Articolo precedente
Articolo successivo

Parole per un rap

Di Gian Pietro Fiorillo

 

io sono pazzo, pazzo / io sono pazzo tutto anzi strapazzo / se mi strapazzo troppo mi sollazzo /

ma poi mi giro e dormo o parto a razzo / io sono pazzo, pazzo / e parlo per parlare e mi sbarazzo / del mondo, e con che furia / gli faccio le boccacce / rendo pane raffermo per focacce / e gli spacco la faccia, sono feccia / e freccia sono e arco / non vado in nessun posto ma dove vado sbarco / occupo e sbanco e gioco / e prendo il banco / io sono a un tempo spendaccione e parco / spendo il mio tempo inutilmente e calco / come scena la vita come un palco / e per cortili inutili scorrazzo

fra i debosciati vivo del palazzo / ma dopo torno a casa e lì sferruzzo / con i libri proibiti e se mi faccio il mazzo / non te lo vengo a dire non capisci / che studio tutto il giorno e che m’ammazzo / che ci vuoi fare / che ci vuoi fare / che ci vuoi fare / sono pazzo, pazzo / sono solo un ragazzo / e sono sano / e sano / e sano / e sano / e sano / come un pazzo

(coro) sapete noi pazzi non siamo / la brutta impressione che diamo / eppure non siamo neppure / le sterili miti creature / che fanno la questua d’amore / non siamo neppure un cartello / per fare il dottore più bello / credeteci abbiamo un cervello / ed un cuore / proviamo la gioia / proviamo il dolore / sappiamo perfino pensare / diverso dall’operatore / di cui non sappiamo che fare / ma non glielo diamo a vedere / avrà pure lui da campare / di questo suo porco mestiere

e sono pazzo sono perché urlo / mi burlo dei cazzoni ma non ciurlo / nel manico e denuncio chi lo fa  / e sono pazzo pazzo se sul prato  / mi distendo e m’addormo anzi beato  / dopo avere affogato in piscina l’avvocato / e il giudice pirlato  / che venne ad interdirmi / l’ho frullato col girmi / e sono pazzo pazzo sulla spiaggia / non me ne frega un cazzo della pioggia / a dire il vero detesto la bambagia / perché mi fa venir la pappagorgia / e sono pazzo e sono pazzo e grido / e rido se il destino mi minaccia / con il suo ghigno spastico mi abbaia / come un mastino mastico la ghiaia / ma poi basta un festino ed è bonaccia / del grugno del destino me ne frego / dico a me gli occhi plìs così lo strego / e la morte per me è soltanto un segno / è finita la gara e incomincia il convegno / contegno / contegno / contegno / ragazzi / marionette / giovani donne e vecchi ve ne prego

/ mantenete il contegno / nel giorno del trapasso ad altro Regno

 

(coro) sapete noi pazzi non siamo / la brutta impressione che diamo / eppure non siamo neppure / le sterili miti creature / che fanno la questua d’amore / non siamo neppure un cartello / per fare il dottore più bello / credeteci abbiamo un cervello / ed un cuore / proviamo la gioia / proviamo il dolore / sappiamo perfino pensare / diverso dall’operatore / di cui non sappiamo che fare / ma non glielo diamo a vedere / avrà pure lui da campare / di questo suo porco mestiere

io sono pazzo e passo giù in cantina / perché quel topo nero si avvicina / l’avevo chiuso in frigo stamattina / mi porge qualche cosa una mentina / ma no non è una menta è medicina / io sono un pazzo passero lo vedi / sono solo una pezza per i piedi / sono il divanoletto su cui siedi / prendo le medicine e il corpo puzza / in pochi mesi moltiplica la stazza / e sono pazzo e pazzo anche di più

se prendo lo zyprexa e il risperdal / se mescolo la merda che mi date  / con la droga da strada e le fottute / che d’ogni tipo e prezzo voi spacciate / dietro la protezione della scienza / che serve solamente / per lavarvi la coscienza / son malato di mente / e di cervello / perché il cervello voi me lo ammalate / con l’aloperidolo e l’aripiprazolo / con altre terapie poi mi ammaliate / mi bidonate

ma con un po’ di coca mi riprendo / e vado al lungofiume quando è notte / preferisco le botte

a quei cancelli chimici che mi somministrate / cimici sottopelle che iniettate / che ci rendono bestie maltrattate / e che ci fanno urlare / urlare / urlare / urlare / e piangere e pisciare dentro al letto / scappare e rifugiarsi nella pancia dell’orsetto / pisciare con i cani sul muretto / se mi venite a prendere mi getto / da questi cinque piani ora mi butto / e non è ancora tutto nossignori / nostra dama è la donna di dolori

 

