di Gianni Biondillo
Scopro solo ora questo gioiello che Gianni Biondillo ha lasciato cadere con nonchalance in una finestra dei commenti (i commenti alla recensione di Francesco Longo al film di Peter Fly, L’eredità, in Archivi per mese di aprile). Lo ripubblico qui d’autorità, senza chiedergli il permesso: se Biondillo si arrabbia, vorrà dire che andrò a chiedergli scusa alla presentazione del suo Per cosa si uccide, oggi giovedì 22 alla Libreria del Giallo, a Milano, in via Peschiera, 1, ore 19.00, con Raul Montanari. (T. S.)
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1.
Insomma, per capirci: c’è questo qui, pensa l’assurdità, che se la cammina bello bello e chi ti incontra? Un poeta morto quasi duemila anni prima. E giù gridolini, mancamenti, ma come mi piaci, ma quanto sei bravo, tu per me sei un maestro, un mito (e così per tutto il tempo. Roba che alla fine credi che sia gay e anche un po’ necrofilo). Ma questo è ancora niente. Manco fosse San Paolo che ti fa il nostro? Una bella visita all’Inferno.

Vienna, quasi cent’anni fa. Secondo un modo di dire piuttosto in voga, in ogni strada abita un genio. E non è uno sproposito: nell’arco di una generazione, prima di sprofondare nella guerra e nel disastro, è qui, nella capitale dell’ultimo impero, che tutte le arti e tutte le scienze vengono rivoluzionate. A quanto pare, il fenomeno si spiega con una serie di coincidenze: una lunga espansione economica, un impero multietnico, un imperatore-simbolo che non muore mai, imbalsama le contraddizioni e maschera fino all’ultimo l’agonia di una civiltà.
Qualche giorno fa ho chiamato un cinema della mia città dove in questi giorni danno La passione di Cristo. Mi ha risposto una garbata signorina. Le ho chiesto se il film era vietato.

IO: Senti, ![F[1].Vitale8.jpg](https://www.nazioneindiana.com/archives/F[1].Vitale8.jpg)
Dal
Ringrazio Diego De Silva che mi ha inviato queste poesie. (T. S.)
Ho scritto questi appunti prima e dopo aver visto l’ultimo film di Mel Gibson. Magari possono contribuire al dibattito che si è aperto, ho l’impressione di una prevenzione ingiustificata.
E’ del mio paese la bambina massacrata di cui tutte le cronache parlano. Di un altro morto recente, sempre di Latiano, si parla solo sui media regionali: era un pregiudicato, aveva partecipato a sparatorie, potrebbe aver avuto addirittura morti sulla coscienza. Non sono rimasto molto colpito né dal primo né dal secondo delitto. E neppure la concomitanza ha avuto particolari ripercussioni. Non so quanto di caratteriale, vuoi genetico vuoi indotto (influenza ambientale del fatalismo meridiano) e quanto di minuziosamente costruito vi sia in questa indifferenza.

Il nostro sistema digerente è una trama. Una vera e propria trama narrativa. Un cosiddetto plot, organizzato classicamente in una struttura in tre atti. Primo-secondo-terzo atto, esposizione-conflitto-scioglimento. O, secondo altre formalizzazioni, nel caso specifico quella di Joseph Campbell e del suo monomito, separazione-iniziazione-ritorno (ma la sostanza è la stessa).
IO: Ho visto la nuova pubblicità del Bio Presto.
[Termina qui il racconto fatto in casa per i piccoli indiani. Ringrazio Mariolina per avercelo dato. DV.]
[Esce da