Un racconto di Mario Schiavone
Ettore Filibustiere, a dispetto del suo cognome, non era un uomo molto sveglio. Questa sua forma di pigrizia mentale gli aveva fatto perdere il lavoro presso la farmacia di paese, dove era stato assunto come aiuto-magazziniere.… Leggi il resto »
carte
Luce del nord – tre disperazioni invisibili
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•di Domenico Talia
«… secondo me nella vita o sei il primo o sei l’ultimo e non puoi essere tutte e due le cose, […] io sono l’ultimo. Ormai l’ho capito. L’ultimo dei disgraziati. E nessuno vuole essere come me. Perché quando sei vecchio e non ci hai più niente, ti trattano tutti come la merda.»… Leggi il resto »
allarmi
La moltiplicazione del Signor Distruggere
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•di Helena Janeczek
Abbiamo un problema, un problema culturale e politico.
L’onnipresenza del linguaggio misogino (misogino e non più solo maschilista) che nello spazio dei media (social e tradizionali) è diventato da tempo la norma della violenza verbale.
Normale il tweet di Massimiliano Parente – l’ennesimo – che usa come sinonimo di “minchia” il cognome di Michela Murgia, mentre a lei pare cosa di un altro mondo che una rivista americana la difenda da un troll fascistoide.… Leggi il resto »
carte
Il vento attraversa le nostre anime, di Lorenza Foschini
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•di Mauro Baldrati
Quanti siamo?
Difficile dirlo. Non è mai stato realizzato un censimento. E poi siamo sparsi per il mondo. Il “Piccolo Popolo” degli amanti di Proust è transnazionale, variegato, ma unito da un aspetto singolare: abbiamo letto tutto di lui, o quasi, compreso Contro Sainte Beuve.… Leggi il resto »
Territorio
Le anime dei ragazzi a Napoli #2: un colloquio con Giulia Sagliocco
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•di Mario Schiavone
Quanti grammi pesa il cuore di un ragazzo di strada a Napoli? mi sono chiesto nel primo articolo di questo nascente confronto con alcuni esperti del tema della criminalità adolescenziale a Napol.… Leggi il resto »
carte
Le Cose Note
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•di Domenico Talia
Hoda Barakat è una scrittrice libanese di lingua araba che vive a Parigi. È una cristiana maronita che ha lasciato il Libano molti anni fa anche a causa della guerra civile che in quel paese durò quindici anni e provocò più di 150.000… Leggi il resto »
Territorio
Le anime dei ragazzi a Napoli: un colloquio con Maurizio Braucci
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•di Mario Schiavone
Quanti grammi pesa il cuore di un ragazzo di vita a Napoli? La domanda, forse poco legittima, ma comunque necessaria, risuona nella mia mente da diverso tempo. Un interrogativo, questo, che mi ha tormentato a lungo, dopo l’uccisione del giovanissimo Davide Bifolco nel settembre 2014 al Rione Traiano a Napoli.… Leggi il resto »
carte
Coraìsime – In un mondo figlio di un tempo sbagliato
by
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di Domenico Talìa
«Le aveva viste da bambino fuori dalle case in campagna. Appese per un laccio nero. Vecchie bambole mutilate con il viso squagliato dal sole. I capelli uniti in un unico grumo nero avevano superato inverni e lunghe piogge estive.… Leggi il resto »
carte
I fratelli Michelangelo
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di Luca Giudici
L’ ultima fatica di Vanni Santoni è pubblicata da Mondadori, e si intitola “I Fratelli Michelangelo”. Nel panorama della produzione italiana più recente Santoni si è distinto sin dai suoi primi lavori, risalenti ormai a oltre dieci anni or sono, per la ricerca e la passione per la sperimentazione, sia formale sia tematica.… Leggi il resto »
carte
Le mamme d’Aspromonte contro la Malingredi
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•di Domenico Talia
Mamme che profumano di gelsomino, ragazzi che rincorrono treni che non si vogliono fermare, vecchie che raccontano storie intorno a bracieri che sono lì da più di duemila anni, mare e montagna uno contro l’altra. Una storia che nessuno aveva raccontato finora perché andava contro le narrazioni mainstream.… Leggi il resto »
indiani
Elena Ferrante. Parole chiave.
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di Tiziana de Rogatis
Introduzione. Un successo internazionale.
