helena janeczek

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Helena Janeczek è nata na Monaco di Baviera in una famiglia ebreo-polacca, vive in Italia da trentacinque anni. Dopo aver esordito con un libro di poesie edito da Suhrkamp, ha scelto l’italiano come lingua letteraria per opere di narrativa che spesso indagano il rapporto con la memoria storica del secolo passato. È autrice di Lezioni di tenebra (Mondadori, 1997, Guanda, 2011), Cibo (Mondadori, 2002), Le rondini di Montecassino (Guanda, 2010), che hanno vinto numerosi premi come il Premio Bagutta Opera Prima e il Premio Napoli. Co-organizza il festival letterario “SI-Scrittrici Insieme” a Somma Lombardo (VA). Il suo ultimo romanzo, La ragazza con la Leica (2017, Guanda) è stato finalista al Premio Campiello e ha vinto il Premio Bagutta e il Premio Strega 2018. Sin dalla nascita del blog, fa parte di Nazione Indiana.

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Esiste una scrittura maschile?

di Daniela Brogi Quando, mesi fa, ho accolto l’invito a partecipare a questo seminario, certo non immaginavo di aderire a...

Il pallone, la Citroën, l’antifascismo involontario

di Helena Janeczek L’imminenza del 25 aprile mi ha fatto tornare in mente una storia. Non è una storia italiana,...

Leggere i romanzi

di Giuseppe Zucco Lei allora leggeva a lui un estratto del suo nuovo romanzo Lei allora leggeva il proprio estratto, e...

Nein

di Helena Janeczek Denegazione (ted. Verneinung) In psicanalisi, il procedimento usato dal soggetto per impedirsi di riconoscere un desiderio che...

Le coincidenze come indizi di ordini desiderati

di Domenico Talia In uno dei suoi tanti gialli, Agatha Miller, sposata Christie e quindi Mallowan, fa dire al suo...

Jucci, «tra quegli anni» e «gli anni nuovi»

di Arturo Mazzarella Da tempo ogni raccolta poetica di Franco Buffoni costituisce una notevole sorpresa. Invece di confermare...

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#BadMommyDay1 di Helena Janeczek “Senza pietà” anzi di “indole malvagia” è la donna sospettata di aver strangolato il figlio che,...

La carta da parati

di Giuseppe Zucco Non è cosa da poco possedere un fagiano, o anche solo riceverne la visita. Sylvia Plath Alle prime luci dell’alba,...
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