(coro) sapete noi pazzi non siamo / la brutta impressione che diamo / eppure non siamo neppure / le sterili miti creature / che fanno la questua d’amore / non siamo neppure un cartello / per fare il dottore più bello / credeteci abbiamo un cervello / ed un cuore / proviamo la gioia / proviamo il dolore / sappiamo perfino pensare / diverso dall’operatore / di cui non sappiamo che fare / ma non glielo diamo a vedere / avrà pure lui da campare / di questo suo porco mestiere

io sono pazzo cazzo / cazzo cazzo cazzo cazzo – e stracazzo / io sono pazzo tutto anzi strapazzo / se mi strapazzo troppo mi sollazzo / ma poi mi giro e dormo e vaffanculo al cazzo / io  sono pazzo pazzo / dico le parolacce sul terrazzo / le grido al tutto il mondo e non m’ammazzo

/ di vino ho sempre piene le borracce / rendo pane raffermo per focacce / e se mi stai sul cazzo io ti spacco la faccia / e sono feccia / sono letame e scarico di cuccia / se posso mi nascondo nel soppalco / quando vengono a prendermi / li scalcio e li scappuccio / e divento invisibile / come carta velina / e divento risibile / come carta di riso / e divento irascibile / come il vento che infuria / e che sfotte la gente troppo seria / e i poveri impiegati disgraziati / che credono d’averci ammortizzati / e i pavidi infermieri / che non lo sanno e sono / solo carabinieri / io sono pazzo cazzo / io per cortili inutili scorrazzo / fra i debosciati vivo del palazzo / frequento case chiuse per far piacere al cazzo / ma dopo torno a casa e lì sferruzzo / con i libri proibiti e se mi faccio il mazzo / non te lo vengo a dire non capisci / che studio tutto il giorno e che m’ammazzo / che ci vuoi fare / che ci vuoi fare

/ che ci vuoi fare / sono pazzo e cazzo / sono solo un ragazzo / e sono sano / e sano / e sano / e sano / e sano / come un pazzo

 

(coro) sapete noi pazzi non siamo / la brutta impressione che diamo / eppure non siamo neppure / le sterili miti creature / che fanno la questua d’amore / non siamo neppure un cartello / per fare il dottore più bello / credeteci abbiamo un cervello / ed un cuore / proviamo la gioia / proviamo il dolore / sappiamo perfino pensare / diverso dall’operatore / di cui non sappiamo che fare / ma non glielo diamo a vedere / avrà pure lui da campare / di questo suo porco mestiere

e sono pazzo sono perché urlo / mi burlo dei cazzari ma non ciurlo / e sono pazzo pazzo se sul prato / mi distendo e m’addormo anzi beato / io sotterro in giardino l’avvocato / dopo averlo affogato in piscina / e il giudice cretina / che venne ad interdirmi / l’ho frullata credetemi col girmi

/ e l’ho mandata / a cercare il nirvana con i vermi / e sono pazzo pazzo sulla spiaggia / detesto la violenza e la distanza / fanno cagare i medici con la condiscendenza / stampata sulla faccia / io faccio breccia / per quei pochi tatuaggi sulle braccia / per i capelli lunghi con la treccia / perché mangio il briccino e me la rido / del chimico frustino che mi danno / in vena e alla capoccia fanno danno / danno / danno / fanno / Gesù perdona loro se non sanno / non me ne frega un cazzo detesto la bambagia / perché mi fa venir la pappagorgia / e sono pazzo e sono pazzo e grido / e rido se il destino mi minaccia / con il suo ghigno spastico mi abbaia / come un mastino mastico la ghiaia

/ ma poi basta un festino ed è bonaccia / del grugno del destino me ne frego / dico a me gli occhi plìs così lo strego / e la morte per me è soltanto un segno / è finita la gara e incomincia il convegno / contegno / contegno / ragazzi marionette / giovani donne e vecchi ve ne prego / mantenete il contegno / nel giorno del trapasso ad altro Regno / io sono pazzo e passo / giù in cantina / perché quel topo nero si avvicina / l’avevo chiuso in frigo stamattina / mi porge qualche cosa una mentina / io sono un pazzo passero lo vedi / sono solo una pezza per i piedi / prendo le medicine e il corpo puzza / in pochi mesi moltiplica la stazza / e sono pazzo e pazzo anche di più / se prendo lo zyprexa e il risperdal / se mescolo la merda che mi date / con la droga da strada – e puttanate / che d’ogni tipo e prezzo voi spacciate / dietro la protezione della scienza / che serve solo per lavarvi / la coscienza / son malato di mente / e di cervello / perché il cervello voi me lo ammalate / con altre terapie poi mi ammaliate / mi bidonate

 

(coro) sapete noi pazzi non siamo / la brutta impressione che diamo / eppure non siamo neppure / le sterili miti creature / che fanno la questua d’amore / non siamo neppure un cartello / per fare il dottore più bello / credeteci abbiamo un cervello / ed un cuore / proviamo la gioia / proviamo il dolore / sappiamo perfino pensare / diverso dall’operatore / di cui non sappiamo che fare / ma non glielo diamo a vedere / avrà pure lui da campare / di questo suo porco mestiere

io sono pazzo e kazzo con la kappa / quando m’inkazzo picchio con la zappa / io sono un verme amici e datemi la pappa / in fondo sono solo lo smandrappa / sono un bambino piccolo che scappa