1. I lettori di Elena Ferrante nel mondo
Come trovare un filo del discorso per raccontare le amiche che in America hanno celebrato il rito dell’acquisto in coppia della quadrilogia, come svolgerlo fino al lettore di Leeds, in Inghilterra, al quale la Napoli di Ferrante fa pensare a Glasgow, e in generale alle città al margine dell’economia neoliberista?… Leggi il resto »
carte
Quarant’anni per dirsi addio.
by
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di Paola Caridi
“È difficile stabilire il momento in cui si prende commiato da una persona”
Nella tradizione popolare musulmana, in Egitto, si dice che per quaranta giorni l’anima della persona che muore se ne stia tra la terra e il cielo.… Leggi il resto »
carte
La linea del cielo
by
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di Franco Buffoni
Per gentile concessione dell’autore, anticipiamo alcune poesie del nuovo libro in uscita domani, 10 maggio 2018 (hj).
Zitelle e tricicli
L’Ercole col triciclo consegnava le bombole del gas,
La Ebe era una cugina della mamma,
Allora si diceva l’uomo di fatica e la cugina zita.… Leggi il resto »
diari
Il mio ’68
by
•di Andrea Rényi
Nel primo numero del 2018 dello storico settimanale Élet és Irodalom (Vita e Letteratura) il giornalista ungherese István Váncsa (1949) tira le somme non prive d’ironia, del Sessantotto in salsa magiara: “Lo spirito più libero e il naturale ottimismo in qualche modo si sono infiltrati anche da noi, perciò ritenevamo i mamelucchi del regime dei cretini, e loro ogni tanto si rendevano conto di essere considerati dei cretini, quindi le loro facce tonte rispecchiavano incertezza, e nei momenti peggiori sghignazzavano imbarazzati.… Leggi il resto »
carte
L’informità innominabile di Calasso
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•di Domenico Talia
Abitiamo luoghi, tempi e condizioni inafferrabili. Definizioni diverse sono state tentate per qualificare questa epoca e la società che la affolla. Società liquida, mondo globalizzato, post-moderno, post-storia. Tutti tentativi che descrivono soltanto parzialmente e dunque imperfettamente il loro oggetto.… Leggi il resto »
A gamba tesa
Come Rajoy mi fece diventare indipendentista
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•di Mónica Flores
“Io non ho voglia di andare d’accordo,
ho voglia di andare, d’accordo?”
Caparezza
Questo mio testo nasce da una poesia scritta ieri con la rabbia provocata da una realtà assurdamente surreale. Ieri, nel bel mezzo della notte, mentre i miei pensieri erano oscuri quanto la selva di Dante, sputavo sulla carta del mio quaderno parole che nel futuro saranno ricordo.… Leggi il resto »
vasicomunicanti
Ugo Mulas, Danimarca 61
by
•di Dario Borso
“Ho sempre avuto, prima istintivamente poi consapevolmente, una tendenza a riprendere quelle cose che sono banali”1. Se a ʻcose banaliʼ sostituiamo ʻvita quotidianaʼ, otteniamo il profilo essenziale di Ugo Mulas da giovane: fotoreporter.
A. C. Quintavalle, Conversazioni con Ugo Mulas, Istituto di Storia dell’Arte dell’Università di Parma, Parma 1973, p.19.… Leggi il resto »carte
Consigli per scrittori di poche parole
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•di Domenico Talia
Si può scrivere di un libro stagionato parlandone come fosse frutta fresca da gustare? Si può parlare di racconti rubando le parole a qualcuno premiato per essere autore di romanzi? Sia nel primo sia nel secondo caso, la risposta parrebbe essere negativa, ma con un po’ di volontà qualcosa di diverso si può tentare.… Leggi il resto »
carte
Terza promessa
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•di Raffaele Mozzillo
Il Rosario sarà un’arma potentissima contro l’inferno,
eliminerà i vizi, libererà dal peccato, distruggerà le eresie
La polvere pizzica gli occhi quando scendono nel fosso a farsi di Marlboro di contrabbando e gassosa, però non li ferma, sono comunque lì a riempirsi i polmoni di merda e a gonfiarsi lo stomaco.… Leggi il resto »
indiani
Donne e uomini lontani, come corpi estranei
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•di Domenico Talia
Sulla superficie di questo romanzo c’è la storia di una donna che cresce nell’estremo Sud, studia alla Cattolica a Milano e diventa giornalista perché le piace raccontare le vite della gente. Il racconto della vita di questa donna è però quasi un pretesto per incidere con un coltello affilato un solco profondo tra uomini e donne, tra due modi di vivere il mondo, tra due visioni che difficilmente in Corpo Estraneo (Rubbettino, 2017) trovano una pur minima sintesi.… Leggi il resto »
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No taxation without representation
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•di Helena Janeczek
Dopo due anni d’attesa credevo che era fatta. Il decreto prefettizio firmato in data 12 aprile e notificato il 23 maggio dal mio comune di residenza, comunicava che mi è stata “conferita la cittadinanza italiana”. Ero così euforica che mi sono illusa di poter votare subito.… Leggi il resto »