che ci ha creato non pochi problemi (vedi Lega). Arrivare ad accettare il diverso, di qualsiasi cultura, religione e aspetto non è un sentimento naturale, è un sentimento culturale, che deve essere aiutato a radicarsi. Basta pensare ai luoghi comuni che hanno dominato e ancora dominano tra i popolo europei nei confronti l’uno dell’altro.
    Tanto per andare sul piatto, il detto moglie e buoi dei paesi tuoi, che pian piano ha perso significato, nasceva in culture provinciali e contadine che lentamente si sono affievolite con l’urbanizzazione, ma lo straniero è sempre stato un problema per le culture chiuse e ferme.
    La nostra lo è ancora, a macchia di leopardo e con diversi gradi di consapevolezza, ma lo è, e nelle zone di chiusura è in sofferenza.

  5. E’ verissimo Alcor, sono d’accordo, per questo parlavo di brutale culturalizzazione di un dato naturale. (Brutale nel senso: di Fatti non foste…). L’avversione per il diverso e l’individuazione di sé in relazione oppositiva con un Altro è di fatto consustanziale alla “natura” umana (non solo agli europei, ma a tutti): si tratta appunto di trascendere questo dato mediante un progetto di emancipazione, di una ragione che possa comprendere in sé le differenze, riprendere le fila di una storia che passa per Spinoza (e Amsterdam), l’Illuminismo (e Parigi), la forza globale dei movimenti di liberazione…

  6. E’ sconsolante pensare che possa esistere e prosperare un giornale come Il Giornale che pubblica simili incredibili scempiaggini razziste, oltre a tutto il resto.

  7. Ho letto l’articolo della Magli. Per scriverlo deve aver fatto finta di non sapere che Linneo non ha mai trovato nessuna caratteristica biologica che distinguesse gli uomini dalle scimmie, tanto che per definire il generico Homo poté solo accostargli la capacità di conoscere se stesso (quel “nosce te ipsum” che diverrà, nella decima edizione del Systema Naturae, l’aggettivo “sapiens”). Già Linneo aveva quindi compreso che l’uomo è il prodotto di un processo metafisico-politico e non di un’evoluzione naturale. La Magli invece ha ancora dei dubbi.

    O forse, più probabile, la Magli non ha alcun dubbio. Tanto da richiamarsi
    ad una dialettica di inclusioni ed esclusioni articolata in binomi quali nero/bianco, islamico/cristiano. Il punto è che essendo l’umano gia presupposto attraverso un artificio linguistico (di cui l’uso del sapiens accanto a Homo è la massima esperienza), la dialettica non può che ridefinire continuamente i criteri di umanità all’interno dell’uomo stesso, stabilendo nuovi stadi di non-umanità (musulmano/non-umano, immigrato/non-umano, etc ).

    Mi sono sempre chiesto se fosse possibile una volgarizzazione del pensiero di Giuliano Ferrara. Lo è.

  8. Mi rattrista sempre vedere a che abissi è arrivata Ida Magli, lei che mi aveva così colpito per la delicatezza e la radicalità con cui ha scritto un libro spregiudicato su Teresa di Lisieux…
    Chissà perché alcune pensatrici vicine in qualche modo al femminismo tendono con l’età a diventare xenofobe e razziste (Fallaci docet). Forse perché il femminismo di trenta o vent’anni fa era comunque un’idea culturale pesantemente occidentale, non so…

  9. La Fallaci una pensatrice? ma cosa dici, dario rossi:-)

    E neppure la Magli lo è mai stata, scusate, non è che si può pensare che solo perché uno ha una cattedra è in grado di produrre pensiero originale.
    Allora quanti filosofi avremmo in questo paese? migliaia?

    Ma questo è un microscopico pelo nell’uovo, la cosa più curiosa è che il Giornale abbia ingaggiato e paghi una commentatrice che gli dà un articolo così mal fatto e traballante, dove, oltre le cose già messe in evidenza da Rovelli e Pasquandrea, mi ha colpito il tracollo logico sintattico:

    il passaggio dalla ricerca del “bello” come caratteristica solo occidentale (come l’arte contemporanea si fosse fermata ai preraffaelliti) all’identificazione del bello con la figura umana tout court, dimenticando le cose meravigliose che ci sono negli altri paesi, dall’arte africana, ai mosaici quelli sì veramente paradisiaci delle moschee siriane, all’architettura orientale.
    Possibile che non abbia mai messo il naso fuori di casa, la Magli?
    Evidentemente gli intellettuali che la destra ha a disposizione sono pochissimi, i Cardini latitano, e dubito che Cardini scriverebbe per il giornale (spero di non essere smentita).
    Perciò, se è vero che la sinistra è meglio fornita, aprano bene la bocca e reimparino a parlare a tutti, in modo articolato, evitando di lasciare agli stupidi slogan, che hanno le gambe corte, la formazione culturale extra-scolastica degli italiani.

  10. La Gobineau de noantri. Ida Magli, intendo.
    La Fallaci è una George Sand da strapazzo che qualunque de Musset manderebbe subito affanculo. E’ la triste lettura di gente che ha dimenticato o non ha mai saputo la storia d’Europa. Regina dell’Impero dei Sopravvalutati.

  11. Ma forse Ida Magli si è limitata ad analizzare l’estetica della diversità intravedendo in queta diversità estetica il limite invalicabile di conoscenza tra individui, pergiunta, culturalmente diversi; come dargli torto, la maggior parte degli italiani e di stranieni presenti in italia sono un coacervo dignoranza e in generale l’indole comune è rivolta alla non integrazione, forse si è limitata a dar voce a un pensiero comune, che coincide con il suo comune pensiero; poi credo che questo si aspettino i lettori de ‘ Il Giornale, perchè deluderli, non pretendiamo altro, perfavore. Se altri giornali riescono a scrivere ed argomentare meglio il loro pensiero anti razzista lo facciano, io non aspetto di leggere altro. Quei giornali non si comperano e basta.

  12. Dopo aver letto l’articolo della Magli, risuonano più forti e sinificative che mai le parole di Kurtz di Heart of Darkness/Apocalypse Now ..”The oror! The orror!”… ma nei confronti della sua deriva intellettuale, perdio! Ma questa signora conosce davvero la storia e i suoi processi dinamici? Conosce davvero qual’è l’immane forza del pensiero”occidentale” (in tutta la sua sedimentazione che va dalla filosofia greca, al diritto romano, alla stella polare del pensiero illuminista , alla grande filosofia lockiana, a Nietzsche, al nucleo vitale del materialismo dialettico? Lo sa o no che tutte le idee irrazionalistico-religiose hanno sempre finito – esse- col soccombere e con l’adeguarsi al vero pensiero naturale e positivo (su accennato, ivi incluso l’integralismo cistiano). Ciò che la Storia insegna è che il dominio e il privilegio economico alla lunga crolla miseramente su se stesso (vedere tutti gli Imperi fondati sul dominio, ivi incluso quello Romano), che anche gli ignobli privilegi del modo di produrre occidentale, fondati sulla “storia” dello sfruttamento delle risorse di altri territori e popoli prima o poi imploderà su se stesso. Ma una cosa è questo, altra è la forza immane e stradordinariamene vincente del pensiero positivo, che nulla ha a che fare con i privilegi della borghesia mondiale , del suo modo di produrre e del suo sistema di valori.Insomma, le paure della Magli sono -su commisssione o perchè coincidenti con quel sistema di valori- le paure di quei privileiati che dominano ancora nei processi di “decision making” e nel potere. Verranno sommovimenti? Ben vengano, e che soccombano i privilegiati e gli sfruttatori. Si “arrazzeranno” i nuovi estremisti islamo-coglioni ? Saranno spazzati via dalla forza fondante di quel pensiero che, in quanto pensiero “naturale positivo” finirà col trionfare anche su di loro. Lo so che non è automatico questo processo storico. Ma leggete attentamente nella storia e ditemi se un qualsiasi pensiero razzista, irrazionalista, intollerante, per quanto abbia preso il potere, non abbia finito per essere distrutto dalla sua stessa irrazionalità e dalle dinamiche delle forze vive , potenti e vere del genere umano. Questa fine faranno il cinismo postcapitalista delle classi al potere in occidente e tutta la variopinta fascia dell’estremismo islamo-nazifascisa nelle sue varianti irano-insurrezionaliste eccetera eccetera. ALSO SPRACHT ZARATHUSTRA. Anzi no, pensiero poetico per l’occasone :