/ benché quello che vuole lui ce l’abbia / ma sa giocare solo a far castelli / di rabbia / rabbia / rabbia / rabbia / rabbi / rab / ra / r / rap / rapì / rapito

 

(coro) e rapirono il pazzo tra la folla / ne fecero un pupazzo con la colla / lo appesero al reparto psichiatrico / e dissero alla madre non è niente / è malato di mente / ne faremo un perfetto demente / ve lo restituiremo / entro quindici giorni / improrogabilmente

/ sapete, spiegava il dottore / non contano i sogni o il dolore / è solo questione / di neurotrasmissione / il giovane l’ha squilibrata / non gliela faremo bilanciata / i pazzi sapete non sono / del tutto diversi da un sano / è solo che sono malati / ma noi ve li diamo guariti / diciamolo fanno impressione / se sbavano un poco e il tremore / non deve turbarvi in eccesso / abbiamo dei farmaci adesso / che fermano il battito stesso / del cuore / talvolta il malato poi muore / però posso dirvi in coscienza / che questo prescrive la scienza / signora noi siamo soltanto / dei medici ancora il trapianto / non c’è del cervello / di certo sarebbe più bello / col bisturi e con il coltello / e il trapano appeso a tracolla / però con la chimica odierna / facciamo miracoli, senta / se ce lo dà in pasto due giorni / facciamo che il pazzo / non torni mai più / ad essere il pazzo che fu

/ / / / / / / / / / / / / / / /

/ / / / / / / / / / / / / / / /

/ / / / / / / / / / / / / / / /

/ / / / / / / / / / / / / / / /

/ / / / / / / / / / / / / / / /

/ / / / / / / / / / / / / / / /

/ / / / / / / / / / / / / / / /

/ / / / / / / / / / / / / / / /

 

 

Print Friendly, PDF & Email

4 Commenti

  1. ” Un colpo al cuore e uno alla testa, una coltellata al fianco, una rabbia tremenda contro il mondo fuori, è pazzo lui, il mondo, e contro i demoni che vogliono “curarmi” rendendomi un pupazzo inebetito così non dò fastidio. E la vita passa così, la giovinezza è solo uno stato passeggero esteriore che i farmaci, tanti farmaci, per anni di seguito, distruggono. Altri mondi di cura e di aiuto sono possibili? “

  2. In realtà il nome è Gian Piero. E’ stato un mio refuso: me ne scuso con l’interessato e con i lettori

I commenti a questo post sono chiusi

articoli correlati

Una facile profezia. La storica analisi di Hirsch jr. sulla scuola

di Giovanni Carosotti
Hirsch jr. denuncia la «refrattarietà dei pedagogisti a sottoporre le loro teorie a una libera discussione pubblica», consapevoli che quanto sostengono non reggerebbe a un adeguato confronto intellettuale.

Il pop deve ancora venire

di Alessio Barettini
Un esordio convincente, Il pop deve ancora venire, dove la forza della scrittura e la precisione del lessico appaiono in primo piano, con la padronanza di Anna Chiara Bassan e l'abilità nell'uso delle parole «instabili, precarie e mutevoli anche da sole.»

Il mazzero

di Arjuna Cecchetti
Beh, il mazzero inizia sognando che è a caccia. Insegue un animale, un cinghiale o un cervo, e lo segue lungo un fiume poi spara all'animale e lo uccide e quando lo raggiunge e lo gira, scopre che il cinghiale ha il volto di una persona che conosce.

Le rovine di La Chiusa

di Giorgio Mascitelli
In questo romanzo dominano le rovine, le discariche abusive, le costruzioni fatiscenti e per l’appunto i cimiteri di macchine: esse sono una forma di allegoria della condizione storica del presente

Buchi

di Serena Barsottelli
La sensazione che provava non era simile ai brividi. Eppure spesso tremava. Non si trattava neppure dell'umidità, quel freddo capace di filtrare sotto il primo strato di pelle e poi sciogliersi nei cunicoli tra nervi e vene.

Il quinto incomodo

di Tommaso Meldolesi
Con Marco, Oscar e Gigi ci troviamo ogni settimana a cena il mercoledì sera, a turno a casa dell’uno o dell’altro. Da quando abbiamo lasciato le nostre mogli, abbiamo preso quest’abitudine che ormai si è consolidata negli anni. E nessuno di noi quattro saprebbe farne a meno.
Giorgio Mascitelli
Giorgio Mascitelli
Giorgio Mascitelli ha pubblicato due romanzi Nel silenzio delle merci (1996) e L’arte della capriola (1999), e le raccolte di racconti Catastrofi d’assestamento (2011) e Notturno buffo ( 2017) oltre a numerosi articoli e racconti su varie riviste letterarie e culturali. Un racconto è apparso su volume autonomo con il titolo Piove sempre sul bagnato (2008). Nel 2006 ha vinto al Napoli Comicon il premio Micheluzzi per la migliore sceneggiatura per il libro a fumetti Una lacrima sul viso con disegni di Lorenzo Sartori. E’ stato redattore di alfapiù, supplemento in rete di Alfabeta2, e attualmente del blog letterario nazioneindiana.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: