davide orecchio

429 articoli scritti
Vivo e lavoro a Roma. Libri: Lettere a una fanciulla che non risponde (romanzo, Bompiani, 2024), Qualcosa sulla terra (racconto, Industria&Letteratura, 2022), Storia aperta (romanzo, Bompiani, 2021), L'isola di Kalief (con Mara Cerri, Orecchio Acerbo 2021), Il regno dei fossili (romanzo, il Saggiatore 2019), Mio padre la rivoluzione (racconti, minimum fax 2017. Premio Campiello-Selezione giuria dei Letterati 2018), Stati di grazia (romanzo, il Saggiatore 2014), Città distrutte. Sei biografie infedeli (racconti, Gaffi 2012. Nuova edizione: il Saggiatore 2018. Premio SuperMondello e Mondello Opera Italiana 2012).   Testi inviati per la pubblicazione su Nazione Indiana: scrivetemi a d.orecchio.nazioneindiana@gmail.com. Non sono un editor e svolgo qui un'attività, per così dire, di "volontariato culturale". Provo a leggere tutto il materiale che mi arriva, ma deve essere inedito, salvo eccezioni motivate. I testi che mi piacciono li pubblico, avvisando in anticipo l'autore. Riguardo ai testi che non pubblico: non sono in grado di rispondere per mail, mi dispiace. Mi raccomando, non offendetevi. Il mio giudizio, positivo o negativo che sia, è strettamente personale e non professionale.

La Crew

di Federica Frascogna
Love Peace Unity and Havin’ fun! Lo ripetiamo dai tempi degli allenamenti sotto alle Poste. Ci siamo sudati il rispetto di chi c’era prima di noi nella scena, ci siamo fatti il culo quadrato. Stare sul territorio concrete quando non si hanno conoscenze fa male, i vecchi ci spiegavano qualche tecnica solo quando si accorgevano che sbattevamo la testa e tornavamo il giorno dopo ancora insanguinati

Anna Maria

di Lorenzo Marchese
Anche se è venuta a stare da me pochi giorni dopo il nostro primo incontro, in completo abbandono, ha esitato parecchio a dirmi il suo nome. All’inizio non mi importava: la casa, svuotata di soprammobili e vestiti di mia moglie, aveva ancora meno senso di prima e non riuscivo a smettere di chiedermi perché sentissi la mancanza di qualcosa che negli ultimi anni mi aveva dato per lo più fastidio

I millecinquecento passi

di Max Mauro
È l’estate del 2006. Hugo Chavez è al potere da sette anni e io vivo a Caracas da quattro mesi. Eccomi qua, arrivato nei Caraibi per cercare un uomo sparito, anzi volontariamente allontanatosi durante la mia tarda infanzia, la mia infanzia compromessa, inchiavardata nel dubbio, nell’assenza

La Melanzana

di Silvano Panella
Uscii sul ponte di prua della nave, il mare agitato e spumoso. Credevo che nessuno dei passeggeri volesse scoprire la causa dei bicchieri caduti, che nessuno fosse disposto a farsi investire dalle folate di vento, che osasse seguirmi o precedermi di fuori

La prima parola

di Marco Marra
La bambina spalanca gli occhi e singhiozza e pronuncia la sua prima parola. La nonna ode la prima parola della bambina e serra le labbra e le si avvicina. La nonna dice: Tu e io abbiamo un segreto. Dev’essere tua madre a udire la tua prima parola. La tua prima parola non può essere questa

Una lettura di “La pantera” di Davide Brullo

di Vincenzo Gambardella
Brullo è scrittore tragico, là dove manca il tragico, là dove il Paese, il nostro Paese, rifiuta, per temperamento e per abitudine, uno spirito predisposto alla catarsi

Le anime del Purgatorio, ovvero il Museo di Storia Naturale

di Giovanni di Benedetto
Santa Maria del Mare dormiva nel mezzo del giorno. Dalle persiane socchiuse la luce filtrava a intermittenza, ricomponendosi sulle pareti nelle forme astratte delle prime pitture rupestri. Si voltò dall’altro lato del letto e tornò a dormire. Al risveglio i dinosauri erano ancora lì

Casa infranta

di Matteo Quaglia
Marina si innamorò di Cortazar fino al punto di chiedermi in maniera a dire il vero fin troppo esasperante di lasciarmi crescere barba e capelli, e se possibile, di crescere io stesso di una decina di centimetri

Che il monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile, censurato dalla Rai, diventi un coro a voce alta

Il bavaglio messo a uno scrittore che voleva parlare di antifascismo, Liberazione e quindi delle radici della nostra democrazia è evento che merita di scatenare un !Ya basta! collettivo, e il suo monologo dobbiamo poterlo leggere dappertutto
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