    Viva è la dialettica del male!
    ah voi, che massacrate in nome di dio,
    e voi, che distruggete in nome dell’io!
    Voi siete già in fase terminale,

    opposti volti dello stesso male
    di vivere il potere // con l’odio
    della vita, benché ancor sul podio;
    // idoli sàpidi di stesso sale.

    Ombre impotenti dell’eguale nulla,
    figli muti d’identica arroganza,
    entrambi nati dalla stessa culla:

    dura madre, che mai non fu fanciulla,
    immondo specchio, di egual sostanza,
    sarà il Tempo a ricondurvi al nulla!

    (metro. sonetto endecasillabico ABBA-ABBA-CDC-CDC,)

    A meno che qualche Stranamore o un immane meteriote non ci faccia saltare tutti in aria. In quel caso, comunque, si ricomicerà da un’altra parte e quelli di cui si parla sccomberanno sempre e comunque. Amen.

  13. Si trasforma in un razzo missile,
    coi circuiti di mille valvole
    tra le stelle sprinta e va,
    mangia libri di cibernetica,
    insalata dui matematica e a giocar su marte va(ma la storia non la sa..)
    ma chi è ,
    ma chi è,
    UFO ROBOT, UFO ROBOT…

  14. E’ che i destri, e i loro amici, hanno sempre avuto, sentito il bisogno forte di trovare un capro espiatorio ai mali del paese, divergere l’attenzione dai problemi interni, creare, attizzare paure:
    il male viene dal di fuori, noi siamo puri e netti, quando non “eletti”…
    loro sono i portatori del male, gli altri.

    Una pratica politica primitiva ma redditizia, sempre, o quasi.
    Vedasi “perfida Albione”, “governi demoplutocratici”, “complotto semita”, “paesi canaglia” e via di questo passo….

    MarioB.

  15. Avete parlato del razzismo di Ida Magli e di Oriana Fallaci, donne di destra.
    Ricordo la lettera di un elettore sedicente di sinistra, Poverini, a Repubblica (maggio 2007) che diceva, tra l’altro: “Di fronte agli stupri che avvengono, troppo frequentemente, in varie città italiane, mi chiedo: e se io stuprassi una giovane araba alla Mecca o a Casablanca, se venissi preso dalla locale polizia a cosa andrei incontro? E se a Bucarest, in metropolitana, avessi accoltellato un giovane rumeno per una spinta ricevuta, che mi avrebbero fatto le locali autorità? Perché devo essere sempre buono ed accogliente con i nomadi, ahi tasto dolentissimo e pericolosissimo, quando questi rubano, si ubriacano, violano la mia casa e la mia intimità, quando rovistano nei cassonetti e buttano tutto fuori, quando mendicano con cattiveria e violenza, quando bastonano le immigrate che non vogliono prostituirsi, quando sbattono i bambini in strada o mandano i figli a scuola con i pidocchi?

    Perché se chiedo l’espulsione immediata dei clandestini violenti e ladri e meretrici e protettori di meretrici vengo immediatamente accostato a Eichmann? “

  16. Perchè le modalità d’accoglienza spingono alla clandestinità e le modalità di espulsione sono spesso indiscriminate.

  17. Il pezzo di Ida Magli mi ha sgomentato talmente che da lettrice muta passo alla parola. Ringrazio Rovelli per la sua nota e per avermi fatto leggere fin dove può arrivare un’antropologa. A veder bene visto che a nessuno piacciono le stesse cose che piacciono a tutti gli altri, ci vorrebbe uno stato a persona, un continente per ogni cinque abitanti del globo terracqueo. Poi quel finalino coi giovani italiani e i giovani tedeschi messi in paio… A parte l’assurdità della loro testa china ad umiliarsi, dove si è mai visto che in Italia una qualsiasi generazione si sia interrogata seriamente sul problema del fascismo? La lingua tedesca possiede addirittura una parola (Vergangenheitsbewältigung) per indicare il processo di elaborazione del proprio recente passato. Noi sdoganiamo…

  18. Che squallore di paese ! un paese vecchio morente rattrappito !
    il problema non è Ida Magli e mi sembra davvero un esercizio retorico e sterile perdere tempo con le argomentazioni razionali e dotte per confutare le cazzate che dice questa tipa. Che è come dire che il problema non è Berlusconi. Il problema sono i milioni e milioni di abitanti di questo paese che si specchiano e si riconoscono pancia con pancia con questi signori e le predette cazzate.
    Un paese impantanato e moribondo e terrorizzato.

  19. Ora il problema è Berlusconi, prima era Prodi, prima ancora i socialisti Craxi e i democristiani.. insomma ci si assolve sempre.

    Carmelo, potresti elencare con più precisione le cazzate che non ho capito esattamente a quali ti riferisci, escludi dal calcolo le tue ovviamente.

  20. Io però devo riconoscere che, un tempo, Ida Magli è stata una pensatrice originale. Ricordo un libro come “La sessualità maschile”, denso di utili provocazioni. Mi era sembrata una delle voci più interessanti del tempo. Sono passati più o meno vent’anni. Ora le cose sono cambiate, ma sono cambiate anche in Italia, fuori di noi e dentro di noi…

  21. ci puoi passare serate e divertirti con extracomunitari di tutte le età, e ci puoi anche litigare (non è davvero difficile), ma viverla sulla strada, nella vita reale la convivemza tra razze diverse è una cosa, anche se sempre inficiata dalle cultura dannosa che ci permea, e parlarne da fuori, soprattuto se a farlo è una casalinga travestita come in questo caso è un’altra. qualche settimana fa comunque ero all’ospedale con la mia ultima figlia, che a poco più di un mese ha sviluppato un’intolleranza alimentare ad alcune proteine, e in camera con lei c’era una piccola di tre mesi dello sri lanka, e naturalmente a badarle la mamma. non era davvero una bella donna, ma era pulita, buona, preoccupata e davvero vissuta, in quanto proveniente da un paese che sta uscendo da una guerra decennale. abbiamo passato insieme alcune ore di un paio di giorni, abbiamo mangiato insieme, quando passavo a dare il cambio a mia moglie portavo pane e affettati anche per lei (i tramezzini dei distributori automatici non sono davvero da considerare commestibili). il secondo giorno di questa strana convivenza, siccome nell’ospedale c’erano solo prese magic (un ospedale di brescia cazzo) e nessuno veniva a darle il cambio, le si scarica il cellulare. io le presto il mio per chiamare il marito che deve venirle a prendere. arrivano il marito ed il fratello, appena giunto dopo anni di guerra vissuta in prima persona dal paese d’origine, ci si conosce, ci si sorride, ci si scambiano auguri, negli occhi del fratello aleggia ancora un’oscurità paurosa che mi fa venir voglia di abbracciarlo. sono gentili, ma schivi e frettolosi, devono tornare al lavoro, (un lavoro probabilmente sottopagato). siccome il fasciatoio è vicino al letto della piccola ?extracomuniatria?, e su quello ci sono anche le salviettine e i pannolini della mia bimba, inavvertitamente il fratello della mia amica mette nella sua borsa anche quelli. ci credete che dopo neppure mezz’ora (probabilemnte il tempo di arrivare a casa) mi suona il telefono, sul cellulare del marito era rimasto in memoria il mio numero, avendolo con quello lei precedentemente chiamato: la mia amica tutta preoccupata mi dice che appena riesce mi riporta i quattro pannolini e le salviettine detergenti. che tesoro, le dico di non preoccuparsi, che ne ho altre, anchje se non è vero, ma tanto mia moglie sarebbe tornata tra poco. che brava ragazza, ce ne fossero di donne così in italia. che pannolini foruna e salute le piovano sempre dal cielo, a lei e alla sua piccola. grazie marco, bell’articolo, quasi quasi inizio a leggere l’unità.

