Corso di aggiornamento in collaborazione con la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento
primavera – autunno 2004
Sala riunioni I.T.I. Marconi
Via P. Monti S. Ilario
Rovereto
“Il ciclo sul romanzo, diviso in sette sezioni, che non sono altro che sette modi possibili di esplorare il suo territorio, è stato concepito con un duplice intento: dare la parola non solo agli specialisti, ma anche ai narratori, ai romanzieri stessi, i quali sono qui chiamati a controbilanciare la tendenza generale che pretende che essi si occupino solo dei loro libri; in secondo luogo, fare in modo che, sia pure a distanza, si instauri un dialogo tra la critica degli autori e la critica degli studiosi. Questo dialogo mi sembra più che mai necessario se non si vuole correre il rischio, di fronte all’inaudita svalutazione della riflessione estetica del nostro tempo, di ridurre il romanzo a un’arte decorativa, a un passatempo per un pubblico di eterni turisti in vacanza sulle rovine della storia, non più in grado di radiografare l’essenza del presente né di scoprire le possibilità inedite dell’esistenza umana che solo il romanzo può scoprire”.
Il coordinatore: Massimo Rizzante (Università di Trento)


Ieri pomeriggio ho partecipato a una conversazione con Michele Mari e Valeria Montaldi all’Università Statale di Milano, facoltà di Scienze delle Comunicazioni, in un corso sull’uso della lingua nella narrativa italiana degli ultimi vent’anni. Il corso è tenuto dalla professoressa Ilaria Bonomi. Ho trascritto molte delle frasi pronunciate da Michele Mari. I titoli dei paragrafi sono miei, benché a volte siano perifrasi di ciò che ha detto Mari. In qualche caso riprendono le domande e i temi di discussione proposti dalla professoressa Bonomi. (T.S.)
Aspetta un attimo prima di compierlo. Non credo di aver capito bene la questione della probabilità. Mi stai dicendo che c’è una contraddizione nella descrizione degli stati macroscopici come equiprobabili? Puoi spiegarmi meglio? Sono Simplicio, qui dentro!

Le poesie di Nero Luci sono poesie gnostico-punk. Gnostico-punk nel senso assoluto che emerge dal mescolare profetismo biblico e street culture con percussiva volontà, con un ritmo che affonda nella carne e nella storia dell’uomo. Poesie perché sono un canto che produce incantamento, incantesimo per l’abisso e la resurrezione. Stringhe di parole evocative ed evocattive, e cioè presenti e lucide al proprio tempo in misura sempre maggiore al papa e agli ufo.
Sono quasi le due di domenica, sono contento perché sto a pagina 201 del nuovo romanzo (fin qui non mi piace, ma questa è una sensazione che mi accompagna sempre quando scrivo, salvo venire poi confermata dai lettori), ho appena mangiato un’insalata col tonno e un ottimo parmigiano della Standa. Giro sul TG4 perché al TG1 parlano della liquefazione del sangue di S. Gennaro, che a me fa vomitare anche gli occhi, specie quando sono a tavola.
La funzione di Israele, popolo fiero al servizio dell’impero, o dell’impero a servizio di Israele sulla minuscola, riarsa e desertica Palestina mandataria non è più utilizzabile rispetto all’equilibrio regionale. L’unico ruolo di Israele, dunque, sembra risiedere nella creazione di un prototipo di guerra urbana di periferia, priva di prospettive di pace ma in grado di delimitare perimetri di sicurezza in stile apartheid, modello che potrebbe servire a livello globale nella maggior parte delle metropoli del Sud del mondo e tecnicamente interessante per i militari statunitensi. L’asservimento di Israele a un simile interesse imperiale è ormai del tutto suicida.
IL MIO AMICO FILOSOFO: Del Siero della vanità, il film di Alex Infascelli, mi è piaciuto che il mago illusionista rapisca gli altri ospiti, e non la conduttrice del talk show, una specie di algida e antipaticissima Maria De Filippi. Eppure è lei la vera orchessa, la responsabile delle illusioni fatte a pezzi, quella che decide i destini delle persone che invita alle sue trasmissioni, crea personaggi e li distrugge…


Voglio ora riportare direttamente alcuni brani di Joxe. Si trovano alle pagine 103-106 del suo
IO: Ho visto Il siero della vanità, il film di Alex Infascelli.
Stilos è un settimanale di informazione libraria e letteraria. E’ curato da Gianni Bonina ed esce, da qualche anno, come supplemento del martedì del quotidiano