  22. Che melensaggine, signor Rovelli? Lei vorrebbe così negare il diritto ad una giornalista di esprimere liberamente le proprie idee. Ma questo è impossibile, e lei lo sa bene. quindi rispetti le idee degli altri e si arrenda a che esse abbiano piu’ d’una dimora.

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Marco Rovelli nasce nel 1969 a Massa. Scrive e canta. Come scrittore, dopo il libro di poesie Corpo esposto, pubblicato nel 2004, ha pubblicato Lager italiani, un "reportage narrativo" interamente dedicato ai centri di permanenza temporanea (CPT), raccontati attraverso le storie di coloro che vi sono stati reclusi e analizzati dal punto di vista politico e filosofico. Nel 2008 ha pubblicato Lavorare uccide, un nuovo reportage narrativo dedicato ad un'analisi critica del fenomeno delle morti sul lavoro in Italia. Nel 2009 ha pubblicato Servi, il racconto di un viaggio nei luoghi e nelle storie dei clandestini al lavoro. Sempre nel 2009 ha pubblicato il secondo libro di poesie, L'inappartenenza. Suoi racconti e reportage sono apparsi su diverse riviste, tra cui Nuovi Argomenti. Collabora con il manifesto e l'Unità, sulla quale tiene una rubrica settimanale. Fa parte della redazione della rivista online Nazione Indiana. Collabora con Transeuropa Edizioni, per cui cura la collana "Margini a fuoco" insieme a Marco Revelli. Come musicista, dopo l'esperienza col gruppo degli Swan Crash, dal 2001 al 2006 fa parte (come cantante e autore di canzoni) dei Les Anarchistes, gruppo vincitore, fra le altre cose, del premio Ciampi 2002 per il miglior album d'esordio, gruppo che spesso ha rivisitato antichi canti della tradizione anarchica e popolare italiana. Nel 2007 ha lasciato il vecchio gruppo e ha iniziato un percorso come solista. Nel 2009 ha pubblicato il primo cd, libertAria, nel quale ci sono canzoni scritte insieme a Erri De Luca, Maurizio Maggiani e Wu Ming 2, e al quale hanno collaborato Yo Yo Mundi e Daniele Sepe. A Rovelli è stato assegnato il Premio Fuori dal controllo 2009 nell'ambito del Meeting Etichette Indipendenti. In campo teatrale, dal libro Servi Marco Rovelli ha tratto, nel 2009, un omonimo "racconto teatrale e musicale" che lo ha visto in scena insieme a Mohamed Ba, per la regia di Renato Sarti del Teatro della Cooperativa. Nel 2011 ha scritto un nuovo racconto teatrale e musicale, Homo Migrans, diretto ancora da Renato Sarti: in scena, insieme a Rovelli, Moni Ovadia, Mohamed Ba, il maestro di fisarmonica cromatica rom serbo Jovica Jovic e Camilla Barone.
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